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Autore: MartaJonas    18/02/2013    5 recensioni
Nessuno dei due ragazzi sapeva che era appena cominciato a piovere e due piccole gocce d’acqua erano cadute nell’oceano.
Quanto poteva essere grande l’Oceano Atlantico? Quello stesso oceano che li separava dalla terra in cui si sarebbero trovati neanche un mese dopo.
Eppure quelle gocce erano cadute vicine, e i cerchi formatosi al contatto con l’acqua agitata si stavano allargando, e si sarebbero incontrati.
A cosa portano due cerchi d’acqua che si scontrano? che si incontrano? A tanto, a poco e a tutto. Tutto ciò può portare a nulla, e a tutto nello stesso momento.
Si tratta di incontri, si tratta di scontri, si tratta di impatti.
Quanto può compromettere uno scontro, o un’incontro in una vita? Quanto due mesi possono cambiarla?E se ci fossero tanti incontri in una volta soltanto? Se il significato di “vita” venisse messo in discussione? Se tutto quello che si pensava fosse fondamentale, non assumesse più significato?E se tutto, da un momento all’altro, a causa di due gocce cadute fin troppo vicine, cambiasse?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Chapter 22

 

Cold and without feelings

 

Claire chiuse la porta a chiave, e si sedette a terra, appoggiando la schiena al muro, e cercando di non far rumore, di non far capire a tutti che avesse appena cominciato a piangere e come tutto il suo mondo le fosse caduto addosso in meno di dieci secondi. 

Quelle parole, comparse su quello schermo, continuavano a ripetersi nella sua mente, come un’ossessione. Analizzò ancora una volta ogni singolo termine, e giunse per l’ennesima volta alla stessa soluzione. Ci aveva creduto un’altra volta. Si era fidata, un’altra volta. E ormai da quella vita aveva capito che la fiducia porta soltanto delusioni, tradimenti, e lacrime. 

Joseph quando pochi minuti dopo tornò doveva aveva dapprima lasciato Claire si rese conto che lei non c’era più, era rimasto lì per terra soltanto il suo cellulare, che lui raccolse senza pensarci ulteriormente. Si guardò un attimo intorno, e vide Falala, alla quale chiese se avesse visto dove era andata Claire, la donna rispose che era nel suo studio. 

Il ragazzo abbassò la maniglia della porta, che però rimase chiusa. 

-Claire! Sei qui dentro? – chiese semplicemente dicendosi che c’era qualcosa che non andava. 

-Si – rispose cercando di non far sentire che stesse piangendo. 

-Beh, dai aprimi! C’è qualcosa che non va? – chiese non riuscendo a capire. 

-Leggi l’ultimo messaggio che ti è arrivato sul cellulare. – disse senza poter evitare che la sua voce fosse segnata dalle lacrime. 

Joseph ebbe uno strano presentimento e pregò affinché non fosse proprio quello che era successo. Quando, però, lesse il mittente del sms che gli era arrivato capì di non essersi sbagliato. 

 

Megan

Amore mio! Come stai? Ci arrivano brutte notizie dal Botswana. Dimmi soltanto che stai bene. Ti amore da morire, Joe. Ti amo, ti amo, ti amo. Non me lo perdonerei mai se ti fosse accaduto qualcosa. Scrivimi presto. Mi manchi come l’aria. La tua, Megan.

 

-Cazzo – sussurrò Joseph, così piano che neanche Claire riuscì a sentire cosa avesse detto. 

-Claire, lasciami almeno spiegare, non è come sembra! – disse il ragazzo, ora con voce più alta, alla giovane che cercava di non piangere, e si diceva che avrebbe dovuto reagire. 

-Ti prego, apri la porta e lasciami spiegare. Devo dirti come stanno davvero le cose! – ripeté ancora il moro che attaccato alla porta cercava di comunicare con Claire che non rispondeva. 

-Claire, ti prego, apri la porta. È tutto un malinteso. – disse Joseph. 

La ragazza si disse che doveva risolvere quella situazione una volta per tutte, doveva essere come era sempre stata. Fredda e senza sentimenti. Doveva reagire, come aveva sempre fatto, perché affezionarsi a degli estranei, non le faceva altro che male. Questa era l’ennesima prova di quello che aveva sempre sostenuto. 

Doveva alzarsi e guardarlo negli occhi, e parlargli, anche se in quel momento le sembrava impossibile anche soltanto respirare e far cessare quelle lacrime che scorrevano come irrefrenabili. Si asciugò quelle gocce salate e girò la chiave della porta, aprendola, e si allontanò da essa, dando le spalle al ragazzo che era appena entrato. 

-Claire – disse Joseph toccando la spalla del ragazza che si scansò subito e  si girò e lo guardò fisso negli occhi. 

-Megan è la tua ragazza, non è vero? – chiese la giovane. Joseph avrebbe potuto mentire, avrebbe potuto dire che non lo era, perché lui sapeva che non appena sarebbe tornato negli States l’avrebbe lasciata. Non l’aveva mai amata davvero. Lei era soltanto una delle tante, ma non era mai stato amore. Ora che aveva trovato l’amore, in una guerra, sapeva cosa fosse quel sentimento, e non era certo che quello che provava nei confronti di Megan, quella non era nient’altro che una flebile amicizia, e niente di più. 

Avrebbe potuto mentirle, non sarebbe cambiato nulla, ma quegli occhi, quei suoi occhi riuscivano a vedere fin nel profondo, fin nella sua anima, fino ad analizzare ogni suo minimo  dettaglio. Quasi non le sarebbe servita una risposta, tanto quegli occhi sapevano cercare e trovare la verità. 

-Sì – rispose con un nodo alla gola, che non riusciva a sciogliere. 

-Allora non c’è più nulla da capire, Joe. Hai terminato la tua spiegazione, avevo già intuito tutto da sola. Se non è scontato, la nostra relazione è giunta al termine. Sempre se il termine “relazione” per il nostro rapporto è una parola appropriata. Quindi puoi andare via tranquillamente. E, giusto per la cronaca, sei stronzo proprio come tutti gli altri. – rispose senza pensare a quello che stava dicendo, altrimenti si sarebbe ritrovata a piangere dopo la seconda parola. Soltanto dopo l’ultima affermazione i suoi occhi si fecero fin troppo lucidi. 

-Mi lasci parlare, per favore? – disse Joseph rimanendo fermo dov’era e prendendo con forza il polso della ragazza obbligandola a guardarlo negli occhi. 

-Così mi fai male. – rispose con un pizzico di acidità, divincolandosi e facendo lasciare la presa al ragazzo. 

-Non la amo, Claire – affermò il ragazzo. – Non la amo, e appena torno a Los Angeles la lascerò non appena la vedrò. 

-Possibile che voi ragazzi sappiate inventarvi sempre le stesse scuse? Non avete un briciolo di fantasia – disse alzando la voce – Per favore, vai via, Joseph. 

-Io non vado proprio da nessuna parte. – rispose il ragazzo. 

-Allora vado via io. – disse la ragazza uscendo dalla stanza. Il giovane la prese per un braccio e mentre questa le urlava contro facendo girare tutti verso la loro direzione, la riportò nello studio e questa volta chiuse la porta a chiave. 

-Riesci a stare un attimo zitta e ferma e lasciarmi parlare, come fanno le persone civili? – disse Joe come in torno di rimprovero. Claire indispettita, e a braccia incrociate si era appoggiata al muro e restava con lo sguardo basso, ed evitava gli occhi di Joseph che si era verificato difficile da cacciare via dalla sua vita

-Per prima cosa scusa per non avertelo detto, avrei dovuto. Ma il fatto è che lei non è un problema perché Megan la lascio. La lascio perché amo un’altra ragazza. Amo quella ragazza che mi ha salvato la vita, che è rimasta giorno e notte accanto a me quando tutti sembravano avermi abbandonato. Amo la ragazza che soltanto vederla mi fa felice, la amo per i suoi difetti, per i suoi pregi. Amo lei e nessun altra. Io amo te Megan, te e basta. – disse Joseph, e per un attimo anche Claire ci credette. Si disse che non era come gli altri, si disse che forse stava dicendo la realtà, ma poi la vecchia Claire ebbe il sopravvento. Quella stessa ragazza che non si fidava di niente e di nessuno, né di un amica, né di un genitore. 

-Stronzate. Se mi ami come dici, perché mi hai mentito? O meglio, perché non la lasci qui, ora, con una chiamata o un messaggio? Lasciala e ti crederò. – disse alzando la voce e tornando a guardarlo negli occhi. 

-Avevo paura che se te l’avessi detto tu ti saresti allontanata da me. – confessò. – Non sono quel tipo di ragazzo, solo una volta ho lasciato la mia ragazza con una chiamata e l’ha saputo tutto il mondo. Ho imparato le lezione – disse il moro – ma appena sarò a Los Angeles sarà la prima cosa che farò. 

-Sono stata lasciata milioni di volte con un messaggio, non sono mica morta. Fallo, e ti crederò. – lo provocò di nuovo la ragazza. Faceva così, o almeno, la vecchia Claire faceva sempre così. Metteva alla prova la fiducia di chi le stava intorno, di continuo. Come faceva, infondo, a fidarsi se ogni volta veniva delusa e tradita da tutti, anche dai suoi stessi genitori naturali? Ormai quello era diventato un sistema di autodifesa. Joseph, però, quella estate l’aveva fatta fidare, e lei l’aveva fatto, senza particolari dimostrazioni affetto, senza nulla, l’aveva fatta sentire bene, l’aveva fatta sentire amata, ma in quel momento si era accorta che era tutta una farsa, era tutta finzione, che lei non avrebbe dovuto credere a nulla. 

-No, Claire. Lo farò appena la vedrò. – disse il moro. 

-Allora non mi ami. – rispose lei. 

Sembrava una piccola bambina, antipatica e capricciosa. Era come si mostrava, era come doveva essere, per non essere se stessa, per non dar fiducia a chi le aveva nascosto la verità. 

-O forse, se fai così,  non mi ami tu … - affermò Joseph. 

Avrebbe voluto saltargli addosso, baciarlo e dirgli che non le importava nulla, che lei lo amava e che non avrebbe mai dovuto neanche pensare una cosa del genere. Ma non lo fece, rimase immobile, poi alzò le spalle. L’orgoglio sembrava avere il sopravvento su tutto.

-Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami, allora sarà davvero finita. Perché io ti amo, e se tu mi ami, la nostra storia non finirà. – disse Joseph mettendosi proprio davanti a Claire, che incrociò il suo sguardo. Aprì la bocca a poi la chiuse, per due volte. Non riuscì a emettere nessun suono. 

Joe sorrise, ma non disse nulla. 

Il ragazzo stava per pronunciare qualcosa, proprio quando un forte boato si sentì. Sembrava una bomba, un’altra bomba. Poco dopo quel silenzio, che si era venuto a formare dopo quel fragore, fu squarciato da delle grida disperate.  











Buonasera! 
Sì, avete ragione, mi sono abituata a far finire male i capitoli ahahahaha
Beh, che dire? Il prossimo capitolo sarà abbastanza determinante, e spero di poterlo scrivere al meglio. 
Questo capitolo non è il massimo, ma mi è venuto fuori senza particolari problemi. Fatemi sapere che ne pensate ok? 
E poi, beh, vogliamo parlare di Pom Poms, e di quanto sia completamente felice soltanto per questo negli ultimi giorni anche se ... speriamo bene ahahahah No, è meglio che me ne vada, avete ragione ahahaha
Un bacione grandissimo a tutte voi che mi sostenete ancora, non saprei cosa fare senza di voi! 
Davvero, grazie a tutte!
Marta <3
  
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