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Autore: yu_gin    17/02/2013    4 recensioni
Kurt e Blaine si amano ma le cose non sono facili. Sono gli anni '20, il charleston infuria, l'alcol è illegale e l'amore fra due uomini è ancora considerato un abominio.
Ma dalla villa di Kurt è possibile vedere una luce.
Una luce verde che non se ne va mai.
The Great Gatsby!Klaine AU
[ispirata ad una gif della 4x14, non contiene spoiler sulla puntata]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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There is a green light that never goes out





So we beat on, boats against the current,

borne back ceaselessly into the past.



C'è un momento – un momento magico – in cui il delirio della festa lascia il posto ad un vuoto malinconico che ci fa sentire tutti più soli e più vulnerabili.

Blaine Anderson colse quel momento nell'attimo in cui vide l'ultimo ospite – un ubriaco il cui sguardo ricordava quello di un gufo – lasciare l'abitazione, trascinato via dal maggiordomo e dal giardiniere.

«La festa è finita» disse una voce e Blaine alzò lo sguardo.

Lo vide scendere le scale, bello più che mai, sicuro di sé e allo stesso tempo tremante per la passata eccitazione.

«Anche i musicisti se ne sono andati, ormai.»

Blaine si alzò dalla sedia e lo raggiunse ai piedi delle scale. Gli porse stupidamente la mano per aiutarlo a muovere gli ultimi tre passi. Kurt accettò la sua mano con un sorriso sulle labbra.

«E' stata una serata magnifica» balbettò Blaine, cercando il suo sguardo.

«Per te non è ancora finita.»

Kurt non lasciò la sua mano e lo trascinò al centro della pista da ballo, che fino a poche ore prima era stata invasa da ballerini deliranti per il charleston e che ora era deserta e solo per loro.

«Mi concedete l'onore di questo ballo?»

«Ma i musicisti se ne sono già andati» gli fece notare Blaine.

«Tanto meglio.»



Si era innamorato in modo improvviso, istintivo, animale e prima ancora che potesse rendersene conto, era caduto nella trappola primordiale che i romantici chiamano “amore”.

Blaine Anderson era nuovo di New York, per la precisione era arrivato un mese e mezzo prima. Aveva acquistato una modesta abitazione a West Egg, che appariva ancora più modesta se paragonata a quella del suo vicino di casa.

Kurt Hummel non era come Blaine se lo era aspettato.

Lo aveva immaginato come un giovane snob senza la minima idea di cosa fosse la vita oltre le feste mozzafiato che organizzava ogni settimana.

Prima di conoscerlo alla festa cui Kurt stesso l'aveva invitato, non aveva idea di come fosse il suo viso, né del suono della sua voce.

La prima volta che lo sentì parlare, la prima volta che lo vide, la prima volta che cominciò a innamorarsi di lui neppure sapeva il suo nome.

Lui era nuovo di New York e non sapeva ancora chi fosse Kurt Hummel e cosa si nascondesse dietro i suoi vestiti impeccabili, le sue camicie di seta, la sua auto color crema e la sua enorme villa.

Avevano cominciato a parlare e tutto il resto della festa si era eclissato. Avevano dimenticato la musica, le favolose portate che venivano servite, la gente che cadeva ubriaca in piscina; nessuno aveva importanza.

Erano usciti in barca. Avevano fatto viaggi in macchina.

Avevano parlato ancora, parlato a lungo, nell'intimità della casa di Blaine dove non c'era servitù che potesse vedere o sentire. Dove potevano essere loro stessi.

Si era innamorato di lui, con tutto ciò che “lui” comprendeva: il suo sogno, il suo coraggio, il suo passato, il suo modo di abbracciarlo senza stringerlo troppo.

Si era innamorato esattamente nello stesso modo in cui una barca viene trascinata dalla corrente e impotente si era lasciato sospingere fra le braccia di Kurt che l'aveva accolto silenziosamente.

Si erano innamorati entrambi, come falene attratte da una luce verde che non se ne andava mai.



C'è un momento – un momento magico – in cui il delirio della festa, l'eccitazione dovuta all'amore che scoppia, il frastuono del mondo esterno cessa e stretto fra le braccia della persona che ami ti sembra che non esista un'alba e puoi solo chiudere gli occhi e pregare che quel momento duri in eterno.

Blaine chiuse gli occhi e strinse di più a sé Kurt, poggiando la fronte contro il suo collo, in un momento di pura estasi.

La consapevolezza che un momento così perfetto non sarebbe mai più esistito smorzò il suo sorriso. Il profumo di Kurt lo inebriò e deglutì, cercando di mandare giù le lacrime – perché gli uomini non piangono, avrebbe detto suo padre.

Nel silenzio della casa senza più musica avevano trovato il loro ritmo senza che una parola fosse detta.

«Ti amo» sussurrò.

«Lo so» rispose Kurt. Non ci fu bisogno di aggiungere “ti amo anch'io” perché i loro gesti, il modo in cui la sua mano correva lungo la sua schiena, parlavano da soli.

«Il resto del mondo non può capire-»

«Il resto del mondo non ha importanza. Non esiste nient'altro che noi.»



Dalla finestra della camera di Kurt si poteva vedere una luce verde che non se ne andava mai.

Kurt aveva spiegato a Blaine che quella luce verde era come un faro che lo aiutava a non scordare mai la propria meta. L'aveva seguita per tanti anni ed era passato da giovane sognatore squattrinato figlio di un meccanico a perfetto selfmade man, icona del tanto celebrato sogno americano.

Ogni sera – anche le sere che passavano insieme in quell'enorme letto importato da chissà quale capitale europea – Kurt si alzava ed andava alla finestra a fissare quella luce verde, come ipnotizzato dal suo bagliore tenue, dal suo pigro baluginio.

Quella notte Kurt non lasciò il letto in cui giaceva con Blaine per andare a fissare la luce.

«La luce verde era solo un simbolo» disse. «Ho trovato una nuova luce.»

La testa di Blaine era abbandonata sul suo petto e Blaine poteva sentire il suo cuore battere silenziosamente contro la sua fronte.

«E come una falena ne sei stato attratto?»

«Ne sono stato attratto, mi sono bruciato e sono caduto.»

Blaine lo fissò senza capire, ma poi ricordò che non è possibile innamorarsi senza cadere.

«Non sarà facile. Là fuori il mondo non è pronto ad accettare quelli come noi. Potrebbero... potrebbero...» disse Blaine, aggrappandosi al corpo dell'altro come un cucciolo spaventato dall'enormità delle proprie parole.

Kurt gli baciò la fronte sussurrando: «Morire al tuo fianco sarebbe la più paradisiaca delle morti.»



Benché sapessero di essere destinati a cadere, si innamorarono come falene attratte dalla luce.

Una luce verde che non se ne sarebbe andata mai.





A/N


Questa fic è stata causata dalla prolungata ed insana esposizione a questa gif della 4x14 (anche se in realtà non c'entra niente con quello che è successo nella puntata, quindi non è neppure uno spoiler).


Ovviamente la fic è un colossale riferimento al Grande Gatsby con Kurt come Jay Gatsby (perché, dico, l'avete visto nella 4x01?) e Blaine come Nick Carraway (perché è un cupcake).

E' indescrivibile l'amore che ho per questo libro. È meraviglioso, è perfetto, è... wow.


Il titolo invece è ispirato ad una canzone dei The Smith (There is a light that never goes out) che mi fa piangere ogni volta che la ascolto e che mi sembrava appropriata.


Dedico questa one shot alla mia migliore amica, che come me sa riconoscere la matrice di omosessualità in Gatsby e Nick. Because you can't say “Gatsby” without say “gay”. Se non ci fossi tu, quanto mi annoierei?


Buona 4x14 a tutte!


yu_gin


my tumblr


PS: la long a cui sto lavorando procede nonostante gli esami. Forse per la prima/seconda settimana di marzo (?) vedrà la luce.

   
 
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