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Autore: Vampirettalove    14/02/2013    1 recensioni
Mercedes Jones è una ragazza di 20 e vive a Lima, Ohio. Ma questa ragazza ha un sogno: diventare una famosa cantante.
Riuscirà a realizzare il suo sogno? E magari, a trovare l'amore della sua vita? Storia ispirata al film "Burlesque".
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Kurt Hummel, Mercedes Jones, Rachel Berry, Sam Evans, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Mercedes/Sam, Puck/Quinn
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tutti abbiamo dei sogni, delle ambizioni. Ambizioni grandi, piccole..alcuni non sanno nemmeno cosa voglia dire “Ambizione”. Ma Mercedes no. Mercedes Jones non è una di queste persone. Mercedes ha un sogno: andarsene via dalla sua città e diventare una cantante famosa.

Mercedes Jones è una fiera ragazza di colore, di 20 anni, appena diplomata e lavora come cameriera in un bar sotto casa sua. Cerca di guadagnare abbastanza soldi per poter andare via dalla sua città, Lima, Ohio. Ma Mercedes ha un problema: il suo datore di lavoro. Il datore di lavoro di Mercedes è sempre stato un uomo cattivo e tirchio, e ha sempre odiato la povera ragazza. Mercedes ha fatto di tutto per cercare di essergli simpatico, ma nulla ha mai funzionato. Ha sempre fatto straordinari e non è mai arrivata tardi a lavoro o fatto troppo ferie. Per tutti quegli straordinari che ha fatto Mercedes, il suo datore di lavoro non le ha mai dato soldi in più. E ogni volta che faceva anche un minimo errore, le sottraeva i soldi dalla sua misera “paga”. Mercedes non aveva mai detto nulla, e pensava che non avrebbe mai detto nulla a riguardo, ma si sbagliava. Un giorno lo fece.

“TU mi devi PAGARE per tutti gli STRAORDINARI  che IO ho fatto!” Urlò Mercedes al suo capo, alzando sempre di più la voce. “Sono stanca. Sono anni che lavoro in questo schifoso bar, cercando di guadagnare soldi per andarmene da qui. Ma non potrò mai andarmene se continui a sottrarmi i soldi per ogni stupido errore che faccio! Mi sono stancata! E ora voglio i soldi che mi spettano! Tutti!” Il suo datore aveva ascoltato ogni parola di quello che aveva detto Mercedes. E la sua risposta alla sua sfiorata fu un tremendo schiaffo che lasciò un segno rosso sulla guancia di Mercedes.
“Se non ti piace lavorare qui, puoi anche andartene.” E detto questo, se ne uscì. Mercedes rimase lì, immobile e con la guancia dolorante. La sua collega stava uscì dal bagno e corse da lei.
“Cedes, oddio che hai fatto??” le chiese, ma Mercedes non rispose. Rimase lì a guardarla. Dopo vari secondi di silenzio, Mercedes si avvicinò alla cassa e prese del soldi, contandoli attentamente.
“Me ne vado, per sempre. Prendo tutti i soldi che quel bastardo mi deve e me ne vado.” La sua collega aprì bocca per parlare ma Mercedes alzò un dito e lo cominciò a muoverlo per dirle “no”. “No Ali, non dire niente. Io me ne vado, mi mancherai…ma la mia casa non è qui. Casa mia è a Los Angeles. Non voglio rimanere un minuto di più in questa città. Puoi dirmi quello che vuoi ma--“ Mercedes non finì di parlare che la sua amica l’abbracciò forte. Si allontanò da lei e la guardò allegra.
“Vai Mercedes, devi andare. Tu hai ragione, quel bastardo è da anni che ti prende in giro. Prendi tutti i soldi che ti servono e vai.” Mercedes si buttò sull’amica e le disse “grazie.” prima di uscire dalla porta del bar, questa volta per sempre.

Arrivò a Los Angeles quel pomeriggio, il viaggio era stato molto veloce e tranquillo. Mercedes trovò subito un albergo dove abitare, finchè non avesse trovato una cosa dove vivere. Sistemò le sue cose e si riposò un po’. Dopo una mezzoretta uscì dall’albergo e comprò un giornale di annunci; la caccia al lavoro era cominciata. C’erano vari annunci di lavoro, ma Mercedes si concentrò solo su quelli in cui cercavano una cantante. Ognuno qi quegli annunci era o vecchio o ormai inutile. Mercedes continuò a cercare un lavoro, ma a un certo punto si fermò. Davanti a lei c’era un locale; “Burlesque.”, ecco come si chiamava il locale. C’erano molte persone che entravano, il locale doveva essere molto popolare. Mercedes vide un ragazzo uscire, era un ragazzo orientale. Era alto e magro, molto carino. Stava borbottando qualcosa, del tipo “Ma chi me l’ha fatto fare?”. Mercedes aspettò un paio di secondi e poi entrò nel locale. C’erano delle scale che portavano a  un piano sottoterra e non c’erano finestre. O meglio, una c’era. Una finestra dietro a un bancone, evidentemente dove si doveva pagare per entrare. A questo bancone era seduto un ragazzo. Il ragazzo era muscoloso e aveva una strana cresta in testa.
“Non abbiamo finestre, ma abbiamo senza alcun dubbio il miglior panorama di Los Angeles.” Il ragazzo stava guardando il palco che si riusciva a vedere dalla finestra. Sul palco c’erano delle ragazze svestite, quasi nude che ballavano. Mercedes capì tutto: era uno strip club.
“Ma cos’è, uno strip club?” chiese continuando a guardare il palco. Il ragazzo si girò verso di lei e la fulminò con gli occhi.
“Strip club? Dolcezza, dovrei sciacquarti la bocca con il Bloody Mary. Oppure lo farò fare al Signor Hummel.”
“E chi è il “Signor Hummel”?”
“Il proprietario di questo posto.” Rispose lui con tono ovvio. “Senti, l’ingresso è di 20 dollari. Vuoi entrare si o no?” Mercedes esitò un po’. Spendere 20 dollari per uno strip club? Anche se..quel posto l’attirava, era diverso. Non era un semplice strip club. Tirò fuori una banconota da 20 e la diede lentamente al ragazzo che sorrise. “Divertiti.” Mercedes entrò e si ritrovo sommersa da cameriere vestite con un vestitino corto e nero e con dei tacchi, persone che camminavano avanti e indietro e ragazzi –per di più, molto carini- che flirtavano con le cameriere. In che diavolo di posto era finita?

Dopo qualche secondo, si sedette al bancone e aspettò che il barista fosse libero per dirgli la sua ordinazione. Sul palco salì un ragazzo, magro e di corporatura media. Aveva i capelli castano chiaro, quasi biondo ed era vestito con abiti molto eleganti. Mercedes sospirò, perché i migliori dovevano essere tutti gay? Non ci pensò e decise di ascoltare quello che il ragazzo stava per dire.
“Buona sera Los Angeles! Per le persone che ancora non mi conoscono, mi presento: sono Kurt Hummel e sono il proprietario di questo fantastico locale. Prima di cominciare la serata, ho un avviso da darvi; per stasera…non potrete ordinare nessun Bloody Mary, perché qualcuno..” fece cadere lo sguardo sul ragazzo di prima, quello del bancone, che era appena entrato. “..si è “dimenticato” di comprare il succo di pomodoro.” Guardò con uno sguardo assassino il ragazzo che ora aveva un’espressione arrabbiata.
“Non è colpa mia, Hummel. Non puoi dare sempre a me la responsabilità di tutto. E comunque Mike è uscito a comprarla, quindi non rompere le palle.” Il ragazzo sul palco roteò gli occhi e ridacchiò.
“Ti tengo d’occhio Puckerman.” Guardò di nuovo il pubblico che ormai aveva un’espressione divertita. “Fate finta che non abbia detto niente e godetevi lo spettacolo. Fate un grande applauso alla nostra star, l’unica ed inimitabile Rachel Barbara Berry! E per quelli nuovi, benvenuti al “Burlesque”!” Ci fu un grande applauso e il ragazzo andò via. Si aprì il sipario e sul palco ormai c’erano 4 ragazze semi vestite e una ragazza al centro completamente vestita. Partì la musica e la ragazza centrale cominciò a cantare, mentre le altre ballavano.

Show a little more,
show a little less,
add a little spark,
welcome to Burlesque!

Everything you dream of,
but never can possess,
nothing what it seems,
welcome to Burlesque!

Oooh, everyone is buying,
put your money in my hand,
if you got a little,
well, give it to the band.
You may not the guilty,
but you ready to confess,
tell me what you need,
Welcome to Burlesque!

La ragazza continuò a cantare. Quella ragazza era bravissima! Aveva una voce meravigliosa..era un giovane Barbara Streisand. Come poteva avere quella potenza nella sua voce? E quel rango vocale? Doveva essere almeno di 4 ottave. “Perché io non posso avere quella potenza vocale?” si chiese Mercedes.
“Cosa prendi?” una voce alle spalle di Mercedes, la fece sussultare e vide il barista. Era un ragazzo biondo con gli occhi verdi. Aveva moltissimo eyeliner sugli occhi. Eccone un altro.
“C-Cosa?”
“Cosa prendi da bere?” il ragazzo le stava sorridendo gentilmente. Mercedes rise e fece ridere anche lui.
“Oh..una coca.” Il ragazzo la  guardò con uno sguardo confuso. “Che c’e?” chiese ridacchiando Mercedes.
“Una coca? Sul serio?” le chiese ridacchiando il barrista.
“Perché, non posso averla?”
“Oh certo, ma mi sembra strano che tu voglia una coca; di solito nessuno prende cose non alcoliche.” Disse mentre le porse il bicchiere pieno di coca.
“Io non sono una che beve.” Disse questo è prese un sorso di coca. Si girò di nuovo verso il palco.

Show a little more,
show a little less,
add a little spark,
welcome to…. Burlesque!

E con quest’ultima nota –che la ragazza aveva fatto durare a lungo- la canzone finì. Il pubblico cominciò ad applaudire mentre il sipario si chiudeva. Era stato un meraviglioso spettacolo. Ma Mercedes non voleva vedere uno spettacolo, voleva esserlo. Mercedes si girò verso il barista.
“Con chi si deve flirtare per passare da qui, a li sopra?” disse indicando il palco.
“Stai flirtando adesso?” le chiese il ragazzo e Mercedes rise.
“Con uno che ha più eyeliner di me?” il ragazzo la guardò confuso e Mercedes ghignò. “Dai.”
“Oltre quella porta laggiù.” Il ragazzo indicò una porta. “Chiedi di Rachel o Kurt. Di’ che ti mando io. Flirta pure.” E detto questo, il ragazzo diede a Mercedes un biglietto. Mercedes guardò il biglietto e sorrise al barista.
“Grazie Sam.” Mercedes si alzò e cominciò a camminare, ma si fermò quando sentì Sam.
“Ehi, ragazza che non beve! Ti piacerebbe dirmi il tuo nome?” Mercedes rise e gli urlò il suo nome. Sam sorrise e la lasciò andare.

Mercedes arrivò dietro le quinte dove c’erano musicisti, ragazze pronte ad andare in scena e ragazze sedute a scherzare e spettegolare. Si avvicinò a loro e chiese dove poteva trovare “Rachel” o “Kurt”. Il gruppo era formato da 4 ragazze: due bionde, una ragazza castana e una ragazza asiatica. Loro le dissero di entrare in una stanza e una delle ragazze –quella asiatica- le fece strada.
Mercedes entrò nella stanza dove c’erano dei grandi armadi, centinaia di armadi strapieni di vestiti di ogni tipo. C’erano un ragazza e un ragazzo vicino a uno di questi armadi.
“Scusate..siete voi Rachel e Kurt?” la ragazza e il ragazzo si girarono; si, erano loro.
“Si, siamo noi. Hai bisogno di qualcosa?” le chiese educatamente il ragazzo. Quel ragazzo aveva due occhi azzurri stupendi.
“Oh..ehm..io sono Mercedes Jones e-e mi piacerebbe..cioè vi ho visto ballare e cantare e--“ Mercedes fu interrotta dalla ragazza, Rachel.
“Ti piacerebbe lavorare qui?” Mercedes annuì.
“Va bene, e in quali locali hai ballato?” le chiese Kurt e Mercedes arrossì leggermente.
“Bhe..in nessun locale ma-ma mi so muovere!” Rachel guardò un attimo Kurt e lui le sorrise.
“Va bene, ragazza. Per adesso non abbiamo bisogno di altre ballerine ma quando ne avremo biso--“ Kurt fu interrotto da Rachel che gli urlò nell’orecchio.
“Kurt!! Ma che diavolo stai dicendo??” Kurt si girò verso Rachel confuso e Mercedes indietreggiò un pochino.
“Che ho detto?” chiese confusamente Kurt.
“Ma davvero vuoi far lavorare quella, nel mio locale??” chiese Rachel con aria sbalordita.
“Ok, prima cosa “quella” ha un nome. E seconda cosa, perché non dovrei farla lavorare? Ah, questo è il nostro locale, non è solo tuo.”
“Kurt tesoro, potevo sorvolare sul fatto che non ha ballato in nessun locale. Ma lei è..” guardò Mercedes e poi guardò di nuovo Kurt. “..grassa.”
“Ehi!” Mercedes guardò di scatto Rachel. “Si, sono grassa. Ma voglio davvero ballare e-e cantare, perfavore..” Rachel guardò Kurt.
“No. E il mio è un “no” definitivo. Kurt, mandala via.” E detto questo, Rachel sparì tra quegli armadi, lasciando soli Kurt e Mercedes.
“Lasciala stare, non è sempre così.” Disse Kurt a Mercedes.
“Ah no? Allora adesso era così perché c’ero io?” chiese Mercedes quasi arrabbiata.
“No..è..è un periodo duro, per lei. Ogni sera, dopo il numero di apertura comincia a bere, fino a non reggersi più in piedi. Comincia a dire cose senza senso, e si mette a litigare con tutti. Non sei tu che l’hai fatta arrabbiare. Non ti preoccupare.” Le disse Kurt, e Mercedes si rassicurò. Quel ragazzo era davvero rassicurante.
“Va bene..ma perché--“
“Non posso dirtelo.” Kurt aveva già capito cosa Mercedes gli volesse chiedere.
“Oh..scusami.” Si scusò Mercedes.
“Non fa niente. Comunque per quanto riguarda te, vorrei davvero farti lavorare qui, ma non abbiamo bisogno di altre ballerine.” Kurt guardò dispiaciuto Mercedes. Le alzò il viso e la guadò negli occhi. “Facciamo una cosa, lasciami il tuo numero, appena si libera un posto ti chiamo, va bene?” a Mercedes si illuminarono gli occhi e sorrise allegra.
“Va bene! Grazie Kurt! Ma..come faccio con Rachel?”
“Non ti preoccupare, a lei ci penso io.” Le disse rassicurante e Mercedes non si preoccupò più.
“Va bene..grazie Kur—Signor Hummel.” Si corresse Mercedes.
“Oh nonono, chiamami Kurt, ti prego.” Le disse ridacchiando e fece ridacchiare anche Mercedes.
“Va bene, Kurt.” Mercedes lasciò il suo numero a Kurt e si avvicinò alla porta. “Allora..a presto.”
“Certo.” Le disse allegro. “Ah, toglimi una curiosità; chi ti ha fatta venire qui?”
“Oh..quel barista biondo, Sam.” Rispose Mercedes e Kurt sorrise ancora di più.
“Oh...che bello!” Disse allegro e Mercedes lo guardò confusa.
“Che bello cosa?”
“Oh, niente, lascia stare.” Le rispose Kurt, che stava quasi saltellando dalla felicità. Quel ragazzo era tanto gentile e cordiale quanto misterioso e strano.
“KURT! Aiuto, Kurt! Vieni, c’e uno scarafaggio schifoso! Uccidilo, uccidilo! Ah, e portami anche un whisky, no..un brandy, no anzi, portameli entrambi!” Le grida di Rachel si potevano sentire ovunque. Kurt guardò Mercedes, quasi esausto.
“Quella donna mi farà impazzire.” Mercedes ridacchiò.
“Ce l’ha puoi fare.” Kurt la guardò e sorrise.
“KURT! VIENI!!”
“Vai.” Gli disse Mercedes ancora ridacchiando.
“E’ meglio.” Le disse Kurt.
“Buona fortuna!” Le disse Mercedes ormai fuori dalla porta. Kurt le fece un occhiolino e Mercedes chiuse la porta, sentendo un ultimo “KURT!!” di Rachel. Povero ragazzo, pensava Mercedes. Salutò le altre ragazze e uscì dal backstage. Quel backstage, prima o poi sarebbe diventato un po’ come la sua seconda casa. E quelle persone, la sua seconda famiglia.

Buona sera! Si, sono di nuovo io! Vi avevo detto che avrei cominciato un altra FF, bhe eccola u.u Ora sono sicura che vi state chiedendo "Ma come! Kurt e Rachel proprietari di uno strip bar??" Eh....si! Mi piaceva come idea! Per chi ha visto il film, capisce perchè ho messo loro 2. Per chi non ha visto Burlesque bhe, vi dico di andare subito a vederlo! Ecco le ragioni! 

1. C'e
Christina Aguilera! E da il meglio di se in quel film u_u <3 
2. C'e quel figone di
Cam Gigandet *-* 
3. C'e..
Dianna Agron! Eh si, c'e lei! Certo, fa una piccola parte e appare solo in una scena, ma è meravigliosa come sempre u_u 

Comunque...ho messo Mercedes come protagonista, perchè non ci sono molte FF dove lei è protagonista u.u E poi, la amo! 
Note! 

1. Ci sarà molta, ma tanta HummelBerry. Ormai lo sapete, io li amo insieme u.u Ma per questa volta sarà solo una semplice amicizia (Si.."amicizia"). 
2. La canzone che canta Rachel è "Welcome to Burlsque". La versione originale è cantata da Cher. 
3. Non so quando aggiornerò! Se sabato riesco, aggiornerò
"Quando un angelo non è altro che uno schifoso nazista". 

Bhe..che altro dire? Leggete e se vi piace mettete la storia tra le ricordate/seguite/preferite..e magari, lasciatemi una recensione u.u Se avete dubbi, domande o volete semplicemente sapere cosa ho mangiato a pranzo, chiedete pure! Risponderò a tutto! :D 

Alla prossima! E..
BuoGlee Day! <3 

  
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