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Autore: Frappa_1D    15/02/2013    1 recensioni
Amanda è un'adolescente di sedici anni. La sua vita è più incasinata di un paio di cuffie per iPod, ma presto tutto avrà un profondo cambiamento. Segreti, mondi paralleli e un amore passionale la renderanno ciò che lei non avrebbe mai pensato di poter essere.
D'altronde 'Questo è solo l'inizio. Il gioco deve ancora iniziare.'
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La musica assordante rimbombava nella casa penetrando da una parete all'altra. Una calca di gente si spingeva nel salone. L'intera casa sembrava una discoteca in proprio. Rimasi allibita dal disordine incredibile nella cucina: piatti pieni di cibo, bottiglie di birra vuote e altre sostanze rivestivano l'intera stanza. Siamo sicuri che questa fosse casa mia? Da quanto la mamma conservava bottiglie di birra in frigo?

Mi voltai cercando risposte, ma non ottenni altro che frasi e insiemi di parole senza alcun nesso logico: metà degli invitati (oltre il numero da me previsti) era ubriaco.

Di sicuro Carter non avrebbe mai osato mettere più piede in casa di Amy Barlow; sarò bandita dalla sua vita come “ragazza della malavita”. Mi voltai verso di lui, cercando di formulare al più presto nella mia mente una scusa plausibile a tuto ciò ma per mia fortuna Carter non sembrava disgustato o meravigliato tutt'altro, era divertito!

-Accidenti che festa da urlo. Barlow non sei proprio cambiata!- e mi sorrise lasciandomi sulla soglia stralunata mentre s'addentrava, a ritmo di musica tra la calca. Almeno non avevo deluso Carter.

Poi vidi una chioma di capelli biondi agitarsi tra la folla. Mi sollevai sulle punte e vidi Angie Barret agitare il suo fondoschiena, coperto soltanto da una fascia azzura aderente. Cosa ci faceva qui? Questa volta non avrebbe distrutto tutto di nuovo. Mi feci spazio tra la folla, di corsa a dirgliene quattro in faccia. Giunta ormai a pochi passi da lei, riconobbi mia madre. Cercava di imitare le mosse di Angie ma le uscivano totalmente diverse; Angie sembrava una di quelle ballerine snodate, mentre mia madre una specie di robot mal funzionante che si muoveva a scatti. -Mamma! Che cosa ci fai qui!- l'afferrai per la manica della camicia e la feci scendere dal tavolo con forza. Mia madre smise di “ballare” e mi guardò con un sorriso mai visto prima. -Amy, finalmente! Ti stavamo aspettando! Vieni a ballare.. Angie mi sta insegnando alcune mosse da adolescenti - sembrava così attratta da Angie che quasi mi venne il vomito. -Mamma ma che ci fa lei qui? Io non l'ho invitata!- Urlavo così forte che avrei scommesso di rimanere senza voce il giorno seguente. Mia madre mi fece segno di non riuscire a sentirmi e si diresse nuovamente sul tavolo vicino ad Angie. Ero sconfortata ma soprattutto provavo vergogna nei suoi confronti. Dovevo fare qualcosa, o qui sarebbe finita male.

Senza esitare mi spostai vicino lo stereo nello studio, e con decisione premei il tasto di arresto. Lo stereo smise di vibrare e tutti si voltarono verso di me con un profondo Noooo.

Poi come se si trattasse di Mosè e le acque, Angie comparve tra la folla divisa e fiancheggiante il corridoio. Da come si muoveva, sembrava agitata e scossa. Non appena vide che ero stata io a spegnere lo stereo e ad aver fermato la folla si fermò esitante. Poi mi lanciò un sorriso malizioso –Amy il Pidoccio... sapevo che era opera tua, guastafeste- la folla di gente cominciò a deridermi e ad appoggiare Angie.-Questa è casa mia, e vi ordino di uscire tutti da qui!- la mia voce risuonò per tutte le stanze dell'abitazione e per un istante ho temuto di averli pietrificati tutti. Poco dopo la massa di gente che invadeva casa mia si era dileguata nel nulla.-Uff... meno male- pensai tra me,ma poco dopo un suono simile ad una sirena sostituì il baccano precedente.

-La famiglia Barlow? Ho qui un mandato per il casino fatto finora.. c'è un tutore in casa?- l'agente di polizia mi osservava annoiato dall'alto. Mia madre era in casa ma con tutti i problemi che adesso stava affrontando, non era il caso di accollarle anche questo.

-No mi dispiace, i miei sono f-fuori per cena- la voce mi tremava dalla paura, non ero brava a mentire! -Si certo... senti ragazzina, non ho tempo da sprecare con stupidi adolescenti come te che si mettono a fare casino per i quartieri-.

-Mi dispiace agente,n-non succederà più, lo prometto- e smascherai un sorriso da brava ragazza mal riuscito. -Intanto ti lascio una multa da centocinquanta dollari per aver disturbato la quiete cittadina.- e mi sorrise soddisfatto prima di sparire a bordo della sua vettura ambulante. E come potevo pagarla? Mi ci sarebbero volute ben tre settimane di pieno lavoro in pizzeria per riuscire a saldare un debito come quello! Sarei voluta sprofondare nell'oblio totale.

-Ciao Barlow, la tua festa ha fatto veramente schifo.- Angie mi passò davanti ancheggiando accompagnata da due giocatori di football del quinto anno. -Amy pensavo non saresti più arrivata.- mi voltai di scatto, Richard mi teneva gli occhi addosso. -Richard ho avuto una serie di contrattempi, scusa-; -Tranquilla, mi sono divertito con alcuni ragazzi che conoscevo comunque prima che vada volevo lasciarti questo.- Richard mi pose un astuccio di camoscio blu dalla forma allungata. Lo presi titubante. Ennesima delusione da affliggergli. Alzai lentamente lo sguardo su di lui: Ciocche ribelli di capelli castani ricadevano morbide sulle sue sue guance ben risaltate e i suoi occhi mi scrutavano attentamente nell'oscurità, come due bagliori nella notte.

-Ehm, grazie ma non posso accettare. - alzai lo sguardo dalla scatola e vidi Richard ansioso di oservarmi aprirla. Mi rassegnai al suo sorriso e con cautela sollevai la parte posteriore dell'astuccio. Una lunga serie di perle bianche risplendava nella notte, risaltando quel luccichio che le contraddistingue dalle imitazioni. Ma ciò che più di ogni altra cosa catturò il mio sguardo era un ciondolo di diamanti intersecati gli uni agli altri con tanta perfezione e bellezza che lo rendevano una delle poche cose da me considerate pù belle al mondo. Il luccichio mi penetrava negli occhi e un grande desiderio di indossarla mi invase il corpo. La tolsi dall'astuccio e feci segno a Richard di attaccare la giuntura dietro al collo. Lui si mosse rapidamente e prestando attenzione me la lasciò ricadere dolcemente. Le sue mani fredde toccarono il mio corpo caldo, e un brivido mi percosse il corpo, portai una mano dietro, sulla collana di perle, e Rick mi sfiorò, ma stavolta me la strinse con affetto. Mi voltai,e instintivamente tesi l'altra mano. Rick senza esitare me la strinse.

Ed eccoci lì, immobili e fissi come punti nello spazio, l'uno cerca l'altro e viceversa, come due traguardi da raggiungere.

Per la prima volta mi accorsi di quanto fosse affascinante ed attraente, la mia mente era incentrata soltanto sul suo volto. Ero come attratta dal suo sguardo.. dalla sua bocca.. da lui.

-Amy sei incantevole...- Mi disse posando il suo sguardo sulla collana.

-G-grazie Richard- e gli sorrisi per nascondere il mio imbarazzo. Abbassai lo sguardo sulle nostre mani, sempre più strette, e un fascio di nervosismo mi attraversò lo sguardo, un attimo dopo Richard le ritrasse. Poi gettando indietro la testa mi disse -Non avevo dubbi: sei tu quella che cercavo.-e un sorriso sarcastico gli si dipinse in volto.

Un lampo gli attraversò gli occhi, ed improvvisamente quell'atmosfera confortevole svanì e mi sentii circondata da strane ombre.

Avevo paura.

  
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