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Autore: SherlokidAddicted    18/02/2013    1 recensioni
“Orfanotrofio Over the rainbow... come mai questo nome?”
“Perchè questo è un rifugio... non un orfanotrofio. Qui, i bambini, è come se si trovassero in paradiso, come se fossero stati miracolati… salvati, perché sono stati lasciati soli e abbandonati…e dove si trova il paradiso?”
“Oltre l’arcobaleno!”
“Già”
Il sogno di Lisa era aiutare i bambini, ed ecco che un giorno, passando per una strada abbandonata, la vide seduta sulla panchina all’interno dell’orfanotrofio… Keira, la bambina più dolce del mondo, ma era triste, sola, senza nessuno su cui contare… a parte su Joe, colui che se ne prende cura, colui che la ama particolarmente, forse più di tutti gli altri bambini, perché Keira è speciale, è diversa, è saggia, anche se ha solo 5 anni. Lisa presto sarebbe entrata, avrebbe affiancato Joe, avrebbe aiutato le creaturine più belle di tutto il pianeta e… si sarebbe affezionata sia a Keira sia a Joe…
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Some where over the rainbow..."

13. Principessa sul ghiaccio
 

- Chiedeva di te tutti i giorni e ho capito che gli mancavi tanto, allora ho deciso di portarlo. – Disse la donna mentre vedeva Joseph giocare con quello scricciolo che ormai era suo figlio.
- Mi mancava davvero tanto. – Joe porse al piccolo uno dei tanti giocattoli e sorrise. Vederlo giocare nel luogo dove era cresciuto era come tornare indietro nel tempo. Era perfetto, insomma.
- Ci credo… - Disse la donna mentre si sedeva sul letto, ma subito vennero interrotti da Lisa che, prontamente, entrò nella stanza con un sorriso sgargiante.
- Ehi, finalmente vi ho trovati, credevo foste di sotto! – Joe corrugò la fronte, ignaro di quello che la sua ragazza stava dicendo. Poi, ripesandoci, i suoi occhi si strabuzzarono a guardarla.
- Che cosa? Tu sapevi che sarebbero arrivati e non me lo hai detto? – Chiese con una leggere punta di rabbia mentre prendeva il piccolo in braccio.
- Beh… io… -
- Oh no, Joseph. Non prendertela con lei. Le ho chiesto io se poteva non parlartene… volevo fosse una sorpresa. –
Joe guardò Sarah, poi fece un sospiro e si sedette sul letto accanto a lei.
- Va bene, avete vinto. Io sono felice comunque. – Le due donne presenti nella stanza si sorrisero a vicenda.
Dopo qualche minuto si ritrovarono in giardino con tutti gli altri bambini che correvano e giocavano con l’aquilone di Lisa. Quelle piccole pesti suscitavano in Sarah una sensazione unica. Amava i bambini ed amava Steve come fosse stato suo figlio da sempre.
- Steve come ci è finito qui? – Chiese la donna mentre camminava accanto al ragazzo. Lui mise giù il bambino e sorrise.
- Aveva una settimana. Lo trovai davanti al cancello dell’orfanotrofio. Era in un cestino di vimini, coperto solo da un panno di lana. Forse la sua vera madre non lo voleva davvero… - A Sarah le si spezzò il cuore. Non poteva credere che certa gente fosse talmente egoista anche con dei bambini… neonati per giunta.
- Che cosa terribile… -
- Già. -
- Sei stato il suo eroe allora. -
- No… io… -
- Si, lo sei stato! –
Sarah gli aveva poggiato una mano sulla spalla e gli aveva sorriso come nessuno aveva mai fatto prima. Sembrava davvero una mamma, una di quelle buone e sincere a cui potevi raccontare di tutto. Era Sarah Tomphson… la nuova famiglia di Steve.
Joe, in realtà, si pentiva di essersi comportato come un bambino quel giorno in cui lei era entrata in quell’orfanotrofio per adottarlo. Non doveva piangere per lui… si, gli mancava davvero, ma era con le persone giuste, con i genitori giusti, con la famiglia giusta… una famiglia che Joe sperava di trovare per tutte quelle piccole creature che aveva lui stesso cresciuto.
- Steve? – Furono prontamente interrotti da Keira, che appena vide quel bambino… quasi gli venne da piangere. – Steve! – Disse lasciando la mano di Tom e correndo verso di loro con un sorriso di felicità stampato in faccia. – Ma che ci fai qui? – Si sedette alla sua altezza e lo abbracciò stretto.
- Kilaaaa – Urlò il piccolo, ancora poco esperto nel saper dire bene le parole.
- Ciao fratellino! – Sarah, Lisa e Joe assistettero alla scena con gli occhi lucidi. Era bello vederli felici e di nuovo assieme. – Jj, posso giocare un po’ con lui? – Keira fece una faccia da cucciola che in vita sua non aveva mai fatto. Quel musetto faceva venire la voglia a tutti di sbaciucchiarlo.
- Ma certo, basta che state qui, così vi controllo. -
- Grazie! Andiamo Stevy –
E poi li guardarono andare via, verso lo scivolo.
Intanto i tre adulti restarono là a parlare di tante, mille cose. Sarah parlava di come, con l’aiuto del marito, riusciva benissimo ad occuparsi del nuovo arrivato. Lisa e Joe spiegavano del loro passato con Steve all’interno dell’edificio. Ma quando la donna chiese ai due di Keira e del perché di quel suo comportamento tanto strano, Joe non si fece problemi dal risponderle. Si fidava di Sarah.
- Joe, è arrivato Ed! – Il ragazzo smise di parlare a quella frase detta da Lisa. Poi si scusò e si alzò dalla panchina, raggiungendo l’uomo che era stato assalito da tutti i piccoli, affettuosi come sempre.
- Ma che bell’accoglienza! – Disse ridendo mentre cercava di passare per il vialetto senza inciampare con qualche bambino.
- Bambini, lasciatelo passare, su. – Prese a parlare Joe, che era arrivato vicino a loro. I piccoli non se lo fecero ripetere due volte e si allontanarono, tornando a giocare come prima. – Dovrebbe mettersi un’armatura quando arriva qui… le saltano completamente addosso. – Disse il ragazzo ridendo.
- Ma no, mi piace quando fanno così, sono le mie creaturine, è bello sapere che ti vogliono bene in questo modo. Lo fanno anche con te, giusto? -
- Si, ha ragione! –
Joe abbassò lo sguardo e vide che Ed teneva in mano delle buste di plastica che, a prima occhiata, sembravano davvero pesanti. – Vuole una mano? -
- Si, te ne sarei grato. –
Il giovane prese tutte le buste, meno una che Ed volle portare con sé. Entrarono nell’ufficio di Ed e poggiarono le buste sul pavimento e sulla grande scrivania in legno scuro. Joe si permise di dare un’occhiata dentro e sorrise nel vedere il contenuto. C’erano progetti per la nuova casa e diversi volantini di negozi in cui l’uomo avrebbe dovuto fare la lista nozze… e poi oggetti per la casa, e nella busta che lui custodiva severamente, c’era il suo abito nero, quello che avrebbe indossato sull’altare per aspettare la sua bellissima Connie.
- Siamo agli sgoccioli signor Smith, a quanto vedo si sta dando da fare. -
- Esatto, manca una settimana e… sono abbastanza nervoso e ansioso, ma cerco di non darlo a vedere. Ho da pensare anche all’orfanotrofio, a mandare avanti questo posto. –
Disse lanciandosi letteralmente sulla sedia per la tanta stanchezza.
- Vorrei diventare come lei quando sarò del tutto adulto. Responsabile, paziente, organizzato… è bravo in tutto. – L’uomo rise leggermente, lusingato da come Joseph stava parlando di lui.
- Ma tu hai imparato ad essere un padre modello stando qui, e ne sono fiero. – Si sorrisero a vicenda e, dopo qualche secondo di silenzio, Joe decise di andare dritto al sodo e di chiedere il permesso al suo “capo”.
- Volevo chiederle… sa, avevo pensato se magari io, Lisa e i bambini potessimo fare qualcosa assieme. -
- Cosa avevi in mente? -
- Portarli a pattinare sul ghiaccio, sono sicuro che gli piacerà. –
L’uomo parve pensarci su per qualche secondo, poi guardò la faccia ansiosa di Joe e, per tranquillizzarlo, gli sorrise.
- Mi sembra una bellissima idea, Joseph. – Quest’ultimo parve sollevato e fece un enorme sorriso di sollievo.
- Perfetto, quando può darci la disponibilità. -
- Oh, ma anche questo pomeriggio. -
- Davvero? -
- Si, ma… -
Ed si alzò dalla sedia e si avvicinò a lui, girando attorno alla scrivania e mettendogli una mano sulla spalla. – ad una condizione. -
- Che tipo di condizione? –
Chiese mentre vedeva Ed sedersi sul legno della scrivania scura.
- Per mesi e mesi ho cercato qualcuno che mi aiutasse con il matrimonio, qualcuno di cui fidarmi ciecamente. Ho chiesto ad un mio carissimo amico di farmi da testimone ma… quello mi ha voltato le spalle come se niente fosse. Eravamo molto amici prima che litigassimo seriamente in quel modo. – Ed fece una pausa per sospirare e guardò il ragazzo in faccia, ottenendo uno sguardo confuso. – Ho pensato e ripensato alle persone che mi sono state vicine e a qualcuno che mi avesse aiutato molto con le mie cose e quelle di questo istituto, ma ho capito che non mi sarebbe servito pensare, perché la persona che mi ha aiutato fin dal primo momento è stata sempre davanti ai miei occhi, proprio come lo è adesso, figliuolo. – Joe fece per dire qualcosa, ma Ed lo interruppe prontamente con un gesto della mano. – E il tipo di testimone di nozze che mi serve, uno fedele e amico come te… Ma solo se vuoi accettare. – A Joe vennero quasi le lacrime agli occhi, perché no si aspettava che Ed, il suo “capo”, lo considerasse come tale, come un vero amico di cui fidarsi ciecamente, un amico che tutti avrebbero desiderato d’avere. Era lusingato ed onorato, quindi rispose senza nemmeno pensarci un po’ su.
- Ne sarei davvero, davvero onorato signor Smith. – Ed gli prese la mano e gliela strinse forte, come avrebbe fatto con un fratello, con un figlio… perché questo era Joe per lui.
- Ti pregherei, Joseph, di chiamarmi Ed e di darmi del tu. – Il ragazzo sorrise ed annuì.
- Solo se lei mi chiama Joe. -
- Affare fatto. –
Risero per un po’, poi Joseph divenne serio.
- Ti ringrazio Ed! – Dopo qualche secondo, Joe si rese conto che Ed non sapeva una cosa di vitale importanza. – Sapevi che Steve è di sotto con Sarah? -
- Che cosa? –
Disse quello, sorpreso.
- Non li hai visti entrando? -
- No, per niente, anzi, adesso vado a salutarli, ma prima… -
Disse prendendo il cellulare. - … chiamo Connie, vogliamo venire anche noi a pattinare. – Joe rise.
- Fai pure, vado a preparare i bambini. – Ed gli fece un cenno di saluto mentre portava il telefono all’orecchio. Quella fu l’ultima immagine che Joe vide di lui prima di uscire dallo studio.
Subito dopo, raggiunse Lisa e le raccontò sia del consenso che Ed gli aveva dato per quel pomeriggio, sia della proposta per diventare suo testimone al matrimonio. Era ovvio che Lisa e fu contenta e lo abbracciò stringendolo talmente forte da soffocarlo.
Chiese anche a Sarah e a Steve se gli sarebbe piaciuto andare con loro, ed accettarono con piacere l’invito.
Si prepararono in fretta e furia, sistemando i capelli ai bambini, prendendo le giacche più pesanti per quando sarebbero arrivati, lavandoli e facendogli fare pranzo con al tavolo della mensa anche Sarah e Steve che, contenta guardava il suo neofiglio ridere di gioia alla vista di tutti quei bambini che erano stati suoi compagni di crescita, e che lo sarebbero stati ancora per sempre.
Il pomeriggio arrivò Connie, portando con sé dei regalini per ogni presente, perfino per Joe e Lisa, e portando loro una bella notizia: aveva affittato un bus a loro completa disposizione per arrivare a destinazione, evitando così l’impiccio di poterli dividere nelle macchine dei volontari e di Ed e Connie. Sarebbero partiti tutti insieme, come ad una gita scolastica.
- Ho paura! – Esclamò Keira non appena scese dal bus con la mano incollata a quella di Joe.
- Di cosa hai paura principessa? -
- Non ho mai pattinato… e se cado e mi sbuccio un ginocchio? –
Si fermò imperterrita sul marciapiede, incrociando le braccia al petto e facendo capricci per entrare. Anche Lisa si fermò ad aspettarli, proprio accanto a Joe.
- Non cadrai Keira! -
- Si invece! -
- Keira… -
- Io non entro, vi aspetto qui. –
Si mise seduta sul gradino con una faccia arrabbiata e con le braccia conserte. A Joe venne quasi da ridere, ma si trattenne perché sapeva lei fosse una bambina, erano normali dei piccoli capricci.
- Lisa, entra, cerco di convincerla. – La ragazza gli sorrise ed annuì, fece per andarsene, ma Joe la prese per il braccio e fece finire le labbra proprio su quelle di lei, baciandola a lungo ma con una dolcezza indescrivibile.
- Vi aspetto dentro. – Sussurrò dopo essersi staccata da lui, poi se ne andò. Lo sguardo di Joseph cadde su quello di Keira. Di solito, quando baciava Lisa davanti ad uno dei suoi bambini, quelli faceva una smorfia di disgusto e urlavano un sonoro “blah”. Keira non lo faceva. Anche essendo una bambina, desiderava che da grande trovasse il suo principe azzurro, proprio come Lisa aveva trovato il suo. La piccola sorrideva a quelle scene, li trovava adorabili, (e poi dobbiamo anche dire che era stata lei a formare quella coppia) ma quando Joe se ne accorgeva, lei girava lo sguardo dalla porte opposta ed arrossiva… proprio come aveva fatto in quel momento.
- Allora, principessa… vogliamo stare qui a guardare le macchine che passano? – Keira fece una risatina, poi si morse il labbro ed abbassò la testa sui gradini dell’entrata.
- Entra Jj, così ti diverti almeno un po’. -
- Io non vado da nessuna parte senza di te. –
La piccola lo guardò negli occhi. Il colore intenso di quel nocciola le fece capire perché Lisa era innamorata di lui. Quegli occhi erano talmente belli che chiunque ci sarebbe annegato. Quelli azzurri e limpidi di Keira non erano da meno. Sembrava che un piccolo pezzo di cielo fosse stato staccato dall’atmosfera solo per formare quelle due bellissime iridi.
- Ti perdi tutto il divertimento. -
- Anche tu, tesoro. E, sinceramente, senza di te non sarebbe divertente. –
Lei non disse niente, si limitò a guardare la strada portando le manine sotto il mento, mentre vedeva le macchine passare, poi poggiò la testa sul braccio di Joe, sospirando. – Vuoi sapere una cosa? -
- Che cosa? -
- Sono fiero di te! –
Lei lo guardò a lungo senza capire, cercando di interpretare quella frase.
- Che cosa ho fatto? -
- Come? Non lo sai? –
Disse Joe sorpreso. Keira scosse la testa e allora lui la prese in braccio, facendola sedere sulle sue cosce e guardandola dritta negli occhi. – Stai diventando una bambina forte, comprensiva e coraggiosa. -
- Non è vero… -
- Si, hai superato le tue paure, stai superando tutte le tue paure a piccoli passi. Sei passata dallo stare completamente sola al fare amicizia con Tom, dal dormire nel mio letto all’usufruire di quello nella cameretta degli altri… queste cose prima non lo facevi perché avevi paura, no? –
- Forse… -
- Beh, vedi adesso? Riesci a fare quasi tutto senza paura… pattinare sul ghiaccio dovrebbe essere facile come bere da un bicchier d’acqua, no? -
- E se poi cado? -
- Se cadi io ti tirerò su, principessa, avrò occhi solo per te. –
Ed in un certo senso cercò anche di farle capire che non doveva essere gelosa. Lei comprese alla grande.
- E va bene, andiamo… - Si alzò immediatamente dalle sue gambe e lo prese per un braccio, tirandolo verso l’entrata. Joe rise e si alzò. Quando entrò, vide tutti gi pronti per entrare in pista, alcuni scivolando sul ghiaccio, ma quando toccavano terra cominciavano a ridere come matti, il che tirò su la piccola.
- Aspettami qui, affitto i pattini. – Le lasciò un bacio sulla fronte e si avvicinò al ragazzo dietro il bancone. Gli disse la misura dei pattini ma, quando il tizio tornò indietro con in mano quei piccoli pattini bianchi, ci pensò su qualche secondo poi disse: - Ce li ha lilla? – L’addetto annuì e tornò indietro. Ricomparve poco dopo con un paio di pattini lilla, stupendi e perfetti per Keira.
- Quelli sono per me? -
- Esatto, come quelle per le principesse, perché tu lo sei. –
La piccola sorrise mentre il suo Jj le infilava i pattini lilla, poi mise i suoi e la accompagnò sulla pista. L’aiutò a camminare per i primi metri, poi le lasciò una mano e Keira fece tutto da sola, anche se stava incollata a lui.
- Jj, guardami, guardami! Sto pattinando, sto pattin… - La bambina perse l’equilibrio ma Joe, prontamente, la afferrò evitando che cadesse. Vedendo il suo faccino spaventato, Joe iniziò a ridere, cercando di farle capire che non era niente. Keira lo seguì a ruota, sprigionando una risata divertita mentre “Jj” l’aiutava ad alzarsi. – Voglio andare dagli altri. – Gli disse mentre guardava tutti i bambini pattinare.
- Sei sicura? -
- Sicurissima. –
Ed infine le lasciò la piccola manina. Cercò in tutti i modi di pattinare con regolazione e, ogni volta che cadeva, si rialzava ridendo come se niente fosse. La sua principessa stava crescendo.

 

Eccooooo, io ve lo avevo detto che avrei postato presto u.u
Mi sto impegnando tanto shi, almeno evito di lasciarvi mesi e mesi.
Ma invece eccomi!
Ho ricevuto una sola recensione çç
Su ragazzi, almeno con questo capitolo fatemi sapere che ne pensate.
Un bacione e a prestissimo.

 
Un bacio
 
Grazie ai preferiti
1 - Benni 
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2 - Hurricane_Dance
3 - JasMe
4 - Laura117 
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6 - Sweetlove_Yolo

Grazie ai recensori
1 - debby_92

_Josephina Jonas_ <3

  
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