Non credo nelle coincidenze, preferisco l'inevitabilità. Ogni evento è inevitabile. Se non lo fosse, non accadrebbe.
Dal prologo:
"Un sentimento a lui sconosciuto cominciò a fargli bruciare lo stomaco, mentre sentiva come una stretta al cuore e il respiro gli divenne doloroso. Era certo di poter resistere a quell’emozione, ma presto dovette ricredersi. Sapeva che doverla vedere tutte le mattine a scuola non avrebbe fatto altro che peggiorare la sua situazione, corrodendolo dall’interno. Sarebbe esploso, prima o poi. E allora si sarebbe messo una mano sul cuore e avrebbe chiesto il perdono di Janis. Ma come?"

Jakie non si era mai avvicinata ai fornelli, un po’ per insicurezza, un po’ per pigrizia e un po’ perché era davvero bello vedere Zayn cucinare, la schiena dritta, i movimenti fluidi, l’espressione concentrata, le mani veloci e quel profumino che si levava dalle pentole e dalle padelle, mentre lei apparecchiava oppure, più frequentemente, rimaneva a fissarlo dal divano, mordicchiandosi il labbro inferiore sovrappensiero, incantandosi ad osservarlo.

Questa è la storia di un amore che finisce, di un paio di ali spezzate da un vento troppo forte, di un sorriso scomparso, di un cuore più pesante e lento. Questa è la storia di Maeve e Harry, di quello che avevano e di quello che hanno perso.
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Although it hurts I'll be the first to say that I was wrong
Oh, I know I'm probably much too late
To try and apologize for my mistakes
But I just want you to know
I hope he buys you flowers, I hope he holds your hand
Give you all his hours when he has the chance
Take you to every party cause I remember how much you loved to dance
Do all the things I should have done when I was your man!
(When I was your man - Bruno Mars)

"Harry Styles non aveva mai detto di amare una ragazza. Non prima dell’arrivo di Balee Jane Gimpel nella sua vita e nella sua casa."
Niente è impossibile se continui a sognare.

Paz annuì e si mordicchiò il labbro inferiore. Avrebbe avuto degli amici, un giro, qualcuno con cui passare le domeniche, qualcuno da chiamare nel momento del bisogno. Per un attimo si sentì in imbarazzo, non si era mai sentita così voluta bene, anche se le persone che aveva davanti le conosceva da meno di un’ora.
In quel momento Paz capì che la sua avventura a Londra sarebbe stata la sua salvezza, che quella città sarebbe diventata la sua casa e che quelle persone sarebbero diventate la sua famiglia.

Poi Niall ebbe un’idea geniale, scattò in piedi spegnendo la televisione e alzò le braccia al cielo, vittorioso e con un sorriso trionfante sulle labbra.
“Facciamo uno scherzo ad Hazza!” proclamò esaltato. Ed ad un esaltato Niall, Liam non era proprio capace di negare niente. Peccato che quel sorriso non promettesse niente di buono. Soprattutto sulle labbra di un irlandese annoiato e decisamente sobrio.

“Ho capito, gliela porto io!”, sbuffò e si alzò, tirandosi su i pantaloni e avvicinandosi a me. Tenevo lo sguardo fisso su un punto imprecisato oltre i suoi fianchi, quando una scintilla scattò in me: Niall e Josh erano molto amici, avevano passato notti nello stesso letto, ubriachi fradici ed incapaci di ricordarsi entrambi i numeri delle camere. Era gelosia quella che mi stava attanagliando lo stomaco?
Ziall

Nessuno gli sarebbe mai sfuggito, perché da quegli occhi non si sarebbe mai voluto separare, nemmeno morto.
Ziam

-Lui è QUEL Niall? Quello di cui mi hai parlato così tanto?!- squittì. Annuii sommessamente.
-Tu! Tu eri innamorata di lui!- insinuò, additandomi e avvicinandosi di un passo.
-Ma cosa stai dicendo?!- mi difesi. La verità era che Coleen aveva fatto bingo.
-Non mi è ancora passata…- ammisi, abbassando la testa. Lei mi abbracciò e mi accarezzò la schiena.
-Quattro anni che non vi sentite e sei ancora innamorata di quello stronzo?!-.
Sospirai sconsolata: ripensandoci mi sentivo davvero una stupida, ma non avevo ancora trovato nessuno come il mio Niall.

-Mel, sei sicura di volerlo fare? Lo sai che ci seguiranno i fotografi e le fan e…-, Harry incontrò lo sguardo lucido ma deciso della sua fidanzata. Non ci fu bisogno di dirsi niente, capì perfettamente la risposta di Melory.
-Andiamo dove vuoi!-, le posò un bacio sulla spalla, prima che lei scattasse in piedi felice come una pasqua. Raccolse i pantaloni del riccio e glieli lanciò sul letto.
-Vestiti, allora! Non ho intenzione di perdere altro tempo!-, gli sorrise apertamente e Harry non poté che ricambiare.
Renderla felice era la cosa che più lo faceva stare bene, soprattutto quando lei prendeva un aereo solo per passare un paio di giorni con lui prima del tour.

Un uragano stava distruggendo il castello di sabbia che aveva costruito, stava sbriciolando ogni sua certezza. Stava malmenando senza ritegno il povero cuore ammaccato di Jamie per portarlo in un luogo sicuro. Lo stava portando tra le mani di Niall.
-Sarò sempre qui per te, Jamie!- mormorò a pochi millimetri dalla bocca della ragazza, che sorrise leggermente e fece scontrare il naso con quello di Niall.
-Grazie uragano!- sussurrò. Niall si scostò e la guardò negli occhi.
Si fissarono per qualche secondo, per poi tornare a baciarsi dolcemente e con più consapevolezza che quello sarebbe stato il loro amore definitivo. Vero. Indistruttibile.

Perrie era lì, lo amava e non l’avrebbe mai tradito. Perché lui era perfetto per lei e insieme facevano scintille. Erano la coppia più bella dell’universo e il centro della galassia.
Loro due e basta.

Cosa c’era di così divertente? Lui non stava ridendo, non aveva riso quando si era svegliato e non avrebbe riso raccontandolo a Zayn. Non era divertente.
E Harry avrebbe fatto meglio a smettere di ridere.

-Sai benissimo che effetto mi fai…- mormorò. La mia mano scivolò automaticamente fino al gomito. Il mio corpo non ubbidiva a me. Seguiva il mio cuore.
Lui continuava a non guardarmi. Appoggiò la mano sul cambio e nel momento stesso in cui stava tornando sul volante, incontrò la mia.
LILO

Il fuoco nel camino scoppiettava allegro e il tepore emanato da Eleanor gli fece capire che sì, l’Isola che non c’è esiste, ma non è da ricercarsi lontano. L’Isola che non c’è è nella vita di tutti i giorni, perché se deve essere un posto felice, perché non può esserlo quella stanza? Perché l’Isola che non c’è non può essere Eleanor? Il suo corpo, la sua risata, il suo profumo? Perché non possono essere loro due?