18/02/2013
8 recensioni
Somewhere I belong.
9. I’ll be gone.
L’aria è così fredda attorno a te. Il leggero vento mattutino ti graffia la pelle nuda del viso e tu cerchi di sollevare inutilmente il bavero della casacca per cercare riparo. Avvolgi le tue mani a coppa attorno alle tue labbra, cercando di riscaldarle con il tuo fiato bollente, riuscendo finalmente a trovare un minimo di sollievo. C’è solo gelo intorno a te, troppo per una neonata mattina autunnale, ed il tiepido sole che si affaccia dalle colline brulle è ancora giovane per poterti riscaldare in alcun modo. Ma stai camminando da parecchie ore, e questo aiuta a scaldare il tuo corpo.
Non ti sei voltato indietro, nemmeno una volta. Eri certo che se l’avessi fatto non avresti più avuto il coraggio di proseguire. Era così doloroso trascinare quella parte di te che non riusciva ad accettare di andarsene, di abbandonare quel luogo che considerava come una casa; e così l’hai lasciata lì, come ogni altro ostacolo o legame che avrebbe potuto rallentarti.
Ora lo puoi dire con certezza: non c’è più nulla che ti lega a Camelot, sei libero; libero da dolore, da rimpianto, delusioni ed illusioni; libero di costruirti una vera vita, di trovare persone davvero capaci di amarti; un luogo a cui poter appartenere.
Lascia che il sole tramonti ed un altro sorga scalando verso il domani, ma io non ci sarò.
Non puoi tornare indietro, sei andato troppo avanti. Ora devi solo resistere ed imparare ad accettare le tue cicatrici. Non cedere, non inchinarti, non piegarti, non arrenderti mai più. Hai messo alla prova la tua determinazione, il tuo cuore l’hai lasciato andare; hai liberato te stesso.
Ora non fermarti: tutto ciò che devi fare è resistere e ricordare come sei arrivato così lontano.
Guarda di fronte a te, indietro non c’è più nulla che possa essere salvato, nulla da cui tornare, nulla che ti appartenga.
No, tu non l’hai perso. Tu non l’hai mai avuto.
Il vostro destino? Ora sai cosa significa essere una faccia della medaglia: una medaglia può ruotare su sé stessa per un tempo indeterminato, creando in quel vorticare l’illusione di essere una sfera perfetta, nata dalla fusione delle due facce; ma nulla è destinato a perdurare, e quando il suo moto cessa e questa cade, una sola faccia è destinata a vedere luce del sole, una sola faccia può vincere sull’altra. Una vive, l’altra soccombe, vivendo nell’ombra, sotto il peso dell’altra.
E tu non vuoi soccombere, tu vuoi vivere.
L’aria tra noi si sta assottigliando nell’inverno dolceamaro, e attraverso quell’orizzonte il sole sta tramontando. Ora stai dimenticando, è tempo che tu mi lasci andare. Lasciami andare.
Forse è sempre stata solo tua la colpa: avevi tutto, ma sei stato disattento ed hai lasciato che si rovinasse; avevi tutto, e non te lo sei fatto bastare.
Ma ora rinuncia al tuo cuore spezzato, dimentica gli errori commessi: l’amore che hai perso non vale il tuo dolore, ed un giorno, guardandoti indietro, sarai grato di avervi posto una fine.
Le sue braccia erano la tua sicurezza, il suo sorriso la tua gioia, i suoi occhi il tuo cuore.
Non ci potrà mai essere nessun altro, lo sai bene. Nessuno saprà sorreggerti, dovrai imparare a farlo da solo; nessuno saprà più illuminare il tuo viso di felicità, dovrai trovarla altrove; nessuno saprà darti l’amore che hai perso, e tu non sai nemmeno dove cercarlo.
Quando le luci si spengono e noi apriamo gli occhi, lì fuori nel silenzio io non ci sarò, non ci sarò.
Lascia che il sole tramonti ed un altro sorga, scalando verso il domani io non ci sarò, non ci sarò.
Ed ora sei solo, unico compagno un vuoto che le parole non saprebbero definire. Tutto ciò in cui credevi, tutto ciò per cui volevi vivere ti è stato strappato via da un oceano di menzogne, mere illusioni, promesse infrante che ora si perdono nell’eco dei ricordi.
Già lo senti: qualcosa di te sta cambiando, ma non sai se in bene o in peggio.
E lui non saprà mai cosa sei diventato a causa sua.
E dì loro che non sono riuscito a resistere, dì loro che ero da solo.
Ma dimmi che sono l’unico e non ci sarà niente che mi potrà fermare.
Note: Eccoci, siamo alla fine. Inizialmente questo finale doveva essere un trionfo d’amore, poi davvero non so che sia successo. Erano anche previsti due capitoli in più, incentrati su Arthur, ma ho deciso di toglierli, non so nemmeno io il perché; forse li inserirò più avanti sottoforma di one-shot, vedremo. Per ora non ci sarà quindi alcuna spiegazione del suo comportamento, ne delle sue ragioni, vi dirò solo questo: Arthur ama Merlin, come nient’altro, ma ha paura di ciò che esiste tra loro, ha paura di andare oltre e non saper più tornare indietro; conosce i suoi doveri da re, e sa bene che questi sono in assoluto contrasto con i suoi desideri e quelli di Merlin.
La cosa ancora non vi convince? Beh, io sono sempre qui per discuterne!
Spero davvero vi sia piaciuta, e soprattutto mi auguro che questa conclusione non vi deluda troppo. Se vi va di lasciarmi un ultimo commento, lo sapete, ne sarei davvero felice.
Ringraziamenti: Dedico questo ultimo capitolo a chi ha recensito i capitoli precedenti, grazie, grazie, grazie. Le vostre recensioni hanno davvero aiutato.
Arthursheart, AmeliaRose, _Jaya, Fidia2, Aries K, Antys.
Un grazie anche a chi l’ha seguita in silenzio, spero l’abbiate apprezzata.
Caracalla92, _AlwaysWild_, None to Blame, POLL, anita92, BlueBerry95, shannara970, SARAHPOXY, marstales, DoraInPoi, darkmagic31, Chiby_Rie_chan.
Grazie a tutti.
A presto!