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Autore: Ehylastylinsooon    17/02/2013    1 recensioni
Carlotta, una diciottenne che decide di vivere la vita a modo suo lasciando la casa dei suo genitori e cercando in tutti i modi di non chiedere aiuto a nessuno a parte la sua migliore amica.
Andrew, un trentenne con sbalzi d'umore che farà impazzire Carlotta in tutti i modi possibili.
Due ragazzi che, probabilmente, hanno passato un'infanzia del tutto identica, ma che crescendo hanno maturato due caratteri del tutto incompatibili.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 3

Sono le 7:30 e ho ben due ore per prepararmi con molta calma. Potevo dormire ancora un pò però .. Siccome ieri mi hanno staccato la luce, sono venuta a dormire a casa di Jess, cosi posso prepararmi. Mi metto subito sotto la doccia standoci una mezz'oretta buona e quando esco preparo il ferro per fare dei dolci boccoli ai capelli. Mi vesto con calma prendendo un paio di jeans a sigaretta, una maglia blu smanicata  e un cardigan nero che abbino ai tacchi dalla borsa. Torno in bagno e asciugo i capelli facendoli diventare lisci e dopo di che inizio a prendere una ciocca di capelli per volta facendoli passare la lisci a morbidi boccoli. Finita l'opera, prendo una pinzetta con un fiore sopra e prendo il ciuffo portandolo tutto all'insù e fancendolo finire dietro la testa lo pinzo. Mi metto un goccio di fondotinta solo per dare un pò di colore al viso smorto e applico del mascara sulle ciglia. Guardo l'ora e mi accordo che sono le none e quindici minuti. Prendo tutto quello che mi serve metto il cappotto e esco di casa lasciando un biglietto a Jessica che oggi non lavora.

Guardo bene la mappa che sto ormai controllando da dieci minuti buoni. Penso di essermi persa. Io non mi sono mai e dico mai persa. Perchè deve essere proprio oggi? Cammino con la testa china sul cellulare finche non vado a sbattere addosso a qualcuno. Fortunatamente, non spiegandomi il motivo, rimango in piedi. Con solo la borsa a terra che mi affretto a raccogliere. Ma l'altra persona, al contrario di me, è finita in terra.
<< Ma lei guarda dove cammina? >> Oh no. Oh no no no. Questa voce l'ho già sentita. Alzo lo sguardo lentamente e mi maledico da sola. Devo imparare a guardare davanti a me.
<< Non ci credo. Di nuovo lei? E pensare che questa è una grande città! Mi ha sporcato la giacca, se ne rende conto? Ah aspetti, non devo darle del lei giusto? Non do del lei a chi mi chiama " minchione ".  >> Continuo a tenere basso lo sguardo, paurosa di alzarlo, lo vedo con la coda dell'occhio alzarsi da terra. Vorrei soltanto andare in questa maledetta azienda e finirla qua.
<< Oggi non parli? Non sfotti? >> Decido di non parlare per niente.
<< Tz. Non chiedi neanche scusa. Sei proprio una ragazzine maleducata e stupida. >>
Alzo lo sguardo e i nostri occhi si incrociano. E' più bello di come lo ricordavo.
<< Sa .. lei sa.. sa dov'è l'azienda farmaceutica Caldem? Mi sono persa e.. >>
<< Cosa devi fare in quell'azienda? >> Non mi ha dato neanche il tempo di parlare, ci rinuncio con quest'uomo.
<< Io.. be.. devo fare una cosa. >> Non gli voglio dire i fatti miei.
<< Vabe,se non lo sa chiederò a qualcun'altro, grazie lo stesso eh >> Faccio per andarmene ma lo sento parlare.
<< In fondo a questa via c'è una banca, giri a destra e prosegui dritto finchè non vedi un benzinaio. Dopodichè giri a destra di nuovo vai avanti per una cinquantina di metri e sei arrivata. Se cerchi un lavoro ti conviene sbrigarti e non arrivare in ritardo, sono piuttosto fissati con la puntualità. >> Lo guardo e faccio un sorriso che si spegne dopo aver capito di essere già in ritardo. Balbettando un grazie veloce mi metto praticamente a correre cercando di fare il più presto possibile.

Il palazzo è enorme e ,sottolineando la mia stupidità, la fermata del pullman era proprio davanti. Ma a cosa stavo pensando.. Mi accingo ad entrare con un'ansia incredibile e il respiro pesante. Al bancone c'è un ragazzo, Marco deduco dalla targhettina sulla giacca, che mi guarda e mi chiede se ho bisogno di qualcosa.
<< S-salve. Avrei un appuntamento per un colloquio di lavoro. Sono Carlotta Strimonti.>>
Dico tutto d'un fiato sperando di aver detto tutto giusto. Marco mi guarda e sorride
<< Prenda l'ascensore e vada al 4° piano e si troverà davati un corridoio lungo. Prenda la seconda porta sulla sinistra. E' la camera dei colloqui. Buona fortuna, spero di rivederti! >> Mi saluta con una mano e lo ringrazio sorridendo. Mi dirigo verso l'ascensore e mi do una sistemata e controllo l'ora. Le 10:43. Pensavo peggio. Trovata la porta busso e entro. Ci sono una decina di ragazzi e ragazze che mi fissano. Ora ho capito. E' una specie di sfida. Solo uno di noi avrà il lavoro e questo mia madre lo sapeva sicuramente. Penserà che non riuscirò ad averlo cosi tornerò da lei e le chiederò dei soldi. Devo assolutamente avere questo lavoro. A costo di uccidere tutti i presenti in questa sala. Dovrei portarmi un coltello in borsa come fanno ormai tutti. Mi siedo sull'unica sedia libera, tra una specie di metallaro che peserà meno di un peluche e sembra un topo bagnato e una ragazza dall'aspetto impeccabile. Sono tutti silenziosi, alcuni guardano il proprio curriculum, altri sfogliano il giornale e altri ancora smanettano con l'i-Phone. Tutti figli di papà presumo, tranne il topo bagnato al mio fianco. Lo guardo e mi guarda sorridendomi ,mostrandomi due denti davanti fuoriuscire dalla bocca esattamente come un topo. Mi giro subito e fisso lo sguardo alla parete a pochi metri da me. Improvvisamente si spalanca una porta. Ne esce un signore vestito in giacca e cravatta che mi ricorda vagamente qualcuno.. ma chi?
<< Salve a tutti, sono Joseph Caldem. Il proprietario di questa azienda. Quest'oggi sono qui per fare del colloqui per il posto di segretario o segretaria all'interno di questa azienda. Non abbiate paura, non mordo! Ok, iniziamo in ordine alfabetico. Alberici Claudia, venga.>> La ragazza vicino alla porta si alza prontamente prendendo la sua valigetta ed entra. Avranno tutti più o meno la mia età, ma da come si pongono e sono vestiti ne dimostrano il doppio. Mi sa che sarò l'ultima a essere chiamata. Potevo pure non correre per venire qui a questo punto. La porta si apre altre sette volte e all'improvviso si apre anche quella da cui sono entrata ed entra un uomo. No ma che dico..Quell uomo! Cosa ci fa qua? Oddio, deve fare il colloquio anche lui? Ti prego no .. ti prego! fa scorrere lo sguardo su tutti noi e come se stesse cercando qualcuno, appena mi vede si mette a scrutarmi. Lo guardo di sottecchi chiedendomi cosa ci faccia veramente qua. All'improvviso, alza la mano e la muove da destra verso sinistra ripetendo il tutto tre volte. Lo guardo sconvolta. Mi sta.. mi sta salutando? Che diamine gli prende? Spalanco la bocca non sapendo cosa dire o fare. Insomma, perchè mi saluta se mi odia? E poi, ripeto, cosa ci fa qui?! Mi accorgo di aver detto l'ultima parte veramente quando lo vedo avvicinarmisi.
<< Come mai cosi sconvolta? Buon colloquio, bella addormentata. >> se ne va girandosi e bussando alla porta del direttore che urla un avanti. Sta dentro per 5 minuti buoni e quando esce mi cerca con gli occhi e quando vede che lo sto osservando, ne strizza uno e se ne va. Il signor Caldem esce dalla porta e chiama il mio nome. Mi alzo scattando come un militare e vado verso la stanza.
<< Si sieda mrs. Strimonti! Allora... mi ha chiamata tua madre ieri sera. Mi ha detto che non hai un lavoro ma lo stai cercando, giusto? >> Annuisco lentamente con la testa. L'unico vero colloquio che ho mai fatto è stato con Maria, e l'unica a parlare era Jess. Sbaglio o mi sta squadrando?
<< Mi chiami pure Carly. Comunque Si, mi servirebbe ... >> Poche parole, ma molto intense. Certo Carly. Si rigira tra le mani il curriculum di appena una pagina che gli ho passato.
<< Bhe, non hai fatto molto.. anzi, direi poco o niente.. >> Mi guarda dispiaciuto. Bhe si è vero, non ho fatto molti lavori. Ho lasciato la scuola appena un anno fa, non ho avuto tempo. E poi accidenti, se non mi prende come faccio a fare esperienza?
<< Comunque, qualcuno mi ha parlato bene di lei. E siccome tutti quelli che ho visto fino adesso non mi sembrano abbastanza efficienti nel settore, ho deciso di darle una possibilità. Va bene? Potrebbe iniziare sin da subito. Farà 8 ore al giorno. Inizierà alle otto e mezza avendo una pausa di dieci minuti ogni due ore e una pausa pranzo alle 12.00 di un ora. Del salario parleremo poi.>> Mi sorride e compone un numero con il telefono che ha sulla scrivania. Mi ha assunto? Ma come è possibile.. mia madre deve averlo pagato o qualcosa di simile per farmi licenziare dopo due giorni, sono sicura. Questa, tutti i ragazzi fuori, il ragazzo al bancone. Era tutta una sceneggiata. Son sicura.
<< Carlotta, lei è Linda. Linda, questa è Carlotta, la nuova segretaria. >> Mi accorgo solo adesso di questa ragazza. E' un pò più alta di me, occhi verdi e i capelli castani scuri tirati in una perfetta coda di cavallo. E' in un perfetto completo beije stirato alla perfezione. E' davvero bella. Le stringo la mano
<< Ciao, piacere di conoscerti. Se mi segui ti faccio vedere la tua scrivania e quello che devi fare. Non preoccuparti, è un lavoro abbastanza semplice. >> Nel mentre che parla stringo la mano al signor Caldem ringraziandolo e usciamo dall'uffico dirigendoci verso l'ascensore.
<< Sarai la segretaria del vice-direttore. Dovrai semplicemente prendere i suoi appuntamenti e gestire le cose che lo riguardano. Dovrai occuparti solo ed esclusivamente di lui mi raccomando. E' un tipo parecchio.. esigente. Ma non aver paura, non è cattivo come sembra. >> Arriviamo al sesto piano e mi fa segno di seguirla verso una serie di scrivanie.
<< Ecco, questa è la tua. Puoi personalizzarla come vuoi, sai, come fanno nei film! >> Fa una risatina che non può che farmi sorridere. E' tenerissima, davvero!
<< Grazie mille.. sei stata davvero gentile! >> Le dico sinceramente.
<< Ma và, stai tranquilla! Io sto laggiù >> Mi indica due scrivanie più in la della mia
<< Se hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa, non esitare a chiamarmi! Ora devo andare, buona fortuna! >> Mi saluta e io ricambio muovendo la mano e sorridendo come se non riuscissi più a far tornare la bocca normale. Quando ci riesco, tiro la sedia e mi ci siedo sopra. Wow. Ho un lavoro. Non finirò sotto i ponti!
Mando veloce un sms a Jess dove le dico che può lasciare il bidone sotto casa sua a qualcun'altro, perchè mi hanno presa.
<< Oh oh oh! Guarda chi hanno preso. >> Alzo gli occhi capendo già di chi si tratta. Azzardo un sorriso che di vero non ha niente. Quindi lavora qui. Che noia! Ma come si fa, in una città grande come Torino, a finire così?!
<< A quanto pare si! Sai, penso di avere del potenziale. Se mi hanno preso senza che io avessi molta esperienza sai, significa che tanto fannullona non sembro. >> Finisco strizzando gli occhi, come ha fatto lui prima con me. Mi guardo intorno e noto che mi guardano tutti impauriti, e vedo Linda che mi fa segno di no con la testa. Ma cosa vorrà dire? Non capisco proprio.
<< O magari, qualcuno ha messo una buona parola per te. Renditi utile, vammi a prendere un cappuccino tiepido con poca schiuma e due bustine di zucchero. >> Lo guardo e mi trattengo dal saltargli addosso. Ma chi si crede di essere? E' sempre peggio!
<< AH AH AH AH! Se vuoi lo vado a prendere, ma te lo verso in testa, ti avverto. Sei uno squilibrato, ce l'hai un cervello o no? Dare ordini cosi alla gente. Mica lavoro per te sai? Pensa te. >> Mi guarda con aria di sfida e non stacca gli occhi da me mentre fa un sorriso enigmatico. Perchè fa cosi? Non so perchè, ma ho una strana sensazione.
<< Carlotta, cosa stai facendo? >> Linda si materializza affianco a me e mi bisbiglia all'orecchio. << Vai sbrigati, ti sei dimenticata cosa ti ho detto? Il vice-direttore è parecchio esigente. Non si tratterrà dal licenziarti. Fai come ti dice. >> Si gira e se ne va. Ah, è il vice-direttore quindi. Aspetta, cosa? << COSA? IL COSA? Tu, tu cosa? Oddio no, tu non sei il vice direttore. No. >> Lo guardo terrorizzata.
<< Piacere, Andrew.>> Sorride sempre di più.
<< Andrew Caldem. >> Vorrei morire.


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Ciao a tutti :) Siamo al terzo capitolo.. wooooooooow.
Spero che la storia piaccia, davvero..
Un grazie a Sere14 che fin'ora ha recensito ogni capitolo, GRAZIE <3
Un grazie anche a chi legge senza recensire, ovviamente, anche se mi farebbe piacere sapere se questa storia, piaccia o meno. Vabè, detto questo, un bacio a chi legge questo!
Manuela.
  
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