Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Alys93    15/02/2013    1 recensioni
Sakura e Shaoran sono alle prese con l'ultima carta creata dal vecchio maestro, il signor Clow Reed, ma la cattura della carta del nulla non è che l'inizio di una nuova avventura. Un'avventura destinata a rivelare nuove verità ed a portare alla luce qualcosa di cui neanche i guardiani del libro sono a conoscenza.
Un nuovo, misterioso e potente avversario è deciso ad impossessarsi dei poteri delle carte e, quando queste iniziano a svanire, Sakura scopre che ogni segreto, ogni menzogna, per quanto recondita, prima o poi è destinata a vedere la luce.
Questa è la mia prima FF su Sakura. Spero di ricevere da voi consigli ed indicazioni per evitare errori e\o incongruenze, ma soprattutto, che questa piccola FF possa piacervi. Non so ancora quanto sarà lunga, ma ce la metterò tutta affinché vi piaccia. Alcuni nomi, come Shaoran e Kerberous, sono quelli originali, mentre per altri mi atterrò a quelli della versione italiana. Grazie di cuore a tutti coloro che leggeranno questa storia.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!! finalmente sono riuscta ad aggiornare nuovamente questa storia e spero che il capitolo possa piacervi... sono davvero lieta che la storia vi stia piacendo e vi ringrazio di cuore per il tempo che mi dedicate. grazie a tutti! Scusate se sono rapida e non vi ringrazio come dovrei, ma devo correre a studiare di nuovo -.-'' voi godetevi pure il capitolo ^_^ Buona lettura!



 

Capitolo 11: Temi & Rivelazioni  

I suoi passi decisi riecheggiavano sul pavimento gelido, creando migliaia d'immagini contorte ad ogni movimento.
Amava riflettersi in quel modo nelle varie colonne di ghiaccio che abbellivano il corridoio, perché gli mostravano un volto colmo di potere.
Potere che lui non vedeva l'ora di aumentare, se solo...
Con un ringhio colmo di frustrazione, diresse i propri passi verso una delle stanze che si affacciavano sulla destra, trovando una figura inginocchiata sul pavimento.
Aveva una mano imposta sulla spalla ferita ed una tenue luce illuminava la pelle arrossata, mentre questa tornava sana e di un colorito normale.
Era piena di ferite di quel tipo ed il fatto che non si fosse ancora presentata al suo cospetto poteva dire una sola cosa; aveva fallito di nuovo!
Con un ruggito di rabbia, strinse la mano artigliata sul collo della sua serva, alzandola bruscamente da terra.
"Chi ti ha dato il permesso di curarti quei miseri graffi?" l'apostrofò duramente "Ti ho forse concesso di curarti, Aisha?".
La ragazza boccheggiò nella presa ferrea del Maestro, cercando di riempire i polmoni d'aria.
"M-Mi dispiace, mio Signore" sussurrò flebile, inclinando la testa per poter respirare appena "H-ho fatto de-del mio meglio, ma quella ragazzina...".
La presa sulla gola si fece più intensa, facendola gemere, mentre il Maestro gridava "Non m'importano le tue scuse!".
"Il tuo compito è uno solo: portarmi tutte le Carte di Clow" sibilò minaccioso "E non accetto fallimenti, Aisha. Deludimi ancora una volta e vedrai cosa ti succederà".
"N-no, vi prego" singhiozzò la sua serva, incapace di mascherare la paura "Ve ne prego, Maestro. N-non vi deluderò più".
Non voglio finire sola in mezzo ad una strada gemette tra sé, ma quel pensiero era così vivido sul suo viso che l'altro non poté non sorriderne.
Amava quell'espressione e bramava il momento in cui l'avrebbe potuta vedere sul volto di ogni singolo essere vivente, conscio che spettava solo a lui decretarne la vita o la morte.
Con un gesto colmo di disprezzo, lasciò cadere a terra la ragazza, che boccheggiò sul pavimento.
Sembrava incapace di muoversi e quella debolezza lo irritò. Se non fosse stato per i suoi incredibili poteri...
"Non accetterò un'altra sconfitta, Aisha" disse freddo "Sarà meglio che te lo ricordi. Chiunque tu debba affrontare".
"No.. non è colpa mia se Sakura ha sempre nuovi alleati" protestò flebilmente lei, alzandosi sulle ginocchia "Io posso contare unicamente su me stessa", "Che vorresti dire?".
Gli occhi grigio-verdi della sua serva s'illuminarono di astio "Ieri sera, è sbucato dal nulla un'altro spadaccino. Era nell'ombra e non l'ho visto in volto, ma mi ha impedito di prendere le Carte".
"Come se non bastassero i Guardiani e quegli altri rompiscatole" aggiunse, abbassando lo sguardo.
"Allora vedi di scoprire chi è questo nuovo intruso e levalo di mezzo" ordinò il Maestro, fissandola con i suoi occhi vermigli "Non tollero intralci nel mio piano".
"Fa-farò del mio meglio, mio Signore" la sentì mormorare, ma qualcosa gli disse che stava pensando a tutt'altro.
"C'è qualcosa che non mi hai detto, Aisha?!" esclamò, tornando sui suoi passi e poggiandole gli artigli sul marchio inciso nella pelle della nuca.
"No, Maestro" sussurrò lei, sgranando gli occhi "Vi ho detto tutto ciò che è successo contro la Cattura Carte!".
"Ma è successo anche qualcos'altro" replicò il Maestro dei Ghiacci, affondando le punte degli artigli nella carne "Lo sento".
"Ho solo.. incontrato una persona, che mi ha causato una strana sensazione" spiegò Aisha, gemendo appena a quel gesto.
Detestava quando le leggeva la mente tramite gli artigli; odiava quella situazione ogni giorno di più... ma non aveva altre vie d'uscita, se non la strada.
Vide il suo Signore chiudere gli occhi e contrarre il viso in un'espressione di profonda concentrazione, per poi aprirli di scatto.
Sembrava che qualcosa lo avesse turbato...
"Mio.. Mio Signore, va tutto bene?" chiese titubante, allontanandosi appena "Perché siete così..".
L'altro non le diede il tempo di concludere la frase, che si voltò con sdegno "Guai a te se incroci di nuovo quelle persone".
"Ma è stato solo un caso" mormorò la ragazza "Non li avevo mai visti, prima... e sono solo dei commercianti".
Per un motivo che non capiva, non voleva che quelle persone passassero dei guai per colpa sua.
Non sarebbe stato giusto!
"Tu stagli lontano. Sono più di quello che pensi" la riprese l'altro con freddezza "Ma con i tuoi sensi limitati, non puoi capirlo".
"Guai a te se li rivedi, Aisha" l'avvisò, voltandosi appena verso di lei "In quel caso, sappi che passeresti dei grossi guai".
Detto questo, si allontanò a grandi passi, imprecando contro quegli stolti umani che potevano mandare all'aria tutti i suoi piani.
Ma perché erano riapparsi proprio ora a Tomoeda, proprio adesso che iniziava a faticare per tenere sotto controllo la sua serva?
Dovessi eliminarli con le mie mani, ma non permetterò a quella famigliola di rovinare tutto! ringhiò feroce, sparendo tra le colonne di ghiaccio eterno.
 
La campana trillava in maniera insistente in tutto il cortile, avvisando gli studenti che dovevano darsi una mossa ad entrare nelle proprie aule.
Shaoran sospirò facendo cenno alla cugina di darsi una mossa "Avanti, Mei Lin! Oggi siamo in ritardo!".
"Non è colpa mia se quella dannata doccia si è rotta!" esclamò la ragazza, correndo a più non posso sul selciato.
Entrarono in classe appena in tempo ed il giovane cinese si accasciò sulla sedia, esausto.
Odiava dover correre di prima mattina!
"Per un pelo" commentò Sakura, sorridendogli complice, mentre il signor Terada entrava in classe.
Lui si limitò ad annuire, prima di fissare l'insegnante che stava spiegando cos'avrebbero fatto quel giorno.
Dopo le solite ore di giapponese e matematica, sarebbero andati tutti in cortile.
Disegno all'aria aperta... Mica male come idea!
Il sole splendeva tiepido nel cielo ed invogliava a restare in cortile, per goderne il più possibile.
Il professore li portò tutti fuori, armati di matite e blocchi da disegno, dicendo di scegliere un soggetto e rappresentarlo meglio che potevano entro la fine del'ora.
"Non cercate d'impressionarmi con qualcosa di complicato" disse sorridendo "Dovete finirlo entro l'ora, quindi impegnatevi".
I ragazzi si disposero in vari punti del cortile, scegliendo cosa disegnare, e Tomoyo sorrise nell'avvistare un piccolo nido rimasto tra i rami di uno dei tanti alberi.
Notando che la sua amica sembrava di ottimo umore, le sorrise chiedendo "Come mai sei così contenta, oggi?".
"Niente, pensavo a ieri sera" ammise la Cattura Carte "Non sappiamo chi fosse quello spadaccino, ma ci ha aiutati".
"Già, è stata una bella fortuna" mormorò l'altra, scostandosi una ciocca scura dalla fronte "Mi chiedo chi fosse..".
"Shaoran ha detto che aveva bisogno di conferme, ma secondo me lui sa molto più di noi su questa faccenda" disse Sakura, intenta a disegnare un cespuglio fiorito.
Con la primavera ormai alle porte, le sembrava un soggetto più che adatto.
"Già, chissà cos'ha scoperto" sentì sussurrare Kero-chan, come al solito nascosto nel suo zaino "Ma perché non ce lo dice, accidenti?".
Con un moto di stizza, la ragazza affibbiò una gomitata alla cartella, convincendo il Guardiano a starsene buono e zitto fino a nuovo ordine.
L'ora trascorse rapidamente ed i ragazzi tornarono in classe, mostrando i disegni che avevano fatto.
Il povero Reito venne praticamente accerchiato dai compagni, ansiosi di vedere cos'avesse rappresentato; non era abituato a tutta quella fola e la cosa lo impensieriva.
"Avanti, dicci cos'hai disegnato" lo esortò Naoko, con gli occhi che brillavano da dietro gli occhiali "I tuoi vecchi compagni di classe hanno detto che sei davvero bravo".
"Non sono poi chissà che..." cercò di schernirsi il ragazzo, arrossendo suo malgrado "Hanno esagerato, come al solito".
Grazie al cielo, il professore lo salvò dalla calca, dicendo alla classe di prendere posto e prepararsi al tema.
"So che le lezioni sono quasi finite" disse, notando le occhiate perplesse dei ragazzi "Ma vorrei che iniziaste a scrivere almeno qualche riga. Poi continuerete domani".
"Su cosa dobbiamo scrivere il tema, professore?" chiese Rika, alzando la mano per farsi notare.
"Dovete descrivere il vostro rapporto con la vostra famiglia" spiegò Terada "Sarà anche un modo per conoscerci meglio" .
A quelle parole, Reito si lasciò sfuggire una smorfia, dato che il suo recente rapporto con il padre non era un granché, ma capì che la sua non doveva essere la situazione peggiore quando si accorse che la sua compagna di banco era sbiancata.
"Ehi, Aisha" mormorò, dandole una leggera gomitata "Sei diventata pallida come un cencio! Che hai?".
Accanto a lui, anche Shaoran si sporse appena per guardare la compagna, restando interdetto quando notò i suoi occhi colmi di lacrime. Ma che aveva?
Cogliendo di sorpresa tutta la classe, la ragazza si alzò in piedi e consegnò il tema in bianco all'insegnante, dicendo "Non ho nulla da dire su quest'argomento, professore. Tanto vale che lo consegni subito".
A quel gesto inaspettato, Terada rimase interdetto "Non capisco, che vuoi dire? Avrai pur qualcosa da raccontare sulla tua famiglia, Aisha...", "No. Non ho davvero niente da dire".
Notando l'evidente disagio dell'alunna, il professore si sporse appena sulla cattedra "Non vai d'accordo con i tuoi genitori? È per questo che non scrivere il tema?".
"Potresti fare almeno un piccolo tentativo" la esortò, sorridendo conciliante "Coraggio, pro...".
"Lei non capisce!" esclamò improvvisamente la ragazza, incapace di nascondere cosa provasse "Io non posso dire nulla sulla mia famiglia, perché..".
L'ultima frase le uscì come un singhiozzo colmo di dolore "Perché io non ce l'ho una famiglia!".
Senza dare tempo ai presenti di comprendere appieno quella frase, uscì precipitosamente fuori dall'aula, correndo via alla massima velocità consentitale dalle gambe. 

Sakura si ritrovò a battere più volte le palpebre, incredula davanti a quello che era appena successo. Aisha.. era orfana?
Possibile che non avesse nessuno che si occupasse di lei?
Shockata da quella situazione, si voltò a guarda Tomoyo e Mei Lin, che le restituirono la stessa espressione.
La campana che segnava la fine delle lezioni venne totalmente ignorata, mentre la classe fissava ancora la porta dalla quale era fuggita la loro compagna.
Un improvviso rumore di legno contro mattonelle fece trasalire i presenti, che si voltarono verso il fondo della classe.
"Vado a cercarla io, professore" disse Reito, prendendo la cartella ed il cappello della vicina di banco "Con permesso".
Un attimo dopo, anche lui era fuori nel cortile e Shaoran assottigliò lo sguardo; quella situazione gli sembrava strana e gli bastò scambiare uno sguardo con Sakura per capire che anche lei la pensava allo stesso modo.
Lanciando uno sguardo d'intesa alle amiche, corsero fuori e, al riparo da occhi indiscreti, la Cattura Carte usò la Carta del Volo.
Una volta che lei e Shaoran si furono sistemati sullo scettro, si librarono in aria, cercando con lo sguardo Aisha e Reito.
Notarono il compagno precederli di pochi metri, mentre inseguiva la ragazza lungo il viale che attraversava il parco.
Il dolore che aveva impresso in volto era evidente anche a quella distanza e Sakura si chiese come fosse possibile che fosse davvero sola.
Stringendo appena lo scettro, lo guidò verso una macchia di alberi, in modo da poter atterrare in tutta tranquillità, ma si fermò di colpo nel vedere Aisha sbucare nella piccola radura che si apriva tra le fronde.
Sotto il suo sguardo incredulo, la ragazza aprì un varco dimensionale e vi sparì all'interno, proprio mentre Reito compariva tra gli alberi.
Era evidentemente affaticato per la corsa, ma Shaoran non poté fare a meno di sorridere nel notare quanto si fosse irrobustito dall'ultima volta che avevano fatto quell'esercizio, a scuola.
"Ha-hai visto, Shaoran?" mormorò Sakura, attirando al sua attenzione "Aisha.. ha creato un varco identico a quelli del ladro che vuole portarmi via le Carte".
I suoi occhi verdi erano pieni di sorpresa e malinconia "Questo vuol dire che.. è lei, non è vero? È lei il ladro...".
"Temo di sì" commentò il ragazzo "Ne avevo il sospetto, ma.. Non ne ero sicuro. Almeno, non fino a ieri pomeriggio".
"Perché? Cos'è successo ieri?" la sentì chiedere con tono preoccupato, prima che trattenesse bruscamente il fiato.
Reito aveva alzato lo sguardo verso di loro, per poi fare cenno di scendere nella radura.
Stranamente, non sembrava affatto sorpreso di vedere due dei suoi compagni di classe volare a cavallo di uno scettro alato.
Seppur malvolentieri, la Cattura Carte atterrò a pochi metri dall'amico, chiedendosi cosa le avrebbe chiesto e come avrebbe dovuto rispondere.
Insomma, spiegare la situazione non sarebbe stato facile...
Ma allora, perché Shaoran sembrava così calmo?
Lui non era preoccupato per come avrebbero dovuto giustificarsi?
"Qualcosa mi diceva che eri tu la nuova Padrona delle Carte" mormorò Reito, lasciandola totalmente spiazzata.
"Co-come, scusa?" chiese senza fiato, incredula nel sentire quelle parole "Cosa ne sai tu delle Carte?".
Shaoran sorrise nel prenderle la mano "Era questo che volevo dirti oggi, ma Mei Lin ha fatto tardi e non sono riuscito a parlarti durante le lezioni".
Indicò l'amico con un cenno del capo, dicendo "Reito sa tutto delle Carte di Clow, perché appartiene alla mia famiglia. Suo nonno è uno zio di mia madre".
La ragazza sgranò gli occhi, sorpresa come non mai "Stai.. dicendo sul serio? Anche lui discende dal signor Clow Reed?".
"Che cosa?!" la voce acuta di Kero-chan si fece improvvisamente largo tra i libri, mentre il leoncino sbucava fuori dallo zaino.
Girò intorno al ragazzo, che lo fissava con tanto d'occhi, chiedendo "Anche lui ha ereditato i poteri del maestro?".
"Già.." ridacchiò Shaoran "E devo dire che hai imparato in fretta ad usare quei poteri, almeno a giudicare dalle bruciature che hai sulle mani".
L'altro arrossì, passandosi una mano tra i capelli scuri "Mi sono esercitato tutto il pomeriggio, dopo che te ne sei andato".
"E devo dire che è stato un bene" aggiunse, sorridendo divertito "Ho come l'impressione che il mio intervento vi sia stato d'aiuto".
"Eri tu lo spadaccino che ha impedito al ladro.. Ad Aisha di prendermi le Carte?" esclamò Sakura, con la voce incrinata.
Il pensiero che fosse proprio quella ragazza così amichevole e simpatica a celarsi sotto quel mantello la faceva stare male.
Possibile che si fosse sbagliata così tanto sul suo conto?
Che Aisha potesse essere davvero così crudele da voltare le spalle ai suoi antichi doveri e rubarle ciò che Clow Reed e Lindsay Shang avevano tanto faticosamente conservato fino a quel momento?
Nel sentir nominare la ragazza appena svanita nel nulla, gli occhi blu di Reito si adombrarono "Non riesco a credere che sia davvero lei... È una ragazza così dolce e comprensiva".
"Non abbastanza, direi" commentò seccamente Kero-chan "Dato che sono mesi che tenta di rubare le Carte di Sakura".
Il ragazzo davanti a lui inarcò un sopracciglio, prima di chiedere alla compagna "Ma questo peluche chi è? E come fa a parlare?".
"A chi hai dato del peluche?!" ringhiò il leoncino, mostrando i denti "Ma come ti permetti, ragazzino sfrontato che non sei altro!".
"Kero-chan, calmati!" lo implorò Sakura, prendendolo tra le braccia per calmarlo "Reito non voleva offenderti".
Seppur a fatica, Shaoran trattenne una risata e spiegò all'amico "È uno dei due Guardiani che proteggono la Cattura Carte. Il realtà si chiama Kerberous, ma...".
Sogghignò appena nel dire "Quando assume questa forma, non ce la sentiamo proprio di chiamarlo con il nome completo".
Il Guardiano gli rifilò un'occhiataccia, dicendo "Quella risatina me la lego al dito, cinesino. È meglio che tu lo sappia!".
Per tutta risposta, Shaoran ridacchiò di nuovo, contagiando anche Reito, con grande disappunto del povero leoncino.
Ma possibile che ce l'avessero tutti con lui?
Anche Sakura sorrise, ma lo squillo del telefonino nella tasca la fece trasalire e si affrettò a rispondere.
A chiamarla era Toi, decisamente preoccupato per il suo ritardo e per il fatto che Tomoyo e Mei Lin fossero a casa sua per chiedergli se la sorella fosse tornata.
"Dove diamine sei, mostriciattolo?" chiese irritato "Le tue amiche mi stanno dicendo che te ne sei andata volando con Shaoran e non sanno dove sei".
"Ti spiego tutto non appena arriviamo a casa" disse la ragazza, ignorando volutamente il fatto che l'avesse chiamata ancora mostriciattolo "Dimmi che c'è anche Yuki, perché dobbiamo parlare di una cosa molto importante".
"Sì, è qui. E resta a cena" la rassicurò il fratello "Sbrigati a tornare, intesi?", "Saremo lì tra pochissimo".
Una volta interrotta la chiamata, la Cattura Carte evocò la Carta del Galleggiamento, ordinandole di avvolgere lei ed i suoi amici e portarli a casa.
"Così torneremo prima" disse, tenendo alto lo Scettro della Stella "E credo che sia meglio che tu venga con noi, Reito. Così ti spiegheremo ogni cosa".
Il compagno aprì e richiuse la bocca un paio di volte, incredulo nel ritrovarsi in un pallone galleggiante.
"Queste Carte sono davvero.. incredibili" mormorò senza fiato, mentre volteggiavano sopra le case e le strade.
"Aspetta di vederle in azione..." commentò Kero-chan "Le Carte create dal signor Clow Reed sono dotate di poteri indescrivibili e non ti consiglio di sottovalutarle".
"Dopo tutto questo, no di certo" sussurrò il ragazzo, chiedendosi cos'altro gli avrebbe riservato quella giornata così incredibile.
 
Le lacrime scivolavano imperterrite, bruciandole le guance, bollenti sulla pelle raffreddata all'atmosfera gelida di quella che era la sua casa.
La sua unica casa...
Con un singhiozzo, Aisha si accasciò contro la parete, prendendosi la testa fra le mani in preda alla disperazione.
Nuovi singhiozzi la scossero, facendola tremare, mentre si chiedeva perché il destino fosse così crudele con lei.
Cos'aveva fatto di male, per meritarsi tutto questo? Perché doveva soffrire così tanto, dannazione?
Perché i suoi compagni di classe potevano essere così felici con le loro famiglie, mentre lei era stata lasciata sola quando era ancora piccola? Perché?
Con uno sforzo, allontanò momentaneamente quei pensieri e si rimise in piedi, vagando lungo i corridoi alla ricerca del suo Maestro.
C'era una domanda che mai come allora bramava una risposta.
E non l'avrebbe lasciato in pace finché non le avesse detto tutto ciò che sapeva, a costo di farsi punire.
Lo trovò solo dopo diversi minuti di ricerca, la mano tesa contro una parete di ghiaccio colma di segni a lei sconosciuti.
Ma cosa stava facendo?
Sforzandosi di non fare rumore, si affacciò dall'angolo, osservando la figura slanciata scomparire oltre la parete mobile ed inginocchiarsi davanti ad uno scrigno finemente decorato.
Anche dal punto in cui si trovava, riuscì a sentire distintamente le parole di un incantesimo e il coperchio dello scrigno si alzò, rivelando le Carte di Sakura che lei aveva catturato.
Allora era lì che le nascondeva!
Bloccate in sottili lastre di ghiaccio, le Carte brillavano fiocamente e la ragazza dovete mordersi un labbro per trattenere le lacrime.
Stavano pregando il suo Maestro di restituirle a Sakura, volevano tornare dalla loro padrona.
Era una sofferenza così forte da stringerle il cuore e ancora una volta si chiese perché riuscisse a sentire le emozioni di quegli oggetti magici così speciali.
Ignorava così tanto di se stessa e sui propri poteri...
"Non tornerete mai dalla vostra Sakura" ridacchiò il Maestro dei Ghiacci, strappandola ai suoi pensieri "Ora appartenete a me ed a nessun altro!".
Le Carte risposero con un'ondata di rabbia che le strappò un flebile gemito, che passò fortunatamente inosservato nella glaciale risata del suo Signore.
"Potete arrabbiarvi quanto volete, insultarmi con tutte le vostre forze, ma ormai siete mie" sussurrò minaccioso "Fareste bene ad abituarvi all'idea".
Con un colpo secco, il baule si richiuse ed Aisha si allontanò silenziosamente, mentre il Maestro richiudeva la parete.
Non le aveva mai rivelato l'esistenza di quella stanza segreta e la cosa non le piaceva per niente.
Lei gli aveva consacrato i propri poteri e la propria vita, quando l'aveva accolta nel suo palazzo.
Perché lui invece non si fidava? Perché la teneva sempre a distanza?
Con un sospiro, decise di ottenere una risposta alla domanda che le frullava per la testa e chiamò a gran voce il Maestro, in modo che non capisse che l'aveva osservato fino a quel momento.
"Cosa vuoi, Aisha?" le chiese lui, inarcando un sopracciglio nel vederla sbucare da uno dei tanti corridoi "Hai bisogno di qualcosa?".
"Solo di una risposta, Maestro" mormorò la ragazza, chinando il capo "E solo voi potete darmela".
Notando che aveva gli occhi rossi di pianto, il Maestro dei Ghiacci inarcò ulteriormente il sopracciglio "Ah, sì? E sentiamo, di cosa si tratta?".
"A giudicare dalla tua espressione, dev'essere qualcosa d'importante" aggiunse, roteando appena gli occhi.
Quella ragazzina iniziava davvero infastidirlo con il suo comportamento volubile e quei continui cambiamenti d'umore.
Aspetta solo che io ottenga il potere delle Carte e tu non mi servirai più commentò crudele, mentre la sua serva gli raccontava cosa fosse successo in classe quel giorno.
Stava mormorando qualcosa a proposito della famiglia...
Un tema sulla famiglia? La cosa non gli piaceva affatto...
"E allora?" chiese spazientito, incrociando lo sguardo della ragazza "Cosa vuoi sapere, Aisha? Parla chiaro".
"Voglio sapere perché la mia famiglia mi ha abbandonato" disse Aisha, con una scintilla di determinazione nello sguardo.
A quella richiesta diretta, l'altro rimase momentaneamente interdetto, prima di sospirare "Non credo che questa domanda..", "Voglio saperlo, Maestro!".
Sorpreso da quel tono così deciso, capì che quella mocciosa non se ne sarebbe andata senza una risposta.
Doveva pensare in fretta, o sarebbe stato un disastro.
"Loro temevano i tuoi poteri, Aisha" disse infine "Hai dimostrato precocemente le tue doti ed i tuoi genitori, piuttosto che esserne fieri, hanno preferito sbarazzarsi di te".
Accolse con piacere l'intensa ombra di dolore che aveva attraversato il volto della ragazza e s'inginocchiò per guardarla negli occhi.
"Ma io non sono così, Aisha. Io ti ho accolto nella mia casa, ti ho dato ciò di cui avevi bisogno" disse suadente, ricevendo un lieve cenno di assenso "Io non lascerò mai, stanne certa".
E quell'ultima frase suonò più come una minaccia che come una rassicurazione.


Ecco fatto ^_^ che ne dite? il Maestro dei Ghiacic non è esattamente un buon tutore... e presto capirete tutto! :-D spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Con affetto, vostra
Alys

   
 
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