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Autore: Myuzu    18/02/2013    9 recensioni
Vi siete mai chiesti come sono i nostri adorati Big Bang nella vita privata? Immagino di si, come ho fatto io tante e tante volte. Questa storia probabilmente è banale, ma mi andava di scriverla e così ho cominciato, lascio a voi i commenti.
Em è una ragazza coreana di vent'anni che ha per miglior amico niente di meno che GD! I due sono amici d'infanzia e si supporteranno in vari momenti difficili della loro vita tra battibecchi e sfuriate varie. Em ci farà conoscere quindi il "vero" GD. A fare loro compagnia ci sono gli altri Big Bang, ovviamente, il cane Gaho e un gatto tutto nero che GD odia Mr. Wingle! Spero piaccia... (ho aggiunto la nota OOC in quanto non credo che i Big Bang di questa ff rispecchino quelli reali :) detto ciò, buona lettura! )
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*InFeRnO*




Torno dentro casa con la testa leggera e lo sguardo assente. Richiudo la porta piano, senza far rumore, come se avessi paura che il minimo suono possa scuotermi da questo stato pacifico in cui sono caduta. Porto le dita a sfiorarmi le labbra piano. Il suo sapore è ancora qui. È permeato nelle mie labbra e non se ne andrà tanto facilmente … Posso sentire ancora la sua lingua umida sfiorare delicatamente la mia senza mai essere autoritaria. Questa sua delicatezza, questo suo chiedere permesso senza impormi nulla, mi ha convinto a … cedere. Che non è stato proprio un cedere, cioè … c’è stato un momento in cui anch’io ho voluto baciarlo, un momento in cui ho ricambiato il bacio. Un momento in cui ho messo a tacere quella vocina che urlava dentro di me: “è sbagliato! Non farlo!”
Perché proprio qualche ora prima avevo deciso che se fossi mai stata con qualcuno, quel qualcuno sarebbe stato Ji Yong. E poi … e poi cosa ho combinato? Ho baciato Seung-Hyun. Io ho baciato Seung-Hyun …
«Ho baciato … Seung-Hyun …» sussurro, arrossendo violentemente prima di piegarmi di scatto sulle ginocchia e coprirmi il volto con le mani. Il mio primo bacio, con Seung-Hyun …
Cosa ho fatto …?!Non riesco a capire quello che provo. Io non capisco … Ero convinta di volere Ji Yong e poi mi lascio baciare da Seung-Hyun. Ma che razza di … di ipocrita! Oh, mio Dio … Non ci capisco più nulla … Io voglio Ji, giusto? Allora perché? Perché? Perché l’ho fatto?  
Mi sento come se avessi appena tradito Ji Yong quando a lui probabilmente non importa un fico secco di me e del mio primo bacio.
Cosa devo fare?Non so nemmeno più quello che penso. Non so più quello che provo. Non so più chi sono … Fino a poco tempo fa non avrei mai e poi mai permesso a un ragazzo di baciarmi, né tanto meno sarei arrivata alla malsana idea di volere Ji Yong al mio fianco come qualcosa di più di un amico.
Sono confusa, molto confusa, troppo. Non capisco … tutto questo mi è estraneo.Mi sento come la prima volta in bicicletta: insicura, timorosa, ma allo stesso tempo entusiasta e attraversata da un brivido piacevole che mi spinge a continuare a pedalare, traballante, pronta per cadere. E se cadessi? Io mi rialzerei? Non lo so, non so più niente. Ma cosa diavolo c’entrano ora le biciclette e le cadute?! Em, resta lucida!
In questo momento, so solo che ho bisogno di parlare con Ji Yong. Ora.
Mi rialzo ancora con la testa leggera e uno stormo di pterodattili nello stomaco e afferro il cellulare. Premo il tasto di chiamata rapida per chiamare Ji Yong e porto il telefono all’orecchio, mentre mi mangiucchio un’unghia già troppo corta. Bussa, bussa, ma non risponde. E anche se voglio credere con tutto il cuore che sia ancora all’YG,un brutto presentimento accompagnato da una fitta dolorosa al cuore mi affligge. Ti prego … per una volta … solo per questa volta, fa che il mio sesto senso si sbagli. Fa che sta solo dormendo e non in compagnia di qualcuna. Ti prego, solo questa volta … fa che io abbia torto a dubitare di lui.
Provo a richiamarlo. Ancora una volta. E ancora una volta. Ma non risponde …
«Ji, ti prego rispondi.» sussurro tra me e me. «Rispondi, rispondi, rispondi. Ti prego …» non so il motivo, forse mi sento persa o confusa, o perché ho il terribile bisogno di parlare con lui. Ho bisogno di capire se quello di cui mi ero convinta qualche ora fa è la verità o meno. Perché io ero convinta di volere Ji Yong … Se sentissi la sua voce, magari tornerei ad esserne sicura. Oppure no … Mi salgono le lacrime agli occhi. Da quando sono così piagnucolona? Non lo so … So solo che voglio parlare con lui.
Così quando non sento più il bussare del telefono dopo soltanto il secondo squillo della quinta telefonata, sento lo stomaco leggero e un sorriso mi spunta sulle labbra.
«Ji Yong?» chiamo speranzosa.
«Mi spiace cara, ma Ji Yong al momento non è reperibile.» la voce squillante di una donna mi colpisce in pieno petto. Lo sapevo … Il mio sesto senso aveva ragione ancora una volta. Quando si tratta di Ji, ho sempre ragione … purtroppo. Un sorrisino amaro mi spunta a questa constatazione. Com’è che si dice? Conoscere come le proprie tasche … Già, lo conosco come le mie tasche …«Perché non provi tra … mai e poi mai? Magari ti risponde. Ciao, tesoro.» continua la voce, lasciandosi sfuggire una risatina che mi innervosisce non poco.
E come un idiota, mi ritrovo a piangere sorridendo amara al fatto che non mi sento più tanto in colpa per aver baciato Seung-Hyun. Come volevasi dimostrare, a Ji Yong non importa molto di me …
 

~*~*~*~*~

 
«Come mi hai chiamata?»
Come l’ho chiamata?Non lo so. Sono troppo preso dal momento e dal mio amichetto a lavoro dentro di lei per ricordare anche le stronzate che dico per invogliarla a darmi di più.
«Che importa?!» le rispondo continuando a spingere e tappandole la bocca con un bacio. Ma lei mi allontana brusca e non nascondo la mia confusione.
«Ji Yong! Fermo! Come. Mi. Hai. Chiamata?» richiede la ragazza nuda sotto di me, scandendo bene le parole che formano la domanda.
«Come ti ho chiamata?» ripeto io con uno sbuffo, intuendo che se non faccio in fretta a ricordarmi il suo nome, posso mettere la parola fine alla mia serata fatta di sesso e postumi della droga.
«Mi hai chiamata Em!» replica l’altra rendendo esplicita la sua rabbia crescente.
Em. L’ho chiamata Em. Tra tutte le sgualdrine che mi porto a letto, la dose che mi sono fatto ieri sera mi ha portato alla mente l’unico nome che desidero ardentemente dimenticare. Coglione di un cervello. Stronza di una bocca larga! Bastardo di un cuore idiota!
«No che non ti ho chiamata Em!» dico dopo quelli che a me sembrano pochi secondi. «Insomma, come se non lo sapessi che ti chiami Virginia.» sorrido e il ceffone in pieno volto che ricevo è chiaro segno che “Btz!” la risposta è errata! Non si chiama Virginia. Ritenta, sarai più fortunato.
«Sei addirittura peggio di quanto pensassi!» mi urla lei offesa, rivestendosi.
Resto a guardarla scoppiando in una risata divertita. Non posso non ridere. Non riesco a fermarmi. Tutto ciò è semplicemente ridicolo. Mi è già capitato di non ricordare i nomi di quelle che mi porto a letto, ma in un modo o nell’altro sono riuscito a cavarmela o a ricordare all’ultimo millisecondo il nome. E invece … Stavolta è stato diverso. Insomma Ji Yong, sono passati già tre giorni! Non puoi davvero ancora pensare a quello stupido bacio. Non puoi sul serio pensare ancora che tu possa essere innamorato di Em. Davvero, non puoi pensarlo sul serio. Tu non ami nessuno. E in più avevi ragione, come al solito: l’amore è solo una fregatura.
Ancora ridendo, osservo la tizia senza nome uscire dalla mia stanza sbattendo la porta dopo avermi dedicato un bel dito medio con tanto di “stronzo” detto tra i denti e poi mi addormento, ancora troppo fatto per capire realmente qualcosa e sempre troppo stanco per alzarmi. Che mi lascino pure marcire in questa stanza … non abbiamo bisogno di nessuno, vero Ji Yong? Giusto Ji Yong! “Ci” bastiamo!
 
La testa pulsa e sento il vomito premere sulla bocca dello stomaco, segno che no, non sto più dormendo e che sì, tra due secondi schizzerò in piedi sbattendo a terra nel tentativo di correre in bagno evitando così di allagare la mia stanza con liquidi dagli odori per niente gradevoli. Ma quando apro gli occhi, vedo il suo volto e penso che devo essere morto e questo deve essere l’inferno, perché è una tortura vederla sapendo che non potrò mai averla … Un inferno sì, ma piacevole … il suo profumo è piacevole … lei è piacevole.
«Che cazzo vuoi, Em?» sputo acido, richiudendo gli occhi e reprimendo gli istinti poco puri suggeritomi dal mal di testa e dalla droga ancora in circolo.
«Vai all’YG dicendomi che saresti tornato presto, chiamo e fai rispondere alla tua sgualdrina dicendo che sei impegnato e poi sparisci per tre giorni. Bé direi che se non fossi preoccupata, sarei la peggior miglior amica dell’universo, non trovi?» mi dice lei, china su di me. Non è per niente cosciente dell’effetto che mi fa, vero? Perché se lo fosse direi che è proprio una bastarda!
«Vattene Em o ti vomito addosso.» le dico piano e non è una bugia, sto per vomitare.
«Se pensi di liberarti di me così facilmente, ti sbagl- » nemmeno il tempo che lei finisca la frase, che le sto vomitando su gambe e scarpe e lei, cretina, resta immobile lasciandomi fare. Non che io l’abbia fatto apposta, è ovvio che se avessi avuto la forza di alzarmi l’avrei evitata. Oppure no? Diciamo pure che forse se qui c’è un bastardo, quello sono io.
«Direi che mi sta bene per non essere venuta prima che ti riducessi così …» sospira lei paziente, mentre comincia a massaggiarmi la schiena. Perché fa così? Dovrebbe odiarmi o perlomeno essere arrabbiata dato che le ho appena vomitato bellamente addosso. Invece lei cosa fa? Si rimprovera per non essere venuta prima. Infondo si tratta sempre di Em. È sempre lei. Sempre Em. E l’inferno comincia a far male …
Finito di vomitare mi ristendo a letto ad occhi chiusi, mentre sento Em muoversi per stanza, probabilmente intenta a pulire il macello che ho appena combinato.
«Ma quanta roba hai bevuto, eh?» mi chiede lei triste. Non c’è rimprovero nella sua voce, solo un’immensa tristezza con un pizzico di senso di colpa.
«Non ricordo … due o forse tre bottiglie …» borbotto mantenendomi lo stomaco con le mani, al solo pensiero dell’alcol mi ritorna la voglia di vomitare.
«Dì la verità.» mi rimprovera ora, ma per la bugia.
«Okay, okay … erano cinque.» sorrido ebete, mantenendo gli occhi chiusi.
«E quale sarebbe la causa di questa ubriacatura?» domanda lei curiosa.
«Tu …» sussurro e il tempo per un attimo si ferma. Silenzio. Ha sentito? Ed ora cosa le dico? Mi confesso? Ma a che cazzo penso?! Si è baciata con Seung-Hyun. È lui che vuole, non me. Non il rompiballe, puttaniere, drogato, vecchio amico Ji Yong. Ma il bello, avvenente, protettivo e affidabile Choi Seung-Hyun.
Ma quando sento il rumore dello sciacquone del mio bagno, tiro un sospiro di sollievo. Non può avermi sentito se era in bagno. Apro un occhio, rilassato all’idea che non debba gettarmi in assurde spiegazioni senza capo né coda pur di non dirle la verità ed apro un occhio per vederla ritornare dal bagno a passo lento.
Quando però scorgo le sue gambe nude, mi si blocca la circolazione e credo di sfiorare l’infarto. Ma cosa diavolo sta facendo in mutande in camera mia?! Serro di nuovo l’occhio, stringendo la presa sul mio stomaco nel tentativo di reprimere gli strani pensieri balenatomi in mente.
«Non aprire gli occhi Ji …» mi dice aprendo il mio armadio. Troppo tardi … «Prendo in prestito degli short …» continua poi, lanciandosi alla ricerca di qualcosa da mettere. E per un attimo credo che, cazzo! Non avrei mai pensato che Em si togliesse i pantaloni con tanta nonchalance nella mia stanza. Insomma, non è da lei! Poi però …
«Em … hai chiuso la porta a chiave?» le chiedo sapendo già la risposta. Non girerebbe mai in mutande se io non fossi costretto a letto ad occhi chiusi e lei avesse la certezza assoluta che nessuno irrompa in camera mia.
«Sì, perché?» risponde lei immersa nella ricerca di qualcosa di pulito da mettere. Un ghigno malizioso si espande sul mio volto.
Avete presente quando il gatto ha messo in trappola il piccolo topolino e sa che sta per divorarselo indisturbato? Mi sono sempre chiesto perché spesso quel gatto impieghi sempre troppo tempo per papparselo quel topino … ma ora credo di aver capito. La sensazione che si prova è una cosa indescrivibile. Hai la certezza di avere la tua preda in pugno. Anche se corresse non potrebbe andare o nascondersi da nessuna parte. Sei tu a condurre i giochi. Tu il vincitore indiscusso. Fermo ad osservare la tua preda terrorizzata che mai e poi mai potrà scapparti. Sento già il piacere di sfiorare il suo corpo con le mie mani. Sento già il sapore delle sue labbra mentre con la mia lingua esperta le purifico dall’impronta del bacio di Seung-Hyun. Sento già di possederla. Sento già che mi appartiene. Basta tapparle la bocca … Chi verrà a cercarla? Nessuno. Tra qualche minuto gli altri usciranno per le prove e sanno che a quest’ora sono occupato, quindi non mi disturberanno. La porta è chiusa a chiave … L’inferno non è mai stato così allettante.
Piano, silenziosamente, in punta di piedi, mi alzo dal letto e le vado dietro senza farmi vedere né sentire. Il suo profumo mi inebria. Ho la vista annebbiata, la testa mi pulsa e lo stomaco mi fa ancora male. Ma passa tutto in secondo piano. Da quando sento così forte il desiderio di lei da avere questi pensieri perversi? Cioè pensieri perversi ne ho sempre, ma mai su di lei.
Faccio un altro passo verso Em. Il suo collo è irreparabilmente vicino.

Un passo Ji Yong. Solo uno ed Em potrà essere tua.

 
Epoi? Poi cosa farai? Pensi sul serio che lei e gli altri ti perdoneranno per averla toccata? O per averla ferita in qualche modo? Sei davvero convinto che lei ti perdonerebbe anche questo? E tu ti perdonerai?
 

Ma che ti frega Ji Yong?! Puoi averla, no? Fattela e falla finita con questa sdolcinata falsa sull’amore e cazzate varie. Secondo me devi solo fartela. Dopo non ci penserai più, credimi. Fidati di me.

 
Ji Yong, smettila! È la droga, è la droga che ti fa pensare queste cose! Tu non vuoi farle del male. È Em! La tua migliore amica. Non saresti mai capace di farle del male, dammi ascolto. Ti prego, Ji Yong. Non fare niente di cui ti pentiresti di certo.
 
C’è un conflitto nella mia testa … Non ricordo nemmeno più cosa sia la lucidità. Voglio solo che la smettano tutti di parlare nella mia testa. Basta … basta. Basta!
«Ji Yong? Posso prendere gli short di jeans?» chiede Em voltandosi, prima di urlare scoprendomi proprio dietro di lei e lasciando cadere i pantaloni sul pavimento per lo spavento. «M- ma c- cosa fai?» mi domanda impaurita. «Mi hai fatto quasi prendere un infarto!» urla con le lacrime agli occhi. E mi domando che faccia io abbia ora, dato che Em non abbandona la sua faccia terrorizzata. Resta ferma, tesa, impaurita, con un piede nell’armadio. Ed io devo decidere a chi dare ascolto. Farmela e perderla per sempre o comportarmi da persona civile e averla come migliore amica?
Chiudo per un attimo gli occhi ed inspiro. Sono terribilmente confuso e per niente lucido e il mio amichetto qui giù, interrotto così bruscamente poco fa, reclama attenzioni …
Ok. Ok, ho deciso. Riapro gli occhi lentamente e un sorriso sghembo e cattivo dipinge il mio volto.
«Em …» pronuncio il suo nome con lentezza studiata e so per certo che è stata attraversata da un brivido, il ché mi attizza. « … è mai possibile che alla tua età metti ancora gli slip con i pulcini?! Cioè sei ridicola!» le dico scoppiando a ridere e finalmente lei si rilassa, giusto un millisecondo, prima di arrossire come un pomodoro ed iniziare a fumare di rabbia.
«Ti avevo detto di non guardare!» mi grida, entrando nell’armadio e chiudendo le ante.
«Alla tua età dovresti indossare biancheria sexy, provocante! Da chi li hai presi quegli slip? Una bambina di cinque anni?» continuo a ridere e nel profondo ringrazio di cuore quegli slip così infantili da acquietare anche i pensieri più impuri e turbolenti. Se indossasse biancheria diversa da questa, probabilmente ora saremmo già sul letto a darci da fare. O meglio, io mi starei dando da fare, mentre lei … Come reagirebbe Em ad una cosa del genere? Ora non voglio nemmeno pensarci … La mia testa partorirebbe solo idee contorte e senza senso.
«Smettila! E chiudi gli occhi! Non guardare, cretino!» urla nascosta nell’armadio ed io continuo a ridere. Una risata finta. Nervosa. Rido nel tentativo di rilassarmi, di tornare lucido in fretta, di allontanare il prima possibile l’effetto della droga rimasto anche troppo a lungo. Ho scelto di averla per sempre come amica, la scelta giusta. Quella più civile e naturale. Ma sarò in grado di mantenerla? Non lo so …
 

Mio caro Ji Yong, benvenuto all’inferno. Che coglione!

 
Sta zitto! Em è importante per te, hai fatto la cosa giusta.
 

Non potrai mai averla così, idiota.

.
L’avrai come amica.
 

Non ti basterà e lo sai.

.
Te lo farai bastare.
 

Non ci riuscirai …

 
Sì, che ci riuscirà!
 

Invece no e lo sai anche tu!

 
Bé … forse è vero …
 

Merda! Sono fottuto!

Non poter avere una cosa che desideri, non fa che fartela desiderare sempre di più …
 

~*~*~*~*~

 
Apro gli occhi e … Buongiorno mondo! Choi Seung-Hyun ti saluta!
Il risveglio non è mai stato così piacevole come in questi ultimi giorni. Mi sveglio di buon umore e allegro all’idea di poter trascorrere un’altra giornata sulla stessa Terra, nello stesso paese, nella stessa città in cui vive Em. Siamo vicini e non solo fisicamente. Sento come se io avessi fatto un passo importante verso di lei, come se il suo permettermi di baciarla fosse stato un tacito “sì” alla mia tacita richiesta “vuoi stare con me, conoscere la mia famiglia, essere mia moglie, avere dei figli con me e vivere insieme tutta la vita finché morte non ci separi?”
Ok, ok … ora non esageriamo! Non credo che ad una proposta del genere lei avrebbe risposto con un “sì” netto e preciso. Comunque, sento come se fossi un passo più vicino a lei e non potrei essere più contento.
Mi alzo e apro le tende, lasciando che il sole invada la mia stanza, chiedendomi come sia possibile che io odiassi così tanto questi caldi raggi carezzarmi il volto appena sveglio. Tutto mi appare diverso, migliore. Sento che Daesung non ha poi tutti i torti …
Mentre mi crogiolo nel calore mattutino del sole, un urlo mi riporta bruscamente alla realtà. Un urlo che non potrei mai confondere. Una voce inconfondibile che da un po’ di tempo a questa parte popola i miei sogni di notte e i miei pensieri di giorno. Em.
Cado dalla nuvoletta di zucchero su cui stavo vagando accompagnato da cuori ed unicorni e mi catapulto di corsa nella stanza di Ji Yong, da cui proveniva l’urlo. Mi blocco un secondo con la mano sulla maniglia, mentre strani pensieri mi attraversano: perché ha urlato? Sono davvero sicuro di voler vedere quello che sta succedendo in questa stanza?
Ma a cosa penso?! E di Em che stiamo parlando!Le sue urla volevano significare solo una cosa: “aiuto”. Ed io sono qui per salvarla. Prendo coraggio e scegliendo una delle mie espressioni più accigliate, cerco di aprire la porta. Ma non si apre, così cerco invano di forzare la maniglia, fino a che non si apre all’improvviso. Ma dalla facilità con cui si apre, deduco che non sia stato io ad aprirla, infatti mi ritrovo faccia a terra.
«Ehilà, hyung!» mi saluta Ji Yong sbuffando una risata divertita. Ovviamente è stato lui il disgraziato che ha aperto la porta.
Mi alzo aiutandomi con le braccia e quello che vedo mi lascia alquanto allibito: Em in slip che resta ferma immobile con un’espressione terrorizzata.
E tutto ciò a cui penso bé, è … censurato! Divento subito paonazzo e scatto in piedi come una molla, prima che lei percuoti nuovamente la casa con uno dei suoi urli disumani. D’istinto mi copro le orecchie, mentre non riesco a distogliere lo sguardo da lei che si nasconde in fretta nell’armadio di Ji Yong.
Ancora con le mani sulle orecchie e la guance color porpora, sbatto le palpebre lentamente osservando il punto dove fino a poco fa c’era lei, non riuscendo ancora a credere a quello che ho visto.
«Andiamo Em, non fare la bambina.» dice Ji Yong massaggiandosi l’orecchio destro con la mano. «Seung-Hyun ed io ti aspettiamo fuori, rivestiti in fretta.» conclude e cingendomi le spalle con un suo braccio, mi sospinge fuori, mentre io resto ancora apatico e con le palpebre che sbattono piano ad intervalli regolari.
Ji Yong chiude la porta ed io penso che se questo fosse un anime, a quest’ora starei già sanguinando dal naso, allagando la casa. Ho visto Em in slip. Io … ho visto Em … in slip. Un sorriso ebete mi spunta in volto, così mi schiaffeggio da solo nel tentativo di far scomparire i pensieri perversi apparsi nella mia mente. Quando poi mi accorgo di essere osservato da un divertito Ji Yong, torno serio. Ma solo per qualche secondo, il tempo sufficiente a chiedermi: cosa ci faceva Em in slip in camera di Ji Yong? Mi volto verso il leader con sguardo truce e istinto assassino scritto a caratteri cubitali in volto e la sua risatina di scherno mi fa innervosire ancora di più. Ma quando sto per aprire bocca per avvertirlo di correre e cercare di mettersi in salvo dalla mia ira, lui mi anticipa.
«Non fraintendere. Le ho solo vomitato addosso ed ora si sta cambiando. Tutto qui.» sorride stranamente triste, prima di sedersi sul pavimento, spalle al muro e gambe al petto. «Pensava che io stessi dormendo e quando ha realizzato che io l’ho vista, ha dato di matto ed ha deciso di deliziarci con le sue doti canore.» scherza per poi poggiare la fronte sulle ginocchia. «Tranquillo, ok?» mi chiede con voce soffocata.
E non posso fare a meno di provare pena per lui, perché è visibilmente distrutto. Non solo fisicamente a causa dei quintali di alcol che si sarà certamente bevuto in questi giorni, ma anche distrutto emotivamente, come se qualcosa l’avesse ferito. Così tutta la rabbia per lui sparisce in un soffio.
«Le hai sul serio vomitato addosso?» chiedo divertito e schifato nello stesso momento.
«Ahà.» annuisce.
«Che schifo!» commento sedendomi accanto a lui.
«Già …» sussurra in un soffio.
Cala il silenzio. Un silenzio scomodo, in cui sono a disagio. Mi sento in dovere di chiedergli come sta, ma sono frenato da chissà quale paura. Sospiro.
«Mi domando …» comincia Ji Yong all’improvviso, prima di voltarsi con un sorriso malizioso verso di me. «Da quando i tuoi standard sono scesi così in basso? Insomma, dopo Chanel, che già solo il nome spiega tutto di quella ragazza, ora stai dietro ad una con i pulcini sugli slip?! Cioè, è assurdo!» scoppia a ridere. Ed io impiego un po’ a capire cosa vuole dire, poi rido anch’io, conscio che fino a poco fa non  avrei mai nemmeno lontanamente pensato che potesse piacermi una come Em.
Ridiamo insieme come abbiamo fatto spesso in passato. Ridiamo per l’assurdità della cosa. Lui ride. Io rido. Ridiamo insieme.
«Decisamente assurdo …» dice lui tra le risate. «… è assurdo di come le cose cambino inspiegabilmente. Smetti di capire cosa vuoi. Smetti di capire cosa provi. Smetti di capire chi sei …» continua a ridere. Ma ora non ride più con me. La sua è una risata amara e capisco che non sono più io il fulcro del discorso. «È frustrante … troppo frustrante.» restiamo in silenzio mentre lui fissa davanti a sé, perso in non so quali pensieri e percepisco la sua frustrazione. Voglio chiedergli perché. Perché sta così? Ma nell’attimo in cui prendo coraggio, Em esce dalla stanza spalancando la porta e si allontana imbarazzatissima senza nemmeno guardarci.
«Va a parlarle o ci terrà il muso per più di un mese.» dice Ji Yong alzandosi e spolverandosi i boxer lunghi. «E poi non mi restituirà più i miei short. Quindi muoviti, va da lei.»
Resto completamente intontito, mentre lui entra nella sua stanza e sta per chiudere la porta, di conseguenza chiudendomi fuori dai suoi pensieri e dal suo mondo solitario che si sta pian piano costruendo. Allora finalmente reagisco, scattando in piedi e bloccando la porta con un piede. Al ché Ji Yong mi dedica un’occhiata confusa.
«Ma tu, Ji Yong, come stai?» gli chiedo e la sua espressione confusa si scioglie in un sorriso leggermente zuccheroso, molto diverso dai suoi soliti.
«Se lei sta bene, sto bene anch’io …» e dedicandomi un’ultima occhiata, chiude la porta lasciandomi fuori.
Mi sento un completo verme … Mi sento come se stessi privando uno dei miei migliori amici il suo raggio di sole. Ma non riesco a rinunciare, non ora. Ora voglio stare con lei e come amico, mi assicurerò che Em non abbandoni mai Ji Yong. Ci prederemo cura del leader insieme. Saremo come una famiglia.
Te lo prometto, Ji Yong. Em resterà per sempre al tuo fianco. Come amica, ovviamente.
 

~*~*~*~*~

 
Mi sembra di essere appena sprofondato nei profondi baratri dell’inferno. Mai e poi mai mi sarei immaginato che la fantomatica ragazza per cui Daesung ha perso la testa fosse niente di meno che la figlia di Hara. E l’unica domanda che continua a pulsare nella mia testa è: perché? Perché tutto questo sta succedendo a me? Non bastava essermi innamorato di una donna già sposata e con una figlia quasi mia coetanea? Non bastava doverci vedere di nascosto, stare attenti a non farci scoprire e stare sempre con l’ansia che tutto potesse finire da un momento all’altro? Non bastava?
A quanto pare no. A quanto pare Dio mi sta punendo per questo amore sbagliato, gettandomi in quest’inferno oscuro e gelido, senza fine.
Ho pensato a lungo ad una soluzione. Tutta la notte sveglio a pensare, a torturarmi, a pormi quesiti senza risposta ed ad ideare soluzioni improponibili. È da tre giorni che non dormo. Ma l’unico risultato ottenuto, è il terribile mal di testa che ora mi martella e un’incredibile stanchezza che non se ne andrà prima di almeno dieci sane ore di sonno continue e indisturbate. Cosa alquanto improbabile dato che tra massimo un’ora dovrò essere a saltare e ballare nella sala prove dell’YG. E anche se avessi il tempo, non riuscirei a dormire comunque …
L’unica idea almeno lontanamente plausibile, balenatami in testa, per risolvere questa scomodissima situazione è stata quella di dissuadere Daesung dall’uscire con quella ragazza … e benché la cosa sembri impossibile, potrei riuscirci sfruttando la fiducia che lui ha in me. Ma subito dopo aver solo pensato a questa cosa, mi sono rimproverato sentendomi sempre più uno schifo … Non posso fare questo a Daesung. Non potrei farlo a nessuno se è per questo, ma proprio a Daesung non potrei mai. Preferirei morire pur di non ferirlo, perché proprio lui non merita di soffrire. È un ragazzo buono, tutto sorrisi e gentilezza. Non sa nemmeno cosa significhi la parola cattiveria. Ed io mi vergogno di aver solo pensato di rovinare il suo amore nascente per tutelare il mio, che forse non dovrebbe nemmeno esistere …
«Buongiorno!» mi sorride radioso Daesung entrando in cucina. Alzo lo sguardo stanco verso di lui e mi sforzo di sorridergli. Perché non è colpa sua. Se qui c’è un colpevole, quello sono io. Se devo prendermela con qualcuno, devo prendermela con me stesso e con nessun altro.
«Giorno …» rispondo, dando libero sfogo a uno sbadiglio.
«Che brutta cera hai, hyung … Dormito male?» chiede assumendo un’espressione triste.
«Diciamo che non ho dormito affatto.» confesso sorridendo lievemente.
«Oh … e come mai? Problemi con la tua Giulietta?» domanda tornando a sorridere e, guardandolo, non posso fare altro che provare invidia per la sua spensieratezza. Perché a lui è spettato solo il lato bello dell’amore, quello che non conosce il dolore della separazione e della mancanza. O almeno per ora, non l’ha provato ancora. «Non temere hyung! I dissapori tra amanti sono necessari ad approfondire la forza dell’amore! E comunque se vuoi ti presto Cupido!» sorride giocondo, per poi recuperare una tazza e riempirla con del succo d’arancia.
«Mpf … Daesung, quante volte ti devo dire che non ho una Giulietta?!» rispondo scherzando e lui si volta un attimo per fissarmi negli occhi, serio.
«Oh, sì.» dice poi sorridendo e cercando nella credenza i suoi biscotti di Doraemon.
«Cosa?» chiedo confuso.
«Sì, che ce l’hai.» afferma convinto.
«Ti ho detto di no.» insisto, cercando di ridere per sembrare divertito.
«Hyung, non sta bene mentire.» mi rimprovera in tono lagnoso ed io resto in silenzio ad osservarlo mentre si siede accanto a me al tavolo. «Io lo vedo. Tutto il tuo amore …» dice sorridendomi. «È proprio qui: nei tuoi occhi.» conclude prima di cominciare a mangiare, canticchiando chissà quale canzone. E non posso che sentirmi sempre più uno schifo per aver solo pensato di privarlo di tale gioia, di questo suo sorriso che se in genere illumina, da quando ha incontrato quella ragazza risplende e acceca.
Sorrido anch’io, amaro ma determinato. Ci deve essere un modo. E se non c’è lo troverò io. Un modo per stare insieme io ed Hara e per non ferire il mio amico Daesung.
«Ehi, Ri! Buongiorno anche a te!» urla all’improvviso Daesung alla vista del maknae che entra trascinandosi in cucina.
Seungri, che fino ad ora sembrava non essersi accorto della nostra presenza, alza una mano in segno di saluto verso di noi, prima di spostare una sedia dal tavolo ed abbandonarsi su quest’ultima come un sacco di patate.
«Sbaglio o sei più pandoso del solito?» chiede innocentemente Daesung, ovviamente riferendosi alle sue occhiaie ancora più marcate del normale. Al ché il maknae grugnisce qualcosa di incomprensibile prima di sbattere la fronte sul tavolo. Evidentemente non sono l’unico che non riesce a dormire …
«Puoi tornare a dormire un altro po’, se proprio non ce la fai … Parlerò io con il trainer per te.» gli dico, intenerito dalla scena. Mi piange il cuore a vedere il nostro piccolo maknae in questo stato.
«Nnnh …» mugugna. «Ora … in piedi … già …» dice mangiandosi le parole. «Pulce … agitata … isterica …» continua il suo monologo sommesso e spezzato, ma non ci vuole molto a capire che Seungri è stato svegliato dalle urla di Em, che lui affettuosamente chiama “Pulce”.
«Aaaaaah, è tutto chiaro!» afferma Daesung battendo le mani. «Ma … come ci sono finite le pulci nel tuo letto?» chiede poi confuso e Seungri alza la testa lentamente per dedicargli uno sguardo che vuole essere truce, ma risulta solo stanco e  spento.
«Daesung, con Pulce intende Em.» spiego io paziente, trattenendomi dal ridere, mentre la fronte di Ri ritorna sul ripiano liscio del tavolo.
«Aaaaaaaaah!» esclama Daesung ritornando contento alla sua colazione.
Proprio in questo momento entra Em in cucina. La cosa che mi salta subito all’occhio è l’assurdo rossore del suo viso, chiaro segno di imbarazzo. Gonfiando le guance e incrociando le braccia, raggiunge la cucina e vi si poggia con la schiena, rivolgendo così il volto verso di noi. La seconda cosa che noto è un Seung-Hyun altrettanto imbarazzato che entra come un cagnolino bastonato con la coda tra le gambe che va a chiedere scusa con lo sguardo alla padrona arrabbiata. E la terza cosa è … sono gli short di Ji Yong quelli?
«Buongiorno …» sbuffa Em, evitando lo sguardo di Top che cerca di attirare silenziosamente la sua attenzione.
«Buongiorno, figlia del sole!» la saluta con enfasi Daesung.
«Buongiorno.» le sorrido, osservando la scena.
«Nnnh …» mugugna Seungri rimanendo con la testa poggiata sul tavolo.
«Em … ti assicuro che non ho visto niente …» afferma Seung-Hyun cercando di non farsi sentire da noi altri. Ma noi, da bravi coinquilini pronti ad aiutare, o meglio infierire, siamo tutti orecchi per scoprire cosa sia successo e quale sia il motivo delle grida canore di Em, causa del risveglio di molti.
A questa frase Em, volta piano il viso verso Top e gli dedica un’occhiata talmente truce che rabbrividisco anch’io. E per la prima volta da quando lo conosco, vedo Seung-Hyun intimidito da qualcuno che non sia sua madre. Resta fermo a fissarla con gli occhi spalancati e l’indescrivibile desiderio di scappare da quell’occhiataccia stampata in volto.
«Cosa è successo?» domando, cercando di camuffare il mio divertimento in preoccupazione.
«Mha, niente …» risponde Ji Yong facendo il suo ingresso in cucina con andatura svogliata ed espressione annoiata. «Abbiamo solo visto le sue mutande.» sorride sornione, indicando Em con il pollice.
Seungri alza si scatto la testa dal tavolo e rivolge gli occhi sbarrati a Ji Yong, Daesung lascia cadere il biscotto sul tavolo e fissa Seung-Hyun ed Em. Io guardo tutti uno ad uno e scorgo Top sbiancare, Em diventare ancora più rossa e Ji Yong pronto per sganasciarsi dalle risate.
«Cosa?» diciamo in coro io, Ri e Daesung. Ma nessuno dei tre risponde dato che Ji è troppo occupato a ridere e gli altri due si sono rinchiusi nel mutismo.
«C- cosa s-significa visto le sue m- m- …  vabbé quello!» sbotta Ri d’un tratto sveglio arrossendo, anche lui.
«Non ti emozionare piccolo maknae, perché se proprio vuoi saperlo …» risponde Ji Yong smettendo per un attimo di ridere e avvicinandosi all’orecchio di Seungri. «… Em porta gli slip con i pulcini.» dice ricominciando a ridere e qui anche Seung-Hyun si scompone e si volta cercando di trattenere una risata. Cosa che fa innervosire ancora di più Em che, la vedo, è pronta per esplodere.
«Che tenera!» commenta Daesung sincero, mentre anche io e Ri scoppiamo a ridere.
«Andiamo Pulce, non te la prendere …» dice Ri avvicinandosi a lei, ma Em fissaa il pavimento stringendo i pugni e gradualmente riprende il suo colorito normale, prima di partire all’attacco.
 

~*~*~*~*~

 
Da quanto tempo è? Da quanto tempo non “facciamo a botte”, io e Ji Yong? È talmente tanto tempo che non lo ricordo. Troppi giorni … O almeno per me sono troppi.
Quindi ora, anche se non dovrei, sono felice che abbia visto i miei slip. Ne sono felice perché mi ha dato un pretesto per gettarci nuovamente in un nostro tipico incontro di wrestling. E per quanto sia stata una cosa dall’imbarazzo immenso, ringrazio che sia accaduto. Ora, seduta sulla sua schiena sul pavimento della cucina e stringendogli i polsi, mi sento rinvigorita. Mi sento di nuovo avvolta dalla nostra solida e vera amicizia. La consapevolezza che la nostra amicizia è sempre qui e che non smetterà mai di esistere è arrivata come una ventata di aria fresca a spazzare via tutti quei pensieri che mi hanno adombrata in questi giorni. Ero confusa, lo sono ancora, ma ora sono di nuovo sicura che Ji Yong è mio amico, il mio migliore amico. E questo nostro legame non c’entra assolutamente niente con quello che è successo con Seung-Hyun. Sono due cose diverse, separate l’una dall’altra e il fatto che loro due siano amici non influisce assolutamente sulle mie scelte.
Voglio bene a Ji Yong, è una delle persone che amo di più al mondo. Ma non è nulla di più. Per un attimo, un attimo in cui sono stata debole, ho confuso questo sentimento con qualcosa più simile all’amore, ma mi sbagliavo. O almeno, mi piace pensare che mi sbagliavo … La verità è che sto cercando di autoconvincermi di ciò per evitare di perderlo completamente. Se devo scegliere tra un “Ji Yong amico” e un “nessun Ji Yong” … preferisco averlo come amico. Per ora sto bene così … Devo convincermi  che sto bene così. Per me, per lui e anche per Seung-Hyun …
«Ok, ok! Em ora basta! Alzati o vomito di nuovo.» si lamenta Ji Yong sotto di me, scuotendomi dai miei pensieri.
Mi rialzo aiutata da Seung-Hyun che, quasi infastidito, mi ha alzata di peso rimettendomi in piedi.
«Ben ti sta!» affermo facendogli la linguaccia e gli altri scoppiano a ridere, mentre Ji Yong si rialza a fatica, ridendo anche lui. Ma stavolta ride con me e non di me. Il che mi aiuta nella mia opera di autoconvincimento che è meglio accontentarsi della sola amicizia.
«Ed io che mi preoccupavo che fossi dimagrita e che non stessi mangiando … pesi un accidente!» sbotta Ji, massaggiandosi la schiena. Metto il broncio e incrocio le braccia, offesa.
«Ah! A proposito di mangiare …» interviene Daesung all’improvviso. «Domani ho … ho … io ho …»
«Hai cosa?» domanda Seungri, spazientito.
«Ho un …» temporeggia Daesung, nervoso.
«Hai un?» lo sollecita Taeyang.
«Io ho un …» dice Daesung, ora rosso in viso. Io lo fisso curiosa.
«Hai un che, Daesung?» urla alterato Top, facendomi sobbalzare leggermente.
«Io domani ho un appuntamento con Juno finalmente le ho chiesto di uscire e le ho detto se voleva venire a mangiare qualcosa con me e lei ha detto di sì e quindi io sono iper super mega contentissimo ma sono un po’ nervoso perciò mi chiedevo se anche Em e Seung-Hyun potessero venire con me domani per favore grazie.» dice Daesung tutto d’un fiato e solo qualche secondo dopo che ha finito di parlare riesco ad immagazzinare il messaggio. Finalmente ha chiesto a Juno di uscire! Ne sono contenta. Juno non era più nella pelle di ricevere sue notizie.
«Finalmente ti sei deciso!» esclama Seungri contento.
«E per dire una cosa del genere tutto sto tempo ti ci vuole?!» lo rimprovera Ji Yong, prima di dargli una pacca amichevole su una spalla.
YongBae resta stranamente silenzioso e si adombra un pochino. Lo osservo nel vano tentativo di capire il motivo, ma poi lui sorride e si complimenta con Daesung e penso di essermi sbagliata. Ma sembrava così triste … Me lo sono immaginata?
«Allora? Venite anche voi?» chiede Daesung speranzoso, attirando la mia attenzione.
«Bé, per me nessun problema. Domani che giorno è?» chiedo sorridendo davanti alla sua bambinesca felicità.
«Domenica.» risponde Seungri ed il mio sorriso si spegne all’immediata sensazione che io domani debba fare qualcosa. Cosa dovevo fare domenica?
 

«Tesoro, hai impegni per domenica? Sì, bè, non m’importa, cancellali. Abbiamo un appuntamento o meglio, tu hai un appuntamento.
Un appuntamento con il tuo futuro marito, contenta?
Non è che tu abbia molta scelta: o sei contenta o sei contenta.
Su, su, cos’è quella faccia? Sei fortunata cara. Infondo Soo è un bel ragazzo, non trovi?
A più tardi, cuore di papà. E non lasciarti nemmeno attraversare dall’idea che tu possa opporti.»
 

Vengo attraversata da un brivido che mi ghiaccia il sangue nelle vene … Me n’ero completamente dimenticata. In questi giorni  sono stata così preoccupata per mia zia che non ho pensato ad altro. In più quando non pensavo a mia zia, pensavo a Ji Yong e a Seung-Hyun e a quello che provo e … Oddio … Mi ero dimenticata di quello che mi ha detto mio padre. Domani ho appuntamento con … Soo.
Alzo gli occhi e noto che gli altri mi fissano preoccupati per la mia stramba reazione. Ji mi fissa preoccupatissimo, ha già capito che qualcosa non va, al ché cerco di sorridere.
«Oh … ehm … io … mi dispiace tanto Daesung. Ma domani ho un altro impegno.» rispondo triste.
«Oh, fiuuh! Solo questo?!» afferma Daesung guardandomi. «Dalla faccia che hai fatto pensavo fosse successo qualcosa di grave …» sospira ora, rilassato. «Non ti preoccupare Em! Io ho sempre Cupido che mi accompagna e mi sostiene! Non avrò problemi, tranquilla.» alza il pollice facendomi l’OK e dedicandomi un occhiolino ed io forzo un sorriso.
«Ok … io ora devo andare. Ci vediamo.» saluto frettolosa, spinta dal desiderio appena nato di scappare da qui.
Senza aspettare che mi rispondano e senza badare alle loro espressioni, mi dirigo in fretta alla porta d’ingresso. A pochi centimetri da questa, vengo bloccata da una mano attorno al braccio che mi costringe a voltarmi. Ji Yong.
«Cosa è successo?» domanda, guardandomi negli occhi.
«N- niente, tranquillo. Tutto ok.» mento, fissando la sua mano attorno al mio braccio. La sua pelle a contatto con la mia brucia. Lasciami … non trattenermi …
«Bugiarda.» risponde  in un sussurro.
«Ji … è la verità, non è successo niente.» dico con maggiore convinzione, come per convincere anche me.
«Bugiarda.» ripete con sorriso triste. Sembra sofferente. Non guardarmi con questi occhi, Ji. Potrei illudermi di nuovo. Mi confondi … Smettila di confondermi!
«Ji, è tutto ok, davvero. E anche se fosse successo qualcosa, non ti riguarderebbe.»aqueste mie stesse parole mi immobilizzo e mi mordo la lingua. L’ho detto sul serio? Come ho potuto dire una frase del genere che può essere facilmente fraintesa?
E infatti dallo sguardo ferito di Ji Yong, so che l’ha fraintesa. Lascia la presa attorno al mio braccio e non riesco a trovare le parole per aggiustare il guaio che ho appena fatto, quindi resto immobile e muta con il solo desiderio di sprofondare.
«Hai ragione …» abbassa la testa. «Non riguarda me.» mi dedica un’ultima occhiata, non più ferita, ma risentita. Non guardarmi così … hai frainteso, Ji … Intendevo dire che stavolta non puoi fare nulla per me. «Se hai problemi, chiama Seung-Hyun.» conclude con un ghigno. Ed è come se un missile avesse appena affondato il mio cuore giù all’inferno.
Si volta diretto di nuovo in cucina ed io esco dalla casa con la consapevolezza che l’ago della mia bilancia pende sempre più inevitabilmente verso “nessun Ji Yong”. Inizio a piangere. Perché non va nulla per il verso giusto?
 

~*~*~*~*~

 
Inferno. Il tema della tela da portare lunedì è l’inferno. Un tema molto allegro direi … Ma d’altronde, sono dell’umore perfetto per dipingere anime in pena, diavoli e fiamme. Non vedo Em da un po’ ed è come se fossi in fiamme anch’io. Fiamme d’inquietudine e di paura mi divorano. E uso quest’ansia e quest’angoscia per dipingere questa tela astratta dai colori scuri e ardenti. Canalizzo i miei sentimenti, nella speranza di non essere consumato da quello che io stesso provo.
«Bello.» commenta mio padre con la sua voce roca, arrivando alle mie spalle e spaventandomi. «Tormentato. Tetro. Mi piace.»
«Grazie …» rispondo sorpreso. È raro che mio padre mi faccia qualche complimento. «Il tema è l’inferno.»
«Tema interessante.» asserisce lui, sedendosi sulla poltrona poco distante da me.
«Non direi …» replico, facendo distrattamente un’altra pennellata sulla tela.
«Ti sta venendo piuttosto bene per non essere interessato al soggetto.» commenta, accavallando le gambe e allentandosi la cravatta.
«Diciamo che sono un po’ giù di morale …» rispondo vago. «Come è andata a lavoro?» chiedo per cambiare argomento.
«Potrebbe andare meglio.» replica, anche lui vago.
«Sembri stanco.» osservo, continuando a dipingere.
«Lo sono.» conferma, prima che cadi uno dei soliti silenzi che riempiono l’aria quando io e mio padre siamo da soli nella stessa stanza. «Proprio perché sono stanco ho pensato di rilassarmi un po’ domani.» continua all’improvviso, sorprendendomi per la seconda volta oggi.
«Fai bene.» annuisco, senza distogliere lo sguardo dalla tela.
«Vado a pranzo con un mio collega.» spiega ed io continuo ad annuire, ascoltandolo distrattamente. «E tu verrai con me.» continuo ad annuire fino a che mi arresto di colpo e mi volto verso di lui allibito. Ha detto che vado con lui? Eh? Perché?
«Cosa?» mi lascio sfuggire, prestandogli finalmente attenzione.
«Domani verrai anche tu con me.» conferma sorridendo sghembo. «Il mio collega con cui andremo a pranzo è Shin SooWon.» ha detto Shin SooWon? Ma è il padre di Em! Ok, ora ha la mia totale attenzione! «Verrà anche sua figlia Em, quindi dovrai esserci anche tu.» si alza dalla poltrona e con passo lento e stanco si dirige verso la porta. «Vestiti bene, domani è un giorno importante. Si discuterà di affari.» ride e la sua risata roca, che ho sempre odiato, è presagio di nulla di buono.
Mi rivolto verso la tela e, sentendo mio padre ridere mentre si allontana, penso che sembri il paradiso in confronto a tale macabro suono …
 

~*~*~*~*~

 
Ho sonno. Molto sonno. Troppo sonno. Non dormire non fa per me. I panda dormono, sempre. Ed io ho bisogno di dormire. Ma voi riuscireste a dormire sapendo che il vostro caro e adorato leader si droga di chissà cosa e voi foste l’unica persona a saperlo e non sapeste come comportarvi? Bé se sì, beati voi! Perché io non ci riesco proprio …
E non sapendo come comportarmi o se dirlo a qualcuno, ho deciso che voglio assicurarmi che quello che ho sentito sia vero. Così eccomi qui! Impermeabile lungo, cappello e occhiali scuri con tanto di sciarpona, alla guida di una macchina a vetri scuri noleggiata per evitare di essere scoperto da Vip o qualcuno dei Big Bang.
Aspetto nel parcheggio che Ji Yong scenda. Ha detto che doveva uscire questa sera e sono sicuro che prenderà la sua macchina. È già da un po’ che aspetto e sinceramente rischio di addormentarmi sul volante da un momento all’altro. Ma devo resistere! Devo farlo per lui, per i Big Bang e per le nostre fan! I’m Victory! Nessuno potrà fermarmi. Bé qualcuno ci sarebbe … Morfeo è molto allettante quando ci si mette … come vorrei stare nel letto ora … al caldo … sotto il piumone … con i  miei panda di peluche … ho così sonno … tanto sonno … ma ho forse chiuso gli occhi? Bé sì … ma non sto dormendo, no, li sto solo lasciando riposare … giusto un po’ … il tempo di prendere quella barretta di cioccolato gigante che vola tra le nuvole dritta davanti a me … Un momento! La cioccolata non vola!
Apro gli occhi di scatto e mi schiaffeggio per rimanere sveglio. Non. Devo. Prendere. Sonno. Per. Nessun. Motivo.
«Andiamo Seungri! Puoi farcela! Devi! Questa è una missione che solo V.I. può portare a termine! Quindi non abbatterti, resta sveglio …» mentre mi faccio questo monologo per rimanere sveglio, noto la macchina di Ji Yong passare davanti alla mia, pronta per uscire dal parcheggio. «Ahà!» esclamo sobbalzando.
Prendo le chiavi per infilarle nel cruscotto, ma sono così agitato e assonnato che non centro la serratura e mi cadono le chiavi sul tappetino. Mi chino a prenderle e sbatto con la testa sul clacson facendo un baccano. Dopo un po’ riesco a mettere finalmente in moto e parto. Per fortuna c’è traffico, così riesco ancora a vedere la macchina del leader.
«Ti ho in pugno Kwon Ji Yong.»
Accendo la radio e metto “Fantastic Baby” nel tentativo di restare sveglio e inizio a cantare a squarciagola.
«Dance! Uuuhuh! I wanna dan- dan- dan- dan- dance, Detective Panda!»
Dopo una buona mezz’ora di pedinamento a suon di musica, Ji Yong entra in una strada di periferia ed ora non c’è nessun’altra macchina che mi nasconde, così mantengo la dovuta distanza per evitare che sospetti qualcosa.
Dopo un’altra mezz’ora abbondante o poco più, finalmente si ferma e parcheggia fuori ad un bar. Parcheggio anch’io, ma resto in macchina. Mi tolgo gli occhiali e aguzzo la vista per osservare ogni suo movimento. Ecco che la portiera si apre e che scende dalla macchina. Ma … gasp! Non è Ji Yong! È YongBae. Cosa diavolo fa con la macchina del leader?
Mi affloscio sul sediolino, distrutto e sfibrato. Tutta questa fatica per niente. Per tutto questo tempo stavo seguendo YongBae … Mastico un’imprecazione tra i denti e sospiro. Sto per rimettere in moto e ritornarmene a casa a dormire prima che Bae mi scopra e mi faccia domande scomode. Ma proprio mentre sto per ripartire, vedo una donna sotto la quarantina che gli si avvicina. Che sia una Vip “matura”?
Rispengo la macchina e resto a guardare.
YongBae la guarda e ride. Sembra che la conosca. Che sia una sua amica? O una parente? Ora le si avvicina. Oddio … le ha messo le mani in vita! E lei le braccia al collo! Oddio! Si guardano! E si sorridono … e … oh cazzo! Si stanno … baciando? Cazzo! YongBae e una signora di quasi quarant’anni … si stanno … baciando?! Era una lingua quella?! Cazzo! Ok … ditemi che sto dormendo … perché se non è un sogno, questo è l’inferno!





NOTE DELL'AUTRICE:
annyeong! :D spero vivamente che non vi siate dimenticati di me e della mia storia ... Inzio con il dire che sono terribilmente spiacente di aggiornare con questo immenso ritardo. Chiedo scusa dal profondo del cuore, mi odio per avervi fatto aspettare così tanto :'( ma da quando ho iniziato a lavorare non riesco ancora ad organizzarmi e nonstante avessi molte idee per completare questa storia, mi è mancato il tempo e la pazienza, prosciugati da quel decerebrato del mio titolare che si diverte a rompermi l'anima 24/7! O.o 
Tornando a noi, spero che non vi siate dimenticate della storia >.< con questo mio ritardo, dimenticarsela sarebbe normale. Tuttavia confido che ve la ricordiate e che possiate continuare a seguirmi nonostante la mia imperdonabile discontinuità :( 
Mi dispiace anche di postarvi questo capitolo indecente ... dopo tutto il tempo che avete aspettato avrei dovuto almeno pubblicare un capitolo da oscar per farmi perdonare ed invece è uscito questo obbrobrio T^T chiedo perdono! Mi auguro che a qualcuno sia piaciuto ... 
Ora vi saluto che sono le 2 e 30 e domani devo alzarmi presto :'S Ciao a tutti e grazie a chi mi segue ancora, chi legge, recensisce, mi supporta e a chi mi sopporta XD Grazie di cuore! <3 Spero di risentirvi al più presto, magari con un nuovo capitolo, migliore di questo e con qualche colpo di scena in più ;) e nella  speranza che non sia tra un altro mese XD Bacioniiiiiiiiii *^* 
*si dilegua*

Myuzu

  
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