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Autore: Ehylastylinsooon    18/02/2013    1 recensioni
Carlotta, una diciottenne che decide di vivere la vita a modo suo lasciando la casa dei suo genitori e cercando in tutti i modi di non chiedere aiuto a nessuno a parte la sua migliore amica.
Andrew, un trentenne con sbalzi d'umore che farà impazzire Carlotta in tutti i modi possibili.
Due ragazzi che, probabilmente, hanno passato un'infanzia del tutto identica, ma che crescendo hanno maturato due caratteri del tutto incompatibili.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 4

<< Caldem.. Caldem.. Come il signor Joseph.. quindi, tu ... no. >>  Sono ormai tre minuti che scuoto la testa. Vorrei licenziarmi. Ma ovviamente, non posso.. è l'unico posto che mi abbia accettata..Dio mio, aiutami.
<< Uhm.. Si, Joseph è mio padre. Sarà bello averti qui Carlotta. Molto bello... Allora, quel cappuccino? >> Sorride enigmatico. Mi rendo conto che sto ringhiando. Voglio dire, seriamente ringhiando. Al che, mi guarda leggermente terrorizzato. Socchiudo gli occhi e lo guardo di traverso per poi girarmi e andare a prendere questo dannato cappuccino. Quindi, in poche parole, sono la sua schiava. Perfetto. Non posso farmi licenziare, si divertirebbe troppo. Ok, sarò la segretaria che tutti vorranno. Non sarà poi cosi difficile.

<< Tieni. >> Gli poggio il cappuccino con forse un pò troppa forza sulla scrivania. Calmati Carly, dai. Allunga il braccio e prende il cappuccino.
<< Avevo detto poca schiuma. >> Gli strappo il cappuccino dalle mani senza dire niente e lo butto nel cestino e torno al bar.

<< Attento a non strozzarti .>> Questa volta lo poso delicatamente sul tavolo e lui lo prende.
<< Avevo detto due bustine, grazie. >> Un altro ringhio.

<< Stai attento però, potresti diventare troppo dolce. >> Gli lancio la bustina e lui la prende al volo.
<< Nel lunghissimo tempo in cui sei andata via il cappuccino si è raffreddato e la schiuma se n'è andata. >> Mi poggia il cappuccino sulla mano. Ahh, quanto vorrei rovesciarglielo sui quei bei capelli che ha.

<< E' l'ultima volta, fattelo piacere, altrimenti te lo ficco giù per la gola con tanto di bicchiere. >> Questa è una minaccia bella e buona. Gli faccio un sorriso enorme.
<< Ti serve altro? >> Magari il sorriso da angelo lo fa addolcire.
<< Si grazie di avermelo chiesto, se no ti avrei lasciata andare! >> Le parole giuste al momento giusto direi..
<< Potresti catalogarmi questi fascicoli in ordine crescente di data e alfabetico? Grazie. Poi tieni questi numeri e questo foglio e chiama per dare loro gli appuntamenti. Ah, ho ordinato il pranzo stamattina, dovrebbe essere pronto tra 15 minuti, potresti..? Grazie mille, molto gentile. >> Dalla sua espressione sembra che voglia scoppiare a ridere da un momento all'altro. Non ti darò soddisfazioni bell'imbusto.
<< Certo, tu chiedi, io faccio. >> Gli sorrido e esco, notando la sua espressione innervosirsi del fatto che non mi lamenti. Ma come giusto che sia per me, torno subito indietro.
<< Ho dimenticato questi, scusa >> Prendo tutti i fascicoli e i fogli con i numeri di telefono ed esco.
<< Tranquilla... >>

Sento lo stomaco farmi male da quanta fame ho. Sono le 16.30 e non ho ancora mangiato. Sono ancora con questi dannati fascicoli e con tutti gli ordini che mi ha dato mr. " sono figo e ho un azienda " Non ho avuto ne il tempo di mangiare ne di fare pause. " Avrai pause di 10 minuti ogni due ore e un ora libera per pranzo " Certo Joseph, magari per chi non è odiato dal vice direttore. Mi tengo una mano dallo stomaco guardando ogni 15 secondi le macchinette. Se lui andasse in bagno, calcolando che ci starebbe 2 minuti buoni potrei andare a prendere qualcosa. Ma se lui, uscisse prima? Mi romperebbe le scatole sicuramente. Chiedergli se posso andare? Mi sentirei a scuola. Compongo un altro numero di telefono per disdire un appuntamento che era stato fissato per domani. Non ce la faccio più, ed è solo il mio primo giorno. Magari quando gli starò simpatica, perchè è ovvio che prima o poi gli starò simpatica - Voglio dire, lo sono a tutti! - mi farà sgobbare di meno. Sento ancora la pancia farmi male. Che fastidio. Ancora un ora.. aaah...
<< Tieni. Non voglio vederti svenire >> Mi viene lanciato qualcosa sulla scrivania. Un panino al prosciutto. Alzo gli occhi e vedo Andrew a tre metri da me.
<< Grazie, ma sto bene cosi. >> Se crede che accetterò il panino sbaglia alla grande.
<< Non credo proprio Carlotta. Se fossi un pò più attenta, avresti già capito che qua dentro tutti quanti stiamo sentendo il tuo stomaco. Veramente, è imbarazzante. Prendi il panino e mangialo. E se non vuoi sentirti in debito, puoi restituirmi i soldi. >> Io non arrossisco mai. Veramente. Mia mamma aveva pure chiesto al dottore se fosse normale. E adesso? Mi sento come se fossi sulla punta di un vulcano da quanto ho caldo e mi guardo intorno. Non ci credo, che figura! Tutti quanti mi fanno un leggero sorriso e Linda mi fa l'ok con la mano dicendomi : E' tutto apposto. Certo, per te forse. Per me no di sicuro.
Il mio stomaco torna a brontolare. Mi metterei a piangere. Prendo il panino e lo scarto.
<< E da domani, cerca di fare le pause. Non voglio vederti collassare, non ne ho il tempo. >> Detto questo prende la giacca e se ne va. Non ne ho il tempo? Ma che stronzo. Divoro il panino in meno di un minuto da quanto ho fame. Il resto del tempo passa veloce e finalmente torno a casa.

Apro la porta e accendo la luce, contenta di vedere che Jess si è ricordata che gli avevo chiesto se poteva andare a pagare la bolletta per me. Quello è un debito, non di sicuro 1 euro e 20 centesimi di panino. Mi spoglio e mi ficco subito nella vasca da bagno. Finalmente un pò di relax. Chiudo gli occhi e penso a cosa starà facendo Andrew in questo momento. Chissà.. NO. Cosa sto facendo?! Sto davvero pensando a cosa sta facendo quello stronzo in questo momento? Sono più stanca di quanto pensassi.

<< No jess, voglio dire, è che.. è cosi antipatico a volte che davvero non so.. >> La guardo negli occhi sperando mi capisca.
<< Carly ti senti? Non si capisce niente di quello che dici. Cacchio lavori con un figo da paura e ti lamenti pure? Pensa io che ogni giorni mi devo sopportare quell'elfo di Maria! Farei volentieri a scambio con te, ti pagheranno pure bene. Ci scommetto. >>
<< mmh, si non è male lo stipendio. Ma è male chi me lo da. O meglio, suo figlio. Non so se ti rendi conto della coincidenza. E' una cosa impossibile. Vuole portarmi all'esasperazione. Un minuto prima mi urla dietro, quello dopo mi indica gentilmente dov'è l'azienda. Un altro minuto mi fa fare avanti e indietro 5 volte e poi mi lancia un panino. La coerenza proprio. Ufffa! >> Piagnucolo come sempre quando sono con Jess. E' più forte di me, mi ispira lacrime.
<< Stai tranquilla tesoro. Migliorerà! E' solo questione di abitudine. >>
<< Se lo dici te guarda.. E' per colpa tua che sono in questa situazione. Perchè hai chiamato Maria quando lui te l'ha detto invece di ascoltare a me! Ti odio. >> Incrocio le braccia assumendo una posa offesa e lei mi si butta addosso e mi abbraccia. La mia, unica forse, amica.

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