Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: swanny    05/09/2007    9 recensioni
...Tutto quello che faceva Hermione lo faceva letteralmente impazzire.
Si era ridotto a guardarla sempre di nascosto.
Non c’era un momento nella sua vita senza che lui pensasse a quella ragazza che era riuscita a farlo innamorare, a come sarebbe stato accarezzarle dolcemente i capelli nelle notti d’inverno, a cosa avrebbe dato per poterla anche solo sfiorare, a come sarebbe stato baciarla.
Ripiombò pesantemente sulla terra quando si rese conto che ormai i loro unici contatti erano diventati le loro litigate per i corridoi della scuola.
Sospirò aggrottando le sopracciglia, si girò e disse sconsolato in direzione del cuscino “Ma come ci sono arrivato a questo punto?”
Aveva preso la malsana abitudine di parlare con gli oggetti…
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Adesso basta

 

      Buona notte Ron-Ron!!!

 

 

“Adesso basta! Ho deciso, ora scendo e glielo dico!!”

Ron sbraitava contro il suo libro di Pozioni quasi aspettandosi che gli rispondesse.

Sospirò disperato e chiuse il manuale, lasciandolo cadere a terra con un tonfo.

Il dormitorio era vuoto a quell’ora.

Tutti erano andati a cena.

Ma il suo sordo dolore allo stomaco, non era certo dovuto alla fame.

Prese a misurare a grandi passi la stanza.

Osservò la sua ombra allungarsi sul muro.

I bauli ordinatamente riposti sotto i letti  dei suoi compagni sbucavano da sotto le coperte.

Un comodino su cui qualcuno aveva lasciato un libro di Trasfigurazioni piuttosto consunto.

Le tende rosse e oro, il colore della sua casa.

Superò stizzito il suo letto.

Non era poi così difficile... Per lui era addirittura impossibile.

Hermione,” un altro letto.

“io devo dirti,” un comodino. “No no, così non va! Ricominciamo.”

“Sai Hermione…” Il letto di Harry.

Si fermò con un’espressione sconfitta e sedendosi mormorò “È inutile…”

La testa tra le mani.

Dalla finestra filtrava la tenue luce del tramonto.

Si voltò a guardare il manico di scopa di Harry, senza vederlo realmente.

Sentiva le voci giù nella sala comune.

Voci così familiari che facevano parte della sua quotidianità.

Sapeva esattamente cosa avrebbe fatto ognuno di loro.

Dean e Seamus sicuramente erano intenti ad esaminare degli schemi di gioco da proporre ad Harry, il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro. Lui li avrebbe letti e avrebbe risposto di doverci pensare un po’ su, poi si sarebbe seduto davanti al camino a sfogliare il suo libro Pozioni avanzate.

Le risate argentine di alcune ragazze del primo anno, avrebbero riempito la sala, provocate da chissà quale altro scandalo, e qualche altro studente avrebbe sicuramente impiegato il tempo a giocare agli Scacchi dei Maghi.

E poi una sensazione di calore gli si propagò dal ventre fino alle orecchie, che divennero rosse.

Si ritrovò a sorridere senza un preciso motivo.

Poteva vederla, lì seduta in un tavolo in disparte immersa nella lettura di chissà quale argomento sconosciuto ai “comuni mortali”  come lui.

Un piacevolissimo senso di tenerezza lo fece sentire come tra le nuvole, quando l’immaginò grattarsi pensosa la testa con la matita, mettersi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, osservare i movimenti dei suoi compagni senza vederli realmente, persa in fantasie sconosciute a chiunque tranne che a lei.

Tutti quei gesti così normali che si ripetevano ogni giorno e che lo facevano sentire così felice.

Tutto quello che faceva Hermione lo faceva letteralmente impazzire.

Si era ridotto a guardarla sempre di nascosto.

Non c’era un momento nella sua vita senza che lui pensasse a quella ragazza che era riuscita a farlo innamorare, a come sarebbe stato accarezzarle dolcemente i capelli nelle notti d’inverno, a cosa avrebbe dato per poterla anche solo sfiorare, a come sarebbe stato baciarla.

Ripiombò pesantemente sulla terra quando si rese conto che ormai i loro unici contatti erano diventati le loro litigate per i corridoi della scuola.

Sospirò aggrottando le sopracciglia, si girò e disse sconsolato in direzione del cuscino “Ma come ci sono arrivato a questo punto?”

Aveva preso la malsana abitudine di parlare con gli oggetti

Ahh lascia perdere!” mugugnò alzandosi dal letto deciso a scendere in sala comune.

La sua espressione ad ogni gradino diventava più grave e funerea, non era stato così teso nemmeno prima dei temutissimi GUFO.

Ultimo gradino.

“O la va o la spacca.” Sospirò camminando speditamente verso Hermione.

Come aveva immaginato, lei stava seduta ad un tavolo in prossimità di alcuni studenti del primo anno che giocavano a scacchi, ma lei non sembrava averli notati.

Era troppo occupata a scribacchiare ogni tanto qualche appunto ai margini di un grande tomo rilegato in pelle, aveva l’aria di essere un volume molto antico.

Ron si era fermato a guardarla indeciso se proseguire o tornare indietro a cacciarsi sotto le coperte mentre Harry  osservava la scena da una poltrona senza essere visto e ridacchiava di sottecchi.

Il ragazzo come ipnotizzato da ogni suo movimento, la fissò mentre sfogliava le pagine ingiallite, sfiorandole con estrema cura e delicatezza.

Quanto avrebbe voluto essere quel libro

Si disse di lasciar perdere pensieri di quel tipo e di darsi una mossa, perché ben presto la ragazza si sarebbe accorta del suo sguardo puntato su di lei.

Oltretutto stare imbambolati ai piedi di una scala con aria sognante, stava attirando l’attenzione di molti.

Sebbene mandasse il comando di muoversi alle sue gambe, queste sembravano piantate al suolo.

Avrebbe dovuto dirglielo ogni giorno, quanto era bella, quanto amava la sua espressione corrucciata quando cercava di smontare le sue recriminazioni durante le loro liti, quanto trovava armoniosi i suoi movimenti quando camminava, quanto andava su di giri se lei scrollava quei suoi splendidi capelli ricci.

Quasi potesse avvertire i suoi pensieri Hermione distolse i suoi occhi profondi dal libro e li puntò su di lui, che avvertì le orecchie bruciargli, assumendo un cipiglio serio e autoritario.

Per un attimo in tutta la sala comune scese il silenzio, o almeno, così gli era sembrato.

Non vide più i due ragazzini giocare.

Non c’erano più Seamus e Dean con le loro riviste di Quidditch e, stranamente anche il camino era sparito.

C’era solo lei con quei magnifici occhi fissi su di lui.

Ma perché non si decideva!!!

Doveva dirglielo, in quel momento, subito, o, ne era sicuro, l’avrebbe rimpianto per sempre.

“SCACCO MATTO!” uno dei due studenti accanto ad Hermione aveva vinto la partita.

La ragazza si distrasse interrompendo il contatto con Ron, guardando la regina che distruggeva anche l’ultimo dei pezzi dell’avversario.

Non aveva mai approvato i modi barbari di quel gioco.

Quello era il momento, lei non si sarebbe potuta rifiutare di parlargli.

Ron-Ron, ma dov’eri finito??

“Oh no, proprio adesso nooo!!!” pensò il rosso assumendo un’espressione contrita.

Lavanda, la sua pseudo-ragazza gli si era letteralmente buttata tra le braccia bloccandogli il passaggio e aveva preso ad accarezzargli i capelli.

Hermione aveva assistito a tutta la scena con un’espressione furiosa dipinta sul viso, e senza degnarlo più di uno sguardo, prese il libro e gli passò accanto.

Poi uscì in silenzio senza girarsi.

Ron guardò Lavanda per un attimo.

Era inutile continuare a mentire.

Lui pensava solo ad Hermione, a nessun altro, e Lavanda, si vergognava ad ammetterlo, era stata soltanto un mezzo, per dimostrare a tutti che anche lui poteva avere una ragazza.

In effetti era stata più una risposta ad uno screzio poco piacevole con sua sorella.

Dopo tutto era vero, prima di lei, non aveva baciato nessuno…

Ma ora era diverso, lei gli era sempre addosso, mentre Hermione non faceva che allontanarsi.

“Lavanda ora ho da fare.” Le disse con poco garbo spingendola via.

La soluzione era una sola: SCARICARLA, ma decise di rimandare a dopo questo gravoso compito, limitandosi ad ignorarla deliberatamente.

“Ma Ron-Ron!!” lo richiamò lei.

Ma il suo ron-ron era già uscito dal buco del ritratto lasciandola al centro della Sala Comune.

Percorse i corridoi fiocamente illuminati.

Non c’era nessuno nei paraggi.

Gli unici rumori a rompere il silenzio provenivano dalle sue scarpe e da qualche ritratto il cui abitante russava sonoramente.

Se Gazza l’avesse trovato a girovagare a quell’ora gli avrebbe sicuramente assegnato una punizione fuori dal comune, ma non gl’importava.

Doveva trovarla e dirle che Lavanda per lui non contava nulla, che per lui esistevano solo i suoi splendidi occhi, i suoi capelli, le sue mani, le sue labbra, il suo sorriso, la cosa più bella che avesse mai visto.

Che era stato così testardo e stupido da non rendersene conto prima, da negare i suoi sentimenti al mondo e soprattutto a stesso.

Ad ogni passo il cuore gli batteva più forte.

Era ora di mettere in chiaro ogni situazione.

C’era arrivato anche lui alla fine, anche se un po’, anzi molto in ritardo.

I loro sguardi non sfuggivano a nessuno.

Era palese che si piacessero da morire, anche se per entrambi il tempo sembrava essersi fermato a quando erano ancora dei bambini, lo dimostravano le loro litigate alquanto infantili.

In realtà però non lo erano più, non lo erano affatto.

Tra loro c’era stata sempre una muta complicità, un gioco di silenzi e parole dette a metà.

A lui era sempre andato bene così, meglio di rovinare un’amicizia, ma adesso voleva di più, voleva stare con lei più di ogni altra cosa ed era sicuro che anche lei provasse gli stessi identici sentimenti.

Ma dove poteva essere finita? La cercava da mezz’ora ormai, che fosse andata a dormire senza che lui l’avesse vista?

Pensò che sarebbe stato meglio tornare indietro e rimandare all’indomani tutta la questione.

“Ecco, sempre così vigliacco”, si disse, “è per rimandare che ti trovi in questa situazione.”

Ad un tratto un rumore.

Era sicuramente Gazza, e con un’ espressione afflitta si preparò al peggio, ma quando vide la figura che aveva girato l’angolo, si sentì incredibilmente euforico, un sorriso decisamente idiota gli si disegnò in viso mentre vedeva la ragazza avvicinarsi.

Ce l’aveva fatta, l’aveva trovata! O meglio era lei che aveva trovato lui, ma questi erano piccoli dettagli senza importanza.

Hermione incontrò lo sguardo del ragazzo indiscutibilmente sorpresa.

Si fermò riflettendo sul da farsi.

Ron raccolse tutte le sue forze e ignorò il formicolio che si stava pericolosamente diffondendo nelle sue gambe.

Percorse il breve tratto che li divideva.

Si fermò davanti a lei, fissandola intensamente per almeno cinque minuti.

Hermione si disse che evidentemente l’amico era impazzito, ipotesi confermata dal suo sguardo vacuo…

Sebbene la ragazza cercasse di andare indietro, gli si avvicinava sempre di più.

Adesso erano veramente troppo vicini.

Decise che sarebbe stato meglio parlare, per smorzare la tensione che si stava creando.

Oltretutto, essendo fuori dai dormitori molto dopo il coprifuoco, in un corridoio dove di lì a poco qualcuno sarebbe arrivato a controllare, farsi trovare così, avrebbe dato luogo ad un grosso, enorme, catastrofico, equivoco.

Perché loro non stavano insieme, erano soltanto amici! Nient’altro!!!

Ed era contro il regolamento stare fuori a quell’ora di notte, in atteggiamenti compromettenti.

Cosa ancora peggiore, se quelli in atteggiamenti compromettenti, non erano assolutamente intenzionati ad assumere suddetti atteggiamenti!!!

Hermione si disse che sarebbe stato meglio abbandonare questo genere di eloquio e pensare a come porre fine a quella situazione imbarazzante.

Ma la voce le morì in gola quando lui le scostò una ciocca di capelli dalla fronte.

I suoi occhi erano così belli, di un colore così particolare, le ricordavano il mare in una calda giornata estiva.

Improvvisamente il suo profumo le invase ogni fibra del corpo.

Quel profumo così buono che, ogni qualvolta si trovava vicino a lui, le faceva perdere il filo dei pensieri, calamitando tutte le sue attenzioni

Seguì in silenzio le dita affusolate del ragazzo percorrere le linea gentile delle sue guance, per sfiorarle delicatamente il collo, in un gesto così dolce e sensuale al tempo stesso.

Non avrebbe mai creduto che Ron potesse essere così attraente, le stava facendo letteralmente perdere il senno.

Poi inaspettatamente si avvicinò al suo viso.

Hermione chiuse gli occhi aspettando di incontrare le sue labbra, e finalmente lui la baciò.

Dopo sei anni infine, Ron la stava baciando, con dolcezza e tenerezza, eppure con una passione così travolgente che la lasciò di stucco.

Il ragazzo la sorprendeva sempre di più.

Dopo un tempo che le parve lunghissimo si staccarono e di nuovo i loro occhi s’incontrarono.

Hermione sorrise.

Stava sorridendo a lui.

Il ragazzo scoprì che non c’era nient’altro che avrebbe voluto in quel momento.

Solo perdersi in ogni suo gesto, in ogni sua espressione, perdersi in lei.

“Allora Mrs. Purr, ci sono degli studenti in giro a quest’ora?” La voce roca di Gazza si stava avvicinando.

Hermione lo guardò atterrita.

È ufficialmente provato che ogni qualvolta ti senti davvero felice, arriva qualcuno a rompere il momento magico…

Ron analizzò la situazione per un attimo, poi le afferrò la mano e le sibilò all’orecchio “Corri!”

 

Arrivarono in Sala Comune trafelati, e dopo essersi sorbiti una lunga ramanzina da parte della Signora Grassa, svegliata con non molta delicatezza dai due, riuscirono finalmente ad alleggerire la tensione.

Si guardarono e scoppiarono a ridere entrambi.

Le loro risate echeggiarono nella Sala ormai deserta.

Poi Hermione sospirò, si avvicinò a Ron e gli diede un bacio sulla guancia.

“Beh io vado a letto. Buona notte Ron-Ron” lo salutò in una perfetta imitazione di Lavanda.

Ron si portò una mano alla testa, se n’era completamente dimenticato.

Troppe emozioni tutte in un solo giorno.

La sua sfera emotiva era stata troppo impegnata, reclamava un po’ di calma adesso.

E poi a quell’ora il suo cervello non era più in grado di lavorare.

Sorrise mentre la guardava allontanarsi, per la prima volta completamente felice.

Sospirò dirigendosi verso il dormitorio, pensando all’indomani.

Dopo tutto non poteva risolvere tutti i suoi problemi in una sola giornata.

E rimandare in questo caso non gli sembrò poi una così cattiva idea.

Perché in effetti Lavanda era un grosso, appiccicoso problema…

 

 

 

 

The end

 

 

 

I’m Back!!!!

Eccomi qua, per vostra sfortuna sono tornata con un’altra delle mie storielline, se siete arrivati fin qui, vuol dire che non era troppo penosa per essere letta… almeno spero…

Comunque ringrazio tutti coloro che l’hanno letta, e spero davvero che vi sia piaciuta!!!

Magari qualche commentuccio????

Va bene, va bene tolgo il disturbo!!!

Baci, la vostra Swanny.

  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: swanny