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Autore: _Secretly_93    16/02/2013    2 recensioni
Giulia, si è trasferita dall' italia a New York per cercare fortuna come psicologa, con la sua migliore amica Hanna. Ha l' opportunità di dare una svolta alla sua carriera, grazie all' intervista al dottor Follow, ma non tutto va come previsto..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Nevica. E’ la prima nevicata all' Upper East Side, ma non ho tempo per fermarmi ad ammirare lo spettacolo. Sono inesorabilmente in ritardo. Sono mesi che cerco di ottenere un’ intervista con il dottor Follow, uno dei migliori analisti del paese, e con molta determinazione sono riuscita a concordare questa cena nel ristorante del lussuosissimo  Empire Hotel, ma ovviamente il mio capo, John West, decide di farmi fare qualche straordinario.
Ma scusatemi, non mi sono ancora presentata. Sono Giulia, Giulia Robinson  e sono una psicologa. Mi sono trasferita dall’ Italia  più o meno due anni fa, subito dopo la laurea. Da piccola ho sempre sognato di vivere a New York. Mi attirava tutto di questa  città, dalla Statua della Libertà, la cultura presente ad ogni angolo, medallion cab cioè i famosi taxi gialli, ma decisamente quello che adoro di più sono i grattacieli. Avete mai provato a guardare un grattacielo quando avete una giornata no? Pensateci, sono edifici così impetuosi da farti mancare il fiato, dove centinaia di persone hanno dato il massimo giorno dopo giorno per far si che il loro lavoro portasse alla costruzione dei più alti grattacieli del mondo, e la vista da là su sarà sicuramente fantastica, sarei capace di ogni cosa da lassù. Quindi, per la cura al pessimismo mi basta alzare gli occhi ai possenti grattacieli per non dimenticare i miei sogni e per arrivare un giorno a guardare tutto ciò che mi circonda, a un passo dal cielo. Purtroppo la strada è ancora lunga, quindi meglio non sognare troppo. Ma vi parlerò più avanti del mio lavoro, adesso è il momento di presentarvi la mia coinquilina o sarebbe meglio dire la mia miglior amica, Hanna. Ci conosciamo praticamente da sempre, siamo cresciute nello stesso quartiere e dopo esserci laureate entrambe a pieni voti alla facoltà di psicologia di Caserta abbiamo deciso di intraprendere questa nuova avventura insieme ed eccoci qua. Quando rientro in casa, la trovo vicino ai fornelli a preparare il suo piatto forte: lasagne alla napoletana, questo non promette niente di buono.
 << Ciao Giulia!>> mi urla.
 << Sono lasagne quelle che stai cucinando? Devi dirmi qualcosa Hanna ?>> urlo di rimando, già diretta sotto la doccia.
<< No, cosa te lo fa pensare? Una persona non può più cucinare per la sua più cara amica senza destare dei sospetti? >> dice Hanna con finta aria offesa.
<< Hanna non ho tempo per questi giochetti. Tra un’ ora devo essere all’ Empire hotel per l’intervista con il dottor Follow e oggi John è stato insopportabile. Non faceva altro che invadere il mio spazio personale quello stronzo e trovare futili pretesti per avermi nel suo ufficio. Quindi per favore, vieni al sodo >> Esco al volo dalla doccia diretta verso la mia camera, dove sul letto a due piazze ho già preparato l’ abbigliamento adatto per la serata, ovviamente tutto approvato dalla fedelissima Hanna. E’ lei quella sexy ed esperta di moda. Anche in questo momento con un paio di jeans , una camicia di flanella. E i lunghi capelli rossi raccolti in una treccia è più sexy che mai.
<< Quel dannato bastardo! >> urla Hanna, mentre si precipita in camera mia << Giulia devi iniziare a reagire, non puoi permettere a quell’ uomo di trattarti così, non più. >>
Oh ,no! Adesso inizia la ramanzina.
<< Hanna ho bisogno di quel lavoro. Ti ricordo che la nostra situazione finanziaria non è delle migliori.>>
<< Certo che me lo ricordo, ma non mi piace vederti trattata in questo modo. Su dai, vieni qui lasci che ti aiuti coi capelli.>>  Entrambe lasciammo cadere l’ argomento e io inizia finalmente a rilassarmi con le mani agili di Hanna che gioca a barbie umana con me.
Mezz’ora dopo ero perfettamente truccata e i miei capelli, bhè ..erano fantastici.  I lunghi capelli castani mi ricadevano in morbide onde incorniciando il viso scarno, gli occhi grandi e verdi messi  in risalto dal trucco. Per l’ occasione ho scelto, o sarebbe meglio dire Hanna ha scelto, un semplice vestitino nero corto sul ginocchio e stretto in vita, molto professionale a suo parere e al quanto pare mette in risalto la mia figura, ma questa volta devo concederglielo , ha dato davvero il meglio di se, sono fantastica!
<< Grazie Hanna. Sono fantastica ed è tutto merito tuo.>>  Mi volto verso di lei e ci abbracciamo come solo due amiche, due vere amiche sanno fare. Avete mai provato a soffermarti sulle emozioni e sulle sensazioni che è in grado di trasmetterti un abbraccio? Quando abbracci qualcuno, non avverti forse uno straordinario calore umano, un intenso conforto e un profondo senso di pace? Abbracciarsi è così straordinariamente semplice e così meravigliosamente magico.
Prendo il cappotto e la borsetta e mi dirigo alla porta, ma prima di uscire Hanna mi ferma.
<< Hey Giulia, comunque c’ era qualcosa che volevo dirti.>> Lo sapevo. Hanna non cucina mai lasagne senza un valido motivo. Chissà cosa mi chiederà stavolta.
<< immaginavo. Dimmi Hanna>>
<< Bhè.. in realtà stasera avevo organizzato una serata romantica con Edward, e gli ho proposto di dormire qui da noi, ma se per te è un problema posso chiamarlo subito e disdire, scusa so che dovevo parlartene prima di invitarlo, ma non ci ho pensato.>> Come potrei mai dirle di no? E poi Edward è davvero un bravo ragazzo e soprattutto è innamorato di Hanna, basta osservarli. Si sono conosciuti più o meno un anno fa, in una galleria d’ arte e da allora non si sono più lasciati. La cosa più importante è che Hanna è davvero felice con lui, non l’ ho mai vista così spensierata e piena di vita come in quest’ ultimo anno.
<< Certo Hanna per me non è un problema, tornerò a notte fonda. E mi raccomando fate i bravi.>> Come premio Hanna mi regala uno dei suoi magnifici sorrisi, mi bacia la guancia e ci salutiamo. << Fatti valere Robinson.>>  << Oh, puoi starne certo cara! >>
 
 
Alle venti in punto sono seduta al tavolo che avevo prenotato una settimana fa.  Ma a mancare è proprio lui. Seduta da sola a quel tavolo, aspettando Mr. Follow,  sento tutto il peso di questa serata sulle spalle , per quello che rappresenta per la mia carriera, per il mio futuro. L’ articolo sarà pubblicato sul prossimo numero del New York Times. Sarà il mio trampolino di lancio per aprire finalmente uno studio tutto mio e per poter dire finalmente dire addio a John, e alla sua eccessiva “premura” nei miei confronti . E’ strano come una persona che non conosci può stravolgere in poche ore tutto ciò che avevi ritenuto fino a quel momento stabile nella tua vita. Credo che queste persone dovrebbero avvertirci in qualche modo, mandarci qualche segnale, almeno così potremmo prepararci nel modo che riteniamo più giusto a farle entrare nella nostra vita. Capire se siamo disposti a rimetterci in gioco , anche solo per vivere qualche brivido in più, o preferire la nostra vita più sicura e stabile ma più monotona. Io di sicuro so cosa voglio da quell’ uomo, e farò ogni cosa per ottenerlo.
Venti minuti più tardi, il mio ospite non è ancora arrivato. Se la sta prendendo comoda il dottorino!
 Si avvicina al mio tavolo uno dei camerieri, che mi consegna un biglietto ripiegato indirizzato a me, scritto in una bellissima e chiara grafia. Il cameriere si allontana, e io leggo il biglietto.
“Mi dispiace infinitamente  Miss  Robinson, ma un malore mi costringe a restare a letto. La mia segretaria  la contatterà al più presto per un nuovo appuntamento. Le mie più sentite scuse.
                                                                                              Alexander Follow
                P.S. Non aveva mai accennato di essere così bella, non vedo l’ ora di incontrarla.
Ma chi si crede di essere! Solo perché è un uomo ricco e famoso crede di poter trattare le persone a suo piacimento! E per lo più prendermi anche in giro con quel suo stupido post scriptum. E’ proprio il giusto compimento di una giornata schifosa. Prima John, con le sue molestie da maniaco, il non poter tornare a casa prima di notte fonda, perché ovviamente Hanna doveva scegliere proprio questa serata per dimostrare il suo amore a Edward, e adesso questo. No , questo è davvero troppo. Mi alzo come una furia dal tavolo, e mi dirigo all’ ingresso del ristorante dove mi viene riconsegnato il mio soprabito. Mi lascio trasportare dall’ istinto, o sarebbe meglio dire dalla rabbia, e mi avvicino alla reception, dove trovo un anziano signore sulla sessantina nel suo costoso abito firmato, che mi rivolge il suo sorriso professionale per l’ occasione.
<< La camera del dottor Follow, per cortesia>> dico con forzata gentilezza.
<< Il nostro ospite ha chiesto espressamente di non voler essere disturbato e di non voler ricevere visite, mi dispiace>>
<< No, no lei non ha capito. Io ho bisogno di vedere Mr. Follow adesso. Ho bisogno di parlargli.>>
<< Signorina mi dispiace, ma le ho detto che non è possibile. Le dirò che è passata. >>
Al diavolo le buone maniere. A mali estremi, estremi rimedi. Mi avvicino al suo volto, e afferro la sua costosa cravatta, in modo che possa capire bene quello che devo dirgli.
<< Lei forse non ha ancora capito che in questo momento sono a dir poco furiosa, quindi non le conviene discutere con me, e a meno che non vuole che vada a bussare  alla porta di ogni stanza di questo hotel, perché mi creda che lo farò, è meglio che mi dica subito quello che voglio sapere.>> sussurro in un tono molto poco amichevole.
Lo lascio andare , e il poverino si allontana mettendosi a distanza di sicurezza, e si ricompone.
<< Suite 318, ultimo piano.>> dice alla fine.
Finalmente ! << Grazie.>>
Mi volto e mi dirigo agli ascensori. Prenoto l’ ascensore , che in questo momento si trova al decimo piano. Mentre aspetto un briciolo di buon senso viene a trovarmi, suggerendomi di lasciar perdere, nonostante tutto, il prima possibile avrò lo stesso la mia intervista e potrei affogare i dispiaceri tra un bicchiere di rum e uno di tequila in qualche bar di Manhattan. Ma proprio in quel momento si aprono davanti a me le porte dell’ ascensore, fortunatamente vuoto, e salgo all’ultimo piano. Dopo ben 5 minuti chiusa in quel buco, arrivo all’ ultimo piano, dove il lusso regna sovrano. I lampadari di cristallo sono di una bellezza devastante così come i tappeti persiani che ricoprono la maggior parte del pavimento. Ci sono solo tre porte, e la 318 è l’ ultima porta.
Sono in piedi di fronte alla porta di suite , in uno dei più famosi hotel del mondo, infuriata con l’ uomo che si trova dall’ altro lato delle mura. Mi torna in quello che ho pensato seduta al tavolo del ristorante. Io voglio davvero cambiare la mia vita, e quest’ uomo ha la possibilità di farlo. Faccio un respiro profondo e busso.
  
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