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Autore: Charlie Cleaver    16/02/2013    5 recensioni
"Solitamente sono le persone più sarcastiche ed acide ad innamorarsi."
Alexandra Gascoyne, attrice australiana di film indipendenti, non può certamente concordare con una frase così stupida.
Nemmeno dopo essersi trovata davanti all'amico di suo fratello James.
La sua scelta è chiara e palese: non ha intenzione di innamorarsi, men che meno di qualche attore ricoperto di splendente celebrità. Nemmeno se l'attore in questione è Tom Hiddleston.
***
« Sei solito mettere le mani dove ti pare? »
Chiese Alexandra con insolenza, mentre portò gli arti ad incrociarsi sul petto.
Tom venne preso di sprovvista, non sapendo cosa rispondere.
« Mi verrà tagliata la mano, per caso? »
Domandò a quel punto, incuriosito da quella reazione.
«Può anche darsi, Mr Hiddleston, può anche darsi. »
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Black Heart'
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Capitolo XIV

- Ci siamo noi -



Una volta aperti gli occhi, Alexandra ricordava perfettamente quello che era successo la sera precedente.

Sorrise, come aveva previsto prima di addormentarsi tra le braccia di Tom.

Quando si svegliò, la prima cosa piacevole che poté avvertire fu il respiro lento dell'uomo al suo fianco.

Nell'immaginario collettivo, la donna era sempre l'ultima ad alzarsi dal letto, con un aspetto fresco e radioso. I capelli in ordine e il trucco ancora intatto: se Alexandra avesse avuto uno specchio in quel momento avrebbe potuto constatare come la matita fosse sbavata attorno agli occhi e l'acconciatura che l'aveva accompagnata per tutta la serata di Capodanno si fosse trasformata in qualcosa di assolutamente scomposto.

E, sempre nell'idea di perfetto risveglio, l'uomo le portava la colazione a letto, bello, vestito di tutto punto e con un sorriso smagliante sulle labbra.

Invece il loro fu totalmente diverso.

Voltando il capo a sinistra, Alexandra notò subito come Tom stesse ancora dormendo, dandole la schiena dall'altro lato del letto.

Socchiuse gli occhi ed ebbe la percezione di sentire il suo respiro farsi sempre più pesante.

Da un lato avrebbe voluto svegliarlo, dall'altro sarebbe rimasta volentieri lì, ferma tra le lenzuola ad ascoltarlo.

A distoglierla da quel sottile rumore, fu il pensiero stesso di quella notte passata insieme. Aveva fatto sesso con Tom Hiddleston.

No, no. Aveva fatto l'amore con lui.

Un amore intenso e profondo ma perfetto.

Sorrise, girandosi di lato e ammirando la schiena ancora nuda del suo compagno. Lentamente spostò una mano verso di lui ma senza toccarlo.

L'avrebbe sicuramente svegliato e questo non rientrava nelle sue opzioni. Ritirò quindi il braccio, riportandoselo al petto e sospirando.

Improvvisamente, Tom si rigirò dalla sua parte, con la testa non interamente poggiata sul cuscino.

Le labbra erano leggermente dischiuse e un'espressione serena sul viso. I capelli, scomposti, lo rendevano ancora più bello di quanto non fosse.

O almeno questo era quello che Alexandra stava pensando. La sua opinione, al momento, era influenzata da quello che era successo la sera precedente e probabilmente per le prossime ore non sarebbe cambiata di molto.

Sarebbe stata in grado di rimanere lì a fissarlo, nonostante tutto, senza muovere un muscolo?

No. Lei era pur sempre Alexandra Gascoyne e avrebbe dovuto far qualcosa, come per esempio tornare a casa. O, tanto per cominciare, rivestirsi: era pur sempre il primo gennaio e per quanto quella notte fosse stata la più calorosa dell'ultimo periodo, faceva freddo sotto quelle coperte.

Scivolò fuori dalle lenzuola, alzandosi senza fare troppo rumore e cercando, con lo sguardo, i propri indumenti.

Bene, il vestito era ancora a terra tutto spiegazzato, mentre l'intimo era adagiato su un angolo del materasso, sciupato anch'esso. Scosse il capo, afferrando gli slip e il reggiseno, indossandoli piuttosto celermente.

Quando si voltò per osservare Tom – per l'ennesima volta – lo scorse ancora intento a dormire. Ed era qualcosa di perfetto. Ingenuo. Immacolato.

Era palese come quella visione dovesse dissuaderla dall'andarsene, ma ormai aveva preso la decisione di tornare a casa. Per questo si voltò, recuperando il proprio abito, con la speranza di non rimanere sufficientemente intenerita da poter cambiare così idea.

« Alex... ? »

Diamine! Doveva aver sbattuto i talloni troppo forte a terra, mentre infilava dai piedi la propria mise.

« Sì? »

« Cosa fai? »

Aveva captato subito la sua voce impastata dal sonno e non fece a tempo a voltare il capo verso il letto che Tom Hiddleston si era appena issato su un gomito. Gli occhi semi socchiusi, lo sguardo sonnacchioso.

E i capelli. Quei dannati capelli arruffati.

« Mi vesto. Fa freddo. » fu la risposta piatta e secca di Alexandra, come se al momento non le importasse di quel che era successo.

In realtà l'unica ad essere diventata gelida, al momento, era lei. Si stava esattamente comportando come Peter, senza rendersene conto. E senza accorgersi che, per quanto insonnolito fosse, Tom stava captando il suo tono.

Più o meno.

« Bastava chiedere, ti avrei dato una tuta. »

No. Forse poi così sveglio non era.

« Tranquillo, » chiuse la zip, tornando perfettamente al look di Capodanno « adesso vado a casa. »

Quattro parole che riuscirono a svegliare l'attore inglese che, impressionatamente, si rizzò col busto.

« Perché? »

Bella domanda, vero Alexandra? Domanda a cui, sicuramente, non sapeva rispondere.

Perché doveva tornare a casa? Perché doveva scappare da un risveglio idilliaco come quello?

Erano forse le nuove sensazioni che, con velocità, si stavano espandendo nell'animo dell'attrice?

Ancora una volta la sua mente si stava affollando di domande a cui non avrebbe saputo trovare una risposta in così poco tempo.

« Ho delle cose da sbrigare. »

Una pessima bugia, inventata al momento che non avrebbe portato a conseguenze positive.

« Il primo giorno dell'anno? »

Chiese lui, con un tono che indicava perfettamente quanto avesse inteso la situazione.

Sì, svegliarsi abbracciata a Tom era l'ideale che aveva sviluppato la sera precedente, giusto qualche attimo prima di chiudere gli occhi e cadere tra le braccia di Morfeo, insieme al suo shakespeariano.

Ma allora perché scappare senza un motivo apparente? Era pienamente soddisfatta di come fossero andate le cose quella notte, però... c'era un però che nemmeno lei sapeva come e dove collocare.

Alle parole dell'attore inglese, Alexandra non poté che alzare le spalle e sperare di non essere trattenuta oltre. Perché sapeva bene che, se avesse osato concedergli uno sguardo in più, sarebbe ceduta senza problemi.

C'era qualcosa nei suoi occhi che la invogliava a cadere in tentazione o ad arrendersi tra le sue braccia. Era successo alla sua festa di compleanno, quando si erano baciati per la prima volta e da allora non era più riuscita a resistervi.

Notò con la coda dell'occhio che Tom si infilò i boxer, lasciati anch'essi precedentemente sul bordo del letto.

« Ho fatto qualcosa che non va? »

Nelle sue parole si celava un certo desiderio di scoprire la verità: insomma... cosa poteva essere andato storto in quel che avevano fatto?

Alexandra finalmente decise di girarsi: davanti a lei l'uomo con cui aveva fatto l'amore, con solo un paio di boxer a coprirlo. Lo sguardo perso, i capelli in disordine. Una mano era poggiata sul suo fianco, mentre teneva la schiena leggermente incurvata in avanti.

« No... è stato tutto perfetto. »

Lo disse con un sorriso, ma non aggiunse altro perché, essenzialmente, non sarebbe stata in grado di spiegare il motivo di quel desiderio tanto strano.

« Allora resta ancora con me, ti prego. »

Doveva dirgli che si stava comportando così perché era sempre stata abituata a farlo con Peter per parecchio tempo. Ma una parte di lei le stava suggerendo che se avesse osato raccontargli una riflessione simile, Tom avrebbe avuto la risposta pronta, dicendole che quella relazione non sarebbe mai stata come la precedente.

Allora resta ancora con me, ti prego.

Quelle parole risuonarono come la richiesta di un bambino nelle orecchie di Alexandra, specialmente quando Tom allungò un braccio verso di lei, sperando in qualche modo che afferrasse la sua mano.

E così fece.

Le loro dita si intrecciarono lentamente e un sorriso comparve sul viso dell'attore inglese.

Lei si avvicinò a lui: era ridicola tutta vestita, si sentiva tale, specialmente quando poggiò la mano libera sul suo petto, ancora caldo.

Rimasero abbracciati per qualche secondo e Alexandra, tra le sue braccia, si sentì piccola piccola. E sciocca. E stupida.

Socchiuse gli occhi e sospirò, ma in lei era ancora pulsante il desiderio di porre una pausa a quel che era successo.

Alla fine erano scesi in intimità profonda. Erano diventati una cosa sola e quella notte, la loro prima notte, non sarebbe stata dimenticata dall'australiana che viveva perennemente dei ricordi.

Eppure...

« Devo davvero andare, Tom. »

A malincuore pronunciò quelle parole, staccando la fronte dalla spalla dell'uomo, che ancora la teneva stretta a sé, con le mani ben saldi sui suoi fianchi.

« Ma ti chiamo quando arrivo a casa. »

Sorrise.

« Lo prometto. »


***


La promessa di Alexandra non venne mantenuta.

Quando finalmente mise piede in casa sua, la prima cosa che fece fu farsi una lenta doccia calda, lasciando che i pensieri scivolassero insieme al flusso d'acqua.

Si distese sul letto, una volta uscita, e non tentò nemmeno di reprimere il desiderio di chiamarlo perché esso non si presentò nella sua testa.

Era come se si fosse scordata della parola data, ma che comunque continuasse a pensare a loro.

Aveva bisogno del suo momento di solitudine per poter riflettere su tutto quello che era successo.

Per poter rivivere ogni singolo secondo, ogni gesto compiuto e, in qualche modo, fantasticare su quanto potrebbe succedere.

Nel farlo non si rese conto di quanto i suoi gesti di quella stessa mattina fossero sbagliati.

Tom ne era uscito triste e in parte deluso e questo Alexandra non l'aveva probabilmente ancora capito.

E non telefonargli stava solo peggiorando le cose.

Passò la mattinata e il restante pomeriggio nella più totale solitudine, senza ricevere nessuna chiamata. Né da James e né da Helen, quando solitamente almeno uno dei due in giornata si faceva sentire, anche per scambiare qualche piccola parola inutile.

Niente di niente.

La logica vorrebbe che almeno lei si facesse avanti, ma Alexandra non pensò nemmeno per un secondo di prendere il telefono in mano e fare qualche chiamata.

Per quanto Tom la stesse, involontariamente, modificando, sembrava che l'attrice non avesse abbandonato ancora quelle caratteristiche più spinose insediate in lei.

La sera stessa la situazione non variò: guardò un film in tranquillità e poi andò a letto, con certi pensieri che ancora le ronzavano in testa.

Quando quella mattina si alzò, non troppo presto, trovò subito un messaggio nel suo telefono.

Tom.

Posso passare da te verso le dieci?

Nessuna faccina, che era solito usare. Nessun 'ciao' o 'buongiorno' mattutino.

La sua risposta fu un po' meno gelida, rispetto a quella di lui, ma non si allargò di troppo e attese solo il suo arrivo.

Essendosi svegliata quasi in piena mattinata, non dovette aspettare molto prima che Tom suonasse alla sua porta.

Capelli corti come al solito, ben sistemati. Nessun filo di barba.

E uno sguardo diverso dal solito.

« Un attimo solo che ho lasciato il bollitore sul fuoco. »

Lo accolse così, poggiando velocemente la mano sul braccio di Tom, ancora avvolto dal giaccone scuro che indossava, sparendo poi in cucina.

Nemmeno un bacio.

« Vuoi del tè? »

Chiese comunque per gentilezza, ma l’attore inglese rifiutò cordialmente, rimanendo ancora in piedi in soggiorno.

Si preparò una tisana rilassante a differenza del tè gusto di arancio e cannella che si era prefissata all’inizio, senza pensare che la presenza di Tom la stava innervosendo, in quanto ora ricordava perfettamente di non aver mantenuto quella promessa.

Quando tornò da lui, lo trovò con la giacca ancora addosso e lo sguardo perso verso il basso.

« Vuoi darmi il giaccone? ” chiese, ma venne subito interrotta dalle parole dell’inglese. Immediate e dirette.

« Ho aspettato tutto il giorno una tua chiamata. »

Cazzo.

Ovvio che non se lo sarebbe mai dimenticato.

« Scusami è che ho avuto tante cose da fare. »

« Alex… »

« Cose da sistemare che avevo lasciato in sospeso. »

« Alex… »

« Giustamente non potevo più rimandarle e--- »

« Alexandra! »

Quando Tom alzò di poco la voce, l’attrice australiana si zittì tutto su un colpo, tenendo ancora ben salda la tazza tra le mani. Non sembrava arrabbiato, ma il suo tono non era lo stesso di sempre, tranquillo e pacato.

« Avevi promesso che mi avresti chiamato. Prima che te ne andassi senza darmi un valido motivo per farlo. »

No no no, non stavano per litigare, vero?

Tutto dipendeva dalla risposta di Alexandra e da quanto questa fosse acida e pungente.

Doveva trattenersi. Se non l’aveva fatto con Peter, doveva farlo con Tom e, soprattutto, farlo per loro due. Per la coppia che erano diventati.

« Scusami. »

Ottimo lavoro!

Nella sua voce c’era davvero del dispiacere e per questo si vide costretta ad abbassare il capo, quasi temesse un incrocio di sguardi.

Eppure Tom la costrinse a guardarlo, alzandole il mento con due dita. Voleva conoscere la verità nei suoi occhi e così fece.

« Me ne sono andata perché ho sempre fatto così. »

« Con Peter? »

Non ci volle molto per capire che si stava riferendo a lui e Tom ebbe la certezza che fosse così quando la donna davanti a lui annuì con pochi cenni del capo.

« Alexandra, ascoltami. » le si avvicinò di più, prendendole il viso tra le mani e stringendolo con delicatezza. « E' il tuo passato, nessuno ti chiede di dimenticarlo immediatamente, ma ora ci sei tu, ci sono io. Ci siamo noi e insieme stiamo creando qualcosa di nuovo. »

Ogni parola era vera fino alla fine e questo fece riflettere l'attrice, mentre il suo viso era ancora imprigionato tra le mani di Tom, tant'è che sorrise leggermente a quel che disse.

Si allungò verso di lui riuscendo a baciarlo senza difficoltà.

Fu un bacio dolce, ma dal significato passionale che durò solo qualche secondo, fino a quando Alexandra non sussurrò qualcosa.

« Se resti ho del budino in frigo... »

La risata di Tom riecheggiò in tutto il soggiorno.









Hiddle's corner:

Sono sempre più in ritardo e me ne vergogno.

Almeno ho finito questa terribile sessione invernale e ora sono (apparentemente) libera!

Spero quindi di poter aggiornare velocemente per la prossima volta.

Capitolo un po' particolare e, come avevo detto nel mio account di fb (Hiddle Efp), ho dovuto riscrivere la mia parte che comprendeva il classico risveglio dopo una nottata passionale: abbracciati insieme, colazione a letto, baci, abbracci e altre cose smielosissime.

Ma io NO, per Alexandra volevo qualcosa di complesso. Voglio mostrarvi quanto sia complessa come persona e quante fratture dentro di sé ha ancora.

Inoltre, ho fatto uso delle continue 'ripetizioni' da parte di Tom (per esempio quando dice ad Alex 'E' il tuo passato, nessuno ti chiede di dimenticarlo immediatamente, ma ora ci sei tu, ci sono io. Ci siamo noi e insieme stiamo creando qualcosa di nuovo.' ) perché ho notato che lui lo fa spesso. Sembra che ami le parole e quindi spero di averlo un po' reso credibile.

Fatemi sapere se vi è piaciuto e per qualsiasi domanda non esitate a contattarmi : sarò lieta di rispondervi!

Charlie




   
 
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