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Autore: MishaLaMezzElfa    16/02/2013    1 recensioni
Kasumi, dopo aver sconfitto la DOATEC, è costretta a fuggire dal villaggio in cui era nata e cresciuta, perchè bollata come traditrice.
Dietro a questo, però, c'è molto di più: Kasumi, poco prima di scappare, ha avuto un forte legame sentimentale con Ryu, grande amico del fratello di Kasumi, Hayate.
Da qui prende avvio la videnda.
Questa è la prima FanFiction che scrivo...Siate clementi, ma non troppo!
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Tomonobu Itagaki ; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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< Ryu io… >. Kasumi non terminò la frase, osservando con intensità l’acqua di fronte a sé: erano ancora immersi nella vasca e lui le stava pettinando i lunghi capelli bagnati.
Si fermò, interrompendo l’operazione, e l’abbracciò, costringendola a voltarsi verso di lui.
< Cosa c’è? >. I suoi occhi verdi fissarono quelli castani e oro di lei.
< Credo sia il caso di uscire dalla vasca >. Disse lei tutto d’un fiato, facendogli intuire che vi fosse qualcos’altro sotto.
Ryu annuì e la scostò da sé con dolcezza.
Lei si alzò, mostrandogli la schiena: si intravedevano appena le vertebre che componevano la sua spina dorsale, nascoste dai lunghi capelli castani, lunghi fino ai glutei.
Kasumi ruotò lievemente il capo verso il ninja, il quale distolse velocemente lo sguardo, imbarazzato e stupito, fingendo di non essere interessato alla visuale che lei stava offrendogli.
La donna, con un’abile e fluido scatto si mosse verso i suoi abiti, decidendo d’indossare un accappatoio leggero e ne prese uno anche per Ryu, che era rimasto nella vasca a cercare di calmare i suoi, troppo, bollenti spiriti.
Entrambi presero i loro abiti e tornarono nella piccola dimora della donna, mano nella mano, cercando di recuperare quei momenti che non avevano mai potuto vivere.
Entrarono nella casa di Kasumi: entrambi gettarono gli abiti a terra, di fronte alla stanza da letto ed entrarono in quest’ultima.
Si erano spinti troppo oltre per potersi fermare.
La baciò con passione, facendola arretrare verso il futon, poi la costrinse a voltarsi e le slacciò l’accappatoio: Kasumi cercò di dire qualcosa ma Ryu le morse il lobo dell’orecchio, facendole morire le parole in gola.
Percorse con tocco leggero l’arcata della schiena di lei, procurandole dei brividi che scossero il suo corpo di donna.
La fece voltare verso di sé e, solo in quel momento, notò un tatuaggio sul fianco destro: l’ideogramma era quello del suo nome, Ryu.
< Kasumi tu… Hai impresso a vita il mio nome sul tuo corpo? >. Domandò lui stupito.
< Già. Volevo che in qualche modo fossi mio. Completamente mio >. Rispose lei arrossendo.
Lui la guardò felice ed emozionato, mentre pensava che non esistesse gesto più bello di quello.
L’attirò verso di sé e posò delicatamente le sue labbra sull’ideogramma, baciandolo.
< Ryu! >. Kasumi era arrossita ma, nonostante l’imbarazzo, non si sottrasse al tocco di lui.
Il ninja la fece stendere dolcemente sul futon: < è proprio come diciassette anni fa… >. Sussurrò lei.
< No. Questa volta non ti perderò > .
 Quelle parole la fecero sorridere ma dentro di sé Kasumi sapeva che non l’avrebbe più rivisto.
< Ti amo Ryu. Ti ho sempre amato  >.
< Kasumi sei e sempre sarai la mia ragione di vita >.

I loro corpi e le loro menti divennero un tutt’uno in quegli attimi concitati e ardenti: fu qualcosa di identico e, allo stesso tempo, completamente differente rispetto a ciò ch’era accaduto anni prima.
 
 
Caldo.
Troppo caldo.


Ryu aprì gli occhi: erano passate alcune ore da quando lui e Kasumi si erano uniti ed ora lei lo abbracciava nel sonno, sorridente.
L’uomo si staccò, alzandosi, deciso a cercare qualcosa che potesse permettergli di salvarla.
Si vestì in fretta ed uscì di casa, dirigendosi verso il fiume: prima, però, decise di fare una deviazione e si ritrovò di fronte all’alloggio di Ayane: chiederle aiuto non era una mossa estremamente saggia, ma era la sua ultima possibilità.
-Toc Toc-
La ninja scostò di qualche centimetro l’uscio.
< Hayabusa-Sensei? Cosa c’è? >. Era davvero stupita di trovarlo lì.
< Ayane ho bisogno di te: devo trovare un modo per sconfiggere lo spirito del fiume >.
Lei lo osservò sbalordita, poi scoppiò a ridere: Ryu non l’aveva mai vista così divertita, al punto che le lacrime avevano cominciato a rigarle le guance.
< TU? Pensi di poter sconfiggere uno spirito? Hayabusa-Sensei sei davvero… >. Le parole le morirono in gola.
< Lo fai per Lei, vero? >. Un’ombra passò sul suo volto quando lui annuì.
< Qualsiasi sia il problema se si è immischiata negli affari degli spiriti ti conviene scappare il prima possibile: se la prenderanno anche con te, ne sono certa >.
< Oramai non posso più fuggire: sono venuto ad implorare il tuo aiuto perché so che in qualità di mezzo-demone saresti in grado di affrontarlo >.
< Non mi farò uccidere per quella. Mi spiace Sensei, non affronterei uno spirito neppure se fosse Hayate a chiedermelo >.
< Posso capire, ma ciò che ti sto chiedendo è di assistermi, di aiutarmi a farlo ragionare, non di combatterlo. Non potrei mai e poi mai farti fare una cosa tanto pericolosa >.
La ninja sbuffò: < E sia. Verrò con te >.
 
 
< Spirito del fiume noi ti invochiamo! Mostrati ai nostri occhi! >. Le parole di Ryu echeggiarono nella foresta immersa nel silenzio notturno.
Un’esclamazione nell’aria: < Voglio che sia la lupa ad invocarmi >.
Ryu osservò Ayane: < Sei libera di non farlo >.
< Spirito del fiume io, Ayane, ti invoco! Rivela la tua presenza a questa mezzo-demone! >.
Dalle acque emerse Kaito, i capelli splendenti e le labbra arricciate in un sorriso smagliante; quando toccò terra s’inginocchiò di fronte alla donna eseguendo un perfetto baciamano.
< Per me è una gioia avere qui un’altra figlia della natura >. Disse lo spirito con tono quasi civettuolo.
< Io non sono che una umile serva di Amaterasu >. Rispose lei imbarazzata.
< Via, sei una mia sorellina, perciò meriti un trattamento di favore >. Il suo sorriso si allargò ancor più.
Ayane era davvero lusingata e piacevolmente stupita da quell’essere: sembrava così dolce e affettuoso, non riusciva a capire perché Ryu volesse combatterlo.
Il ninja s’intromise fra di loro: < Non osare toccarla! >.
Kaito sorrise, per nulla arrabbiato.
< Ryu non mi sembra il caso di scaldarti per dei semplici saluti, dopotutto questa bella Lupa è molto più vicina alla mia natura divina di quanto lo sia tu >.
L’uomo strinse i pugni, consapevole della propria inferiorità.
< Sei davvero bella Ayane >.
Kaito pronunciò quelle parole con tono suadente e la ragazza, ammaliata, scostò in malo modo Ryu, avvicinandosi all’essere.
< Se solo lo vorrai farò di te la mia Anata, invece di prendere Kasumi. Per una volta potresti essere felice: saresti eternamente legata a me. Non è ciò che hai sempre desiderato? Una persona che ti amasse e ti considerasse il suo universo;  quella persona sono io: posso essere il tuo tutto >.
La ninja lo osservò, rapita ed incantata dalle dolci parole dello spirito: lui aveva capito il suo dolore, la sua sofferenza, senza che lei dicesse nulla.
< Io… >. Non sapeva che dire: contraddirlo avrebbe significato scatenare l’ira divina ma, al tempo stesso, non voleva abbandonare il clan, la sua vita di sempre.
Non voleva abbandonare Hayate.
Un fruscio dietro le loro spalle li fece voltare: Kasumi era lì, furibonda e affannata.
Indossava uno yukata bianco come la neve, in netto contrasto con i capelli che le ricadevano morbidi sulle spalle; avanzò con decisione e, senza profferire parola, diede uno schiaffo a Ryu poi, sempre in silenzio,scostò bruscamente Ayane, mettendosi di fronte a Kaito.
< Sarò tua. Non era ciò che volevi fin dall’inizio? >.
Un sorriso beffardo sul volto dello spirito, e le lente oscillazioni soddisfatte del suo capo furono indice, per tutti i presenti, del fatto
che lui aveva oramai deciso: era lei, da sempre.
Non poteva essere Ayane, né qualsiasi altra donna: solo lei era la degna sostituta di Hina.
La ninja stava per immergersi definitivamente nelle acque eterne, non senza rimpianti, ma oramai era troppo tardi per tutto: non avrebbe più rivisto Shinji, il suo adorato bambino, né Eiko, neppure Ayane, Hayate o Hitomi.
 
Non vedrai mai più Ryu.
 
Lui aveva scelto: aveva preferito abbandonarla dopo ciò che c’era stato fra loro, poco importava che fosse lì in quel momento.
Un istante prima che Kasumi svanisse definitivamente tra i flutti azzurri, Ryu si buttò in acqua, prese Kaito per le spalle e urlò: < Troverò il modo per liberare Hina, ma lascia libera Kasumi! LEI MI APPARTIENE! >.
L’ultima affermazione lasciò i presenti di sasso ma lo spirito non si diede per vinto: < Due giorni. Hai solo due giorni di tempo per trovare e salvare Hina >. Eseguì un inchino, poi si avvicinò a Kasumi: < La nostra unione è solo rimandata. Fremo all’idea di portarti in fondo al fiume >. Sorrise e le scoccò un bacio sulle labbra prima di sparire fra i flutti cristallini.
La ninja osservò Ryu che, aiutato da Ayane, cercava di asciugarsi alla bell’e meglio; s’avvicinò ai due e, con un poderoso calcio, atterrò l’uomo.
< Cosa diamine stai facendo? Stupida! Lui si sacrifica per te e tu lo aggredisci? >.
< Non mi sembra di avergli chiesto aiuto né ora né diciassette anni fa >.
< Ma… >.
< Non ti intromettere Ayane! Ho tollerato fin troppo la tua lingua biforcuta, ma ora sono al limite! >. Kasumi era davvero irata.
< Alzati Hayabusa, ti condurrò nella prigione di Hina >.
Ryu si sentì ferito: Kasumi lo aveva chiamato per cognome, segno che voleva mantenere le distanze fra loro.
< Kasumi, io… >.
< Zitto. Per cortesia, taci >.
 
Dopo alcuni minuti di cammino, Ryu e Kasumi arrivarono di fronte ad una cascata: era maestosa ed imponente, l’acqua sembrava quasi cantare mentre scorreva libera ed impetuosa.
< Chiudi gli occhi. >. La voce e l’espressione della ninja erano piatti, ma dentro di sé si sentiva  a pezzi, l’anima distrutta, proprio come diciassette anni prima ma, contrariamente a quella volta, non ce l’avrebbe fatta: era diventato tutto così dannatamente difficile.
Essere forti, anche per Shin, era uno sforzo enorme.
L’uomo ubbidì e in quei minuscoli istanti d’oscurità si chiese perché Kasumi fosse così arrabbiata.
 
L’hai abbandonata nel suo letto, sola, dopo averle giurato amore eterno!
 
Non l’ho abbandonata, io…
 
Per lei è stato come se tu l’avessi fatto. Discorso chiuso.
 
< Apri. >.
Kasumi era entrata in acqua, di fronte a lei la cascata s’era aperta rivelando una figura imprigionata in una lastra di ghiaccio: aveva i capelli lunghi fino ai piedini delicati, castani, gli occhi grandi, spalancati in un’eterna espressione di sorpresa e la pelle bianca come alabastro.
Somigliava vagamente a Kasumi, ma era, troppo, profondamente diversa da lei.
< Ecco Hina, spirito della natura, punita al posto di Kaito da O-Wata-Tsu-Mi.>.
< Come possiamo liberarla? >. Chiese lui pensieroso.
Lei lo osservò stranita, le labbra serrate dalla rabbia.
< Il ghiaccio non si può semplicemente rompere? >.
< Se fosse così semplice, non credi che Kasumi l’avrebbe già fatto? >. La voce proveniva dalle loro spalle: si voltarono e videro Ayane, una spalla posata contro un albero a pochi metri da loro.
< Ci hai seguiti? Questo è un luogo sacro, non dovresti riuscire ad entrare! >. Esclamò Kasumi sconcertata.
Un sorriso, triste, della sorellastra: < Sai Kasumi, tu ed io siamo davvero molto simili, forse è per questo che l’ho fatto. >.
Un sospiro. < Il qui presente Hayabusa e tuo fratello non ti hanno raccontato ciò che è successo cinque anni fa a me, vero? >.
Kasumi osservò prima l’una, poi l’altro, confusa e disorientata.
< Lo supponevo. >. Un altro sospiro. < Cinque anni fa il villaggio venne attaccato violentemente: tuo fratello, Hayabusa e altri erano fuori per una missione, tuo padre era già pesantemente toccato dalla malattia e alcuni erano stati uccisi in un’imboscata. Eravamo davvero in pochi a difendere il villaggio: sapevo che non saremmo riusciti a  salvarci senza i migliori ninja ad aiutarci. Presi la decisione più difficile e dolorosa della mia intera esistenza: sacrificai la mia umanità e divenni una demone lupo. >.
Kasumi strabuzzò gli occhi per la sorpresa, incapace di dire nulla: la delusione causata da Ryu era stata spazzata via dalla meraviglia.
< Posso aiutarti se lo desideri, devi solo chiederlo. >. Disse Ayane con un lieve ghigno sulle labbra.
La rabbia tornò prepotentemente nella ninja: < Non è un mio problema. Nessuno ha chiesto il vostro aiuto. >.
Si voltò per andarsene.
<è sempre così con te! >. Gridò Ayane stizzita. < Tutti ti vogliono bene, ti circondano d’amore e tu ti comporti da bambina viziata! Sei assolutamente insopportabile, fastidiosa e altezzosa bambinetta capricciosa! Per diciassette anni ti abbiamo cercata disperatamente! >. Un sorriso amaro. < Ti ho cercata anch’io, perché siamo sorellastre, siamo cresciute insieme e odio che tu ti sia dimenticata di me. >. Stava piangendo. < Ho sempre pensato che saremmo vissute insieme, combattendo magari, ma sempre assieme: eri la mia miglior nemica. >. Il pianto era divenuto convulso, impedendole di parlare.
< Io ho sempre pensato che tu mi odiassi e basta, che godessi nel vedermi star male. Non avrei mai neppure immaginato che tu potessi provare questi sentimenti. >.
Ayane si portò di fronte all’altra donna e, con un movimento repentino, le assestò un pugno sullo zigomo, facendola cadere a terra, poi le porse la mano e la aiutò a rialzarsi.
< Perdonata? >. Chiese la castana, sorridendo: l’altra non disse nulla ma, seppur impercettibilmente, annuì.
 La ninja dai capelli viola entrò in acqua e si avvicinò alla lastra di ghiaccio e in pochi istanti si trasformò, somigliando ad un lupo.
< Ayane, sicura di potercela fare? >. Domandò Ryu preoccupato. Per tutta risposta ricevette un ringhio sommesso.
La Demone Impose le mani-zampe sul lastrone e ululò: il ghiaccio iniziò a sciogliersi, i segni degli artigli rimasero impressi per pochi attimi e poi scomparirono in una nube di vapore.
Il corpo di Hina cadde nel fiume: Ayane la tirò fuori dall’acqua e tornò umana, deponendo lo spirito sulla riva.
Passarono alcuni minuti e Hina non dava segni di vita: gli occhi si erano chiusi e il corpo era gelido.
Ryu si chinò su di lei: < Non respira. >.
Kasumi stava per rispondere ma un enorme lampo di luce li investì, accecandoli.
< Non dovevate svegliarmi. Avete commesso un’enorme errore. >.
 
 
ANGOLO DI MISHA
 
Dopo tantissimo tempo sono riuscita a pubblicare il nuovo capitolo!
Spero piaccia e spero di non essere stata troppo noiosa.
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione o un messaggio.
 
Alla prossima :)

Misha
  
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