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Autore: bells swan    25/03/2013    2 recensioni
Bella, ragazza di 19 anni. Edward, un uomo di 39 anni. È vero, c’è una grande differenza d’età, ma alla fine sono entrambi adulti e vaccinati. C’è solo un piccolo ostacolo: Rosalie, la migliore amica di lei, e la figlia di lui.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ed eccovi al primo vero capitolo della storia, ambientato 5 anni dopo :) Bella è ancora cotta di Edward e lui pensa che non lo sia più. Povero ingenuo xD Vi ricordo (lo avevo specificato nella prima stesura) che il personaggio di Lauren è innocuo ;)
Buona lettura!
 
 
 
 
2012
 
Rosalie scoppia a ridere facendomi alzare gli occhi al cielo, e tuttavia non riesco a nascondere un sorriso divertito.
“Dai, Rose, non è divertente” dico rimproverandola.
“Sì, invece!” esclama. “Dovevi vederlo, Bella! Era tutto sudato, è solo perché c’eri tu e diventa timido quando sei presente.”
“Sì, ma non è bello, Rose. Insomma, mi fa sentire a disagio...” rispondo, rammentando il rossore di Mike nel vedermi.
Insomma, okay che gli piaccio, ma così è troppo! È anche vero che ha solo quattordici anni...
Smetto di pensare e il mio cuore accelera improvvisamente i suoi battiti quando sentiamo la porta aprirsi. Edward.
Dio santo, in questi cinque anni la mia cotta per lui non è diminuita, tutt’altro! La mia età, i miei ormoni in subbuglio, e la sua bellezza così accecante sono un miscuglio che non hanno mai posto fine alla mia cotta.
Non appena ci trova nel salotto, sedute per terra fra la pila dei cuscini del divano, sgrana gli occhi. “Che fate qui?” chiede, dirigendosi verso l’unica poltrona presente nella stanza e gettando la ventiquattro ore nel divano.
Toglie cravatta e giacca, rimanendo con addosso una camicia bianca infilata dentro i pantaloni di cotone.
Chiudo gli occhi, respirando a fondo. Calma, Bella. Non posso saltargli addosso: uno, Rosalie è lì; due, Rosalie!; tre, la nostra età. Ah, c’è pure un numero quattro: Edward mi vede ancora come una bambina.
Insomma, so che non sono una donna nel vero senso del termine, però non sono nemmeno più una bambina.
“Stavamo guardando dei DVD” comunica Rosalie a suo padre, mostrando le custodie dei DVD visti quel pomeriggio.
Edward annuisce, gli occhi puntati verso il televisore, mentre si arrotola con le mani le maniche della camicia su fino al gomito.
Deglutisco una seconda volta alla vista di quelle braccia muscolose, e soprattutto a causa del movimento delle sue dita. Santo Cielo, sono lunghe e affusolate, quelle di un pianista.
Chissà cosa sono capaci di fare, quelle dita...
Maledetti ormoni!, li maledico, puntando lo sguardo sul televisore.
“Papà?” chiama improvvisamente Rosalie.
Edward la fissa in attesa che continui. Sua foglia mi lancia un’occhiata. Che vuole fare?!
“Se ci fosse una bambina più piccola di te che ti corre dietro, e tu non vuoi ferire i suoi sentimenti ma non vuoi nemmeno illuderla, che faresti?” chiede la mia ex migliore amica.
Cazzo! Lei non lo sa ma involontariamente ha appena descritto la nostra vera situazione di cinque anni fa! Oddio, non è cambiata la cosa, ma rispetto a quando avevo quattordici anni riesco a nascondere ciò che provo per Edward. Perché lui sa che avevo avuto una cotta per lui... Chi non l’avrebbe capito?
Edward pare a disagio almeno quanto me. “Quanti anni avrebbe questa bambina?”
“Quattordici.”
“Be’...” inizia. “Non le direi nulla se capisco che la sua cotta è puramente dettata dal momento. Rose, ci sono persone che a una certa età credono di essere innamorate, che sia proprio quello il grande amore, e confondono una semplice attrazione per qualcosa di molto più grosso.”
Edward parla con lei, ma l’occhiata che mi ha rivolto alla fine mi fa accapponare la pelle. In compenso, Rose ascolta attentamente ogni singola parola che esce dalla sua bocca. La sua bella bocca...
“Quindi tu credi che a una certa età non ci si possa innamorare per davvero?” chiede incerta sua figlia.
“Io credo che solo tu possa sapere se sei davvero innamorata di una persona o ne sei solo affascinata. Però è anche vero che in un’età così giovane si tende a confondere le due cose...” spiega ancora.
Rosalie annuisce, soddisfatta del fatto che suo padre abbia risposto così accuratamente.
“Scusate” sussurra dopo, dirigendosi verso il corridoio.
Rosalie sospira. “Quindi Mike non è innamorato di te. Meglio così, no?” chiede, fissandomi incuriosita. Aggrotta le sopracciglia. “Che hai?” continua.
“Io? No, niente” risponde sbrigativamente. “Dai, riprendiamo a vedere il film” suggerisco, premendo il tasto PLAY dal telecomando.
Entrambe le nostre teste si voltano verso il tavolino del salotto sentendo la vibrazione di un cellulare. Quello di Edward.
“Mio padre ha sempre la brutta abitudine di scordarsi ovunque il cellulare” lo rimprovera con affetto. Lo prende ignorando che non è il suo. “Oh, un messaggio! Chi l’avrebbe mai detto, il vecchio sa mandare messaggi?” sghignazza.
Sorrido più per farla felice che per la battuta in sé. Se davvero Edward può essere chiamato vecchio, è un bel vecchio. Bellissimo, anzi.
Il sorriso di Rosalie muore sul suo volto quando legge il messaggio, facendomi preoccupare.
“Che c’è, Rose?” le chiedo affiancandola e leggendo il contenuto dell'SMS. So che è sbagliato, ma quando la tua migliore amica sbianca nel leggere un messaggio non puoi non controllare per vedere qual è il problema.
Lo leggo e sbianco anche io.
“Chi... Chi è questa Lauren?” chiede sussurrando, ancora sconvolta. “E perché non me ne ha parlato?” continua, alzando il tono di voce.
“Pr-probabilmente è una collega di lavoro...” mormoro piano, cercando di giustificarlo.
Ma no: dal contenuto del messaggio questa Lauren può essere tutto tranne che una collega di lavoro.
“Una collega scriverebbe ‘È stata una piacevole serata, quella di ieri sera’ e non ‘Ti va di replicare? Stasera a casa mia, cena alle nove e dessert dalle dieci in poi’! No, non è una collega” sentenzia alzandosi in piedi e iniziando a camminare avanti e indietro per il salotto.
Io sono ancora bloccata, il cellulare tra le mani. Il mio cuore è stretto in una morsa ferrea, quasi non respiro più. E so bene che cos’è. Rosalie ha ogni diritto di essere gelosa, ma io? Nessuno. Ma che mi aspetto? Che le cose sarebbero rimaste uguali per sempre? Che le uniche donne che Edward avrebbe avuto per casa saremmo state io e sua figlia? Che un uomo affascinante come lui, single per giunta, non avrebbe frequentato nessuna?
Sono solo una povera illusa.
Poso il cellulare sul tavolino, osservando con aria assente Rosalie risedersi vicino a me.
“Mi devi aiutare” dice decisa.
Piego la testa di lato, osservandola confusa. “Per cosa?” riesco a sussurrare.
“Dobbiamo scoprire chi è Lauren e che genere di dessert ha offerto o vuole offrire a mio padre!”
 
Edward’s pov
 
Non ci posso credere. Rosalie parlava veramente di un’ipotetica ragazza oppure... oppure Bella le aveva confessato qualcosa?
Non mi sono sbagliato: la cotta che Bella aveva cinque anni fa per me è scomparsa. O no? Ma sì, certo che sì! Ed è meglio così... sì, certo che è meglio!
Mi sciacquo il viso cercando di riprendere lucidità. Non appena entro in salotto dopo la mia capatina al bagno, noto subito mia figlia fissare decisa Bella e Bella... Cos’è quell’aria sconvolta?
“Tutto bene?” chiedo, facendo notare la mia presenza. Mia figlia salta in aria, spaventandosi e facendo spaventare me. “Che succede?”
“Niente!” risponde Rose. “Niente, è solo... ti è arrivato un messaggio ma noi non lo abbiamo letto. È solo che nel modo di toccare il cellulare credendo che ti stessero chiamando l’ho toccato per sbaglio e il messaggio si è aperto però l’abbiamo chiuso subito, non abbiamo...”
“Okay” dico, cercando di calmarla. Non è un problema se mia figlia legge un messaggio sul mio cellulare, figuriamoci.
Rosalie è sempre stata una frana a raccontare bugie. La cosa, col passare del tempo, non è migliorata. E il suo nervosismo mi conferma che ha letto il messaggio.
Quando do un’occhiata al testo, sbianco. Se l’ha letto... Alzo di scatto la testa, fissandola senza sapere che dire. “Io...”
“Papà, ti ripeto, non l’abbiamo letto!” esclama, quasi isterica.
L’ha letto. Sì che l’ha fatto. Ma perché ‘abbiamo’? Perché plurale?
Lancio un’occhiata anche a Bella, che abbassa lo sguardo non appena i miei occhi si posano su di lei. Oh, cazzo. L’ha letto anche lei...
“Dobbiamo andare a studiare” dice frettolosamente mia figlia, prendendo Bella per un braccio e volando in camera sua senza che io possa fermarle.
Mi siedo sul divano, continuando a leggere il messaggio.
 
‘Edward, ieri sera è stato meraviglioso. Vorrei tanto replicare... ma a casa mia. Vieni verso le otto e mezza, ceneremo verso le nove... e il dessert verso le dieci. Ti aspetto.
Lauren.’
 
Che devo fare? Mia figlia non è stupida e avrà capito chiaramente a che tipo di dessert si stesse riferendo Lauren. Ma adesso che sa, come si sarebbero svolte le cose?
So che un figlio o una figlia può essere geloso di un terzo incomodo quando l’altro genitore è via o, nel nostro caso, è morto. E io non voglio che lei soffra, come non lo volevo cinque anni fa.
Ma se è tanto intelligente da capire il significato nascosto nella parola dessert, è anche abbastanza intelligente da capire che nessuna donna si sarebbe mai intromessa fra noi. Che poi Lauren non è nessuno... è solo una piacevole compagnia momentanea.
Sì, Rosalie avrebbe capito.
Frettolosamente, digito una risposta affermativa all’appuntamento proposto da Lauren. Esito per un momento nel premiere INVIO quando penso a Bella. Non c’è però nessun motivo per preoccuparmi di lei. Non è mia figlia, non le devo nessuna spiegazione. Con uno scatto, premo INVIO. Stranamente, me ne pento all’istante.
   
 
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