> Capitolo III – in cui un
coniglietto sorridente fa a Quiche un regalo molto speciale
Passarono alcuni giorni,
durante i quali Strawberry non ebbe notizie ne’ degli alieni, ne’ di chimeri
(bavosi o meno), ne’ tantomeno di Mark Aoyama. Un po’ impensierita, un sabato
pomeriggio la ragazza lo telefonò per invitarlo alla fiera che era stata
allestita pochi giorni prima accanto al Luna Park. Il ragazzo accettò l’invito,
e la mattina successiva i due si ritrovarono all’entrata del parco.
-Ciao Strawberry-
-Ciao. Come
va?-
-Bene. E tu
come stai?-
-Bene-
-Dai,
andiamo- ed il ragazzo la prese per mano e iniziò a camminare. Senza dire
altro.
Strawberry
notò che Mark era strano quel giorno. Era molto silenzioso, e sul viso aveva
una strana espressione distaccata e pensierosa. Ma d’altro canto, anche lei non
era come al solito: non rivolgeva la parola ad Aoyama, e quasi desiderava
tornare a casa.
Finché…
-Mina!- esclamò
improvvisamente Mark, lasciando la mano di Strawberry.
Lei alzò la testa e vide la sua amica venire nella sua direzione: era in
compagnia di un ragazzo alto, dall’aria intelligente e molto carino. Strawberry
non vide che il viso di Aoyama, che si era illuminato per un momento, ora era
ritornato pensieroso e quasi triste.
-Salve,
ragazzi!-
-Oh, ciao
Mina!- salutò Strawberry. -Che coincidenza! Cosa ci fai qui?-
-Beh…-
rispose la ragazzina arrossendo -Non fraintendete…io di solito non partecipo a
queste feste popolane, ma oggi…mio fratello è tornato da un viaggio, e siccome
ancora osava parlare di lavoro, l’ho trascinato qui per farlo distrarre un
po’-.
-Tuo…fratello?-
farfugliò Mark, che stava fissando il ragazzo accanto a Mina come se fosse la
cosa più orribile del mondo.
-Oh, che
sciocca, non vi ho neanche presentati! Mark, Strawberry, questo è mio fratello
Sam-.
-Piacere di
conoscervi- Sam strinse la mano ad un Mark piuttosto rosso in viso.
-Io mi
ricordo di te, noi due ci siamo già conosciuti- sorrise Strawberry.
-Ah, si?-
disse Mark senza staccare gli occhi da Mina.
-Ehm…se vuoi
ti racconto la storia!- disse la ragazza arrossendo.
-Certo che
voglio- sorrise Mark.
-Oh,
scusatemi, è tardi, devo andare…- disse improvvisamente Sam lanciando uno
sguardo al suo orologio da polso.
-Ehm, si,
anche io…ho visto una mia amica e vado a salutarla…- disse Strawberry.
-Allora a
presto- rispose…Sam. Mark e Mina non si erano neanche accorti che i due
avessero parlato.
Strawberry si
allontanò, ma non per andare dalla sua amica. Si era inventata quella scusa per
allontanarsi da lì…
Intanto, nel buio, qualcuno torturava, rigirandolo
e strappandolo, un povero fiorellino innocente.
-Non ce la faccio a resistere…com’è possibile…come…come si permette
quell’essere inferiore di trattare così la mia bambolina?- borbottò Quiche, che
aveva seguito tutta la scena nascosto dietro un albero.
-Ho deciso, ora se la vedrà con i miei chimeri, e stavolta giuro che lo
ucciderò!-.
Quiche gettò a terra il fiore e lo calpestò (forse pensava che fosse MarkO.ò;;
ndjun), poi aprì il palmo della mano, da cui comparve una luce sinistra, la
stessa che brillava nei suoi occhi.
-Ora devo solo scegliere la mia vittima…vediamo…-
-Ciao!-
Quiche
sobbalzò.-MA CHI?!-. Il minuscolo chimero parassita che aveva fra le mani cadde
a terra e si spense con un mugolio. Quiche si voltò di scatto: dietro di lui,
gli sorrideva una bambina bionda molto carina, con gli occhi rosa, un vestitino
bianco con una codina e un cerchietto con delle lunghe orecchie da coniglio,
bianche e morbide.
-Vuoi giocare con me? *^o^*-
-Urgh!- una gocciolina
comparve sulla testa di Quiche -Lasciami in pace, piccola! Non ho tempo per
giocare! Pussa via! Sciò!- ed agitò la mano verso la bambina, che però non si
perse d’animo.
-Tu ti chiami
Quiche, vero?- disse -E sei un alieno, vero?-
-Uh? Come lo
sai?-
La bambina
sorrise: -Hai un problema, ma io so come risolverlo! Vieni!- e lo prese per
mano, portandolo con se’.
-Uhu? Ehy
piccola, lasciami la mano!-
La bambina lo
condusse dentro una tenda immersa in una penombra misteriosa, molto profumata.
Al centro c’era un tavolino con una sfera, ed intorno altri oggetti strani che
Quiche non conosceva. La bambina infilò la testa in un baule e lanciò fuori una
serie di oggetti, finché non riemerse sorridente con in mano una boccetta.
-Che cos’è, bimba?-
-Tieni!- rispose
lei, e gli porse la boccetta senza smettere di sorridere.
Quiche la
prese fra le mani, la sollevò e la guardò: al suo interno era piena di polvere
rossa brillante: -Ripeto la domanda, poi mi arrabbio: cos’è questo coso?-
-Quello di
cui hai bisogno-
-Ora ti mando
contro un chimero-coniglio-assassino -
-E’ un filtro
d’amore- spiegò la bambina.
-Un CHE?-.
-Così puoi
conquistare Strawberry, no?-
Quiche
squadrò la bambina con la mandibola rasente terra: -Ma tu chi diavolo sei?-
-Io? Io sono
un coniglietto!- rispose gioiosa la bimba, e cominciò a saltellare per la
tenda.
-………..
(Gocciolone) –
- Allora, allora allora, ti piace la mia idea?-
Quiche lanciò un’occhiata incerta alla boccetta: -Non ho bisogno di questa
roba. Ammesso che funzioni-.
-Si, si,
funziona, me l’ha detto papà. Devi farlo respirare a qualcuno, così si innamora
della prima persona che guarda-.
-Quante
idiozie- e Quiche sbatté la boccetta sul tavolino rotondo, quindi uscì.
-Ciao Quiche!
Salutami Pie e Tart!- la bambina si sporse fuori dalla tenda per salutarlo,
quindi rientrò.
-……..
(Gocciolone gigantesco)-
Quiche,
rimase qualche secondo paralizzato, quindi fece marcia indietro e riaprì la
tenda: -Senti, bambina…eh? Ehi, coniglietto? Dove sei finito?-
La bambina
era scomparsa. Quiche fece qualche passo dentro, confuso. Arrivò fino al
tavolino. Poi, non senza incertezza, raccolse la boccetta di polvere rossa e se
la rigirò fra le mani.
Uscì fuori di
tutta fetta e prese a camminare nel parco, sempre osservando la polvere.
Aveva fatto
solo pochi passi, quando sentì una voce femminile che lo chiamava.
-Quiche! Che
cosa ci fai tu qui?-
Quiche alzò
lo sguardo, e si ritrovò davanti Strawberry.
-Strawberry…-
sussurrò, in tono strano.
-Ah, basta,
non ti permetterò di rovinarmi l’appuntamento con Mar…urgh…ecco…non ti
permetterò di rovinare la giornata a tutte queste persone!!- esclamò la ragazza
estraendo la sua spilla -Mewberry…-
Un’idea
improvvisa assalì l’alieno.
-Voglio
proprio vedere se funziona!- esclamò Quiche, e gettò la boccetta ai piedi di Strawberry.
Questa si ruppe, e ne uscì una nube di polvere rossa, che si sparse intorno
alla ragazza, avvolgendola.
-Ehi! E
questo cos’è?- esclamò Strawberry, tossendo.
-Dovrebbe
essere un filtro d’amore, anche se non è che ci creda molto…comunque…al massimo
ti avveleno credo…vedremo…- osservò Quiche pensieroso.
-F-Filtro…di
cosa? Coff Coff!- Strawberry tossiva, ed aveva la testa bassa. La nube si
dissolse un po’, e lei tentò di aprire gli occhi. -Quiche…c-cosa?-
-Strawberry…-.
Quiche era immobile davanti a lei, e la guardava fisso. -Avanti,
guardami…Strawber…-
-ECCOTI,
MALEDIZIONE! MA DOVE DIAVOLO ERI FINITO?!-
Pie si era
materializzato in quel momento ed aveva afferrato per il collo Quiche.
-IDIOTA!
LEVATI DI QUI!- strillò lui, terrorizzato.
-Pie?-
Strawberry alzò lo sguardo verso l’alieno, che si voltò e la guardò fisso negli
occhi.
I loro
sguardi si incrociarono per qualche secondo, e Pie lasciò andare il collo di
Quiche, che cadde a terra.
-Uh? Che
diavolo vuoi?- disse finalmente in tono piatto Pie.
La polvere ai
piedi di Strawberry ormai si era completamente dissolta; la ragazza, senza
smettere di fissare l’alieno davanti a lei, incrociò le mani e disse,
sospirando sognante: -Pie-chan…-
Pie si voltò
verso Quiche: -E’ uno scherzo, vero?-
Lui guardò prima
Strawberry, poi lanciò al compagno uno sguardo a metà fra il confuso e lo
sconvolto: -Allora non era una balla…quel coniglietto…-
-Coniglietto?
Quale coniglietto? CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO?!- esclamò Pie riafferrando
Quiche per la gola: -PERCHE’ QUESTA CRETINA MI HA CHIAMATO PIE-CHAN?! COME HA
OSATO?! COME SI E’ PERMESSA?!-
-S-sei u-un
i-imbec-cille, Pie!-
Strawberry
fece un passo verso i due alieni: -Pie…tesoro mio…non fare così…-
-Ma che
schifo!- Pie fece un balzo e atterrò due metri più lontano: -Levati di torno,
prima che ti polverizzi! Uh? Ma dov’è finita?-
-PIE!- Strawberry lo afferrò da dietro: -Alienuccio mio…come sei carino quando
ti arrabbi…- e lo abbracciò.
-URGH!-. La faccia pallida di Pie era (non si sa se per l’imbarazzo o la
rabbia) rossa quando urlò:
-QUICHE! IO
TI UCCIDO!-.
Quiche, dal
canto suo, era ancora a terra, e stava sbattendo i pugni gridando: -Perché mi
va sempre male, perché, perché, perché?!- quando davanti a lui arrivò Mark di
corsa, seguito da Mina.
-Ma cosa
succede? Strawberry!-
-Bene, ora la
banda dei cretini è al completo- mugolò
Quiche rialzandosi e togliendosi un po’ di polvere dalla giacca.
-Ehi, tu!
Lasciala andare!- gridò Mark a Pie.
-DILLO A
LEI!- strillò Pie, mentre cercava di liberarsi dall’abbraccio di Strawberry.
-Tesoro mio,
lo sai che sei l’alieno più bello, serio e intelligente che abbia mai
incontrato?-
-Grazie, ora
levati che ti polverizzo!-
-Straw…berry?-
sillabò Mark incredulo.
-Hai voluto
farti gli affari miei, Pie? Ora buona fortuna! Mi sono stancato, me ne vado!-
sbraitò Quiche, e scomparve.
-Traditore,
dove…-
-Cucciolo
mio!- e la ragazza diede un bacio sulla guancia a Pie, mentre le spuntavano le
orecchie e la coda da gatto.
Pie diventò
più rosso dei capelli di Strawberry.
-Strawberry!-
gridarono insieme Mark e Mina, sconvolti.
-Senti,
questa storia sta diventando ridicola!- sillabò Pie in tono pericoloso
-Lasciami andare, mocciosa, oppure…-
-Nyao, no!-
disse Strawberry scuotendo le orecchie da gatto -Tu te ne vai e mi lasci sola-.
-Uh…- disse
Pie cercando di controllarsi, mentre il sudore freddo gli scendeva dalla fronte
-Su, ci rivedremo presto…ma ora devo andare a disintegrare quel deficiente di
Quiche, capisci? Poi tornerò- .
-Mi prometti
che torni presto?-
-Si, certo.
Devo fare lo stesso lavoro con te-.
-Okay.
Allora ciao Pie-chan-.
E Strawberry
lasciò andare il povero alieno.
Pie la fissò
in modo strano per qualche secondo, poi si teletrasportò via.
-Strawberry…-cominciò
Mina.
-Evviva!
Pie-chan mi ha detto che torna presto, sono così felice!- e Strawberry
abbracciò Mark e Mina.
-Ma che…sei
sicura di stare bene?-
-Si!!! Non
sono mai stata meglio!!! Pie-chan mi ha detto che torna presto!- ripeté
Strawberry con gli occhi che le brillavano.
-Ma che cosa
ti hanno fatto…amica mia…forse è meglio andare da Ryo e Keiichiro…-
-Hai ragione,
Mina- annuì Mark, non poco sconvolto quando prese in braccio Strawberry (che
non se ne accorse nemmeno, dato che non la smetteva di parlare di Pie) e la
portò fino al Caffè Mew Mew.