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Autore: ichigo_sakura    18/02/2013    4 recensioni
Dimenticate la storia originale, niente Mew niente Alieni, nulla di tutto ciò.
Due cugini, Kisshu e Ichigo, costretti a vivere sotto lo stesso tetto…
L’odio che prevale tra i due potrà mai lasciare spazio a qualche altro sentimento?
Vi ho incuriositi…? Allora leggete!!! :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so perché… ma da quando misi piede in casa, capii subito che qualcosa non andava. Eppure quella doveva essere una giornata stupenda.
Invece, ero lì: sulla soglia della cucina, con la bocca socchiusa per lo shock.
 
Kisshu è tornato con i suoi genitori… le loro condizioni sono migliorate molto velocemente, quindi, com’è giusto, l’hanno rivoluto da loro
 
era con questa frase che Sakura l’aveva zittita.
A passo lento e svogliato si diresse verso camera sua, socchiudendo la porta e affondando, assieme al viso, tutti i suoi pensieri dolorosi… cercando di soffocarli, ma erano lì. Sempre e costantemente presenti, a ricordarle quanto nella sua breve vita fosse stata patetica.
 
“Quindi è così, vero? Con tutto quello che hai fato, con quello che avete fatto… finisce tutto in questo modo? Senza neanche una fottuta stretta di mano?”
 
“Sei semplicemente ridicola. Innamorarti di tuo cugino e pretendere di avere una vita bella e lunga come in una fiaba… non trovi, che sia palesemente impossibile?”
 
Era incredibile come il suo subconscio riuscisse a farle più male che non cento pugni tirati da un campione di boxe. Forse, perché in fondo aveva ragione? Davvero era stata così patetica?
Ichigo si rannicchiò su un lato tenendo strette a se le ginocchia.
In fondo tutto sarebbe tornato normale, come prima. Era meglio così. Non avrebbe più dovuto soffrire, non aveva mai sofferto così tanto come nelle ultime settimane. Non avrebbe mai voluto soffrire ancora così tanto.
S’alzò dal letto, decisa a far finta che quelle settimane non fossero mai esistite, Kisshu non aveva mi frequentato la sua stessa scuola, non aveva mai abitato nella stanza di fianco alla sua e non aveva mai visto Ichigo come qualcosa al difuori di quello che è: una cugina impacciata e un po’ stupida, che non sa tenersi un ragazzo.
Tutto qui, fine.
 
Mettendo in ordine la stanza, un oi’ perché era un vero disastro un po’ per distrarsi, trovò un volantino… tutto colorato con scritto a caratteri cubitali: “Festa in maschera della scuola!!”
Ichigo lo fissò per qualche secondo senza sbattere ciglio posi sospirò.
Quanto ci sarebbe voluta andare, tutta addobbata per la festa con tutti i suoi amici che parlavano e ballavano assieme… poi sarebbe stato messo un Valzer lento e lui, il suo bellissimo accompagnatore dagli occhi ambra le avrebbe chiesto l’onore del ballo… e lei avrebbe accettato nonostante  non sapesse un singolo passo, sarebbe inciampata ripetutamente, ancora e ancora… ma ci sarebbe sempre stato lui a sorreggerla e a dirle che è un’imbranata…
La rossa sorrise al pensiero. Era così che se l’era immaginato… ma quella sera non ci sarebbe andata, non più… senza Kisshu non era la stessa cosa…
-Che idiota che sono!!!- Ichigo fece cadere il volantino che si poggiò leggiadramente sulla scrivania, quasi non si fosse mai mosso, mentre lei si portava le mani alla testa.
-Ho già infranto… la mia promessa… che sciocca, possibile che non riesca a non pensarci?- sussurrò a se stessa portandosi una mano al petto e stringendola forte, quasi sanguinasse. In effetti era così, da quando s n’era andato, il suo cuore sanguinava dolorosamente.
 
Non poteva. Forse non sarebbe stato per sempre, forse non sarebbe stato magnifico come lo immaginava, ma adesso, aveva bisogno di Kisshu. Non poteva lasciarlo andare.
 
Ichigo si precipitò di sotto, senza neppure prendere giacca o altro, dirigendosi verso la porta. L’aprì quasi lanciandosi la maniglia dietro le spalle, lasciando che la porta andasse a sbattere rumorosamente contro le pareti bianche, seguito da un: “Cos’è successo?” di sua madre e in seguito un “Dove vai Ichigo??!!” di suo padre.
§ Scusatemi, mamma, papà… ma adesso devo andare da lui, anche se voi non approvereste sapendo la situazione… §
Ichigo aveva iniziato a correre, il sangue pompava nelle sue vene così veloce e forte che lo poteva sentire scrosciare caldo, come mille fiammelle che si spargevano lungo il corpo dandogli forza nelle gambe e speranza nel cuore… ne aveva bisogno.
Ichigo assieme alla sua famiglia abitava a Tokyo, mentre Kisshu abitava nella prefettura di Osaka. Quattrocento quattro chilometri di distanza, avrebbero preso l’aereo delle cinque e mezza in partenza dall’aeroporto centrale di Tokyo, circa mezz’ora a piedi dalla casa di Ichigo.
-Sono le cinque e sei… non ce la posso fare!!!- urlò la rossa stremata, ma continuò imperterrita a correre.
Quando finalmente intravide l’aeroporto in lontananza le si allargò un’enorme sorriso che però si spense subito appena vide l’ora: cinque e venticinque.
-Prendete in giro??? Come diavolo faccio a trovarlo in tempo!? È un aeroporto cazzo!!!-
strinse i pugni e corse più forte, spingendosi al limite delle sue forze.
 
-Ma perché tutta questa urgenza di partire?- chiese Kisshu esitando al check-in.
-Tesoro, siamo stati così tanto tempo lontani, o almeno ci è sembrato…- sussurrò la madre addolcendo lo sguardo –Ora vogliamo solo voltare pagina e riprendere la nostra vita- disse più decisa.
-Io e tua madre abbiamo passato un’esperienza orribile, siamo contenti che tu non abbia dovuto condividerla con noi- continuò il padre, vedendo che la donna era ancora lievemente sotto shock. –Capisci vero?- lo incalzò il padre.
Kisshu rimase un secondo in silenzio.
-Certo…- sorrise –Su, sbrighiamoci, altrimenti rischiamo di perdere il volo!-
I suoi genitori avevano sofferto tanto… non poteva fare l’egoista proprio ora. Sei i suoi genitori volevano passare del tempo come una normale famiglia… li avrebbe accontentati, gli voleva bene.
Solo, avrebbe voluto che Ichigo fosse li con lui… quantomeno per dirle addio.
-Kisshu, tesoro…- fece la madre alzando lo sguardo e rivolgendolo alle spalle del figlio.
-Si, mamma? Che c’è?- chiese lui notando che lo sguardo non cadeva nei suoi occhi ambrati, come invece faceva sempre.
-Ma quella, non è…?- chiese la madre strizzando gli occhi per mettere a fuoco.
Kisshu si girò, e alle sue spalle una figura femminile, snella, con i capelli raccolti in due buffi codini, si faceva largo tra la folla inciampando di tanto in tanto tra qualche bagaglio mal riposto. Stava urlando, urlava qualcosa, ma non riusciva ad afferrare, era troppo lontana. Però, piano piano, avvicinandosi riuscì a distinguere una parola, un nome… il suo.
-I…Ichigo…- Riuscì a sussurrare lui in risposta.
 
 



Sto perdendo colpi!!!! -.-‘’’’ aggiorno sempre più raramente, mi dispiace tanto ç_ç!!!!
Comunque cosa ve ne pare di questo capitoletto?
Fatemelo sapere, critiche e commenti sono sempre ben accetti come al solito!!!! :)
La vostra svampita,
Icchy <3
P. S. Nel prossimo capitolo, molto probabilmente aggiungerò un disegno fatto da me :) grazie alla gentilissima LilyOok_ che mi ha spiegato come si fa!! Ora resta solo a me mettere in pratica (se ne sarò capace) le sue istruzioni :) alla prossimaaa!!!
 
 
  
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