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Autore: vale1991    15/02/2013    1 recensioni
Una giovane strega scoprirà che la coppia più famosa della storia della comunità magica in realtà non è morta quella sera a Godric's Hollow. Ma i Potter non si ricordano più di niente: né di Harry, né di Hogwarts, né del mondo magico o della magia. Con l'aiuto di Sirius, Remus e dei vecchi amici di Lily e James, Asia dovrà riuscire a far tornare loro la memoria e forse riuscirà a trovare anche l'amore..
Dal primo capitolo: "Appena vidi quella foto, capii tutto. I coniugi Potter non erano morti, erano lì davanti a me!”
Silente rimase interdetto per qualche secondo, poi alzò lo sguardo, che aveva tenuto fisso sulla tazzina del tè, e disse: “Oh Merlino! Com’è possibile che Lily e James siano vivi e che nessuno si sia accorto di nulla?”
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Eccomi tornata con un nuovo capitolo! Spero vi piaccia! Un grazie a tutti quelli che hanno recensito il prologo e a tutti quelli che hanno messo la mia storia nei preferiti, seguiti e da ricordare!! Un bacio a tutti e buon San Valentino!! 
Baci baci
vale1991


Una giovane donna si era appena materializzata in un vicolo deserto a Londra. Aveva capelli neri, occhi marroni e vestiti colorati. Si sistemò la gonna e uscì nel traffico mattutino della città. Percorse poco più di duecento metri ed entrò in una porta all’apparenza tutta nera con un cartello che proibiva l’ingresso. Era la porta segreta per entrare nel pub il Paiolo Magico. La ragazza entrò, chiese una Burrobirra e si sedette nel tavolino più appartato del locale. Il locale non era pieno, ma lei aveva bisogno della massima riservatezza. Tirò fuori dalla borsa viola che portava, una penna, un foglio, dell’inchiostro e cominciò a scrivere una lunga lettera. Appena finito si avvicinò al bancone e chiese all’oste con un marcato accento italiano: “Mi scusi, dove potrei trovare un gufo per spedire questa lettera?”
“Venga, signorina. Le presto il mio!”
La portò in una stanza nel retro del bancone in cui c’erano gli alloggi dell’oste. Aprì una gabbia e prese un gufo tutto grigio e un po’ deperito. Lo appoggiò al braccio della ragazza e disse:
“Mi raccomando Hobbes, fai quello che ti dice la ragazza!” poi rivolto a lei disse “Sa, è un gufo un po’ anziano, è restio a recapitare lettere per gli sconosciuti!” disse sorridendo in maniera sgraziata.
La ragazza gli sorrise di rimando. “La ringrazio infinitamente per quello che sta facendo per me, signore! A proposito, io sono Asia!”.
“Io sono Tom, piacere! Se avrà ancora bisogno di me io sarò a sua disposizione, signorina!” così dicendo la lasciò sola con il gufo.
“Allora Hobbes, so che non sopporti gli estranei, ma ti prego questa è una faccenda importantissima! Ti prego di recapitare questa lettera al professor Silente. Purtroppo non so dirti dove sia, ma dubito che d’estate alloggi a Hogwarts. Mi raccomando, non lasciare che nessuno tranne Silente in persona, legga questa lettera! Al tuo ritorno ti darò un biscottino se sarai stato bravo!”. Hobbes fece schioccare il becco per farle segno che aveva capito. Chiara sorrise e legò la lettera alla sua zampa tesa, poi si avvicinò alla finestra e gli diede via libera. Stette a guardarlo finché non divenne un puntino all’orizzonte.
 
Un paio d’ore dopo, Asia era seduta a uno dei tavoli della locanda. Davanti a lei un bicchiere di cioccolata calda ormai dimezzato e un famoso romanzo italiano. Ancora non aveva avuto nessuna notizia dal povero Hobbes, stava addirittura cominciando a pensare che non fosse riuscito a trovare il professore. Chissà dove alloggia in estate… pensò la ragazza appoggiando il libro e prendendo un altro sorso di cioccolata calda. Speriamo che sia all’interno del territorio della Gran Bretagna, dubito che quel povero gufo potrebbe sopportare un viaggio più lungo!
Appena finito quel pensiero sentì uno schiocco, alzò gli occhi spaventata e vide davanti a lei un mago estremamente eccentrico. Una lunga barba argentea, così come i capelli, gli arrivava quasi ai piedi, un vestito, versione estiva, da mago viola, occhiali a mezzaluna in bilico sulla punta del naso adunco, facevano da cornice a due occhi azzurri, il tutto contornato da un viso segnato dalla vecchiaia ma ancora attento e vivace. 
“Albus!” fece Tom, “Che piacere! Il solito idromele?”
“Ti ringrazio Tom,” disse pacato il mago, “ma non sono qui per una visita di piacere.” Disse senza nemmeno guardarlo. Aveva gli occhi puntati su Asia, guardinghi, e la ragazza, di rimando, lo fissava con la stessa intensità.
“Professore,” disse alzandosi in piedi e avvicinandosi a lui, “sono contenta che la mia letter…”
“Non qui!” disse Silente interrompendo la frase di Asia a metà. “Parleremo con calma, ma non qui e non ora.” Poi si girò verso l’oste “Tom, saresti così gentile da fornirci un salottino appartato per poter parlare in pace?”
“Certo Albus!”.
Li fece salire sopra una rampa di scale e, in fondo al corridoio, aprì una porta. Silente fece segno a Asia di entrare per prima e, varcata la soglia, vide un salottino con quattro morbide poltrone sistemate attorno a un basso tavolino tondo, la finestra, sulla destra, era aperta e si sentiva il vociare della folla in Diagon Alley e contemporaneamente il rumore del traffico londinese.
“Saresti così gentile da portarci del tè? Grazie Tom. Ah un'altra cosa, ti sarei grato se nessuno venisse a disturbarci.” L’oste annuì e uscì in silenzio, lasciandoli finalmente soli.
Silente si alzò, puntò la bacchetta verso la finestra e pronunciò un incantesimo per evitare di essere spiati, poi fece lo stesso con la porta e alla fine si sedette.
“Allora signorina, finalmente è arrivato il momento di parlare! Io sono Albus Silente preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, ma immagino che lei sappia già queste cose, vero?” parlò con un tono gioviale, ma i suoi occhi tradivano preoccupazione e sospetto.
“Esatto signore, invece lei non conosce me! Io sono Asia Cavalieri, ho frequentato la scuola italiana di magia e stregoneria, l’Istituto Galilei, e ora lavoro da tre anni al Ministero della Magia italiano. Fino a un anno e mezzi fa lavoravo come assistente del capo della Divisione Auror, mentre ora sono nell’Ufficio di Sperimentazione e Ricerca di Nuovi Incantesimi e Pozioni Ignote.”
Tom bussò alla porte e, senza chiedere il permesso, entrò nella stanza con un vassoio che poggiò sul tavolino in mezzo ai due.
“Grazie.” Dissero in coro Silente e Asia. Tom uscì dalla stanza con un maldestro inchino.
Poggiati sopra il vassoio c’erano una teiera, due tazze, una zuccheriera, un bricco per il latte tutto in ceramica con fantasie in azzurro e oro. Tom aveva anche aggiunto due fette di torta e due bicchieri di acqua.
“Tè mia cara?” chiese Silente educato.
“Grazie, ma senza latte!”
Silente versò il tè in una tazza e lo porse a Asia che ci aggiunse un cucchiaino di zucchero, poi si versò del tè per sé e ci aggiunse un goccio di latte.
“Non so come faccia il resto del mondo a bere il tè senza latte, a quanto pare è un vizio che solo noi inglesi abbiamo!” disse Silente dopo aver dato il primo sorso.
“Bhè signore, io le posso dire che prima di venire qui ho provato ad imparare i vostri modi, e ho anche provato a bere il tè con il latte ma purtroppo non sono riuscita ad apprezzare questa vostra arte come si deve. Per me tè e latte sono due bevande che non possono convivere nella stessa tazza!” disse Asia con un vena di ironia che Silente catturò ridacchiando.
“Allora signorina Cavalieri, perché non mi parla un po’ della lettera che mi è arrivata?” le chiese Silente in tono serio.
“Certo. Come le ho detto io lavoro all’Ufficio di Sperimentazione e Ricerca di Nuovi Incantesimi e Pozioni Ignote. Nell’ultimo anno mi hanno affidato un caso da sola. Questo caso mi ha portato a fare molti viaggi poiché ho dovuto ricercare in diverse culture gli ingredienti più consoni per una speciale pozione. Ero in Irlanda per cercare degli indizi, quando una famiglia babbana mi ha ospitato. Era maggio le giornate cominciavano a farsi calde mentre le notti erano sempre fredde. Avevo già dormito una notte all’aperto poiché, nella cittadina in cui dovevo fare quelle ricerche, l’unico albergo che disponibile, era chiuso in quel periodo dell’anno. Mi trovò la mattina dopo una donna e, vedendo che avevo dormito all’aperto, mi invitò a stare a casa sua fin quanto volevo. Ringraziai e la seguii fino a casa. All’ora del pranzo incontrai il marito Sean che era appena tornato dal lavoro al comune. Pensai che fosse quello che cercavo, dato che avevo bisogno di un aiuto interno per entrare al comune e consultare gli archivi. Così cominciai a lavorarmelo dicendo che avevo bisogno di vedere dei documenti per la tesi che dovevo conseguire all’università. Lui si interessò e promise di portarmi a lavoro con lui il pomeriggio. Quando la sera tornai  a casa, incontrai anche la figlia, Jane, che aveva  undici anni. Cominciammo a parlare di quello che facevano nella vita, dei loro interessi. Poi parlammo della figlia: in che scuola andava, gli amici. Quando, poi, abbiamo cominciato a parlare del passato,ho cominciato a insospettirmi. Non si ricordavano molte cose del loro passato, di quello che avevano fatto. Gli avevano sicuramente modificato la memoria. Ma al momento lasciai perdere. Il giorno dopo mi arrivò la copia del Corriere del Mago in cui, in prima pagina, si raccontava del ricercato Black: c’era una foto di Lily e James Potter, al loro matrimonio, con accanto Sirius Black. Appena vidi quella foto, capii tutto. I coniugi Potter non erano morti, erano lì davanti a me!”
Silente rimase interdetto per qualche secondo, poi alzò lo sguardo, che aveva tenuto fisso sulla tazzina del tè, e disse: “Oh Merlino! Com’è possibile che Lily e James siano vivi e che nessuno si sia accorto di nulla?”
“Non lo so, signore. Se vuole, per essere sicuro, la potrei portare a vedere di persona quelli che reputo essere i Potter!” disse Asia.
“Ha avuto una splendida idea! Avanti, andiamo signorina. Afferri il mio braccio e si smaterializzi, io non conosco il posto e rischierei di Spezzare qualcuno!”.
Silente porse il braccio a Asia che pensò alla casa dei coniugi McLennan e si smaterializzò.
 
Una casa fatiscente, moquette e tappezzeria erano leggermente strappate, così come il divano liso su cui era seduto un uomo. Anche lui, in un certo senso, sembrava essere parte integrante di quella degradazione: aveva un viso giovanile, segnato da numerose cicatrici, capelli castani ingrigiti prematuramente in molti punti e abiti vecchi abbondantemente rattoppati. In questo quadro c’era, però, una nota di compostezza. Nonostante la fatiscenza dell’ambiente, la casa era tenuta il più possibile pulita, anche il proprietario era seduto composto sul divano, intento a leggere un libro. Solo il ticchettio dell’orologio a pendolo rompeva il silenzio della casa. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta. Il mago saltò dallo spavento, non era abituato a ricevere visite. Si alzò ancora mezzo scosso, e andò alla porta.
“Chi è?” chiese con voce roca, guardando da dietro le tendine.
“Remus, sono Albus Silente. Ho urgenza di parlarti, ti prego apri.” Rispose l’uomo con voce scossa.
Al suono della voce dell’amico, Remus Lupin aprì la porta e si trovò davanti il professor Silente con un’aria preoccupata, seguito da una giovane donna che non aveva mai visto.
“Entrate” disse facendosi da parte.
Il professore e la ragazza entrarono.
“Remus, questa è Asia Cavalieri. Signorina Cavalieri, questo è un ex professore di Hogwarts, Remus Lupin.” disse il preside in tono spicciolo.
I due si strinsero la mano, poi Remus li squadrò per bene e vide che Silente aveva un’aria leggermente preoccupata che raramente aveva visto. Per questo motivo gli venne spontaneo chiedere: “È successo qualcosa?”
Silente si appoggiò, stanco, sul divano poi alzò gli occhi sul viso del mago e disse: “Sono vivi, Remus. Lily e James sono ancora vivi. Li ho visti!”
Lupin barcollò e si appoggiò a una sedia per non cadere. “Cosa? Com’è possibile?” chiese con un filo di voce.
“Non lo so. Ma sono sicuro che fossero loro, non potrei mai sbagliarmi su di loro. E hanno una figlia.”
“Ma, non capisco. Se sono vivi come mai non si sono fatti vedere?”
“Perché gli hanno modificato la memoria.” disse la ragazza calma. Lupin si girò per la prima volta verso di lei.
“Mo…modificato la memoria? Com’è possibile?”
“Questo non lo so. Ma le posso assicurare che quello che c’è sui Potter è un incantesimo molto potente, fatto da maghi molto esperti.” Queste parole lasciarono di sasso l’uomo.
“Chi può essere stato? Non credo che sia stato Voldemort. A lui interessava uccidere, non modificare la memoria delle persone!” poi si girò verso Silente e disse: “Albus, ti prego. Fammeli vedere! Per quanto possa credere alle vostre parole devo vederli di persona, e poi ci dovremo organizzare per farli tornare a casa! Dobbiamo togliergli quell’incantesimo!”
“Concordo pienamente, Remus. Loro appartengono al mondo magico e così anche la loro figlia. Il posto della bambina è a Hogwarts e il posto di Lily e James è qui accanto a noi, accanto a Harry.”
   
 
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