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Autore: suunshine    15/02/2013    3 recensioni
20 volte ti ho incontrato.
20 volte mi hai sorriso; 20 volte mi sono persa nei tuoi occhi; 20 volte mi hai fatto ridere; 20 volte mi hai rubato il cuore; 20 volte mi sono innamorata di te.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20 times I met you.


Chapter one.

 


Dedico questa storia ad Harry Styles, che in questo periodo mi sta tormentando il cervello.
E forse anche un po' il cuore.


Sospirai rumorosamente guardando la pagina giallastra del libro che tenevo in mano. Era da una mezz'ora che la guardavo insistente, sperando di poter prendere la giusta concentrazione. Quando leggo un libro non mi piace sentire rumori, preferisco essere nel silenzio più assoluto. Di certo il signore che era russava pesantemente di fronte a me non era gradito dalla mia concentrazione. Emisi l'ennesimo respiro e portando con me la valigia uscii dal vagone, sbattendo la porta e in qualche modo sperando che il signore di svegliasse. Guardai il mio biglietto, il quale aveva scritto chiaramente in grassetto nero le due cifre del mio precedente vagone ed entrai nel numero '56'. Il mio vicino di vagone era evidentemente sorpreso dalla mia entrata, e si sistemò subito sul sedile, aggiustandosi i capelli arruffati. Alzò poi un sopracciglio, chiaramente confuso. 
«Lo so, scusami. E' solo che non sopportavo più il signore che era nel mio vagone..se vuoi posso anche andarmene.» alzai una mano di fronte alla mia faccia, per fargli capire di lasciar stare.
«Non ti preoccupare, scegli il sedile. Io sono Styles, Harry Styles.» portò la mano destra avanti, volendosi presentare. Io sorrisi e annuii, afferandola.
«Un nuovo film, Bond?» scherzai sistemando il mio cappotto sul sedile al mio fianco. Lui rise, mostrando i suoi denti bianchi e facendo spuntare dei buchetti al centro delle guance.
«Due ragazzi si incontrano sul treno, per puro caso. Si innamoreranno follemente l'uno dell'altra, ma lei non sa quanto è pericoloso James Bond. Il nuovo 007 signori e signore, prossimamente al cinema.» risi all'idea, mentre lui si univa a me.
«Sai, non saresti male nella parte di 007: riccio, moro, occhi verdi. Saresti un Bond del tutto nuovo.» ammisi appoggiando la testa al sedile, lasciandomi cullare dal rumore del treno.
«Per non parlare della sua bellissima ragazza.» disse guardandomi negli occhi, ammiccando. Io scossi la testa arrossendo, puntando il mio sguardo su una parola qualsiasi della pagina aperta del mio libro. Lo sentii sospirare e curiosa alzai lo sguardo: fissava il panorama al di fuori dei finestrini, steso sul sedile, le braccia lungo le gambe. Lo osservai per bene, soffermandomi sul suo viso: la mascella era rilassata, gli occhi stanchi, solcati da profonde occhiaie. Quando mi accorsi che all'occhio altrui sarei potuta sembrare una ficcanaso distolsi lo sguardo, concentrandomi sul libro che avevo tra le mani.
«Non mi hai detto il tuo nome però.» una voce roca mi portò alcuni minuti dopo nel mondo reale, facendomi lasciare alle spalle Shakespeare.
Storsi il naso alla sua affermazione: odiavo il mio nome.
«Giusto. Bhè, mi chiamo Valerie.» lui sorrise alla mia affermazione, sorprendendomi. Scosse la testa e si stese di nuovo sul sedile, sena però smettere di guardarmi. Ero sicura che stesse studiando i miei movimenti, cercando di capire cosa volessi trovare nella mia borsa.
«Se cerchi il tuo telefonino, sta vibrando lì da circa mezz'ora.» sorrise indicandomi il mio cappotto. Sospirai pensando di essere una completa stupida e lo afferrai.
Mia madre era sempre stata una tipa un po' ossessiva, con la paura che sua figlia potesse perdersi persino in casa sua. Allontanai il telefono dall'orecchio appena aprii la chiamata, aspettandomi urla che non tardarono ad arrivare.
«Ho diciotto anni mamma, non sono morta. Sto andando a casa di zio o sbaglio? Ora calmati.» la rassicurai. Sorrisi appena mi ricordai di aver appena rivelato ad Harry la mia età. Lui sorrise a sua volta, alzando le sopracciglia. Con mio grande dispiacere però si era alzato e stava afferrando la sua valigia in alto al sedile. Mentre io cercavo di mettere fine alle lamentele assurde di mia madre lui fece un cenno con la mano, sussurrando un "ci si vede in giro signorina Bond".




Girai lo zucchero nel mio thè con il cucchiaino, mentre mi sedevo su una comoda poltrona rossa del bar 'Three or Five?'. Sidney sarebbe arrivata da un momento all'altro e io abbassai la testa nella speranza di vedere delle scarpe tacco 12 di Gucci in mezzo a quella folla.
«Ah dannati gruppi rockettari che devono suonare in posti come questi! Un altro posto no, Valerie cara?» una figura con capelli biondi tinti e un chiuaua in mano mi si presentò davanti, e io non potei trattenere un sorriso.
«Ciao anche a te Sid.» ironizzai, spostando la mia borsa per farla sedere.
«Devo proprio ammettere che le tue adorate converse mi erano mancate!» ammise, abbracciandomi calorosamente. Ricambiai l'abbraccio, pronta a ricevere un resoconto su tutte le sue uscite e party vari a casa sua durante la sua mancanza.
Sidney era una bellissima ragazza ventenne, americana e successivamente trasferita nell'immensa Londra. Ovviamente era abbastanza piena di soldi, e non mancava giorno in cui non lo facesse notare. Sinceramente, non capivo proprio come fossimo diventate amiche quattro anni fa. Lei prese un sorso dal suo thè, accarezzando il suo amato cagnolino Chanel. Io la imitai, scuotendo poi la testa quando la vidi girarsi e lanciare un bacio al volo al cane, schioccando le labbra.
«Allora Brown, che si dice?» i suoi occhi blu perforarono i miei, aspettando una risposta. Io emisi una leggera risatina, abbassando la testa. Perché mai mi era venuto in mente Harry Styles? Il suo stupido discorso su James Bond mi stava tormentando la mente da quel pomeriggio.
Sidney mi guardò con aria interrogativa, evidentemente confusa.
«Scusami, solo un ricordo di un ragazzo.» le sorrisi, sperando di abbandonare l'argomento, almeno per quel giorno. 
«Sono curiosa -disse alzando le sopracciglia- ma me lo racconterai alla festa a casa mia di sabato, ora devo scappare ad un appuntamento di lavoro. Scusami.» mi stampò un bacio sulla guancia, lasciandoci una scia di lucidalabbra e corse all'uscita del locale.
Si fermò prima di scomparire dalla mia visuale.
«E dimentica le tue amate converse per un giorno, fallo per me Valerie.»



Buon San Valentino a tutte voi!
Okay, è stato ieri ma in qualche modo dovevo pur cominciare. Buon festa dei single lol.
Incominciamo dicendo che questa storia fa cagare, ma diventerà più intrigante, lo prometto. Recensioni? Almeno dieci per il primo capitolo, vi supplico.
Un bacio, Diletta xx


 

  
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