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Autore: Aries Pevensie    21/02/2014    3 recensioni
Jakie non si era mai avvicinata ai fornelli, un po’ per insicurezza, un po’ per pigrizia e un po’ perché era davvero bello vedere Zayn cucinare, la schiena dritta, i movimenti fluidi, l’espressione concentrata, le mani veloci e quel profumino che si levava dalle pentole e dalle padelle, mentre lei apparecchiava oppure, più frequentemente, rimaneva a fissarlo dal divano, mordicchiandosi il labbro inferiore sovrappensiero, incantandosi ad osservarlo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Mich, a lei che sopporta
i miei deliri notturni, a lei 
che non smette mai di dirmi
le cose come stanno.
So che troverai uno Zayn,
prima o poi, ne sono certa!
Basta solo un po' di tempo :)
Ti voglio bene. Tanto.


With love




Arrivava sempre quel momento della giornata in cui Jakie tornava stravolta dall’università, indossava la sua tenuta da casa e si piazzava sul divano a fare zapping e coccolare stancamente il gatto. Era da poco iniziato il secondo semestre e Jakie già non ne poteva più e passava praticamente l’intera durata delle lezioni a pensare al letto, al divano, al caldo accogliente del suo appartamento, alle braccia del suo ragazzo che la stringono mentre sono sdraiati sul sofà, in silenzio, a fingere di guardare la televisione, ma in realtà ascoltando il respiro dell’altro e beandosi di quella compagnia semplice e spontanea. Il nuovo anno aveva portato una ventata di novità nella vita di Jakie: un nuovo gattino, un tatuaggio in più sulla pelle del suo ragazzo e l’appartamento. Jakie lo chiamava “il covo”, perché ancora non aveva metabolizzato la faccenda: Zayn le aveva proposto di andare a vivere insieme dal nulla e lei si era arrabbiata a morte, perché lo trovava un inutile spreco di soldi; lui non aveva cambiato idea, aveva trovato la casa giusta, l’aveva comprata e poi era successo tutto in fretta, il litigio furibondo, la pausa di riflessione, le parole che uscivano come lame, i più piccoli ed insignificanti difetti erano stati sputati in faccia all’altro come se avessero covato un rancore profondo ed intenso. Lui le aveva urlato in faccia una marea di cose che nemmeno pensava e per le quali ancora si dava dell’idiota, le aveva spiattellato senza alcun tatto la verità, le aveva svelato il regalo che aveva intenzione di darle per il loro terzo anniversario. Voleva andare a vivere con lei, lo aveva desiderato dal primo minuto in cui quella semplice ragazza era entrata nella sua vita e non aveva retto lo stress di essere rifiutato per ben due volte. Jakie aveva versato tutte le lacrime che aveva e si era convinta che con Zayn non avrebbe recuperato più nulla, poi entrambi erano tornati sui propri passi, si erano presi un tè a casa dei genitori di lei, aveva parlato a lungo ed erano tornati insieme.
Arrivava sempre il momento in cui Jakie si trovava a ripensare a tutto quello che avevano passato, poi però la sua pancia brontolava e reclamava la cena e Zayn, in religioso silenzio, sorrideva e la faceva scostare dal proprio corpo, per dirigersi all’angolo cottura e preparare la cena per la sua ragazza affamata e stanca. E lì la sua mente si scollegava completamente, esistevano solo le sue mani che sapientemente affettavano le verdure e sfilettavano la carne, mentre sorrideva ancora, consapevole che anche quella sera Jakie lo avrebbe ringraziato a modo suo. Si era reso subito evidente il fatto che non potessero continuare a mangiare pizza, cinese da asporto e cibi surgelati, quindi lui si era subito rimboccato le maniche, aveva rispolverato i vecchi manuali di cucina di sua madre e si era messo sotto con le lezioni da autodidatta. La passione per la cucina era poi cresciuta, alimentata dai lunghi e riconoscenti baci che la ragazza gli posava alla base del collo, una volta tornati a coccolarsi davanti alla televisione; le cene con gli amici erano diventate sempre più frequenti e in breve tempo pensò di cercare lavoro in qualche ristorante della zona, compatibile con gli orari di lezione della sua principessa. Non aveva ancora concluso niente con il lavoro, forse perché prima gli sembrava giusto finire gli studi di architettura che con grande sacrificio aveva intrapreso quattro anni prima.
Jakie non si era mai avvicinata ai fornelli, un po’ per insicurezza, un po’ per pigrizia e un po’ perché era davvero bello vedere Zayn cucinare, la schiena dritta, i movimenti fluidi, l’espressione concentrata, le mani veloci e quel profumino che si levava dalle pentole e dalle padelle, mentre lei apparecchiava oppure, più frequentemente, rimaneva a fissarlo dal divano, mordicchiandosi il labbro inferiore sovrappensiero, incantandosi ad osservarlo.
Quella sera, però, Jakie non era troppo stanca, perché la lezione più difficile era durata meno del previsto, quindi si alzò dal divano e si avvicinò al ragazzo, sfiorò la sua schiena con i polpastrelli e poi gli abbracciò i fianchi di getto, come se avesse paura di tirarsi indietro all’ultimo. Lui ridacchiò e fece intrecciare le dita di una mano con quelle esili e costantemente fredde di lei.
“Ti va di darmi una mano?” chiese senza smettere di sorridere per quello slancio di affetto del tutto inaspettato. Jakie appoggiò la fronte al corpo di Zayn e sospirò, combattuta fra la tentazione di tornarsene alla sua postazione, dalla quale aveva una visuale molto migliore di quella corrente, e la voglia di stare con lui, a contatto con lui, sentire le sue mani guidare le proprie, il suo respiro così dannatamente vicino al viso e lo sguardo concentrato ma allo stesso tempo felice e spensierato. Annuì lentamente e sciolse la presa, rimboccandosi le maniche della felpa informe che indossava nei momenti di relax, poi batté le mani e sorrise apertamente, spostandosi affianco a Zayn, che le passò un cucchiaio di legno. C’era qualcosa di eccitante in quello che stava per succedere: avere la propria donna come partner anche nella cucina era il sogno di ogni cuoco.
“Cosa devo farci con questo?” farfugliò lei, rossa in viso per lo sguardo insistente e dolce del ragazzo. Cosa diamine stava pensando così intensamente?
“Cerca di non far bruciare la pancetta”, le fece l’occhiolino ed indicò il padellino in cui rosolavano i cubetti di carne. Jakie annuì con forza e si avvicinò al fornello, urtando il manico di un’altra padella, che Zayn rimise a posto con uno scatto fulmineo.
“Non comincio per niente bene…” borbottò la ragazza, perdendo un briciolo di quella poca convinzione che l’aveva animata.
Zayn si appoggiò al piano di lavoro ed incrociò le braccia al petto, guardando come si muoveva Jakie, le labbra arricciate e gli occhi fissi su quello che stava facendo, per non distrarsi nemmeno un secondo ed evitare di fare dei danni. Era così bella, con i capelli castani che lei considerava troppo anonimi, gli occhi color nocciola che lui amava follemente, il corpo esile, la statura bassa, le mani piccole, la sua felpa sgualcita, i pantaloni della tuta a nascondere le gambe che lui amava accarezzare mentre facevano l’amore, il collo sottile e candido che lui si divertiva a marchiare con baci bollenti e succhiotti fatti a tradimento.
Pensare a Jakie sotto quell’aspetto fece andare in fumo i freni inibitori di Zayn, che si staccò dal piano di marmo e raggiunse la ragazza alle spalle, le scostò i capelli dal collo e cominciò a torturarlo con lenti baci e carezze con la punta del naso. Sentì Jakie tremare e sospirare, mentre la presa sui suoi fianchi aumentava leggermente e l’avvicinava al suo corpo desideroso. Fregandosene di qualsiasi cosa, la fece girare tra le sue braccia e congiunse le loro labbra, cercando avidamente di approfondire il bacio e poter incontrare la lingua della sua ragazza, che, colta di sorpresa, non ebbe nemmeno il tempo di riflettere e gli abbracciò il collo, sollevandosi in punta di piedi. Zayn sorrise nel bacio e la fece spostare dal fornello, la prese in braccio e la fece sedere sul piano da lavoro, avventandosi nuovamente sulla pelle candida del collo di Jakie, che ora sospirava forte e gli scompigliava i capelli. Non ce la faceva più a resistere, così introdusse una mano sotto la felpa della ragazza e subito corse a slacciarle il reggiseno, per poi tornare a tenerla per i fianchi con entrambe le mani e a tirarsela contro ritmicamente. La prese in braccio di nuovo e la portò in camera da letto, la mise sdraiata sul letto e tornò a dedicarsi a lei e a lasciarsi sconvolgere dalle mani agili di Jakie, che era passata ad accarezzargli le spalle, la schiena, il petto, gli addominali. La situazione si stava facendo decisamente troppo calda, Zayn aveva troppo caldo e Jakie era rossa in viso e aveva il fiato corto. Pensò che come prima volta ai fornelli non le era dispiaciuta per niente, probabilmente avrebbe potuto aiutarlo anche la sera successiva.
Zayn e Jakie si stavano fissando negli occhi, lui giocava con una ciocca dei capelli della ragazza e sorrideva dolcemente, mentre lei gli accarezzava il polso con il pollice e ogni tanto ci depositava un bacio leggero. Era tutto perfetto, il torpore dell’amore li stava cullando e li portava verso le braccia tese di Morfeo, ma poi Zayn scattò a sedere, raccolse i boxer da terra e li infilò in fretta, per poi correre in cucina. Imprecò a bassa voce e si affrettò a spegnere il fuoco sotto alle pentole, poi scoppiò a ridere, attirando l’attenzione di Jakie, che si avvolse ancora nuda nella coperta e lo raggiunse nell’altra stanza.
“Abbiamo bruciato tutto e fuso i manici delle pendole, Jakie”, rise ancora, avvicinandosi a lei, che aprì la coperta e lo accolse tra le sue braccia, “Ordiniamo una pizza?” mormorò, affondando il viso nell’incavo del collo di lei, che rabbrividì e annuì.
“Bene, allora chiamo e poi torno da te”, le lasciò un bacio a fior di labbra e le indicò il divano, dove lei andò ad appollaiarsi, stretta nella trapunta calda. Cercò di dare un contegno ai propri capelli, ma non poteva vedersi e non immaginava come potevano essere. Zayn tornò da lei dopo pochi minuti e si nascose con lei nella coperta, ricominciando ad accarezzarle ogni centimetro di pelle nuda.
“Non è andata così male, visto?” scherzò lei, guadagnandosi uno di quei sorrisi mozza fiato che lui le riservava quando trovava qualcosa davvero divertente. Lo baciò titubante, poi si sistemò meglio sul divano, in modo che lui potesse stendersi completamente su di lei, tornando a coccolarsi un po’, come facevano sempre dopo aver fatto l’amore.
 
 Mantenere la calma.
L’unica cosa che Zayn doveva fare il quel momento era proprio mantenere la calma, evitare di guardare Jakie che tagliava le carote, evitare di avvicinarsi troppo al suo corpo, evitare di guardare nella sua direzione.
Mantieni la calma, Zayn.
Continuava a ripeterselo come un mantra, ma falliva miseramente ogni volta che lei gli chiedeva se stava facendo la cosa giusta, se i tocchetti erano troppo grandi o tropo piccoli, se aveva bisogno di qualcos’altro.
Di te.
Avrebbe voluto rispondere, invece si limitò a sorridere e scrollare il capo, tagliando a fettine il petto di pollo. Cosa avesse quella ragazza per conciarlo in quel modo nessuno lo sapeva, ma era chiaro a tutti che in sua presenza la sua mente non ragionava lucidamente e rischiava di mandare letteralmente in fumo la cena. Jakie lo chiamò e gli mostrò, con un sorriso smagliante, il suo operato ormai concluso. Zayn le sorrise di rimando e si avvicinò a lei, togliendole un pezzettino di verdura dal viso, poi si chinò e appoggiò delicatamente le labbra sulle sue, mandando a puttane tutti i suoi sforzi di resistere alla tentazione. L’attirò prepotentemente a sé e la strinse in un abbraccio quasi disperato, mentre lei rideva lasciando cadere la testa all’indietro.
“Non posso cucinare con te qui, non riesco a mantenere il controllo” soffiò sulla sua pelle delicata e ormai sensibile del collo della ragazza, che sobbalzò. Aveva intuito il punto debole del suo fidanzato, aveva capito che faceva molta fatica a rimanere lucido in sua presenza, specie in cucina, ma sentirselo dire era tutta un’altra storia. Rabbrividì, appoggiò con forza il coltello sul tagliere e spinse il ragazzo con la schiena contro il frigorifero. Voleva che sapesse che anche per lei era una faticaccia resistergli, in cucina e non. Zayn la prese per mano e fece per andare verso il divano, ma prima si voltò verso il fornello e spense i fuochi, onde evitare altri disastri.
Debole.
Era un debole, gli bastavano due occhi dolci, un sorriso soddisfatto, un lavoro ben fatto e pam, andava in fiamme e non ci vedeva più. Non sapeva se il problema fosse suo, di Jakie, della cucina o degli ormoni, l’unica cosa che sapeva era che avere Jakie con lui al lavoro era qualcosa di devastante per i suoi nervi di uomo innamorato.
“Ordiniamo cinese?” gli domandò, accarezzandogli i capelli, il respiro ancora accelerato, la testa del suo ragazzo abbandonata sul suo petto. Zayn si alzò di scatto e scrollò la testa.
“Andiamo a cucinare, amore” disse solo, lasciandole quel senso di nostalgia e freddo tipico di un risveglio troppo brusco. Annuì con vigore e afferrò la sua mano, si issò in piedi e si rivestì con cura, per poi seguire il ragazzo e riprendere da dove si erano interrotti.
Per prendere dimestichezza con la presenza dell’altro ci misero una ventina di minuti, setto o otto sorrisi imbarazzati, una dozzina di sfioramenti pericolosi e tre o quattro baci appena accennati. Si muovevano come due pattinatori sul ghiaccio, con scioltezza, collaboravano, lui le insegnava un modo più veloce per fare qualcosa, o come usare il mixer senza farlo esplodere; lei rideva imbarazzata, annuiva con convinzione, riprovava, si correggeva, chiedeva aiuto e sorrideva, sorrideva tanto. Era felice di non essere più una spettatrice, di guardare il suo fidanzato che cucinava –anche se ancora si incantava a fissarlo-. Era davvero contenta di essere diventata parte integrante di quella passione, tassello di quel puzzle che prima a lei sembrava completo e bellissimo, ma che in realtà peccava di qualche cosa: il pezzo centrale.
Zayn tagliò un pezzettino di pollo al curry, lo infilzò ed imbocco Jakie, seduta di fronte a lui al piccolo tavolo che utilizzavano per mangiare loro due da soli. La ragazza arrossì e masticò lentamente, assaporando ben bene il loro piccolo trofeo. Sgranò gli occhi e guardò Zayn stupita.
“Ma è buonissimo!” esclamò, portandosi subito una mano alla bocca, per nascondere il cibo che ancora stava masticando. Lui sorrise e abbassò il capo, continuando a tagliare la carne. Jakie appoggiò una mano sul suo avambraccio tatuato e lo massaggiò dolcemente, attirando così la sua attenzione.
“Dicono che qualsiasi cosa venga meglio se fatta con amore” sussurrò il moro, puntando lo sguardo tranquillo in quello di lei, che sorrise ancora di più e annuì.
“Devi insegnarmi a cucinare perfettamente, allora!” disse convinta, trafiggendo una carota e portandola alla bocca del fidanzato, che le accarezzò il polso con le nocche e si lasciò imboccare da lei, che in quel momento sembrava la creatura più bella che avesse mai visto.
 
Le lezioni di cucina che Zayn impartì a Jakie, scandite da baci, brevi pause sul divano, coccole e scherzi, la portarono ad appassionarsi talmente tanto alla cucina che, una volta conseguita la laurea, si iscrisse ad un corso per chef insieme al suo fidanzato.
Ora Jakie e Zayn gestiscono un ristorante sulle sponde del Tamigi e continuano a distrarsi l’un l’altra, ma solo a casa, perché sul lavoro mettono tutto il loro amore nei piatti che preparano e inventano nuove ricette ispirate ai gusti dell’altro, alle sue preferenze e alle sue abitudini.
Il locale “With Love” è diventata meta ambita e ormai tappa abituale per quelle coppie che vogliono passare una piacevole serata avvolti nell’atmosfera dell’amore tra due ragazzi che si sono lasciati coinvolgere e completare.

Aries' corner

Piccola e brevissima pausa dall'angosciante Inevitabile,  ecco un piccolissimo brano che mi ispirato a uno dei tanti scleri notturni con Yvaine. 
Niente da dire, fa schifo. Pensavo venisse meglio, ma l'ho scritta di getto e non mi ricordo più come volevo che fosse, quindi niente, spero che almeno a due persone piaccia. Facciamo tre, che è il mio numero preferito, dai ;)
Torno a scrivere angst, adesso, visto che ultimamente mi riesce pure meglio! Ahahahah

Tanti baci!
A.P

 
   
 
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