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Autore: endlessly_    15/02/2013    4 recensioni
Vorrei iniziare con il dire che leggere questa OS non vi costa niente, ci tengo molto e ame piace tantissimo, quindi mi fareste felicissima se la leggeste e magari lasciaste anche qualche consiglio, Grazie.♥
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Mi svegliai bagnata. Il lenzuolo bianco strappato accanto a me.
Niente più ragazze urlanti. Nessun palcoscenico. Nessun cantante inglese. Nessuna voce fuori campo. Niente sguardo incoraggiante di mio padre. Solo io e il mio letto.
Mi guardai intorno confusa. Il respiro pesante di mio fratello dal letto accanto al mio. Il gatto sdraiato sul tappeto ai miei piedi. Io e i miei capelli castani che mi ricadevano in ciocche disordinate sul viso.
Di tutto quel bellissimo sogno, ero rimasta solo io e le lacrime che scendevano incuranti sul mio volto.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Gary Barlow, Howard Donald, Jason Orange , Mark Owen, Robbie Williams
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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My beautiful dream.



Osservavo le vie di Londra scorrere dal finestrino.

Appoggiai la fronte sul vetro e lo appannai con le labbra.

Il freddo della superficie liscia mi trapassò e un brivido mi percorse la schiena.

Era novembre. Mi strinsi nella giacca.

La tensione mi divorava da dentro. Le gambe mi tremavano.

Forse per il freddo, forse al solo pensiero della destinazione di quel viaggio.

Papà mi aveva consigliato di non mettermi quelle calze. Le temperature erano basse. E io, come al solito, non le avevo dato retta. Dovevo essere carina.

-Quanto manca?- chiesi a mio padre, alla guida.

-Su per giù dieci minuti, tesoro.- rispose sfiorandomi il ginocchio con la mano.

Dieci minuti. Solo dieci minuti e mi sarei persa tra tutta quella gente. Solo dieci minuti e avrei coronato il mio sogno. Solo dieci minuti e, di fronte a loro, tutto avrebbe perso senso.

Meno pensavo al presente, meglio era.

-Tanti auguri, amore mio.- mi sussurrò la mamma all’orecchio passandomi una confezione incartata.

La aprii con gli occhi lucidi. Una boccetta di profumo Gucci. L’adoravo. Le regalai un sorriso a trentadue denti e l’abbracciai teneramente.

-Niente smancerie… Tocca a me!- esclamò mio padre consegnandomi una bustina di carta rossa.

-Papà, mamma, ve l’avevo detto… Niente cose costose- mormorai cercando di costruire un’espressione imbronciata.

Scoppiarono a ridere.

Mi fiondai sulla bustina. Cercai di aprirla in tutti i modi e il risultato fu un taglietto sul polpastrello..

Incurante delle gocce di sangue, riuscii nel mio intento e un sorriso si disegnò sulle mie labbra.

Lanciai un’occhiata curiosa ai miei genitori.

Tirai fuori il contenuto della bustina. Due biglietti.

Li squadrai cercando di trattenere il pianto ma una lacrima traditrice mi rigò il volto.

L’asciugai frettolosamente e strinsi i miei genitori in un abbraccio.

-Grazie.. Grazie per avermi regalato la possibilità di sognare.-

Sfiorai la piccola cicatrice sul dito, annusai la sciarpa che mi avvolgeva il candido collo. La fragranza dolce di Gucci inondava la macchina.

Strinsi tra le mani quella busta. Tornai ad ammirare le meraviglie della mia città di notte.

Le strade erano illuminate e le luci si riflettevano sulla strada. L’antico prevaleva sul moderno. La sua perfezione si rifletteva ovunque, nella gente stessa.

-Eccoci qui. Siamo arrivati!- esclamò papà.

Indicò la grande arena e un sorriso ebete comparve sul mio volto.

Il grande anfiteatro era gremito di persone. Ragazze che urlavano in direzione del palco, che sventolavano cartelloni disegnati, che piangevano, che indossavano magliette color evidenziatore per farsi notare.

Mi sentivo a disagio.

Avrei voluto tanto mischiarmi a quella folla, gridare, tirando fuori l’anima, applaudire con tutte le mie forze e saltare sopra gli altri pur di arrivare più vicina possibile a loro, ma la tensione aveva pieno possesso del mio corpo.

Mio padre mi prese la mano e mi guidò tra la gente. Avanzavamo sempre di più.Lo guardai interrogativa.

Lui mi ignorò e continuò a trascinarmi fin sotto il palco.

-Questi sono i nostri posti.- disse sorridendo.

Il mondo mi cadde sopra.

Io. Ad un loro concerto in prima fila. Le due affermazioni non combaciavano. Eppure quella sera mi sentivo l’eccezione che confermava la regola.

Gli saltai addosso stritolandolo di abbracci. Mi sorrise, stampandomi un leggero bacio sulla fronte.

Un silenzio improvviso calò sulla folla. Rivolsi lo sguardo verso il palco e cinque meravigliosi uomini uscirono dalle quinte. La vista mi si appannò. Stavo vivendo sulla mia stessa pelle il momento che avevo aspettato da quella che sembrava una vita.

Le migliaia di persone si fecero sentire e un boato scoppiò all’interno dell’arena. Iniziarono a cantare salutando le fan. Sembrava tutto così surreale.

Ripetei le parole con loro, applaudii alla fine di ogni canzone, piansi con ‘Pray’ e sorrisi. I loro volti, le loro risate, le loro voci. Era tutto così bello.

Il tempo passò velocemente ed arrivò il momento per interagire con le ammiratrici. Ognuno di loro chiamava sul palco una fan che, a sua scelta, poteva rivolgergli delle domande.

Le ragazze intorno a me si sbracciarono, alzarono le mani al cielo, urlando ogni volta che lo sguardo di uno di loro squadrava i loro volti.

Abbassai lo sguardo.

Una voce roca e, allo stesso tempo, melodiosa biascicò qualche parola al microfono puntando un dito verso la folla impazzita.

Mio padre mi scosse e fui costretta ad alzare gli occhi, incrociando quelli sfacciatamente blu dell’inglese.

-Hey you, come here!-

Rimasi paralizzata. Mark Anthony Patrick Owen mi aveva appena invitata a salire sul palcoscenico del loro concerto.

Mi offrì una mano ma le mie membra non si spostarono di un millimetro.

-C'mon, babe!

Mio padre mi incoraggiò e mi spinse verso di lui. Lo fulminai con lo sguardo e un sorrisetto malizioso comparve sul suo volto.

Contro la mia volontà, mi arrampicai al braccio del mio idolo e, in meno di un battito di ciglia, mi ritrovai sulla superficie di legno.

-Good choice, Harry.- sentenziò Robert Peter Williams squadrandomi da capo a piedi. Mark mi fece l’occhiolino.

-What is your name, beautiful?

Bella. Dio, ma ti sei visto? Tu chiami bella a me.

Feci per rispondere ma la mia lingua non si mosse e le parole rimasero intrappolate da un groppo in gola. Guardai il suo corpo davanti a me svanire lentamente. Il suo sorriso con le fossette annullarsi in un istante. Le urla delle fan diminuire d’intensità fino a sparire completamente.

Pian piano tutto divenne sfocato e ogni cosa intorno a me si dissolse in una nuvoletta di vapore.

Mi svegliai bagnata. Il lenzuolo bianco strappato accanto a me.

Niente più ragazze urlanti. Nessun palcoscenico. Nessun cantante inglese. Nessuna voce fuori campo. Niente sguardo incoraggiante di mio padre. Solo io e il mio letto.

Mi guardai intorno confusa. Il respiro pesante di mio fratello dal letto accanto al mio. Il gatto sdraiato sul tappeto ai miei piedi. Io e i miei capelli castani che mi ricadevano in ciocche disordinate sul viso.

Di tutto quel bellissimo sogno, ero rimasta solo io e le lacrime che scendevano incuranti sul mio volto.



Look at me!

Buongiorno, anzi buonassssera.

Ma tipo che un giorno ho fatto un sogno del genere. Vi piace questa OS?

A me tantissimo, so che esistono FF identiche, quindi eviterei insulti.

Vorrei, solo presentarmi.

Mi chiamo Roberta, ho 14 anni e sono di vicino Roma, mi piacciono tanti tipi di musica:

Dai Take That (♥), a Christina Aguilera (i miei due idoli), per finire con Britney Spears, Robbie Williams, One Direction e Ellie Goulding.

E' la seconda fanfic che scrivo su questa sezione, l'ho scoperta da poco,non sapevo che i miei idolo

fossero anche su EFP.

Vorrei fare solo una domana, ho deciso che ne farò una ogni Os, o ogni capitolo che publico.

Il vostro film preferito?♥

Il mio è 'le pagine della nostra vita'

endlessly_







   
 
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