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Autore: frames    15/02/2013    5 recensioni
"Se mai due furono una cosa sola, certo quelli siamo noi" scrisse qualcuno che probabilmente come noi era innamorato, perché solo chi ci è dentro fino al collo può comprendere quel tipo di emozione.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 Febbraio 2023
Londra

 


 
Ci sono giorni come questo in cui mi allontano da tutto e da tutti per restare da solo con me stesso e riflettere.
Penso e ripenso a tutto quello che si è susseguito nella mia vita fino ad ora e una domanda alla fine mi sorge spontanea: posso ritenermi fortunato?
Ho vissuto gioie talmente forti da farmi tremare le ginocchia e dolori così atroci che mi hanno fatto mancare il respiro, ma alla fine di tutto posso dire che  sono un uomo fortunato.
Sapete perché?
Perché ho amato, ho amato con tutto il mio cuore.
Ho amato con tutto lo stomaco, i polmoni, i reni, la milza, il fegato.
Ho amato un uomo con tutto me stesso e per questo sono fortunato.
Se mai due furono una cosa sola, certo quelli siamo noi scrisse qualcuno che probabilmente come noi era innamorato, perché solo chi ci è dentro fino al collo può comprendere quel tipo di emozione.
Nonostante ormai siano passati tanti anni ricordo quel giorno come se fosse ieri.
Era il giorno del mio diciottesimo compleanno: eravamo giovani, belli e irresponsabili. Quella mattina Louis mi svegliò con un tenero bacio sulla guancia, il suo tocco sarebbe riuscito a risvegliarmi anche dal coma più profondo.
«Buon compleanno Harry Styles!» sussurrò delicato al mio orecchio, mi sollevai sonnacchioso dal guanciale del cuscino e mi stiracchiai lentamente.
Louis era in piedi accanto al letto già perfettamente lavato e vestito, gli occhi cerulei brillavano come due splendidi diamanti per l’entusiasmo.
Lo ringraziai stringendolo forte tra le mie braccia e lasciando che il suo profumo mi avvolgesse completamente e mi inebriasse come accadeva ogni volta.
Amavo il suo odore: sapeva di buono, sapeva di casa, sapeva del nostro amore.
«Non posso credere che il mio Boo Bear stia crescendo!» affermò lui nostalgico stringendo saldamente le mie mani tra le sue, si sollevò leggermente sulle punte dei piedi per annullare quei pochi centimetri d’altezza in cui lo sovrastavo e stamparmi un soffice bacio sulle labbra.
«Si prospetta il miglior compleanno di sempre!» annunciai quando le nostre labbra si separarono appena, bramavo quel contatto più di ogni altra cosa al mondo.
«Ancora non sai cosa ho in serbo per questa giornata!» aggiunse lui civettuolo con uno sguardo che non preannunciava niente di buono.
Louis mi sollecitò a vestirmi in fretta e furia e dopo venti minuti eravamo fuori dal nostro appartamento diretti verso una località ignota per me.
Lo osservai mentre guidava tranquillo intonando a labbra strette un motivetto allegro, quando si accorse del mio sguardo mi sorrise di rimando.
«Ti immagini me e te tra vent’anni?» esordì trepidante mordendosi un labbro.
«Sto avendo una brutta visione di me alla soglia dei quarant’anni con le zampe di galline sugli occhi e qualche capello bianco indesiderato!» risposi altezzoso riavviandomi i capelli all’indietro mentre mi specchiavo nello specchietto retrovisore.
Louis rise cristallino portandosi una mano alla bocca per nascondere la smorfia del suo viso che restava sempre perfetto, a mio parere.
«Potrei sempre regalarti un lifting facciale» aggiunse scrollando le spalle prima di ingranare la marcia disinvolta quando il semaforo scattò sul verde.
«Non sono vanitoso come te, Lou» dissi prendendolo in giro.
«No infatti, sei molto peggio» ribatté lui piccato, aveva sempre la risposta pronta.
Mi finsi offeso e lo spinsi scherzosamente per una spalla, lui riprese a ridere.
Aveva la risata più genuina che avessi mai sentito.
«Comunque si, immagino me e te a brindare al mio 38esimo compleanno in qualche pub scadente di provincia, ubriachi alle cinque del pomeriggio» asserì riprendendo il discorso e immaginandoci un po’ più invecchiati ma con gli stessi sorrisi di quel momento.
«Sarebbe terribilmente romantico!» concordò lui, vedevo il suo sguardo proiettato nel futuro ad immaginarsi la scena proprio come io avevo appena fatto.
«Sempre meglio di quando ne compirò 68 e festeggeremo insieme agli altri anziani dell’ospizio» continuai sarcastico, una delle cose che amavo di noi era il nostro modo di scherzare su qualsiasi argomento.
«Un fantastico torneo a burraco e poi a letto prima delle sei, sinceramente non vedo l’ora!» approvò lui fingendosi entusiasta.
 «Sarà divertente perché saremo insieme» aggiunsi con tono più serio, il mio cuore tremava un po’ nel dire quelle parole.
«È una promessa» disse dolcemente Louis guardandomi negli occhi e ci credevo.
Ci credevo perché il suo amore era la cosa più vera che mi fosse mai capitata.
Louis parcheggiò in una stradina secondaria dalla quale poi camminammo a piedi per una decina di minuti fino a quando lui si fermò davanti alla vetrina malridotta di un negozio di tatuaggi.
«Che ci facciamo qui?» chiesi con un pizzico di ansia nella voce, sapeva quanto odiavo gli aghi e l’idea di questi ultimi infilzati sotto la mia pelle.
«Ti ricordi la teoria sull’incastro perfetto?» mi chiese riferendosi ad un discorso che avevamo fatto qualche mese prima.
Avevamo capito che io e lui eravamo la combinazione perfetta, per i nostri caratteri, per le nostre abitudine, per i nostri progetti.
«Si…ma che c’entra con questo?» domandai confuso grattandomi la testa con una mano.
«Tu sei la barca…di cui io ho la bussola» disse lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Tu sei le rondini scappate dalla mia gabbia» continuai il ragionamento che filava liscio come l’olio.
«Io ho la chiave del tuo lucchetto, Harry…e voglio incidere tutto questo sulla nostra pelle! Per sempre, come noi due!» affermò Louis stringendomi il volto tra le mani.
Gli sorrisi involontariamente; qualcuno era mai riuscito a dire di no a Louis Tomlinson?
Mi resi conto che per amor suo avrei potuto ignorare qualsiasi timore, qualsiasi paura, qualsiasi fobia.
Grazie a lui non temevo il futuro, ero sicuro che sarebbe rimasto al mio fianco in qualsiasi circostanza e quell’idea mi aiutava ad andare avanti sempre.
Louis mi tenne la mano mentre un ciccione tatuato dalla testa ai piedi cominciò a disegnare con una macchinetta di acciaio chirurgico sul mio avambraccio e io feci lo stesso quando toccò a lui.
Niente potrà mai eguagliare quella sensazione di libertà e sregolatezza che provammo nelle ore successive.
Prendemmo delle pizze da asporto e le divorammo nel nostro appartamento per pranzo, quel pomeriggio ballammo come pazzi sulle note di quel cd dei Radiohead che a Louis piaceva tanto, facemmo l’amore fino a quando sfiniti non ci addormentammo abbracciati.
Quando mi svegliai il suo lato del letto era vuoto, un post-it giallo sul quale c’era scritto un breve messaggio giaceva tra le lenzuola stropicciate.
Diceva che aveva ancora un'altra sorpresa per me e che sarebbe tornato presto, strinsi quel pezzetto di carta sul mio cuore e in quel momento ero sicuro che nessuno sarebbe mai riuscito a portarmi via quel sorriso che avevo stampato sul volto grazie al ragazzo che amavo.
La vita però mi ha insegnato che non bisogna mai dare niente per scontato, qualcuno riuscì a portarmi via quel sorriso, esattamente fu un poliziotto con lo sguardo basso che più tardi quella notte mi annunciò sulla soglia della porta che Louis Tomlinson era deceduto in seguito ad un incidente d’auto.
Non so che cosa provai esattamente in quel momento, il mio corpo si intorpidì e il mio cuore smise di battere per sempre.
Tutto ciò che riuscivo a pensare era che lui fosse morto per colpa mia, del mio stupido compleanno e della mia stupida sorpresa.
Il problema è che i sensi di colpa non me lo avrebbero riportato indietro, non avrei riavuto i suoi occhi, le sue labbra, le sue mani, il suo corpo perfetto.
Tutto ciò che avrei voluto era mantenere la nostra promessa, avrei voluto che lui fosse rimasto, avrei voluto trascorrere il resto della mia vita insieme a lui.
Ma l’avevo perso, per sempre.
Ancora oggi ci penso e mi rendo conto di quanto io sia stato fortunato ad amare un uomo così ed aver conosciuto l’amore nella sua grandezza.


 

per sempre suo,
Harry Styles.



 


Sono esattamente l'1.08 di notte e io ho appena finito di scrivere questa one-shot.
La cosa è nata molto spontaneamente, avete presente quei momenti in cui vi prende l'ispirazione e dovete assolutamente scrivere?
Ecco, magari avete anche sonno o altre cose da fare...ma non potete ignorarla!
Forse sarà stata l'atmosfera di S. Valentino oppure le due ore di ripetizioni di matematica che ho fatto, ma se devo pensare a un amore che prorio mi piace non riuscivo a non pensare che a loro due.
Ho deliberatamente preso spunto dal video di The One That Got Away di Katy Perry, canzone che da anche il titolo.
Lo so, è un po' deprimente...però mi andava di scriverla, a me piacciono da morire i drammi.
Whatever , spero che qualche drama-queen come me la possa apprezzare e sarei davvero felicissima di leggere qualche recensione.
Adesso vado a dormire che sto per crollare sulla tastiera del pc!
notte notte,
xx
ila.

  
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