Questa storia parla di un
professore, sposato, che si ritrova a lavorare con una sua ex alunna…ma non un’alunna qualsiasi. Una ragazza innamorata a
cui ha frantumato il sogno d’amore di una relazione a causa di un vincolo
coniugale molto forte. Che dire….leggete e commentate^^
Nevrosi
d’amore
C’è chi si chiede cosa sia la morte. Domanda strana non ti
pare?
Pensi che qualcuno sarebbe capace di rispondere?
Io credo proprio di no…
Eppure se potessi la chiamerei adesso, quella
carnefice. Quella falce che miete persone su persone
e le accumula in cataste informi e putride.
Dio come bruci…sei fuoco sulla
mia pelle, fuoco vivo, lingue rosse che mangiano la mia carne, strappano
brandelli di pelle e li masticano senza sosta, senza pietà.
Ma cos’è la pietà?! Tu lo sai?
Che domande…no che non lo sai…o non
vuoi saperlo.
Mi torturi, mi trucidi e non te
ne rendi conto. Non capisci che lo fai ogni secondo in cui i miei occhi si
posano su te, maledetto diavolo con le ali candide. Con quegli occhi innocenti,
eppure così sicuri.
Profonda e torbida la mia passione mi travolge,
mi annega…
Anche adesso che bevi quel caffè.
Tu non sai…
A volte è bene non sapere…altre, invece,
il beneficio del dubbio rischia di condurci alla pazzia, soffocarci col
suo dolce fetore. Ti amo, ti odio, ti voglio, ti bramo…mio
peccato, mia vita, mia perdizione.
Lussuria. Lussuria allo stato puro,
gocce limpide e rosse che colano tra le pieghe di membra desiderose.
Rischi di farmi impazzire così sai?! Ma, dopotutto, a
te che importa?! Tu che sorridi ai
colleghi…tu che pensavo di non rivedere più. Ed
invece.
Il destino, subdolo e sadico…si diverte a vedermi
spasimare nel baratro profondo della morbosità.
Un guizzo e la tua lingua va ad
accarezzare le tue labbra, togli il residuo amaro e marrone rimasto sul tuo
velluto invitante. Sipario aperto su un teatro troppo caro da
pagare…che tanti desiderano e pochi posson
permettersi. Oh musa, oh dea ammettimi al tuo
cospetto, permettimi di godere del tuo spettacolo anche solo per un ora e poi
mi accascerò inerme sui gradini della tua indifferenza, esanime e appagato
spiritualmente.
Un passo e ondeggia il tuo seno…battito che accelera, battito che si ferma, battito irregolare.
Mi rovini il cuore demone alato.
Scavi fossati nella mia carne di uomo
coi tuoi artigli angelici.
E sgorga il sangue…e cola, cola mormorando col suo corso parole strozzate in gola. Pugni che battono sul vetro della mente avidi di fracassarlo. Di rompere con lui il timore che sale e stringe il collo, che porta
ad un lento e inesorabile decadimento razionale.
Nevrosi.
Esiste un farmaco per guarirmi?
Quali intrugli d’erbe mescoli nel
tuo calderone, strega tentatrice?! Non mi fido di te, dei tuoi occhi penetranti
che splendono come l’aurora boreale. Ti avessi tra le
mani, in un luogo senza spazio, senza tempo, morderei le tue labbra fino a
lacerarle e berrei del tuo sangue per poter dire di averti assaggiata.
Se morirò per amore non importa,
leggerai sul mio epitaffio:
“Morte lo colse sul divin seno
di colei che lo ammaliò”
E sia. Voglio morire.
Spirare adesso prima che sia troppo tardi, prima di
vederti di nuovo che mi volti le spalle, a me, uomo stanco, a me, bambino
irresponsabile, a me che mi merito la morte più di
chiunque altro.
Mi sorridi…
Leggi i miei pensieri fata nera…t’insinui
nella mia mente…
E cos’è quello? Un ghigno di
soddisfazione?
Sorridi…di nuovo una coltellata in pieno petto e le
coronarie che si otturano, pulsano le tempie e l’aria che fatica ad entrare
nella bocca eppur così aperta.
Sfoglio il libro e piccole impronte sulle pagine
ingiallite testimoniano la reazione che provochi in me. Sudore freddo.
Alzo gli occhi, la stanza vuota.
Porta chiusa e tu che bevi il caffé…
Mi rode il desiderio mentre nella
mia mente ti divoro le labbra ardentemente, mangiando pezzi del tuo corpo
adagiato sul legno freddo di questo tavolo, una mano a coprire gli affannosi
sospiri che si levano dalle tue labbra.
Ti legherei per le ali, per non farti più volare.
Ti riprenderei con la cinepresa del mio cuore, per
rivivere in eterno questi attimi di paradiso. Ti
terrei con me se solo ti avessi…
Se solo potessi tenerti tra le braccia e stringerti al mio
corpo per fonderci assieme in un’unica realtà, quella realtà effimera che bramo
più di ogni altra cosa.
Pazzo, pazzo isterico…no, pazzo
d’amore.
Conduce alla pazzia il tuo pensiero sai?!
Tortura la consapevolezza di un amore sbagliato, impossibile nel realizzare il
suo corso.
Ci ho sperato…che il tuo volto non riapparisse più, per
non fare di nuovo gli errori del passato.
Ma tu non hai dimenticato…
Ferita nel cuore, continui a sanguinare e non permetti a
nessuno di curarti, di lenire il tuo dolore con garze d’affetto. La vendetta è
un piatto che va gustato freddo ed io ti sto dando tutto ciò che ti serve per
divorarmi pezzo dopo pezzo…lo leggi il mio dolore, vedi la
mia frustrazione e continui.
Ma come biasimarti?!
Ho sbagliato e non ci sarà una nuova occasione…dovevo solo non innamorarmi di te quel dannatissimo giorno
di dieci anni fa…
Note dell’autrice (mi
piace troppo scriverloXD): la qui presente storia
nella mia mente bacata è ambientata in una scuola, se
per caso non si fosse capito, e il narratore, non è pazzo veramenteXD
è solo tormentato dai sensi di colpa e dai rimorsi.
Mione14
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