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Autore: Aries Pevensie    04/08/2013    5 recensioni
Paz annuì e si mordicchiò il labbro inferiore. Avrebbe avuto degli amici, un giro, qualcuno con cui passare le domeniche, qualcuno da chiamare nel momento del bisogno. Per un attimo si sentì in imbarazzo, non si era mai sentita così voluta bene, anche se le persone che aveva davanti le conosceva da meno di un’ora.
In quel momento Paz capì che la sua avventura a Londra sarebbe stata la sua salvezza, che quella città sarebbe diventata la sua casa e che quelle persone sarebbero diventate la sua famiglia.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Can I help you?


Epilogo


Erano passati sei anni da quando Paz aveva messo piede alla St. George’s University a Londra. Sei anni da quando aveva incontrato Ivy, Jenna e Abigail, Zayn, Louis e Liam. Sei anni da quando aveva rotto tutti i ponti con la Spagna e, più precisamente, con la sua famiglia. Sei anni da quando si era innamorata di Harry.
“Ivy, non dirmi che la cerniera non si chiude…” sospirò Paz, passandosi una mano tra i capelli, avvilita e nervosa. Era il giorno della proclamazione, era riuscita a laurearsi in medicina d’urgenza in pari con gli esami ed era incinta di sette mesi.
“Tu vuoi proprio mettere questo vestito?” domandò Ivy, il suo tono di voce confermava i timori della riccia: la cerniera non si chiudeva. Sospirò e indicò l’armadio con un gesto scocciato.
“Ho già pensato a tutto…” rispose, davvero giù di morale. La pancia cresceva giorno dopo giorno e diventava sempre più difficile studiare, dormire, camminare, ma Harry non l’aveva lasciata sola un minuto, era sempre corso ad aiutarla a scendere le scale, ad alzarsi dal letto e a portare i libri. Paz, ogni tanto, si sentiva trattata come una malata, incapace di fare qualsiasi cosa da sola, e, preda degli ormoni, rispondeva male o si faceva prendere da brevi crisi di pianto. E il ragazzo era sempre lì, a sopportare le sue scenate e ad abbracciarla nei momenti di stress e di crollo nervoso, perché quella piccola donna stava portando in grembo sua figlia e per lui significava davvero tanto. Nonostante la condizione di Paz richiedesse assistenza quasi costantemente, anche Harry era riuscito a laurearsi nella stessa sessione della fidanzata. Era l’apice del loro amore, era l’inizio di una nuova avventura, di una nuova vita insieme a lei, era il suo sogno fin da bambino: prendersi cura della sua famiglia e avere tanti bambini, una moglie da amare e qualcosa di cui andare fiero.
Il nuovo vestito era più largo, ma pur sempre colorato ed elegante; Ivy l’aiutò ad indossarlo e Paz si guardò allo specchio a parete: anche quello le stava attillato, nonostante quando l’avesse preso le stesse ancora molto largo.
“Che palle…” borbottò, si mise di profilo e si passò una mano sul ventre gonfio, sorridendo automaticamente, sotto lo sguardo intenerito dell’amica, che la raggiunse e le si inginocchiò davanti.
“Ciao nipotino…” mormorò, picchiettando la pancia dell’amica, “Oggi è un giorno importante per la tua mamma, lo sai? Oggi si libera di noi!”, la voce le si spezzò e Paz la prese per le spalle, facendola alzare.
“Lo sai che non sarà mai possibile, Ivy”, le sorrise dolcemente e scrollò il capo, “Non posso liberarmi della mia vera famiglia…” continuò, abbracciando la bionda, ben attenta ad evitare di fare pressione sul bambino.
 
La sala era gremita, l’atmosfera era gioiosa ed eccitata, mentre i laureati sfilavano verso l’uscita, accompagnati dagli applausi dei familiari e degli amici, che erano giunti a sostenere i ragazzi.
Harry teneva Paz per mano, mentre si avvicinavano alla porta a testa alta, sotto sguardi curiosi, sorpresi, scandalizzati e dolci.
“Te l’ho già detto che sei bellissima?” le sussurrò all’orecchio. Lei arrossì e si mordicchiò il labbro inferiore, scrollando leggermente il capo e trattenendo il sorriso.
“No…” bofonchiò, divertita dalla scena che si era venuta a creare e al tempo stesso infastidita dalla mancanza di discrezione delle persone presenti nella sala.
“Sei bellissima” disse lui, serio, poi guardò la pancia, “Siete bellissime” si corresse, mentre un ampio sorriso gli increspava le labbra e gli moriva nelle fossette che Paz amava tanto.
Chinò la testa e guardò il pavimento, stando attenta a dove metteva i piedi gonfi e doloranti, con Harry al suo fianco e gli occhi di tutti puntati addosso. Faticava a respirare e sentiva caldo e non voleva far altro che uscire da quella sala, incontrare di nuovo le sue amiche e, soprattutto, sedersi su una sedia comoda, senza più il peso del pancione.
“Non hanno mai visto una ragazza incinta?!” ringhiò Zayn, avvicinandosi a grandi falcate alla coppia, seguito da Ivy, che doveva correre per stargli dietro.
“Zayn, andiamo, non arrabbiarti…” lo implorò la ragazza, prendendolo per mano e rallentando la sua marcia furiosa verso Paz e Harry, che sembravano ignorare completamente il mormorio sommesso che si alzava al loro passaggio.
“Ivy, come fai a lasciare che la gente prenda in giro Paz?” domandò, bloccandosi in mezzo al corridoio e fissando la sua fidanzata negli occhi.
“Ma quanto sei dolce?!” trillò la bionda, il tono di voce squillante e gli occhi lucidi. Zayn fece una smorfia schifata e si passò una mano sulla nuca.
“Io non sono dolce…” borbottò, provocando una sonora risata da parte della sua ragazza, che gli allacciò le braccia al collo e gli scoccò un bacio sulle labbra.
Ad aspettare Paz fuori dall’aula magna c’erano Abigail e Liam e Jenna accompagnata da Louis. Tutti le sorrisero raggianti, per poi abbracciarla uno ad uno, ben attenti a non stringere troppo sulla pancia gonfia della riccia.
“Sei bellissima, Paz” le disse Abigail dolcemente, poi si chinò e appoggiò una mano sul ventre della ragazza, “Ciao, piccolina! Sei felice che la mamma abbia preso il massimo dei voti?”. Liam la guardava con occhi sognanti, mentre Zayn e Ivy raggiungevano il gruppo di amici.
“Haz, tua madre ti sta cercando…” comunicò la bionda, sfiorandogli una spalla. Lui annuì e lasciò un tenero bacio sulla tempia della sua fidanzata e si allontanò per telefonare alla madre, ma fu del tutto inutile, perché Anne aveva già adocchiato il figlio e gli stava già andando incontro.
I due si abbracciarono stretti, sotto lo sguardo di Gemma e Robin, che aspettavano il loro turno per congratularsi con il neolaureato.
“Dov’è Paz?” domandò la donna, guardando alle spalle del riccio, che le accennò al gruppetto poco distante. Anne si illuminò di un sorriso materno, facendo intenerire Harry, e si avvicinò alla giovane, richiamando la sua attenzione con una carezza sul braccio.
“Anne!” esclamò Paz, voltandosi verso la donna e abbracciandola prudentemente.
“Come stai, tesoro?” si interessò la madre di Harry, cullando la riccia lentamente, “La bambina sta bene?”.
“Sì, io e la bambina stiamo entrambe bene” confermò lei, separandosi dall’abbraccio e sorridendo sinceramente ad Anne, che annuì e guardò il pancione di Paz con occhi lucidi.
“Mamma, non piangere, te ne prego…” la implorò Harry, che aveva affiancato la sua ragazza e l’aveva presa per mano.
Quando Paz aveva rivelato la gravidanza al suo fidanzato, erano seduti al parco del campus e c’erano stati attimi di panico, durante i quali lei si era già vista su un aereo diretto in Spagna, il cuore spezzato e una bambina da crescere da sola. Poi, però, lui si era precipitato su di lei, facendola cadere di schiena sul prato, e l’aveva baciata fino a perdere il respiro. La parte difficile era arrivata nel momento in cui dovevano comunicarlo alle famiglie. Avevano messo Ivy, Abigail, Jenna, Louis, Zayn e Liam seduti nel salotto dell’appartamento delle ragazze e Paz aveva preso la parola. Inizialmente, nessuno aveva reagito, poi Abbie era corsa ad abbracciare la sua amica e i ragazzi avevano dato delle pacche sulle spalle del loro amico, lasciandosi andare ad allusioni e battutine sull’infallibilità del metodo Styles.
Era arrivato poi il turno della famiglia di Harry, così i due si erano recati ad Holmes Chapel per pranzo e a fine pasto, il ragazzo aveva comunicato la notizia. Anne era scoppiata subito a piangere, sinceramente felice per il suo figlio minore, Gemma aveva commentato dicendo che Paz si sarebbe dovuta rifare il guardaroba, mentre Robin aveva assistito intenerito allo scambio di battute tra il trio di donne commosse e di sguardi pieni di amore tra Harry e Paz. La giornata aveva preso le sembianze di una festa, i parenti più stretti erano piombati nel pomeriggio con regali improvvisati, mazzi di fiori, dolci e tanti complimenti per la coppia. Paz aveva catalogato quella giornata come una delle migliori della sua vita, insieme a quella che sei anni prima aveva visto lei e Harry scambiarsi il primo bacio da coppia.
La famiglia Gutiérrez era stata lasciata all’oscuro di tutto, non solo per i possibili giudizi che ne sarebbero scaturiti, ma anche perché Paz non aveva più avuto nessun tipo di contatto dal Natale passato da Harry per colpa della neve, quando lei era tornata a casa e aveva trovato tutte le sue cose in scatoloni e valigie, lasciati all’ingresso di casa. Sua madre non le aveva nemmeno rivolto la parola, ma le aveva lasciato un biglietto nella quale l’avvisava che a causa delle sue scelte, lei e suo padre erano giunti alla conclusione che lei non meritasse di far parte della loro amata e venerata famiglia, della quale lei nemmeno si era mai sentita parte. Così Paz aveva telefonato a Ivy, che aveva radunato Jenna e Abigail ed erano salite sul primo aereo disponibile, aiutandola così a trasferire immediatamente tutte le sue cose a Londra.
La festa di laurea di Harry e Paz era stata organizzata a casa delle ragazze, consapevoli che gli invitati non sarebbero stati troppi, ma soprattutto per rendere le cose più comode alla ragazza, che se aveva bisogno di riposarsi, poteva stendersi sul suo letto, oppure accomodarsi sul divano. Anne si era lasciata andare a mille complimenti per l’arredamento e la pulizia della casa, mentre Robin cercava di tenerla a bada. Quella donna era un vulcano di energia, ma soprattutto stravedeva per Paz e per Ivy, le due ragazze che avevano portato Harry alla maturità, ad essere quel figlio perfetto che ogni madre desidera.
Gemma chiacchierava amabilmente con Liam e Abigail, mentre Jenna e Louis farcivano spienate e facevano litri e litri di thè caldo. L'aria che si respirava era impregnata di gioia, l'atmosfera era tranquilla e il sorriso era sulle labbra di tutti i presenti, compreso Zayn, che era solito esporsi poco.
Il campanello fece fermare tutti, mentre Paz si guardava intorno per capire chi mancasse. Tutti quelli che amava di più erano presenti alla festa, nessuno mancava.
“Vado io” disse Ivy, liberandosi così dalla parlantina eccitata di Anne. Aprì la porta e si trovò davanti una donna bassa, i capelli scurissimi e la pelle leggermente scura; i suoi occhi neri scrutavano attentamente la ragazza bionda che le aveva aperto, mentre stringeva con una mano la tracolla della borsa, come se si sentisse a disagio o fosse tremendamente arrabbiata.
“Salve…” cominciò Ivy, scettica. La donna distolse lo sguardo dalla gente all’interno e fissò la giovane con un’espressione di superiorità e di seccatura.
“Paz.” disse soltanto, muovendo di scatto le labbra. Ivy si fece da parte e la lasciò entrare sotto lo sguardo confuso e curioso di tutti i presenti. Paz era in piedi vicino al divano, mentre Harry era seduto e le accarezzava la pancia e lei giocava con i suoi capelli. Entrambi si voltarono per vedere chi fosse il nuovo ospite. Quando gli occhi neri di Paz incontrarono quelli identici di Remedios, il bicchiere le sfuggì di mano e l’aranciata si rovesciò sul pavimento, mentre tutti la guardavano allarmati. Liam e Zayn si alzarono in piedi, posizionandosi al centro del salotto, le braccia conserte e lo sguardo truce.
“Cosa ci fai qui?” chiese Paz, senza muoversi di un passo e con voce del tutto inespressiva. La madre aggrottò le sopracciglia e abbassò lo sguardo sulla pancia gonfia, arricciando il naso e le labbra in un'espressione schifata. Sua figlia non poteva dare alla luce un bambino; sua figlia non era in grado di generare vita, perché lei non era altro che un errore, un terribile errore di gioventù, la figlia indesiderata, la rovina dei suoi sogni di ballerina di flamenco. 
Hijo de puta!” strillò, avvicinandosi a grandi falcate verso la figlia, ma tenendo gli occhi puntati su Harry, che si era alzato e aveva affiancato la sua ragazza, che vibrava per la rabbia.
Dios, Remedios, callate!” la bloccò la figlia con un sonoro urlo, ponendosi tra il fidanzato e la madre, che si era trasformata in una furia, i denti digrignati e la faccia contorta in una smorfia rabbiosa ed inquietante. Paz sapeva bene cosa stava per succedere: sua madre stava per dare in escandescenza, dando mostra di ciò che era realmente, ovvero una donna disturbata e tremendamente agitata.
Jenna, infastidita da quell’intrusione inattesa ed indesiderata, fece un passo avanti e si posizionò al fianco della donna, subito seguita da Louis, entrambi la squadrarono con uno sguardo severo e le mani appoggiate sui fianchi. Abigail, a quella vista, rabbrividì, ringraziando il cielo di non essere al posto della madre di Paz.
Remedios sbuffò e strinse le mani a pugno, puntando i piedi e fissando ostinata la sua figlia disobbediente, che a sua volta sostenne lo sguardo, fiera e per niente intimorita. La donna, oltraggiata, represse un urlo acuto e girò i tacchi ed uscì dalla casa con la stessa rapidità con cui era entrata, borbottando frasi sconnesse in spagnolo ed agitando le braccia al vento.
Paz sentì per un attimo la terra mancarle sotto i piedi e oscillò sul posto, la vista offuscata e il viso pallido, come se il sangue fosse sparito del tutto in una frazione di secondo; Harry se ne accorse e le circondò i fianchi con le braccia.
“Paz…” mormorò preoccupato. Anne si avvicinò e appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo.
“Portala sul letto, Harry…” consigliò, guardando Paz con tenerezza e ansia. Lui annuì e condusse la sua fidanzata in camera, ben attento a non andare troppo veloce, lasciando che riprendesse colorito e la testa smettesse di girarle. La fece stendere sul letto e si sedette al suo fianco, prendendole la mano e accarezzandole il polso con il pollice.
“Amore?” farfugliò Paz, guardando Harry, per quanto la vista appannata le permettesse.
“Dimmi” rispose lui prontamente, drizzando la schiena e passandole una mano sulla fronte imperlata di sudore.
“Non lasciarmi, ti prego…” continuò debolmente. Harry sgranò gli occhi e aprì la bocca, ma lei lo precedette, sorridendo malinconica.
“Non lasciarmi…” ripeté. Questa volta il ragazzo non fece per rispondere e posò direttamente le labbra su quelle di Paz, accarezzandole la guancia con le nocche delle dita, delicatamente.
“Non ti lascerò mai, lo sai” mormorò sulla sua pelle, per poi baciarla di nuovo. Paz riprese colore e il respiro si regolarizzò lentamente, come se Harry le stesse passando, tramite quel semplice bacio, tutto l’ossigeno che le serviva.
“Ti amo, piccola mia” sussurrò, allontanandosi definitivamente dal suo viso e guardandola negli occhi, “Come stai?” domandò apprensivo. Lei gli sorrise dolcemente e gli accarezzò un braccio, per poi fargli appoggiare la mano sulla sua pancia. La bambina non le dava tregua, aveva cominciato ad agitarsi nel momento stesso in cui era comparsa Remedios nel salotto dell'interno cinque.
“Bene” disse semplicemente “La senti? Sta bene anche lei”, il suo sorriso si aprì ancora di più nel momento in cui la bambina diede un calcio esattamente sotto la mano del padre.
Harry sussultò e guardò prima la pancia, poi la sua ragazza, gli occhi fuori dalle orbite e una gioia incontenibile nel cuore. Quella era la sua bambina, l’aveva creata lui, era frutto del suo sangue e di quello della donna che amava e che non avrebbe mai smesso di amare. Un altro calcio lo richiamò all’attenzione e prese Paz per mano, baciandone il dorso e incatenando le dita alle sue.
Quella era la donna della sua vita, quella che l’aveva guardato con occhi diversi, quella che gli aveva donato tutto il suo amore e che si era fidata di lui. Quella che si era lasciata aiutare.
Paz osservò il profilo del suo fidanzato, mentre lui non staccava gli occhi dalla sua pancia e, più in particolare, dalla sua grande mano appoggiata sul punto in cui la bambina aveva appoggiato un piedino. Quello era l’uomo della sua vita, quello che l’aveva amata senza se e senza ma, quello che l’aveva presa per mano e l’aveva condotta nella vita vera, quello che non aveva esitato un secondo a precipitarsi da lei in qualsiasi situazione. Quello che l’aveva aiutata.



Right around the corner

E' finita. Non posso crederci. FINITA. Sto per piangere, un po' perché questo epilogo non è venuto fuori come volevo, un po' perché...è finita. Che depressione!! D:
Ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno letto, recensito, preferito, seguito e ricordato questa long e spero di non avervi delusi con questo schifosissimo epilogo! >.< Infinitamente GRAZIE!! <3
Chissà, magari un giorno scriverò un sequel...so già che sentirò la mancanza di Paz e Harry!! Magari una raccolta di OS!! :D

Un bacio/abbraccio anche a chi ha alimentato la mia voglia di scrivere e ha richiesto a gran voce ogni capitolo, consolate da brevi e stronzissimi spoiler in chat! Grazie mille, amiche mie. Vi voglio un bene dell'anima e questa long è per voi! Siete la mia forza <3

Un saluto a tutti! Ci si becca alla prossima!! :D Vado a piangere nel mio angolo di Irlanda!! :,(
Horan Hugs a tutti!!
Mariuga


Ecco come ho pensato le protagoniste femminili!! :D Ringrazio la pagina facebook UnaDirezione Fanfiction per le prestavolto! :D I ragazzi li conoscete, direi! ;)

 Ariana Grande as Paz Gutierréz  
 Vanessa Marano as Abigail Reeve
 Dakota Blue Richards as Jenna Johnson
 Nina Nesbitt as Ivy Cullen

   
 
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