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Autore: Ehylastylinsooon    19/02/2013    1 recensioni
Carlotta, una diciottenne che decide di vivere la vita a modo suo lasciando la casa dei suo genitori e cercando in tutti i modi di non chiedere aiuto a nessuno a parte la sua migliore amica.
Andrew, un trentenne con sbalzi d'umore che farà impazzire Carlotta in tutti i modi possibili.
Due ragazzi che, probabilmente, hanno passato un'infanzia del tutto identica, ma che crescendo hanno maturato due caratteri del tutto incompatibili.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5
<< Ciao Marco! Tutto apposto? >> Mi avvicino al bancone della reception e sorrido.
<< C-ciao Carly! Tutto bene grazie tu? Sei arrivata a due settimane hai visto? Non stai andando male come pensavi! >> Sembra che gli luccichino gli occhi.
<< Già.. Ma sono state molto faticose, fidati! Fortunatamente una settimana non c'è stato.. speriamo continui cosi! >> Mi lascio scappare una sonora risata finchè non sento qualcuno tossire.
<< Non credi di essere già in ritardo? Ti consiglierei di camminare veloce. >> Lo guardo dal basso. Tra tutti i giorni, in cui sono stata strapuntuale, proprio oggi doveva tornare? Ma dai! Abbasso la testa e salutando a voce molto bassa Marco mi dirigo verso l'ascensore con lui dietro di me.
<< Allora.. come è andata questa settimana?Spero bene>> Dice mentre prenota l'ascensore. Potrei prendere le scale. Ma sono 6 piani. Acciderbolina.
<< Piuttosto bene.>> Non lo guardo neanche. Non so perchè, ma oggi ho più paura del solito.
<< Sai, potresti essere un pò più gentile, nessuno ti ammazzerebbe.>> Pure?
<< Lo sono già troppo. Se non fossi il mio capo, vedresti quanto in questo momento lo sono.>> Dopo un pò che ci pensa su sembra capire. Pure scemo.
<< Quindi.. Se non fossi il tuo capo probabilmente mi avveleneresti? >> Uhm, ci sei arrivato.
<< Diciamo che .. Se ci fossero trecento api e un orso e io avessi un vasetto di miele, te lo rovescerei addosso. Chiaro il concetto no? >> Finalmente l'ascensore arriva e entro. Lui sta fermo due secondi pensando e poi muove il passo entrando e pigiando sul tasto 6.
<> COSA? Lui mi chiede scusa? Sgrano gli occhi non capendo se parla sul serio o meno. L'ascensore si apre e lui esce e urla
<< Sei già in ritardo, vuoi essere licenziata? Sbrigati. Ah, puoi tornare giù? Vorrei un thè caldo>> Si rintana nel suo ufficio. Quindi mi stava prendendo in giro? Resto un attimo imbambolata e senza dire niente rientro nell'ascensore.

<< Ehi Carlotta! >> Mi giro sussultando e sentendomi una mano sulla spalla e vedo Linda tutta sorridente.
<< Ciao Li! Tutto apposto? >> Questa ragazza mi sta davvero simpatica.
<< Si fin'ora alla grande! Senti, ti va di andarci a prendere un aperitivo dopo il lavoro? Sempre se non hai da fare! >> Ci penso un attimo su. Dovevo vedermi con Jess oggi ..
<< Veramente avrei un appuntamento con una mia amica..>> Vedo il suo sorriso scomparire.
<< .. Ma se ti va puoi venire con noi! Non credo che a Jess dispiaccia, anzi. Le staresti simpatica, ci scommetto!
<< Oh, grazie mille! Sai, mi serve un pò di tempo tra ragazze. Abito con i miei tre fratelli e mio padre e sai, dopo un pò, diventa.. snervante! >> Accenna una risata e le sorrido calorosamente.
<< Perfetto! Allora ci vediamo giù alle 17.30 va bene? >>
<< Certo! Ci vediamo dopo, ti lascio ai tuoi enormi compiti! >> Sorrido e abbasso la testa. Andrew mi ha dato un casino di scartoffie da compilare. Non credevo che fare la segretaria fosse cosi snervante. Ho le mani a pezzi..
<< Carolina! >> Deve essere una ragazza nuova..
<< Carolina!! >> ma è sorda questa? Una mano piuttosto pesante si scaglia contro la mia scrivania. Alzo gli occhi impaurita.
<< Ma che..? >>
<< Sei tornata a non sentirci? Pensavo fossi migliorata sotto questo punto di vista. Sono 10 minuti che ti chiamo! >> E' idiota. Ma tanto eh!
<< Forse, ma dico forse, se mi chiamassi con il mio vero nome ti risponderei sai? Hai la memoria di un criceto, deficiente >> Ovviamente l'ultima parola la sussuro quasi. Sarò anche impavida, ma non fino a questo punto.
<< Cosa? Oh, devo aver confuso il nome. Comunque, anche se fosse - non anche se, idiota, è cosi punto! - se mi senti urlare, potresti vedere che succede! >> Mi guarda fisso negli occhi.
<< Sei propio bello sai? >>
<<.. Scusa? >> Spalanca gli occhi. Perchè? Oddio, aspetta...
<> Mi guarda. Ancora. E ancora. Per tipo un minuto. Forse due. Non lo so, dovrei cronometrare il tempo. Ma son sicura che per quanto tempo fosse, sarei potuta andare a prendermi un caffè al bar di fronte.
<< Per caso sei caduta questa mattina? >> Mi guarda con espressione preoccupata. Mi tocca la fronte e mi sento improvvisamente accaldata. Gli scaccio la mano prima di svenire.
<< Cosa? Perchè me lo chiedi? >>
<< Perchè dici cose senza senso. Sono in perfetta forma. Sono perfetto. >>  Fa un sorriso largo.. Oh, concordo..
<< Si lo sei. >> Fa per parlare ma lo blocco.
<< Tranne forse per una cosa. Hai il cervello di un pesce rosso. >>
<< Disse la ragazza che senza neanche accorgersene mi disse che sono proprio bello e che in questo momento mi sta stringendo la mano >> Lo guardo senza capire. Quale mano scusa?
<< Davvero non te ne sei accorta, Carlotta? La tua mano. >> Abbassa lo sguardo sulla sua mano.
<< E' sopra la mia, da cinque minuti. >> Non mi riesco a muovere. Lo guardo togliere la mia mano da sopra la sua che improvvisamente, come per mancanza di calore, diventa fredda. No, rimettila la! E' quello il suo posto, fidati.
<< Comunque, tornando alle cose serie.. Devo andare a Barcellona questo fine settimana, ho dei problemi con un altra azienda farmaceutica. >> Ok.
<< E scusa.. a me, cosa interessa? >>
<< Sei un pò troppo sfacciata sai? Comunque, devi venire con me. Ti sei dimenticata forse, che sei la mia segretaria? Partiamo venerdì alle 7.30 di sera. Fatti trovare sotto casa tua a quell'ora, passeremo a prenderti. Ciao sbadata. >> Mi sorride. E' proprio bello. Cioè, non bello. BELLO BELLO! Se solo non fosse per quella cosa che lui chiama cervello...


<< Quindi, in poche parole, ti sei fatta una figura di merda >> Grazie Jess. Fortuna che sei la mia migliore amica. Pensa se fossimo nemiche, come saresti gentile.
<< Sai.. A volte, ma solo ogni tanto eh .. potresti usare che ne so.. Tatto!?!? >> Mi stravacco sulla sedia come un animale. Lo so che non dovrei. Siamo in un bar del centro piuttosto affolato. Ma sono stanca!
<< Dai Jessica, è già abbastanza già di morale.. Oddio pensa se la prossima volta gli dici che te lo vuoi portare a letto! Non me la potrei perdere! >> Ok Linda.. ok. Ti ho detto di venire per solidarietà. Questa tu come la chiami?
<< Grazie, di sicuro questa cosa non me la toglierò dalla testa adesso. Dopo domani partiamo. Dobbiamo andare a Barcellona per un non-so-che con una non-so-quale azienda. >> Respiro buttando l'aria fuori. Sono stanchissima.
<< Uhm.. davvero? Interessante.. >> Guardo Linda dal basso con la testa poggiata sul tavolino non capendo a cosa si riferisse. Aggrotto le sopraciglia facendogli segno con la mano di andare avanti.
<< Oh niente, tranquilla. Stavo solo pensando .. >> Continua a pensare per altri cinque minuti, ma sono troppo stanca per chiedergli spiegazioni al riguardo.
<< Bhe ragazze, io vado a casa! Sono stanca morta. Vi dispiace? >>
<< ma certo che no, tranquilla, va pure. Io resto ancora un pò con Linda! >> Sorrido a Jess e l'abbraccio. Avevo ragione, le sta simpatica. Abbraccio anche Linda e lascio i soldi sul tavolo e mi giro per uscire dal locale.

Seriamente parlando, ho bisogno di shopping. E' da due ore e mezza che sono davanti alla valigia non sapendo cosa metterci. So che sono solo due giorni, ma vorrei essere presentabile. Magari mi invita a cena fuori. Certo Car, certo. Stufa, prendo dei vestiti a casaccio e li butto nella valigia. Domani a quest ora saremo già sul treno. Si, treno. Il signorino ha paura di spendere troppo. Quindi dobbiamo farci circa 8-9 ore di treno. CON LUI. Ok, ne sono felice certo.. però sarà anche stressante. Chi sa chi ci sarà con noi. Speravo in Linda, ma non viene. Magari siamo solo io e lui. Magari ci daranno una camera matrimoniale. Magari staremo sempre appiccicati. Magari, Carlotta, se mangi meno zuccheri è meglio. Chiudo la valigia, vado a farmi la doccia e mi metto a guardare un pò di tv.
BIP. Guardo l'ora. Le 22.17
Sarà Andrew che mi confessa il suo amore. Sicuro.
Prendo il telefono e leggo e quasi mi strozzo con la saliva leggendo il messaggio.

Da : Nuovo numero
Ora : 22.17
Ci hanno cambiato l'orario del treno. Si parte alle 06.25 di domani mattina. Spero per te, che alle 6.00 sia già fuori dal tuo portone.
Cordialmente, Andrew

Adesso, il punto è : Faccio finta di dormire? Rispondo? Oh mamma. Oddio e se dormivo veramente? Questo non ci sta col cervello. Mandare uno stupido messaggio.

Da: Carlotta
Ora : 22.23
Sei fortunato che io sia sveglia, idiota.
Se dormivo, ti saresti dovuto prendere gli appunti da solo.
Ti prometto che alle 5.59 sarò giù dal portone.
Mostrandoti il dito più lungo, Carlotta.

Devo impostare la sveglia. Assolutamente. La imposto alle 5.05 e mi metto nel letto.
Senza neanche rendermene conto, mi addormento.
Sapete quando fate quei sogni in cui c'è un citofono che suona? Bene, io ne sto facendo uno proprio adesso. E' uno dei sogni più fastidiosi. Uh, ha smesso. Aspetta, ha ricominciato. Però ora è come se bussassero alla porta. E qualcuno urla il mio nome. Più volte. Più volte. Ancora altre volte.
UN ATTIMO. Scatto in piedi e mi giro verso l'orologio. Oh porco struzzo! Sono le 6.09 e io sono ancora nel letto. Mi metto a correre verso la porta e la spalanco trovandomi praticamente addosso un Andrew che si era appiccicato alla porta per sentire probabilmente, se fossi sveglia. Ha il naso a due dita dal mio. Gli occhi nei miei. Le labbra a un soffio dalle mie. Le mani poggiate su uno dei miei seni. Le ga.. Aspetta. Gli levo quasi con i denti la mano dal mio seno e lo faccio scivolare giù dal mio corpo. Lui mi guarda. In assoluto silenzio.
Guardo il telefono. Non ha suonato. Perchè non ha suonato? Con rammarico noto che prima di andare a dormire, sopra pensiero probabilmente, avevo messo il silenzioso. Genio.
<< Scusa io.. scusa davvero. Avevo messo la sveglia ma..>> Mi guarda e si decide ad aprire bocca.
<< Ti vuoi vestire o vuoi partire con il pigiama con le rane disegnate sopra? E pettinati, sembri un Baobab. >> Mi guarda dall'alto e mi giro verso lo smecchio notando i miei capelli gonfissimi. Questo perchè ieri sono andata a letto con i capelli bagnati. Mi sfugge uno starnuto.
<< La gentilezza è un optional ok, ma potresti provarci. >> Abbasso gli occhi.
<< Su Carlotta, vatti a preparare. Hai quindici minuti, ti aspetto qua. >> Come non detto. Lo guardo. Mi sorride. Un bel sorriso. Mi giro e vado in bagno facendomi la doccia in 27 secondi. Mi preparo in frettissima. Lavo i denti, pettino i capelli e li lego a una coda alta. Mi vesto con le cose che avevo lasciato per il viaggio. Prendo lo spazzolino e le ultime cose in bagno da portare e esco mettendole in valigia. Prendo il giubbottino e gli faccio segno di uscire. Per ultima prendo la valigia e con le chiavi in mano esco anche io chiudendo a doppia mandata la porta. Tiro la valigia contro di me e lo guardo fisso negli occhi.
<< Che c'è? >>
<< Dovresti dirmi : Dai Carlotta, dai a me. La porto io! >> Mi guarda alzando un sopraciglio.
<< Ehm.. No. Andiamo dai. >> Sbuffo e lo supero scendendo per le scale e andando a cercare qualcun altro che parta con noi.
<< E gli altri? >> Gli chiedo non appena mi si avvicina.
<< Quali altri? >>
<< Gli altri. >> Lo guardo con fare ovvio.
<< Carlotta, non ho mai detto che ci fosse qualcun altro. Su, è quella la macchina. Monta su. E dammi la valigia. Se la metti dentro mi sporchi la macchina >> Finezza...
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Ciao a tutti! :)
Per chiunque legge questa storia : So che faccio dei capitoli corti, mi dispiace! E' solo che ho paura di allungarmi troppo...... Vedrò di rimediare, promesso!
Mi farebbe piacere se recensite, anche in negativo. Almeno so cosa pensa la gente di questa storia...
Vabè, vi lascio. Un bacio a tutti :)

  
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