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Autore: Aries Pevensie    19/02/2013    2 recensioni
Un uragano stava distruggendo il castello di sabbia che aveva costruito, stava sbriciolando ogni sua certezza. Stava malmenando senza ritegno il povero cuore ammaccato di Jamie per portarlo in un luogo sicuro. Lo stava portando tra le mani di Niall.
-Sarò sempre qui per te, Jamie!- mormorò a pochi millimetri dalla bocca della ragazza, che sorrise leggermente e fece scontrare il naso con quello di Niall.
-Grazie uragano!- sussurrò. Niall si scostò e la guardò negli occhi.
Si fissarono per qualche secondo, per poi tornare a baciarsi dolcemente e con più consapevolezza che quello sarebbe stato il loro amore definitivo. Vero. Indistruttibile.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Mich, che mi ha commissionato questa
OS mezzo secolo fa e che io mi sono degnata
di pubblicare solo ora!
Grazie che hai portato pazienza,
aspettando che la pubblicassi completa.
E grazie che porti sempre pazienza con me.
Ti Voglio Bene, Piccola!!
Spero ti piaccia, Poop!

Hello Hurricane!  

 

Jamie sbuffò sonoramente, lanciando uno sguardo carico di rimprovero e amarezza verso Waliyha, la sua migliore amica. Poi guardò di sottecchi il ragazzo con cui era stata costretta ad uscire. Roteò gli occhi: era da tutta la sera che quel tipo se ne stava sulle sue e cincischiava con il suo telefono da figlio di papà e non la degnava di uno sguardo, neanche fossero usciti insieme. Doveva essere un appuntamento a quattro, ma si stava risolvendo come una barbosissima serata. Incrociò le braccia al petto e sbuffò di nuovo. Era ormai diventata l’unica cosa da fare.
Phil e Waliyha chiacchieravano amabilmente e Jamie si trovò a pensare all’utilità della sua partecipazione.
Evidentemente anche Harry pensava la stessa cosa, perché improvvisamente si stiracchiò emettendo versi strozzati. Ogni tentativo di conversazione era fallito miseramente dopo un paio di scambi.
Jamie osservò con discrezione il ragazzo: aveva gli occhi verdi; il viso era incorniciato da una chioma di ricci castani e un sorriso ammiccante, che moriva in due tenere fossette. Lacrime di coccodrillo. Quelle fossette erano pure e autentiche lacrime di coccodrillo.
Storse la bocca in un’espressione contrariata. Non poteva negare che fosse un gran bel ragazzo, ma non era decisamente il suo ideale. Si complimentò con se stessa per aver trovato qualcosa a cui pensare: il ragazzo ideale. Cominciò a mordersi l’interno della guancia, lo sguardo fisso davanti a sé e completamente assente. Non aveva un vero e proprio ideale, ma si sentiva attratta dai ragazzi con i capelli scuri, non sopportava i capelli biondi. Poi trovava alquanto sottovalutati gli occhi castani. Secondo lei erano molto più espressivi di quelli azzurri o verdi. Certo, fisicamente Harry non aveva niente da invidiare agli altri, ma Jamie non si sentiva “ispirata”. Troppo costruito, troppo curato. Non amava la perfezione, proprio perché conosceva i suoi limiti: i suoi capelli castano chiaro non attiravano e i suoi occhi di un colore indefinito tra il verde oliva e il marrone non erano niente di speciale; non era alta, ma non era nemmeno troppo bassa, magra il giusto; non vestiva alla moda e non aveva atteggiamenti espliciti o degni di attenzione. Era la classica ragazza di periferia, brava a scuola, con poche fedeli amiche. Non poteva biasimare il povero Harry, venuto da Londra per trovare un amico e costretto a partecipare a quella farsa. D’altronde nemmeno lei aveva mai sentito il bisogno di avere un ragazzo e nessuno si interessava a lei per primo.
E così anche Harry Styles, che tirò fuori dalla tasca il suo costosissimo cellulare e digitò l’ennesimo sms. Jamie sbuffò. Sembrava una caffettiera.
“A Zayn: Aiuto!”, scrisse velocemente Harry, poi ripose l’apparecchio nella tasca dei jeans, fece schioccare la lingua contro il palato e si guardò intorno. Zayn era nell’altra stanza, avrebbe dovuto metterci davvero poco a rispondere. Sbuffò e guardò Phil, l’infame che lo aveva trascinato lì, scambiarsi baci intensi e ridacchiare con Waliyha, la sorella del suo amico Zayn.
Incrociò lo sguardo annoiato di Jamie e stiracchiò un sorriso, alzando le sopracciglia.
Dal piano di sopra comparve Zayn e Waliyha si staccò velocemente dalle labbra languide di Phil ed entrambi si ricomposero.
-Hazza! Devo farti sentire un pezzo a cui sto lavorando!- disse il nuovo arrivando, strizzando l’occhio al riccio, a cui si illuminarono gli occhi e si alzò dal divano.
Jamie guardò prima Zayn, poi Harry ed infine Waliyha.
-E mi lasciate qui?!- squittì. Raggiunse Harry ed insieme seguirono Zayn fino alla camera da letto. Solo in quel momento Jamie si rese conto di quello che aveva fatto: non conosceva Zayn né tantomeno Harry, ma si era comunque infilata in camera con loro due.
 
-Secondo me qui dovresti variare gli accordi…- si intromise la ragazza timidamente. Zayn la guardò un minimo diffidente e le passò la chitarra, scettico. Era una ragazza, cosa poteva saperne lei di musica?! Le ragazze possono scrivere solo canzoni sdolcinate e malinconiche.
Era passata ormai un’ora da quando erano saliti in camera e Jamie si era stancata di sentire sempre la stessa melodia strimpellata malamente.
Controllò che lo strumento fosse accordato, intrappolò il plettro tra le labbra e lesse attentamente la possa degli accordi, cominciando a prendere confidenza con il testo, la velocità e le corde.
Zayn si sedette a gambe incrociate accanto a lei sul tappeto e osservò ammirato i gesti fluidi delle sue dita esili sulle corde.
Era una ragazza diversa dalle altre: aveva i capelli castani, mossi, raccolti alla bene e meglio in una crocchia frettolosa e i suoi occhi non lasciavano trasparire nessuna emozione che non fosse positiva e coinvolgente. E più la guardava, più aveva voglia di parlare con lei. Era sicuro al cento per cento che da quelle labbra così sottili e rosee uscisse una risata dolce, una voce cristallina e calmante. E Zayn aveva proprio bisogno di una ragazza che lo facesse sentire in pace. Era l’ideale per lui.
Harry gli diede un calcio e il moro si voltò. L’altro fece spallucce e indicò Jamie con un cenno del capo: stava correggendo lo spartito.
-Hai trovato gli accordi giusti?- disse con voce roca. Aveva cercato di essere scontroso, stava mettendo mano al suo pezzo. Invece il suo tono era dolce e riconoscente. Jamie lo guardò. Era la seconda volta che lo sentiva parlare e non si era ancora abituata al quel suono così caldo e seducente. I brividi che le percorsero la schiena la fecero irrigidire.
-Sì…- mormorò, schiarendosi poi la voce. Zayn le rivolse un sorriso che la fece arrossire immediatamente. Come prima, mise il plettro tra le labbra e cominciò a sfiorare le corde. Il ragazzo avvicinò il foglio e cominciò a cantare, impegnandosi a seguire la nuova melodia.
Harry li osservava ammirato, pigramente sdraiato sul comodo letto.
Quando la canzone terminò, il riccio si lasciò sfuggire un applauso. Zayn si mordicchiò il labbro inferiore, abbassò la testa e guardò Jamie. Lei arrossì e gli sorrise appena.
-Hai ragione…così è molto più bella!- ammise. Jamie annuì, incatenando lo sguardo a quello del ragazzo che stava a pochi centimetri da lei.
-Io vado a casa…-, appoggiò la chitarra sul tappeto e si alzò, sistemandosi il vestito blu cobalto.
Zayn guardò Harry e si alzò a sua volta.
-Ti accompagno alla porta!-.
Jamie annuì debolmente e si avviò verso la porta.
-Ciao Harry! È stato un piacere…uscire con te!- mentì. Il riccio la salutò con la mano.
-Anche per me! Buona notte, Jamie!-.
I due scesero al piano inferiore evitando di sbirciare cosa stessero facendo Waliyha e Phil.
-Riesci a farmi sapere quando arrivi a casa?-, le aprì la porta.
-Forse tramite Wali…ma non so quanto sia affidabile!-, Jamie si fermò sulla soglia.
Zayn annuì, pensandoci su. In effetti sua sorella in quel momento non poteva essere un tramite efficiente. Non era nemmeno sicuro che si fosse accorta della partenza di Jamie.
-Dammi il tuo numero, fra poco ti chiamo e mi dici dove sei!-, gli sembrava un piano geniale. Almeno avrebbe avuto il numero di quella ragazza. Tirò fuori il cellulare. Jamie annuì e gli dettò il numero di cellulare, sperando che lui non notasse il rossore che sicuramente le scaldava le gote.
-Perfetto, allora ci sentiamo dopo!-, le sorrise il moro, amichevole, e aspettò sulla porta che lei si incamminasse verso casa.
Rientrò in casa non appena la ragazza sparì dalla sua vista, si richiuse la porta alle spalle e tornò al piano superiore, dove Harry lo aspettava ancora sdraiato sul letto.
Ti sei annoiato così tanto con lei?- domandò, sedendosi ai piedi del letto. Diede una pacca sul ginocchio dell’amico e lo guardò con un mezzo sorriso sulle labbra.
-Direi di sì…- ammise Harry –Io avrei anche fatto qualcosa per divertirci, ma non sembrava dello stesso parere!-, scrollò le spalle e cominciò a giocherellare con la cerniera della felpa.
-Io sono stato benissimo, invece!-.
Harry sbuffò e gli diede un leggero calcio.
-Ci credo! Ti ha sistemato tutto il pezzo!- scherzò.
-Non è per quello, Harry! Io…io ho voglia di chiamarla!-, si nascose il volto tra le mani. Sentì Harry soffocare una risata e alzarsi dal materasso.
-Allora chiamala! Io vado a casa!-, senza lasciarlo rispondere uscì dalla stanza. Harry era un tipo strano, ma tutti i suoi amici gli volevano un gran bene.
Zayn sospirò e fissò la parete di fronte a lui. Prese il cellulare dalla tasca e senza riflettere cercò il numero. Appena tre squilli e lei rispose.
-Sì?- chiese. Zayn automaticamente sorrise.
-Sono Zayn…- disse, cercando di mantenersi lucido e di non far trapelare nessuna emozione.
-Sono uscita da meno di cinque minuti! Non sono nemmeno in fondo alla strada!-, ridacchiò.
-Stai ferma lì, non ti muovere! Ti raggiungo e ti accompagno!-.
 
Quando la vide in lontananza, accelerò il passo.
-Grande idea, Malik! Mi sto cagando addosso dalla paura!- lo apostrofò lei. Zayn scrollò il capo.
-Allora fammi strada!-.
Lungo il tragitto le parole uscirono da sole e le conversazioni spaziarono tra la musica, l’estate, il futuro. Poi ad un tratto la ragazza si bloccò sul posto.
-Che c’è?- chiese Zayn allarmato. Jamie scoppiò a ridere fragorosamente e tutto intorno a loro riecheggiò quel suono acuto e cristallino. Indicò il vialetto alla loro sinistra.
-Io abito qui!-. Anche Zayn rise, evidentemente imbarazzato ma alquanto sollevato.
-Senti Jey…-, si guardò intorno. Non sapeva nemmeno se poteva chiamarla così, in fondo si conoscevano da poche ore, ma non notando nessuna reazione contrariata, proseguì.
-Domenica sera c’è un concerto di acustica…pensavo che, essendo iniziate le vacanze estive, potremmo andarci insieme!-, la osservò titubante. Jamie ci pensò su: non c’era niente di male ad uscire con lui, ma lo conosceva da talmente poco tempo che non poteva ancora dire se fosse un ragazzo a posto oppure un coglione.
-Certo, perché no?!- rispose allegra. Le probabilità che fosse un coglione erano alte, in effetti, ma aveva deciso di rischiare. Non aveva niente da perdere!
Zayn sussultò, sinceramente colto di sorpresa.
-Il mio numero ce l’hai, fammi sapere!- continuò la ragazza. Lui era incapace di dire qualsiasi cosa, quindi si limitò ad annuire. La ragazza gli sorrise e gli posò un bacio sulla guancia, a tradimento, scappando poi in casa.
Si chiuse la porta alle spalle e si passò una mano tra i capelli. Okay, forse aveva esagerato, ma con Zayn si trovava davvero bene e aveva seguito il cuore, senza pensarci troppo.
Zayn, ancora imbambolato, fece un mezzo giro su se stesso e si incamminò verso casa. Non se lo aspettava, davvero. Aveva immaginato qualsiasi tipo di reazione, nei pochi secondi che precedettero la risposta, dal no secco allo schiaffo in pieno volto, ad un po’ più discreto “scusa ho da fare”. Ma mai si sarebbe sognato di vederla rispondere con tanto entusiasmo, dandogli pure un bacio.
In fondo fino a quella sera lui e Jamie non si erano mai calcolati. Lui aveva sentito la sua voce attraverso le pareti della sua stanza, che confinava con quella di Waliyha, ma non si sarebbe mai e poi mai accorto di lei, se sua sorella non avesse organizzato quella specie di cena a quattro.
Doveva assolutamente ringraziarla!
Forse, però, sarebbe stato meglio aspettare per i ringraziamenti.
Settembre era lontano, ma una persona non sarebbe stata assolutamente felice del suo comportamento. Doveva contenersi, non doveva farsi vedere troppo in giro con Jamie. Se fosse successo qualcosa di sbagliato, se fosse stato scoperto, avrebbe ferito due persone. Così, invece, ne avrebbe ferita una sola. Doveva mantenere il controllo della situazione e non farsi assolutamente fregare.
Si sentì un perfetto stronzo, ma non voleva rinunciare a nessuno.
 
La domenica arrivò in fretta e Jamie era relativamente tranquilla. Doveva solo andare ad un concerto di acustica con Zayn Malik. Poteva sopravvivere!
Fece un respiro profondo e si guardò un’ultima volta allo specchio. Si sistemò per l’ennesima volta i capelli, improvvisamente troppo lunghi, poi troppo corti, poi troppo lisci ed infine troppo crespi. Sbuffò e decise di lasciarli stare, si passò il rossetto rosso sulle labbra dischiuse. Okay, poteva andare.
Avevano appuntamento davanti alla cattedrale di Bradford e lei era, ovviamente, in ritardo. Le donne devono sempre farsi attendere. Specialmente quando non è stato specificato il genere di appuntamento. Cosa doveva aspettarsi da quella serata con Zayn? Poteva permettersi di farsi dei voli di immaginazione o sarebbe stato meglio tenere i piedi per terra?
Quando lo vide, seduto sulle scale della chiesa, sorrise tra sé e accelerò il passo.
-Finalmente! Cominciavo a preoccuparmi!- l’accolse il ragazzo. Jamie scrollò le spalle.
-Lo sai che c’è il quarto d’ora accademico!-, sorrise. Zayn d’istinto ricambiò e le fece cenno con il capo. Si incamminarono insieme, fianco a fianco, percorrendo in silenzio il breve tragitto.
Non appena entrarono nel locale, Zayn cominciò a guardarsi intorno in continuazione, a intervalli regolari di venti secondi. Era quasi certo di non conoscere nessuno lì dentro, ma non sapeva in quanti conoscessero lui. Aveva lo stomaco in subbuglio e non era convinto che fosse la presenza di Jamie a renderlo così instabile.
-Chi cerchi?-, Jamie si avvicinò a lui e gli sfiorò una spalla con le dita. Zayn sussultò.
-Nessuno!- rispose, ma il suo tono di voce uscì storpiato dalla consapevolezza che nemmeno lei se la fosse bevuta. Jamie annuì poco convinta.
-Se lo dici tu…-, scrollò le spalle e tornò a rivolgere lo sguardo verso il piccolo palco allestito in fondo al locale. Zayn la prese per mano e la guidò fino a due posti liberi, un po’ appartati rispetto al centro della sala.
Il concerto non era niente di particolare, ma per Jamie quella era una serata perfetta. Ovviamente era infastidita dal fatto che Zayn avesse passato più tempo a guardarsi in giro, piuttosto che a guardare il palco.
-Zayn, sicuro, sicuro che vada tutto bene?-, gli appoggiò una mano sul ginocchio, attirando l’attenzione del ragazzo, che fissò prima Jamie, poi la mano. Lei lo prese per un invito a toglierla e così fece, ma Zayn la fermò e la fece tornare a contatto con la propria gamba.
-Va tutto benissimo e tu sei perfetta!-, le sorrise dolcemente e Jamie arrossì.
Il concerto non durò ancora a lungo e non appena terminò l’ultimo brano, Zayn condusse Jamie all’esterno tenendola per mano.
Nel buio della strada risuonavano solo i loro passi. Zayn stava accompagnando Jamie a casa e le loro mani non si erano ancora divise.
-Sono stata davvero bene, stasera…- cominciò la ragazza, rallentando in vista di casa.
-Potremmo ripetere!- rispose lui con trasporto. Si fermarono e Jamie lasciò la mano calda e rassicurante di Zayn. Annuì debolmente.
-Buona notte!-, gli posò un bacio all’angolo delle labbra e si allontanò.
Zayn si accese una sigaretta e la osservò entrare in casa, poi si allontanò.
I sensi di colpa lo attanagliarono all’istante e a nulla servì la seconda sigaretta, fumata con furia. Si sentiva sporco, sapeva di essere tremendamente in torto, di comportarsi da emerito stronzo.
Il fatto era che Jamie era perfetta e lo rispecchiava in tutto e per tutto e gli era bastato uno sguardo per capirlo. Era la ragazza che aveva sempre desiderato, ma non l’avrebbe mai avuta. Non la voleva. Non poteva stare con lei.
Era uno strazio averla lì, a portata di mano, ma non sentire il bisogno di fare sul serio. Era angosciante pensare a quanto poco sarebbe bastato per farla veramente sua, per sempre magari, ma non avere la voglia e la motivazione per fare quel passo. Quell’unico passo.
C’era tempo, era solo il primo weekend di vacanza e fino a settembre avrebbe avuto tempo per giocare con il cuore di Jamie.
Di fatto, Zayn e Jamie uscirono due o tre volte a settimana per tutta la durata della pausa estiva, solo loro due da soli. Zayn, però, continuava a non fare sul serio e a nascondersi. Sceglieva zone poco frequentate, quartieri loschi e ambigui, attraversavano mezza città solo per mangiare un hamburger.
E Jamie in fondo stava bene, era felice. Certo, non capiva assolutamente il comportamento di Zayn, che in privato era dolce e sembrava voler stare con lei, mentre in pubblico lasciava la sua mano e camminava distante da lei. Non lo capiva, ma le andava bene così.
 
Poi, però, il 31 agosto piombò sulla tranquilla e umida Bradford e nessuno poté cambiare le cose.
Zayn, quella mattina, si alzò dal letto con un terribile groppo sullo stomaco.
Avrebbe passato l’intera giornata con Jamie, avrebbero pranzato fuori, trovato qualcosa di divertente da fare nel pomeriggio, poi l’avrebbe riaccompagnata a casa, salutata come tutte le altre volte, un abbraccio e un bacio sulla guancia, e se ne sarebbe tornato a casa.
Poi non l’avrebbe più rivista.
Arrivò a casa di Jamie e suonò il campanello. La ragazza corse ad aprire e lo accolse con un sorriso spontaneo. Zayn si maledisse profondamente per quello che stava per fare. Quello che stava per fare a quel sorriso, a quegli occhi, a quelle labbra.
-Sei pronta?- le chiese. Lei annuì con vigore, prese la borsa ed uscì.
Camminarono in silenzio fino al parco più piccolo e intimo della città. Jamie adorava quel posto. Zayn si sdraiò e lei fece lo stesso, appoggiando la guancia al petto del ragazzo, che sussultò leggermente. Stava complicando tutto. Ancora una volta Jamie stava complicando tutto.
-Cosa ti va di fare?- le domandò. Voleva accontentare ogni sua richiesta. Voleva farla felice, vederla sorridere un’ultima volta. Sorridere con lei.
-Stiamo qui! Mi piace tantissimo prendere il fresco del parco!- borbottò lei. Zayn alzò la testa e abbassò lo sguardo su di lei: teneva gli occhi chiusi e si lasciava accarezzare dalla leggera brezza di fine estate, che le scompigliava i capelli e sollevava il suo profumo così dolce. Le posò un bacio sui capelli e lei  si sollevò, si appoggiò su un gomito e fissò il ragazzo.
-In realtà…- cominciò lei. Zayn si alzò di scatto e la intrappolò tra il prato e il suo corpo.
-Dicevi?-, avvicinò il viso a quello della ragazza. Voleva baciarla, ma qualcosa glielo impediva. La coscienza forse. Oppure il buon senso.
-E secondo te adesso me lo ricordo?!- squittì lei, presa in contropiede dalla mossa del ragazzo. Zayn rise piano e le accarezzò la testa con un movimento lento e tenero.
Era sbagliato. Era la cosa più sbagliata da fare. Lasciarsi coinvolgere era stato sbagliato.
Lei avrebbe sofferto il triplo, ma nemmeno lui sarebbe stato meglio.
Però ora lei era lì, sotto di lui, poteva sentire un suo profumo e il suo respiro caldo sulla faccia. Era così dannatamente vicina e le sue labbra erano incredibilmente più belle del solito.
Zayn si maledisse mentalmente e la baciò. La baciò con trasporto, come scoprì aver voluto da sempre, e lei ricambiò.
Non si separarono nemmeno un attimo, nemmeno per respirare, come se l’aria non servisse.
Poi però il cellulare di Zayn annunciò l’arrivo di un messaggio. Lui interruppe il bacio e lesse il nuovo sms. Un brivido ghiacciato gli percorse la spina dorsale.
“Da domani sono tutta tua. Ti voglio. -P”
Cancellò il messaggio e rimise il telefono in tasca. Tornò a guardare Jamie, che faceva di tutto per non incrociare il suo sguardo. Zayn le posò due dita sotto il mento e incastrò i loro occhi. Erano una cosa sola, nemmeno l’imbarazzo avrebbe potuto farli allontanare, quel pomeriggio.
Si sorrisero titubanti e tornarono a baciarsi teneramente, come due innamorati.
Il resto della giornata trascorse così, tra chiacchiere, passeggiate mano nella mano e teneri baci innocenti.
Poi, però, il momento di separarsi piombò su di loro e Zayn avvertì il cuore sgonfiarsi come un palloncino forato. Si sentiva già vuoto, inutile, traditore e stronzo.
-Jamie…-, si fermarono davanti a casa di lei, -E’ stata la più bella e incredibile estate della mia vita! Ma è ora di tornare con i piedi per terra.-
Jamie lo guardò accigliata, allungò una mano e gli accarezzò la guancia. Cosa stava dicendo?
-Dove vuoi arrivare, Zayn?-, gli sollevò il mento, -Cosa c’è che non va?-.
-Noi non possiamo stare insieme.- mormorò lui con decisione. Jamie fece un passo indietro e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. Era uno scherzo di cattivo gusto.
-Sei uno stronzo.- soffiò irata. Zayn si avvicinò velocemente e le diede un leggero bacio, come a rimangiarsi quello che aveva appena detto.
-Non è per te, credimi! Tu sei perfetta, Jamie!-, le accarezzò le spalle dolcemente.
-Ah, giusto! Io sono perfetta, ma è comunque necessario prendermi per il culo per tre mesi! La verità è che sei uno stronzo! Speravi forse di riuscire nel tuo intento prima?! Spera che ci cascassi al primo sorriso? Hai sbagliato persona.- berciò.
In men che non si dica, si trovò le labbra di Zayn premute con passione sulle sue. Non ebbe assolutamente la forza di sottrarsi a quel tormento. Per quanto fosse indignata e ferita, non riuscì a resistere e gli allacciò le braccia al collo, ricambiando il bacio.
Zayn la faceva stare bene anche mentre la feriva. Come in quel momento.
-Ciao, Zayn…- gli sussurrò a pochi centimetri dal viso.
Il moro la guardò rientrare, poi si passò una mano tra i capelli.
Aveva fatto un casino dei suoi e non aveva più tempo per recuperare.
Se ne tornò a casa con le mani in tasca e la testa bassa, come se quello ferito fosse lui.
Jamie avrebbe sofferto tantissimo, ne era certo.
Ed era tutta colpa sua.
 
La piccola Milù entrò nella stanza miagolando, saltò sul letto e si accoccolò sul cuscino di Jamie. Lei si stiracchiò e guardò la sveglia.
Quel giorno si sarebbe recata a Londra per conoscere il ragazzo con cui condivideva l’appartamento. Si chiamava Liam e aveva due anni in più di lei.
Non sentiva Zayn da tre giorni e pativa tremendamente la sua mancanza. Per questo aveva deciso di concentrarsi al meglio sulla nuova avventura che sarebbe iniziata la settimana successiva: il college.
Salì sul treno, si sedette in un posto libero e infilò le cuffie nelle orecchie. La musica riusciva ancora a distrarla quel tanto che bastava a non farle pensare a Zayn. Appoggiò la testa al finestrino e osservò il paesaggio di Bradford svanire progressivamente. Sospirò. Non vedeva davvero l’ora di andarsene da quel posto. Lontana 328 chilometri da casa, dalle persone di sempre, da Zayn.
Dopo nemmeno due ore di viaggio, Jamie si trovò nella gigantesca e caotica Londra. Aveva appuntamento con Liam alla caffetteria della stazione, così si sistemò la borsa in spalla e si inoltrò nella folla. Si sentiva già a suo agio, nonostante le evidenti differenze con Bradford.
Probabilmente era in arrivo un convoglio della metropolitana, perché Jamie si trovò pressata dalla gente che scendeva nel sottopasso. Cercò di sgusciare fuori per proseguire per la sua strada, ma i suoi piedi non toccavano per terra. Si guardò attorno allarmata, in cerca di un appiglio qualsiasi, ma prima che potesse aggrapparsi al corrimano, un ragazzo la prese per un polso e la trascinò fuori dalla calca.
-Grazie! Me la sono vista brutta!- esalò. Il ragazzo rise sinceramente.
-Sei Jamie, vero?-, solo in quel momento la ragazza alzò lo sguardo.
-Liam!-.
La foto che lui aveva messo sull’annuncio in internet era fedele, fortunatamente, e per questo non le risultò difficile riconoscerlo.
-Ti va un caffè?- propose lui. Jamie annuì ed insieme si avviarono all’uscita della stazione.
-Allora, è il tuo promo anno, vero?- chiese Liam. Stavano passeggiando per il parco di fronte alla stazione. Jamie strinse il bicchiere del cappuccino caldo e annusò l’aria: Londra aveva un odore tutto suo, completamente diverso dall’atmosfera chiusa e opprimente di Bradford.
-Sì, esatto!-, si voltò ad osservare bene Liam per la prima volta: era alto, con i capelli rasati, lo sguardo sicuro e un sorriso dolce. Carino.
Ma non era Zayn.
-Io invece sono al terzo…- disse quasi sovrappensiero –Ti va di vedere l’appartamento?-, si fermò sul posto. Jamie fece altri due passi, poi si accorse di essere rimasta sola e tornò indietro.
-E’ molto lontano?-, fece una smorfia che fece ridere il ragazzo.
-A tre fermate di metro!-, bevve un sorso di caffè e aspettò la risposta di Jamie.
-Va bene!-, le sue labbra si piegarono in un sorriso spontaneo.
L’appartamento non era niente di particolare, per questo le piaceva da impazzire. Era al secondo piano di una palazzina relativamente nuova, aveva due camere da letto, un bagno e una zona giorno con angolo cottura. Era un rifugio accogliente, luminoso e rassicurante.
-Non è un gran che, però è vivibile!- disse Liam, con una scrollata di spalle. Jamie era senza parole e continuava a girare su se stessa con gli occhi sgranati e lucidi. Era la prima volta che andava a vivere da sola e non vedeva l’ora.
-E il college dov’è?-, non era sicura di voler sapere la risposta. Liam aveva l’aria di essere uno che avrebbe potuto attraversare Londra a piedi.
-Devi prendere la stessa linea di metro che abbiamo preso dalla stazione e scendere a cinque fermate dalla nostra. Appena esci dal sottopasso, ti trovi in una piazzetta e non puoi sbagliarti!- spiegò tranquillo. La ragazza lo guardò sorridente e annuì. Poteva riuscirci.
-Posso farcela!- esclamò sicura e Liam non poté fare a meno di ridere.
-A che ora hai il treno?- domandò, tornando improvvisamente serio.
-Fra tre quarti d’ora…- rispose Jamie, buttando un occhio all’orologio a parete. Lui annuì e prese le chiavi dallo svuota tasche sul tavolino accanto alla porta.
-Allora andiamo!-.
 
Il treno per Bradford era già sui binari.
-Allora ci vediamo questo weekend, Jamie! Il mio numero ce l’hai, per qualsiasi cosa chiamami!- disse Liam, per poi stringerla in un leggero abbraccio fraterno e innocente.
-Non vai a casa per il weekend?- si incuriosì.
-No, devo sistemare la casa e un paio di cose per il college!-, si guardò intorno. Jamie annuì e prese il biglietto dal portafoglio.
-A venerdì, Liam!-, lo salutò anche con la mano e salì sul vagone.
Quando il treno si fermò nella stazione di Bradford, Jamie scese e sbuffò.
Sarebbe ripartita la sera stessa per Londra. La sentiva più casa di casa sua.
Attraversando il centro a piedi con un fresco gelato in mano, Jamie si fermò a guardare le vetrine.
-Jamie…- mormorò qualcuno alle sue spalle. La ragazza si voltò e il gelato le cadde di mano.
Zayn.
-Ciao, Jamie…- ripeté lui imbarazzato. Lo sguardo indignato della bruna serpeggiò nella sua direzione, poi si soffermò sulla bionda che lo accompagnava. Si sistemò meglio la borsa in spalla e rimase in silenzio.
-Zayn, io entro in questo negozio!- trillò euforica –Mi aspetti qui?-.
Lui annuì e la ragazza gli scoccò un sonoro bacio stampo.
Jamie sentì dentro al petto un assordante rumore di cocci. La bionda li lasciò soli e Zayn sospirò.
-Come stai, Jey?-, sorrise appena. Jamie sussultò e le lacrime le offuscarono la vista. Scrollò il capo con forza e si incamminò furiosamente verso una direzione a caso.
-Jamie, aspetta!-, Zayn non ci mise molto a raggiungerla. La afferrò per un gomito. Lei chiuse gli occhi e fece un respiro lento e profondo.
-Jey, possiamo parlarne?- domandò titubante. Lei si voltò e lo fulminò con lo sguardo, per quanto le lacrime le impedissero di vederlo nitidamente. Strinse i pugni e con un gesto secco si liberò dalla morsa di Zayn.
-Parlare di cosa? Di come sono stata il tuo divertimento estivo? Di come mi hai usato solo per riempire il momentaneo buco lasciato da quella spaventa passeri?- soffiò irata. Zayn abbassò il capo con aria palesemente colpevole.
-Io ho provato a resisterti, ma non ci sono riuscito!- spiegò. Jamie gli rise in faccia, amaramente.
-Sei uno stronzo, Zayn! E non sai inventare scuse!-, scrollò la testa sconsolata. Voleva ripagarlo con la stessa dolorosa moneta.
Fece un piccolo passo avanti, gli prese il viso tra le mani e lo baciò teneramente. Un leggero bacio casto, che si limitò a solleticargli le labbra.
Quando tornò a guardarlo, si stupì che le lacrime fossero sparite del tutto.
-Fa più male così, vero?-, si sforzò di sorridere, -Ci vediamo in giro, Zayn!-, si allontanò e improvvisamente si trovò a piangere in silenzio, con un sorriso amaro sulle labbra.
Ora l’aspettava una nuova vita. E poteva sceglierla lei.
Zayn rimase imbambolato lì, ancora la sensazione di quel bacio fatto di sofferenza, rabbia e rancore.
Onestamente, si aspettava una reazione diversa, ma più conosceva Jamie, meno la capiva.
E più la trovava perfetta.
-Zayn, amore, che succede?-, Perrie si avvicinò al moro, che le fasciò prepotentemente i fianchi con le braccia e la baciò con passione furiosa. Voleva dimenticare il sapore dolce di Jamie e la sensazione lasciata da quel tocco morbido e gentile. Perrie era decisamente quella giusta per il suo intento. Non avrebbe inseguito Jamie, non ne aveva bisogno. L’avrebbe tranquillamente rimpiazzata con Perrie, sarebbe stato bene lo stesso.
 
Jamie sbuffò e scostò le coperte. Era la terza settimana di college e non si era ancora abituata ai ritmi forsennati dello studente: studio fino a notte fonda e sveglia alle prime luci del giorno.
-‘giorno…- muggì in direzione di Liam, intento a fare la sua sana colazione.
-Oggi sembri più stanca del solito!- disse lui, perfettamente sveglio.
Sulla metropolitana, la ragazza trovò stranamente un posto libero. Appoggiò la testa all’indietro e socchiuse gli occhi.
Quando sentì chiamare il nome della fermata prima della sua, si preparò a scendere.
Facendosi largo tra la folla, urtò un ragazzo particolarmente forte e si voltò.
-Scusa!- esclamò. Rimase ipnotizzata dal colore puro e cristallino degli occhi del ragazzo che le stava cordialmente sorridendo. Il loro sguardo rimase incatenato fino a che la metropolitana non ripartì con un sibilo e un rumore metallico assordante.
Jamie rimase profondamente turbata da quei due occhi azzurri, tanto da non riuscire a togliersi dalla testa il viso di quel ragazzo per l’intera mattinata al college.
 
Niall uscì dal sottopasso e prese fuori il suo IPhone bianco.
“L’ho finalmente trovata! Ho trovato la mia principessa! Sono tre settimane circa che la vedo in metro e oggi si è accorta di me!”, inviò il messaggio al suo migliore amico e si incamminò con un sorriso smagliante verso il negozio di musica in cui lavorava.
Da quel giorno Niall si sarebbe alzato dal letto con un animo nuovo, di buon umore e con tanta voglia di andare al lavoro. O meglio, di tornare sulla metropolitana.
-Parlaci, Niall!- disse Harry, appoggiò i gomiti sul bancone del negozio.
-Sì, certo! E cosa le dico? “Wey hey, sei stata scelta per essere la mia principessa!”- soffiò ironico il biondo e si accasciò sullo sgabello alla cassa.
-Antipatico…- mugugnò Harry fingendosi offeso. Louis ripose un cd sullo scaffale e si avvicinò.
-Potresti chiederle l’ora! O un fazzoletto!- propose. Niall sbuffò.
-E’ il metodo più vecchio del mondo!- si lamentò con tono sconsolato.
-Non lo sai che i metodi vecchi funzionano sempre?!-, Harry lo guardò divertito, -Dai, Nialler! Tira fuori gli artigli!- lo incoraggiò. l’altro annuì con decisione.
-Domani dovrebbe arrivare Zayn da Bradford!- esclamò Louis, guardando lo schermo del suo cellulare di ultima generazione. Harry annuì.
-Siamo a cena da Liam, vero?- domandò Niall.
-Una riunione di famiglia!- esclamo Harry alzando le braccia al cielo.
 
Jamie non immaginava minimante di sentire le farfalle allo stomaco scendendo in metropolitana. Non sapeva se sperare di rivedere quel ragazzo oppure no. Voleva rincontrarlo perché quegli occhi l’aveva turbata. Ma allo stesso tempo non voleva, perché sapeva che sarebbe arrossita senza motivo. E Jamie odiava arrossire. La faceva sentire stupida.
Quando il convoglio si fermò sibilando, Jamie trattenne il fiato. Salì e si guardò intorno in cerca di un posto libero.
E lì lo vide.
Aveva la testa china sul lettore musicale, i gomiti appoggiati sulle ginocchia. Di fianco a lui il sedile era occupato da una sportina di plastica di un negozio di cd.
In quel momento il ragazzo smise di guardare l’apparecchio e alzò la testa, gli occhi chiusi e le labbra leggermente aperte, perfette. Jamie si ricordò di essere ancora in apnea e tossì leggermente, attirando così la sua attenzione. Niall la fissò sorpreso. Guardò alla sua sinistra e spostò la sportina. Jamie sorrise cogliendo l’invito a sedersi e si accomodò in silenzio, sicura di essere arrossita.
-Grazie…- mormorò gentilmente con voce impacciata. Niall soffiò un sorriso e annuì togliendosi le cuffie. Doveva parlarle. Era la sua occasione.
-Vai al college?- chiese, indicando i libri che lei teneva sulle gambe. Jamie sussultò: aveva una voce calda e dolce e un accento strano. E soprattutto non se lo aspettava minimamente.
-Sì! Sono al primo anno…-, si guardò le mani, imbarazzata.
-Quanto ti invidio! Io non avevo voglia di studiare e sono andato a lavorare! Quanto darei per tornare indietro!-, ridacchiò. Gli veniva naturale chiacchierare con lei.
Jamie lo guardò stupita. Davvero stava parlando con lei?
-Dove lavori?- domandò con un sorriso spontaneo.
-In un negozio di musica…-, scrollò le spalle. La ragazza accennò all’ipod che Niall teneva in mano.
-Cosa ascolti?-. Il biondo seguì il suo sguardo.
-Un po’ di tutto! Sono sempre a contatto con musica nuova e vecchia! Tu invece?-, la guardò.
-Nessuno ascolta la mia stessa musica!-, sospirò fingendosi avvilita. Niall rise appena.
-Prova!-.
Parlare con lei era la cosa più facile dell’universo. E la cosa più bella.
-Musica folk, irlandese e…- cominciò, ma Niall la interruppe.
-Musica irlandese?!- ripeté sorridendo. Jamie annuì sommessamente.
-E’ una cosa indescrivibile! Quando l’ascolto mi sento in pace con il mondo! È davvero geniale!- spiegò animatamente. Niall la osservava: mentre gesticolava, mentre parlava veloce, mentre sgranava gli occhi, mentre si passava la mano tra i capelli castani, la trovava perfetta.
E adesso lei gli stava sventolando la mano davanti agli occhi. Si era incantato e non aveva ascoltato assolutamente niente di quello che lei aveva detto, troppo preso com’era dalla sua bellezza.
-Scusa, mi ero incantato!-, si grattò la nuca. Jamie scoppiò a ridere e abbandonò la testa all’indietro.
-Io sono irlandese…- sussurrò lui. Jamie si bloccò all’istante e lo guardò a bocca aperta, paralizzata.
-Che figura di merda!-, arrossì e si nascose il viso tra le mani. Aveva straparlato per due minuti buoni di musica irlandese come se ne fosse un’esperta. Peccato che il suo interlocutore fosse proprio un irlandese.
-Non ti preoccupare! Non stavo ascoltando!- ammise lui candidamente. Jamie lo guardò accigliata e allargò leggermente le braccia.
-Che figura di merda!- pigolò il biondo posandosi una mano sulla faccia.
Jamie rise come mai aveva fatto da quando aveva rotto con Zayn. Niall si unì istintivamente al coro.
I passeggeri li guardavano divertiti e inteneriti, altri erano infastiditi dal chiasso. Poi Jamie si bloccò.
-Comunque io mi chiamo Jamie…-, gli porse una mano, che lui strinse, cercando di trattenere altre risate.
-Niall…-, le sorrise apertamente e Jamie distolse lo sguardo da quegli occhi ipnotici.
Le porte della metropolitana si spalancarono e il vagone si svuotò quasi completamente. E questo insospettì la ragazza e non poco.
-A che fermata siamo?-, cercò di guardare fuori dai finestrini.
-Dovremmo essere in stazione…- rispose Niall candidamente.
-In stazione?!-, Jamie scattò in piedi, poi si lasciò cadere sul sedile. Si passò le mani nei capelli e sbuffò.
-Dovevo scendere tre fermate fa…- mugugnò. Niall si sistemò meglio sul sedile e tossì leggermente.
-Lo so…io due!-, le rivolse un sorriso smagliante.
-Sai a che fermata scendo?- chiese intontita. Lui scrollò il capo.
-Non prendermi per pazzo, ma sono tre settimane che voglio parlarti…-.
Jamie arrossì violentemente, mentre il treno ripartiva con un fischio glaciale.
-Adesso sono quattro…- si lagnò Jamie.
Dopo qualche minuto di silenzio, la ragazza si voltò con tutto il corpo verso Niall, incrociò le gambe e gli sorrise.
-Com’è l’Irlanda?-.
Niall sorrise apertamente sgranando gli occhi celesti.
-Tu come la immagini?- ribatté divertito. Lei ci pensò su.
-Verde, incontaminata, libera, fredda e ubriaca!- disse convinta.
-L’Irlanda è verde, incontaminata, libera, fredda e ubriaca! È come nelle canzoni: se la vedi non la dimentichi più!-, il suo tono malinconico intenerì Jamie, che gli accarezzò un ginocchio.
-Ti manca?- sussurrò. Niall si schiarì la voce e deglutì il magone.
-Tantissimo! Ma mi consolo con il pub che c’è il centro!-, sul suo viso ricomparve il sorriso mozzafiato di sempre.
-Non ci sono mai stata! Ci porterò il mio coinquilino!- trillò lei esaltata.
Jamie si sentiva felice con quello sconosciuto. Era un ragazzo simpatico, gentile, dolce e carino. Ma soprattutto, era irlandese.
-Dove sei stata tutto questo tempo?-.
Jamie sgranò gli occhi.
-C…come?- balbettò. Niall non si rese conto di aver pensato a voce alta.
-Io…-, doveva rimediare, -Ti ho aspettata per anni!-, e non lo stava facendo nel modo giusto, -Ti va di uscire con me?-, fregato.
La ragazza arrossì vistosamente colta di sorpresa.
-Niall…- annaspò e lo guardò scioccata: teneva lo sguardo fisso davanti a sé, immobile.
-Ti sei incantato di nuovo?-, gli sventolò una mano davanti al naso. Lui scrollò il capo e la guardò.
-Cosa?-, arrossì. Jamie ridacchiò nervosa. Forse si era immaginata tutto.
-Mi hai chiesto di uscire con te!- spiegò lei. Niall sussultò. Di nuovo. L’aveva fatto di nuovo: aveva dato voce ai suoi pensieri senza accorgersene.
-Io? Davvero? Oh…scusami! Non volevo essere indiscreto!- balbettò.
-Chi hai aspettato per anni?- continuò Jamie, accantonando la timidezza.
Niall abbassò la testa e la voltò leggermente in modo da poterla guardare.
-La mia principessa…-, sospirò. Jamie sgranò gli occhi leggermente. Non se lo aspettava da uno sconosciuto, per quanto fosse un bellissimo ragazzo. Non poteva dirgli di aver pensato la stessa cosa.
-Siamo arrivati al capolinea.- mormorò Jamie. Niall annuì e si alzò.
-Prendiamo il treno che sta arrivando, vieni!-, le fece cenno con la testa e Jamie lo seguì sulla banchina.
Il viaggio verso la fermata di Niall durò poco e a Jamie uscirono le parole da sole. Non c’era imbarazzo, timidezza o riservatezza.
-Ci vediamo domani su questo stesso vagone!-, sorrise. Niall si guardò intorno, pronto a scendere.
-Numero sette!- esclamò allegro. La ragazza annuì.
-Ciao Niall! A domani!-.
Lui la salutò con la mano e scese dalla metropolitana, per poi voltarsi e incatenare lo sguardo a quello di Jamie, fino al momento in cui il convoglio decise che era abbastanza.
 
Il giorno seguente Jamie si svegliò un’ora prima del solito, decisa a preparare la colazione.
Quando Liam entrò in cucina, tutto era pronto.
-Jey! Sei già sveglia?!-, si sedette al suo solito posto. La ragazza gli appoggiò davanti alla faccia un piatto con sopra tre pancake.
-Dolci pancakes per il mio dolce coinquilino!- trillò allegra. Liam la guardò male.
-Stai bene, Jamie?- si insospettì. Lei scoppiò a ridere e lo abbracciò da dietro.
-Mai stata meglio, davvero!- assentì. Si stacco e prese due bottiglie dallo scaffale.
-Caramello o cioccolato?-.
 
Niall salì sul vagone numero sette e occupò due posti. Jamie sarebbe salita alla fermata successiva e lui si sentiva emozionato come un bambino alla vigilia di Natale. Aveva una gran voglia di vederla e parlare con lei anche se solo per cinque fermate. Stava pensando che avrebbe potuto anche accompagnarla al college e poi raggiungere a piedi il negozio, quando qualcuno occupò il posto che Niall stava tenendo per Jamie. Alzò lo sguardo pronto a dire qualcosa, ma rimase senza parole di fronte al sorriso rassicurante della ragazza.
-Buongiorno, Niall!- esclamò tranquillamente. Il biondo sorrise e si sentì avvampare: ancora non riusciva a credere di aver istaurato con lei un rapporto diverso dai semplici giochi di sguardi. Si schiarì la voce.
-Ciao, Jamie!- balbettò –Come stai?-, si schiarì di nuovo la voce.
-Bene, tu? Sembri molto stanco!-, lo guardò con le sopracciglia aggrottate, segno di preoccupazione. Niall si grattò la nuca.
-Non ho dormito molto bene, in effetti!- confessò.
Cominciarono a parlare del più e del meno. Jamie si sentiva a proprio agio con Niall, la faceva stare bene e la sua vicinanza esercitava su di lei una forza calmante, che cancellava qualsiasi preoccupazione, tristezza, problema. Niall inibiva completamente la paura di innamorarsi.
A sua volta il ragazzo non riusciva a non stare con lei, a rinunciare alla sua risata. Aveva bisogno di lei e si sentiva un egoista: lui era dipendente da lei per puro egoismo; era lui che la trovava fondamentale; lei era sua; nessuno doveva sentirsi come lui al suo fianco.
-Io devo scendere!-, Jamie gli scoccò un veloce bacio sulla guancia e si alzò.
-Ci vediamo alle quattro!- continuò. Niall annuì, inebetito e imbambolato per quell’innocuo e spontaneo gesto di Jamie.
-A dopo…- mugugnò rosso in volto. La guardò scendere e si salutarono con la mano, poi il treno partì e con lui anche i pensieri.
 
Jamie rientrò in casa canticchiando un motivetto allegro e vivace. La giornata di lezione era passata in fretta e purtroppo anche il viaggio in treno verso casa. Ma era stato niente in confronto al tempo passato a pensare a Niall.
-Liam! Sono a casa!- gridò quasi volesse farsi sentire anche dai vicini, chiudendosi la porta alle spalle. Il ragazzo si affacciò dalla sua camera da letto.
-Com’è andata la giornata?-, si avvicinò e le baciò la testa.
-Benissimo!-, Jamie cercò di sembrare spensierata e tranquilla, come se nulla fosse.
-Fatto buon viaggio in metro?-, le fece l’occhiolino. Lei non riuscì a non sorridere e sentì caldo al viso. Annuì sommessamente, mordendosi il labbro inferiore.
-Devo fare una telefonata veloce, poi mi racconti tutto!-, Liam tornò in camera sua.
Jamie appoggiò le sue cose sul tavolo da pranzo, aprendo poi il frigorifero alla ricerca di cibo.
Liam, nell’altra stanza, prese il cellulare e compose il numero di un amico.
-Horan! Allora stasera venite a cena qui?-.
-Sì! Passiamo a prendere Zayn e le pizze e poi arriviamo!-.
-Potete prendere una pizza per la mia coinquilina? Oggi è di buon umore!-, il tono di voce di Liam era dolce ed esprimeva tutto l’affetto che provava nei confronti della ragazza.
-Certo!- rispose subito Niall. Nessuno conosceva la coinquilina di Liam, se ne stava in camera sua a studiare, sapevano solo che non era di Londra e che frequentava lo stesso college di Liam, però era al primo anno.
-Va bene, a dopo allora!-, riattaccò e tornò nella zona giorno, dove Jamie stava preparando un panino. Le scoccò un secondo bacio sulla tempia.
-Vengono i miei amici con la pizza, stasera!-. Jamie annuì.
-Io dovrei studiare…- borbottò. Liam riempì un bicchiere di latte e cominciò a sorseggiarlo.
-Secondo me studi troppo, Jey! Rilassati e divertiti! Sei al college, non in carcere!-, si sedette sul divano e accese la televisione. Liam era l’opposto della ragazza: non studiava mai.
 
Jamie chiuse di colpo il libro e sbuffò, lasciandosi andare sul letto.
Sentì suonare il campanello. Gli amici di Liam. I rumorosi amici di Liam.
Si alzò dal letto per cambiare libro. Anche quel giorno ci aveva messo più del dovuto a studiare. E il problema, da un paio di giorni a questa parte, era sempre lo stesso.
Niall.
Non faceva altro che pensare a lui, al vagone numero sette, ai suoi occhi così schifosamente azzurri, a quel sorriso sempre sincero e spontaneo. Ma soprattutto, non riusciva a non pensare alla sua risata contagiosa e benefica. Ogni giorno si innamorava di quel suono, sempre di più, fino a sentirne la mancanza.
-Jey, c’è la pizza!- le disse Liam dall’altra parte della porta, facendola così sussultare.
-Arrivo!-, sospirò. Si ripromise di prendere la sua pizza, ringraziare e tornare a studiare: non poteva permettersi passi falsi a scuola o i suoi genitori l’avrebbero costretta a tornare a Bradford. E lei non voleva assolutamente tornare in quella soffocante città dove tutti sapevano tutto. Dove c’era Zayn.
Il vociare che proveniva dall’altra stanza le fece rimpiangere di aver accettato la proposta di Liam; anche se più che accettare una proposta, aveva abbassato il capo ad un’imposizione.
Prese il bicchiere che poco prima conteneva il suo amato succo di mela, si sistemò la sciarpa al collo ed uscì, noncurante di quello che indossava: aveva un paio di vecchie pantacalze nere sgualcite e bucate, calzetti a righe, una felpa grigia logora e informe e una pesante sciarpa di lana. Si richiuse la porta alle spalle e percorse il corto corridoio in direzione delle voci.
Poi, quando fece il suo ingresso, il silenzio si impadronì dell’aria e tutto avvenne in poco tempo.
Il bicchiere le sfuggì di mano e andò a frantumarsi sul pavimento.
Guardò Liam allarmata, poi rivolse di nuovo lo sguardo davanti a sé. Si era trasferita a Londra per non doverlo rivedere più e invece eccoli lì, faccia a faccia.
Le si spezzò il respiro e il cuore cominciò a battere a ritmi frenetici. Pensava di svenire.
-Jey…-, Zayn si avvicinò a lei di un passo, -Tu vivi qui?!- chiese stupito.
Jamie distolse lo sguardo dai suoi occhi falsi e lo puntò in quelli accigliati e tremendamente azzurri di Niall.
Deglutì sonoramente e sentì le ginocchia molli e lo stomaco contorcersi. Voleva vomitare.
-Jamie!- esclamò Niall, felice di vederla, ma altrettanto confuso.
-Tu cosa ci fai qui?!-, Jamie additò Zayn, -Mi sono trasferita a Londra per non avere niente a che fare con te! E poi ti ritrovo qui a distruggere tutto quello che mi sono creata!- gridò la ragazza, ormai fuori di sé dalla collera.
Lo sguardo di Niall indugiava su Zayn, per poi soffermarsi attentamente su Jamie, tornando poi velocemente a Zayn. Stava impazzendo.
-Che succede, ragazzi?- domandò Liam, ignaro della conoscenza tra Jamie e Zayn.
-Succede che lui è uno stronzo di merda! Mi ha presa per il culo per tre mesi e poi mi ha piantata lì quando è tornata la sua bambola di cera!- spiegò la ragazza con tono piccato.
Zayn abbassò il capo e strinse gli occhi.
-Perrie mi ha lasciato il giorno dopo…- mormorò. Jamie rise sguaiatamente.
-Sai quanto me ne frega?! Dovevi rimanere a Bradford! Dovevi sparire dalla mia vita!-, le lacrime le offuscarono la vista. Si voltò appena verso Niall e accennò ad un sorriso, che uscì tirato e stanco.
-Ciao, Niall…-, girò i tacchi e tornò in camera da letto, sbattendo la porta ed emettendo un urlo feroce e pieno di dolore.
Zayn sbuffò e si lasciò cadere sul divano, i gomiti appoggiati alle ginocchia e la testa tra le mani.
Liam sospirò e cominciò a pulire i cocci del bicchiere di Jamie.
-Che casino…- sussurrò. Niall si inginocchiò e lo aiutò a raccogliere il vetro in frantumi. Teneva gli occhi bassi, le labbra strette e tirate e aveva il respiro affannato dall’enorme groppo in gola.
-E’ lei la tua principessa?- gli chiese Liam, senza però alzare lo sguardo.
-Sì.- rispose piano il biondo.
-Allora cosa aspetti ad andare di là?-, si guardarono negli occhi per istanti lunghissimi.
-Chiedi a Louis la pizza di Jamie. La sua camera è la seconda porta a destra.-.
Niall annuì e si alzò. Louis, che ovviamente aveva sentito tutto, gli porse la scatola e dei tovagliolini.
Prima di imboccare il corridoio, Niall si voltò verso Zayn, che stava parlottando con Harry. Si scambiarono uno sguardo tristemente fiducioso.
Zayn gli stava affidando il duro compito di ricostruirle il cuore.
Jamie sentì bussare alla porta e tirò su con il naso.
-Avanti…- mormorò. Era certa che Liam sarebbe andato a vedere come stava.
Invece non fu Liam a fare capolino, ma Niall.
-Ciao…-, le sorrise dolcemente richiudendo la porta. Jamie si asciugò gli occhi e le guance e gli fece posto sul letto. Lui si sedette subito.
-Ti ho portato la pizza…- disse Niall, appoggiando la scatola sul comodino e strofinandosi le mani sulle ginocchia, imbarazzato e nervoso.
-Grazie…in effetti ho una gran fame!-, aprì la pizza, ne prese uno spicchio e lo porse al ragazzo. Mangiarono in silenzio, poi Jamie si schiarì la voce.
-Scusa…non volevo assistessi ad una scenata simile…-, abbassò la testa e respirò a fondo. Lui le accarezzò dolcemente i capelli.
-Va meglio ora?-, con due dita esercitò una leggera pressione sotto il mento sottile della ragazza, che immediatamente si perse in quelle iridi di cristallo. S’, stava decisamente meglio.
-Sì, grazie!-, arrossì leggermente ed appoggiò la testa sulla spalla di Niall, così da non dover sostenere ancora quello sguardo magnetico. Lui le circondò delicatamente le spalle con un braccio e la strinse un po’ a sé.
Era la prima volta che instauravano quel tipo di contatto, in fondo si conoscevano solo da due giorni, ma entrambi convivevano con la sensazione di conoscersi da sempre.
Di amarsi da sempre.
-Non dovresti tornare di là?- mormorò Jamie, stanca e oppressa da tutto quel silenzio. Niall scrollò il capo e meccanicamente strinse l’abbraccio.
-Per stasera è meglio se resto qui…sempre se per te non è un problema! Cioè, se vuoi me ne vado!-, sorrise e attese in silenzio, torturandosi le labbra con i denti.
-No, resta qui, per favore!- si affrettò a dire, avvampando altrettanto velocemente.
Lui rise piano e Jamie si sentì invasa da quella vibrazione così sensuale e terapeutica. Si sentì in pace, leggera, libera, al posto giusto.
Nascose il viso contro il suo petto, imbarazzata e ancora scossa.
Piano, piano scivolarono stesi e Jamie si rannicchiò tra le braccia salde di Niall, che cominciò ad accarezzarle lentamente i capelli.
-Ti va di spiegarmi cos’è successo con Zayn?- le chiese titubante. Lei sospirò.
-La mia migliore amica è la sorella di Zayn…il primo giorno di vacanze ero a casa sua per un…per Waliyha. Io e Zayn abbiamo passato la serata insieme, poi da quel giorno abbiamo cominciato a frequentarci e…e l’ultimo giorno di agosto mi ha baciata e dopo due ore mi ha scaricata…-, respirò a fondo e sentì i muscoli di Niall irrigidirsi.
-Sono venuta a Londra per conoscere Liam e al mio ritorno a Bradford…ho incontrato Zayn con…con Perrie…-, la voce le tremò e fu scossa da un singhiozzo.
-Ti ha presa per il culo!-, Niall sciolse l’abbraccio e scattò a sedere.
Jamie lo tirò per la maglietta e lui si voltò a guardarla, furioso con l’amico.
-Ti prego, non andare…- lo implorò lei, sull’orlo del pianto. Il biondo, vedendola così, si sdraiò di nuovo, questa volta rivolto verso di lei.
-Jey…- mormorò, prima di abbracciarla calorosamente. La ragazza appoggiò le mani sulle spalle del ragazzo e nascose il viso tra il suo collo e il cuscino.
Inspirò profondamente, lasciandosi invadere da quel profumo semplice e penetrante. Si lasciò andare ad un pianto liberatorio, coccolata da Niall, che non la smetteva di accarezzarle la schiena e baciarle i capelli.
Quelle lacrime spazzarono via ogni ricordo di Zayn, ogni sentimento per lui, compresa la rabbia.
Alzò il viso e sbatté un paio di volte le palpebre, sotto lo sguardo dolce di Niall.
-Tutto okay?- le chiese lui. Jamie annuì e incastonò lo sguardo in quello nitido e rassicurante di Niall.
-Sì…se non ci fossi tu, a quest’ora sarei ancora dietro a piangermi addosso e a urlare! Invece tu sei arrivato come un uragano e mi hai scombussolato tutto!-, distolse lo sguardo e arrossì.
Con Niall era sempre la stessa storia: le bastava un suo sorriso, la sua risata o una parola dolce e avvampava.
-Ehi…-, le accarezzò la guancia e le baciò la fronte, -Tu sei la mia principessa, ricordi?-.
Jamie alzò lo sguardo stupita e sorrise a labbra strette, mentre un’ultima sporadica lacrima le colava lungo lo zigomo. Lui le prese viso tra le mani.
-Sei troppo bella…- continuò lui, sfiorandole la bocca con il pollice.
-Ma smettila!- sbottò lei, imbarazzata e incerta. Tuttavia non riuscì a sciogliere il contatto visivo con Niall. Continuava a ripetersi che era tutto un sogno e che non poteva essersi innamorata di un ragazzo conosciuto solo tre giorni prima sulla metropolitana.
-Jamie…io…-, arrossì, -Io sono sempre più convinto che tu sia qualcosa di incredibile e sono davvero felice di averti trovata! Lo so che sono solo tre giorni che ci conosciamo, ma io me ne sono accorto subito e…-, si bloccò e si passò una mano tra i capelli. Jamie lo osservava.
-E…?- lo incalzò, ma Niall si limitò a sorridere imbarazzato.
-Niente, mi sono dimenticato!- si affrettò a concludere. La ragazza si avvicinò di qualche centimetro e per una frazione di secondo si soffermò a guardare le labbra sottili e chiare di Niall. Le immaginava morbide e dolci.
Forse era la situazione, forse era la rabbia. Oppure era semplicemente la certezza che Niall l’avrebbe amata per sempre. Fatto sta che Jamie prese tra le mani il viso del ragazzo e si avvicinò fino a sentire la punta del proprio naso a contatto con quella del biondo, che non aveva ancora avuto il tempo di realizzare cosa stesse succedendo. Però Jamie non dava segni di volerlo baciare per prima, quindi Niall si avvicinò ancora di più, fino a far corrispondere le loro labbra.
Lei sorrise e lui inspirò profondamente, per poi schiudere la bocca e nutrirsi del sapore di Jamie.
Le labbra di Niall era proprio come le immaginava: dolci e morbide come una piuma. Quel bacio era il più bello, sincero e importante che avesse mai ricevuto.
Quello che però non poteva immaginare era la catastrofe che si stava verificando dentro di lei.
Un uragano stava distruggendo il castello di sabbia che aveva costruito, stava sbriciolando ogni sua certezza. Stava malmenando senza ritegno il povero cuore ammaccato di Jamie per portarlo in un luogo sicuro. Lo stava portando tra le mani di Niall.
-Sarò sempre qui per te, Jamie!- mormorò a pochi millimetri dalla bocca della ragazza, che sorrise leggermente e fece scontrare il naso con quello di Niall.
-Grazie uragano!- sussurrò. Niall si scostò e la guardò negli occhi.
Si fissarono per qualche secondo, per poi tornare a baciarsi dolcemente e con più consapevolezza che quello sarebbe stato il loro amore definitivo. Vero. Indistruttibile.


Right around the corner
Ciao a tutti! Questa OS è esageratamente lunga -QUATTORDICI pagine di word- e vi chiedo infinitamente scusa! Probabilmente è anche scritta male, ma ho fatto quello che ho potuto! 
Yvaine0 mi ha conscegnato un abbozzo di trama, quindi se anche a voi dà fastidio il comportamento di Zayn, prendetevela con lei e non con me... xD
BTW, probabilmente ci sono delle ripetizioni o delle contraddizioni, ma cercate di capirmi! Ho fatto le corse per copiare questa OS in modo da poterla pubblicare ieri sera e invece il sistema è andato in palla! 
Non so cosa scrivere, perchè sto uno schifo! Ho una gran nausea e mi sento debolissima! Ma questa FF la DEVO pubblicare! E che cavolo!

Ah! Un'ultima cosa! Il titolo è dovuto alla canzone omonima degli Switchfoot, un gruppo californiano che mia sorella mi ha propinato per dei giorni senza mai alternare! 
Personalmente questa canzone è la mia preferita del gruppo, anche se non è molto inerente con la trama della mia OS...era carina l'idea di Jamie che considera Niall come un uragano che le devasta tutto, le menzogne che si era costruita per nascondere la sua paura di innamorarsi! Ascoltatela, è un consiglio!
Spero vi piaccia la OS e anche la canzone!
Tanti baci!
Mariuga

   
 
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