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Autore: Knitting    18/02/2013    2 recensioni
Lidia, un'invasata di 24 anni, ha due ragioni di vita: i dolci e l'amore eterno.
Quando quest'ultimo la delude per l'ennesima volta decide di voltare pagina definitivamente, ormai le principesse sono in grado di salvarsi da sole e lei non sarà da meno.
Potranno un imprevisto, uno psicologo apocalittico e quello che sembrerebbe un principe farla ricadere nel capitolo della sua vita che aveva chiuso per sempre?
Una storia romantica immersa nell'umorismo,, meno superficiale di quello che sembra se si ha voglia di scavare.
Dal cpitolo 9:"Gli alberi divenivano viola, il cielo verde, gli occhi di un personaggio un arcobaleno empio di sfumature, di ricordi e immagini in cui poter sognare, in cui poter andare lontano."
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il risveglio dell'eroe
ovvero
il post sbronza di Batman

<< Batman si svegli! >>
<< Che ore sono? >>
<< L'ora di salvare Gotham... >>
Eh? Gotham? Che cosa stava vaneggiando quella voce? Perché c'era una voce? Oh cazzo!
Lorence soffocò un urlo, mai abbandonare il contegno, ma non poté fare a meno di scattare sulle ginocchia ad occhi spalancati dimenticandosi del suo pessimo equilibrio.
Infatti dopo un attimo euforico rotolò giù dal divano senza ritegno. Non era un mobile fortunato.
<< Buon giorno anche a te. >> Lidia fece finta di niente cantando vittoria dentro di se. L'umiliazione altrui era piuttosto gratificante, doveva ammetterlo.
Pose la tazza di caffè all'uomo che riversava a terra esanime.
Nemmeno quell'odore caldo riuscì a risollevarlo ma dovette arrendersi ai picchiettii insistenti della ragazza. Si appoggiò ai gomiti sconsolato.
Il caffè gli venne piazzato sotto il naso mentre Lidia si sedeva accanto a lui a gambe incrociate.
<< La testa... >> L'uomo si passò una mano fra i capelli, quasi per nascondersi dallo sguardo di lei puntato addosso. Le ciglia femminili sbatterono con insistenza, questo lo confuse ancora di più.
<< A parte le sue lamentele esistenziali da donnicciola non ha niente da dire? >>
<< Cose desidera sentirsi dire? >>
Lei sorrise maligna dietro il brodo della tazza e assunse l'espressione da grande piano malefico.
Notando l'imperturbabile silenzio il suo viso riprese un aspetto umano. Puntò gli occhi al cielo prima di parlare. << Sa, l'ho solamente scarrozzata fino a casa mia. Dopo che ha suonato tutti i campanelli ho impedito che la linciassero. L'ho trascinata su per le scale e ospitata in casa mia. Oh! E la mia vicina ora pensa che io sia una sodomita a causa sua. >>
Lui rise appena, si lasciò sfuggire un cenno d'assenso. << La ringrazio. >>
L'unico suono che li accompagnò per molto tempo fu il sorseggiare del caffè, poi Lidia prese coraggio e pose la domanda che l'aveva tormentata tutta la notte.
<< Perché... >>
Non giunse nemmeno al termine della frase che fu interrotta. << Non me lo chieda, la prego. >>
<< Oh andiamo! Me lo deve! Deve essere una cosa dalle proporzioni epiche se l'ha ridotta così ma sono abbastanza sicura che non sia morto nessuno... >>
L'uomo inarcò le sopracciglia corrucciato dubitando più del solito dell'insanità mentale della sua paziente.
<< Da cosa lo deduce? >>
Il lord tornò a sedere composto, la tazza posata sul tavolino, nemmeno il caffè lo avrebbe aiutato, che per di più sapeva d'acciaio.
<< Non si offenda... >> Di fatto l'uomo sembrava piuttosto risentito.
<< Ascolti, la ringrazio, va bene? Per avermi ospitato e tutto il resto ma le chiedo, per favore, di non immischiarsi nella mia vita privata. Domandi qualcosa d'altro come ricompensa, tutto fuorché qualcosa che riguardi la mia situazione sentimentale. >>
Lidia rimase seduta imperturbabile, non lo comprendeva certe volte. In realtà mai.
Lui era uno psicologo, tutto il giorno sentiva i fatti di tutti, eppure quando veniva il momento di parlare di se Lorence non sapeva più che fare, lo vedeva come si agitava dietro a quegli occhi freddi.
Wow, aveva un futuro come psicologa.
<< Andiamo! Non può farmi morire di curiosità! Magari potrei aiutarla... >>
<< Ne dubito... >>
<< Provi. >>
L'uomo sospirò, poggiò i gomiti sulle cosce inclinandosi in avanti, la testa un po' a penzoloni, gli occhi socchiusi.
<< La mia ex moglie si risposa... >>
Lo ammise in un soffio, con un tono che non lasciava intendere la fatica che gli era costata esprimersi.
Lidia formò un “o” con la bocca, il volto pensoso e assorto.
<< Ti turba così tanto Batman? >>
Lorence si era alzato, girava calmo per la stanza. << Come non dovrebbe? >>
<< Lei è la tua ex, gli ex si devono scordare! Questa è la legge naturale delle cose, della sopravvivenza. >>
Lui rise, non seppe dire se in modo amaro. << Ma io l'ho dimenticata. Mi sono solo guardato indietro. Da quando le mi ha lasciato niente è cambiato, mi sento ancora un moccioso che non sa nulla, mi sembra di essermi appena laureato. Lei invece, invece svolta radicalmente. Io sono qui al punto di partenza. >>
Lidia rimase a fissarlo, sembrava davvero affranto. Il profilo affilato nella penombra prese una vena malinconica, come quella di un bambino che si è perso e non sa che via prendere.
<< Ho un'idea Batman! >>
<< Oh poveri noi... >>
la ragazza lo ignorò palesemente. << Le organizzo un appuntamento al buio! >>
<< Oh no.... >>
<< Collabori! Con quella faccia farebbe scappare chiunque. >>
L'uomo alzò gli occhi al cielo. << Magari era il mio intento... >>
<< Non sia stupido! >> La ragazza scomparve in un nugolo di fogli, era inciampata.
<< Tutto bene? >>
<< Si! Ho trovato anche il numero della mia amica! >>
Lidia borbottò ancora distesa a terra, i fogli cadevano svolazzanti, il suo braccio svettava mentre brandiva un post-tit, il numero a chiare lettere.
<< Non è una buona idea lo sa? >>
Lorence aveva le braccia incrociate, lo sguardo serio e davvero poco convinto.
Lidia non si diede pena nemmeno di guardarlo, continuò quasi come se non esistesse, qualunque cosa stesse facendo.
L'uomo si era riseduto impotente sul divano martoriato, il caffè di fronte a se non più fumante, pensieri altrove.
Venne riportato alla realtà dalla voce della ragazza, si era voltata leggermente, prima di spalle, poi era ruotata del tutto. << Batman? >>
<< Mm? >> Non c'era del tutto con la testa.
<< Da quant'è che non va a letto con qualcuno? >>
Lorence impiegò alcuni minuti per rendersi conto del significato della domanda, insomma non se lo aspettava, dopo essersi reso conto strabuzzò gli occhi, quasi balbettò. << Come?!? >>
<< Non faccia il timido e me lo dica! Come può pensare altrimenti di fare delle avance a una donna? >>
<< Con il mio carisma? >> Lui alzò un sopracciglio.
<< Ma per favore! Sfrutti il fatto di essere un bel uomo... >>
Lidia sentì il suo sguardo puntato addosso, si era sorpresa lei stessa di ciò che aveva detto.
<< Mi trova un bell'uomo? >>
Lorence aveva stampato in faccia un sorriso, ma non il solito arrogante, era bello. Un po' timido in realtà, gli occhi nemmeno sfiorati dalle guance. Aveva il fascino da misterioso e dannato ma quando sorrideva chiunque si sarebbe sciolto nel guardarlo.
<< Bè, non gli e l'hanno mai detto? É un vero peccato che poi apra bocca. La smetta di guardarmi così! >>
Lidia gli schiaffò in mano il biglietto giallo prima di continuare. << La chiami, è una ragazza speciale. Tira fuori il meglio da chiunque! >>
<< Sono un po' troppo vecchio per queste cose... >>
<< Ha si e no trent'anni, esca dal guscio! >>
<< Io sono già uscito abbastanza dal guscio, non ho nessun desiderio di ritentare la fortuna amorosa, quanto meno 
di traviare una giovane donna. >>
<< Potrebbe tramortirla con il suo logorroico flusso di parole. >>
Lui in realtà parlava in quantità normali ma quando lo faceva sembrava una dizionario stampato, la lingua comune era troppo bassa per lui.
Lidia gli girò attorno come un avvoltoio. << Faccia una prova. Se poi non se la sente o le cose non vanno come previsto potrà sempre tornare indietro, è la magia del primo appuntamento. >>
La ragazza gli si era appoggiata alla spalla, il biglietto stretto fra le dita in prossimità del viso di lui. Quest'ultimo lo prese titubante, tenendolo come fosse qualcosa di alieno, non di questa terra.
<< La sua amica non le somiglia vero? >>
Lidia gli rifilò un'occhiata risentita. << La sbornia non è ottimale su di lei....e comunque no. É graziosa ed elegante. >> Simulò un'espressione più a modo possibile per sbeffeggiarlo.
<< Signorina... >>
<< Si? >>
<< Grazie. >>
<< E di che? >>
Lei gli sorrise e lui gli ricambiò con uno ampio e luminoso, per la prima volta.

  
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