Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Polly_poChan    20/02/2013    3 recensioni
"Cinque.
Cinque anni dopo la battaglia finale, tutto ha nuovamente inizio.
Una guerra combattuta per imporre la propria supremazia sul pianeta Terra.
Dieci guerrieri provenienti dal pianeta Andreion pronti a tutto per recuperare l'Acqua Cristallo e riportare all'antico splendore la loro terra.
Cinque amiche dai magici poteri con un solo obbiettivo: proteggere il loro "Pianeta Blu".
Un esercito. Un esercito composto da migliaia e migliaia di guerrieri addestrati per U C C I D E R E.
Ed una storia. Una semplice storia che intende raccontare la vita di questi esseri 'malvagi', ai nostri occhi, diversamente da quanto è stato fatto cinque anni or sono."
Una fanfiction basata sul manga-anime Tokyo Mew Mew, con protagonisti i tre alieni (Kisshu Pie e Taruto), altri personaggi introdotti dall'autrice e le paladine della giustizia terrestre, le Mew Mew :)
Un racconto di amori non corrisposti, crudeltà e dolore, con un "Ending" da far rizzare i peli sulle braccia..
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Pai Ikisatashi, Taruto Ikisatashi/Tart, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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angolo autrice >\\\<
ooooooookay, perdonate nuovamente il ritardo, ma ormai non sto nemmeno più a spiegarvi il perchè dei miei ritardi, vi ci abituerete >\\< (ma chi ti caca u.u ndtutti)(infami ç___ç ndme)
ma vi prometto che ci avviamo sempre più ad una svolta, e sempre più all'incontro ravvicinato dei nostri personaggi u.u
nel prossimo chap ci occuperemo delle (ex)MewMew, in questo (al contrario) vedremo in azione i miei (adorati) alieni :'3
ma vi assicuro che entro venerdì prossimo lo posterò >.<
e sapete perchè? :3
perchè è GIA' IN CANTIERE :DDDD (oleee.... ndKiaahu -.-')(evvai -.-' ndTart)(basta, finitela >ççç< ndme)
quindi, stavolta è SICURO che lo posto entro venerdì prossimo :3
okay, basta, sto parlando troppo e vi sto annoiando con tutto quetso blablablaaaare (hei, quella è la mia battuta! O_o ndDottorCox)(che diamine ci fai tu qui? >.>)
vi lascio al capitolo :3 <3
preparatevi ad un paio di rivelazioni u.u 



 

{Dreams.

 

***

una ragazza dai lunghi capelli rossi mi sorride dolcemente. Porge la sua mano verso di me, avvicina il viso giovane e le sue labbra, come delicati spicchi di rosa, si fermano per un momento sulla mia fronte.

È alta, più alta di me...

quasi come un gigante buono.

Ci avviciniamo ad un'enorme villa circondata da qualche albero verdeggiante.

Conosco questo posto, mi è familiare.

La giovane donna mi prende per mano.

Ho una manina così piccola ed insignificante in confronto alla sua...

 

siamo arrivati, Taru-Taru”

 

mi sorride, sempre con un'innata dolcezza da far sciogliere anche il più gelido dei cuori.

Bussa al campanello, aspettiamo un paio di secondi, la porta si spalanca.

Un uomo dai capelli brizzolati viene ad aprirci. Ha un sorriso stampato sulle labbra, ma qualcosa in lui non mi convince. Gli occhi, lo sguardo... tutto di lui mi fa rabbrividire.

 

aaah, signorina Ikisatashi, che piacere vederla!”

oh, signor Shirogane, mi chiami Clara...”

 

la ragazza sembra imbarazzata. Le gote assumono lo stesso colorito dei suoi capelli.

Così simili ai miei...

 

oh, certo, certo...Clara!” sorride nuovamente il signor Shirogane. Ci fa segno di entrare, senza mai abbandonare quel sorrisetto fasullo.

Clara entra, mi trascina con se.

Mi guardo intorno un po' spaesato, e l'interno della villa non ha contorni esattamente nitidi: ricordo vagamente un divano marroncino, mura giallo paglia molto chiaro, qualche piantina grassa, un tavolo in legno. Il salone è piuttosto grande, davanti a me c'è un lungo corridoio che porta alle stanze.

 

Taru-Taru” mi chiama la ragazza. Io mi volto verso di lei, si avvicina al mio orecchio. “io vado nello studio con il signor Shirogane, quindi, mi ra-cco-man-do”. Il suo sguardo parla da sè: non c'è bisogno di altre parole, so già che quelle sopracciglia leggermente alzate stanno a significare 'fa' il bravo'.

Un altro bacio sulla fronte e via, i suoi occhi verde smeraldo si posano sul signor Shirogane che l'accompagna, attraverso il corridoio, nella terza stanza a destra.

Terza stanza a destra.

come mai lo ricordo così bene?

 

ma sono solo un bambino, e la mia attenzione viene attirata immediatamente da qualcos'altro.

Un ragazzino, più grande di me di qualche anno, biondo, occhi azzurri come il cielo d'estate.

Mi sorride a stento, con fare timido.

Io mi avvicino a lui, è circondato da giocattoli.

Quegli occhi.

quei capelli.

quell'arroganza assopita.

Tutto mi ricorda qualcuno che conosco.

L'ho già visto, sì...

ma dove?

 

giochi?”

 

il bambino mi porge un macchinina rossa fiammante.

Io annuisco, gli sorrido contento.

 

quanti anni hai?” mi chiede, mentre lancia distrattamente un camion dei pompieri alla sua sinistra.

Non parlo, ma piego le dita della mano destra per formare un TRE.

aaah...” torna a dedicarsi al suo camion. Quanto rosso in quella stanza. “io 6 e mezzo” continua.

Desidera parlare, sì, ma ho solo tre anni, cosa pretende da me?

Inoltre, sono solo uno stupido umano. (*)

l'atmosfera è calma, tranquilla: due bambini, tanti giochi, sorrisi incerti.

Ma qualcosa interrompe quel momento idilliaco.

un urlo.

 

Immediatamente, mi volto in direzione del corridoio, e con uno scatto disumano mi proietto verso il luogo dal quale è giunto l'urlo agghiacciante.

Non ricordo molto di quel momento.

Forse, panico.

Sì, panico.

Perchè l'urlo non è solo 'agghiacciante', ma è anche di una donna.

Terza stanza a destra.

 

In effetti, ad essere sincero, credo che nello stesso istante in cui udì l'urlo, avessi già capito a cosa stessi andando incontro.

Ma a tre anni non sei padrone delle tue emozioni, tanto meno delle tue azioni.

 

Giungo all'entrata della camera, ma è tardi ormai.

Uno sciame di schizzi mi colpisce in pieno volto.

Sono rossi, rossi come la macchinina, come il camion dei pompieri del bambino dai capelli biondi.

I miei occhi dorati si fermano prima sul coltello, poi sullo sguardo dell'uomo.

Infine, sul collo squarciato di Clara.

Il sangue sgorga a fiotti, come centinaia di petali scarlatti che cascano da un mazzo di rose.

 

Gli occhi iniettati di sangue di Shirogane si fermano su di me.

adesso, tocca a te, Taruto!”

tremo.

Paura, sbigottimento, ma soprattutto rabbia.

Lui mi si avvicina minaccioso, brandendo il coltello insanguinato.

Non so cosa fare, ho la mente offuscata.

Cos'avrebbe fatto Baba?(**)

cos'avrebbe fatto Clara?

 

Shirogane è pronto: sta pregustando la vittoria. Alza il braccio destro, le dita tremano leggermente a contatto con la durezza del manico.

Sferra l'attacco, sferzando l'aria.

Poi il nulla, solo un sussurro infantile.

 

no...”

***

...mamma!”

 

Tart si svegliò improvvisamente, mettendosi a sedere. Sudato e ansimante, si guardò attorno, scrutando nel buio della navicella. I compagni dormivano beati nei loro letti. Koda ronfava.

Sospirò.

Era da tempo, ormai, che non ripensava più alla morte di sua madre.

Aveva provato ad eliminarla dalla mente, e a volte credeva persino di avercela fatta.

Il viso giovane di Clara Ikisatashi era solo un lontano ricordo.

Sfocato, come sfocati erano i contorni nel sogno.

Ma le sue urla erano vivide, impresse nella memoria come sangue rappreso su un'uniforme bianca.

Quell'uomo, quel 'Shirogane'.

E quel bambino biondo.

 

Taruto si lasciò ricadere sul sottile materasso, affondando il cranio nel morbido cuscino.

Socchiuse gli occhi, doveva dormire.

'era...era solo un sogno...', si disse.

sì... solo un sogno.”

 

*

 

chi va la?!”

Johanna e Andres tirarono fuori le loro armi in un batter d'occhio.

I Kunai della donna brillavano nella notte colpiti dalla luce lunare, e le stelle si riflettevano nei suoi occhi dorati.

Andres scricchiolò le dita della mano destra, stringendo forte la spada di Kos nella sinistra. (***)

Entrambi i fratelli nel silenzio, persino la navicella alle loro spalle sembrò ammutolirsi del tutto.

Aspettarono secondi, minuti, mezz'ora...

nulla.

Né un fruscio, né un suono alieno, né un'ombra.

Johanna abbassò le armi, perplessa. Che la disavventura del viaggio l'avesse turbata al punto di immaginarsi tutto?

no.

si voltò verso il fratello maggiore.

Andres” chiamò, sussurrando “tu hai sentito qualcos'altro?”

il ragazzo non distolse lo sguardo concentrato dal campo, scuro come la pece.

no” sussurrò a sua volta.

 

Tutto sembrava essere stato inghiottito da un'oscurità perpetua.

La giovane aliena dai capelli violacei diede le spalle al campo, avviandosi turbata verso l'entrata della navicella.

io vado a riposare, allora...” azzardò, fermandosi. Spostò distrattamente una ciocca di capelli che le aveva colpito il volto.

ve bene, sorellina” Andres si voltò verso Johanna, facendole l'occhiolino “se avverto qualcosa di strano, butto un urlo”

Johanna sorrise e, dopo aver dato un'ultima occhiata furtiva al campo, entrò.

 

*

 

come sta?”

è...stabile, insomma”

il corpo inerme di Mirian giaceva su un materasso alto e due cuscini (uno sotto il capo, l'altro sotto le gambe). Kelis sedeva accanto a lei con occhi stanchi e assonnati, ma la mano serrata al polso esile dell'amica.

Mirian aveva battuta la testa, sì, ma se la sarebbe cavata.

hei, piccola”

la giovane Miyu si voltò in direzione di Johanna che, scoprì, sorrideva. La donna le porse la mano, invitandola ad alzarsi. Kelis ricambiò il sorriso, accettò l'aiuto e si alzò, lasciando il posto a quella che per lei era forse anche più di una sorella.

Johanna l'abbracciò con fare materno “fatti una bella dormita, domattina sarà una giornata lunghissima”.

La ragazzina annuì con tenerezza: sapeva che sarebbe crollata da un momento all'altro, e l'arrivo di Johanna l'aveva salvata in calcio d'angolo.

Si diresse al suo letto.

Ma erano giorni, oramai, che la piccola Miyu non riusciva a dormire serenamente.

 

La pace sul suo pianeta era durata meno di un paio d'anni...

Profondo Blu era tornato alla ribalta, e il torto subito dai suoi coetanei l'aveva reso ancora più sadico e distruttivo.

Aveva visto perire tanti dei suoi compagni e amici, troppi...

 

s'intrufolò sotto le lenzuola, dando un'occhiata fuori, contemplando la luna.

'com'è bella da quaggiù...'

sul pianeta Andreion la Luna non era altro che un puntino minuscolo, quasi invisibile. Ma su di lei s'erano tramandate tantissime meravigliose legende.

Alcuni andreiani avevano giurato di averla vista mutare forma, assumendo l'aspetto di un sorriso.

Altri, di aver assistito ad un cambiamento di colore: da bianca a gialla, addirittura arancione chiaro!

'baggianate' aveva pensato Kelis, 'la luna è tonda, bianco latte' si disse, sorridendo.

Si stropicciò gli occhi, che cominciarono a bruciarle, li chiuse.

Si rilassò.

Ormai era inutile piangersi addosso, inutile pensare di poter cambiare le cose.

Erano partiti, erano disertori, erano condannati a morte certa.

E il pianeta Terra era l'unico, a detta di Tart e Kisshu, che avrebbe potuto ridare la speranza al loro popolo.

'Mew Mew...' pensò.

Il Capitano aveva ipotizzato che, con l'aiuto delle MewMew e dell'Acqua Cristallo rimasta sulla Terra, avrebbero potuto distruggere l'Armata di Profondo Blu, o, al limite, Profondo Blu stesso.

L'unico intoppo era trovarle e, in seguito, trovare anche il Cristallo prima che l'Armata li rintracciasse e li seguisse sul 'Pianeta Blu'.

'che missione suicida.'

Sospirò, si voltò sul fianco destro, rannicchiandosi su se stessa.

Non aveva mai avuto motivo di dubitare di Kish o Tart.

Ma stavolta aveva il presentimento, in cuor suo, che avrebbero fallito.

E se Koda non avesse smesso di ronfare, lo avrebbe di sicuro ammazzato prima del tempo.

 

*

 

la calda luce del sole filtrava attraverso i finestrini semichiusi della stanza, battendo forte sul suo viso.

aaaah....ancora 5 minuti....”

si coprì istintivamente gli occhi giallognoli, aprendoli a fatica.

maledettissimo sole terrestre, porca troia!”

Kisshu si mise a sedere, striracchiando la schiena e portando in aria le muscolose braccia.

Non aveva più 16 anni, ormai era un uomo a tutti gli effetti.

Osservò il suo corpo perfetto (a detta sua u.u ndautrice) distrattamente, e lo sguardo si posò su una montagnella al livello del pube.

Sorrise con malizia.

'a quanto pare, c'è sempre qualcuno che si sveglia prima di me!'(****)

spostò le coperte, si alzò dal letto e attraversò la camera, facendo bene attenzione a non svegliare Amelie e Andres.

Si rinchiuse nel piccolo WC della navicella (che contava un water, una mini doccia e un lavabo) e si sciacquò il viso, dandosi infine un'occhiata allo specchio.

'chissà chi è stato di guardia stanotte, dopo Andres...' si chiese, impegnandosi nel pettinarsi i capelli verde oliva. Infine, sorrise soddisfatto al suo riflesso, ammiccando.

hei, NarciKisshu”

il giovane Sensei si voltò verso la porticina automatica.

hei, Taruminchia”

ha ha ha” si avvicinò il Capitano “ma che simpaticone”

Kish sorrise sardonico “cosa c'è, moccioso?”

Tart si trattenne dal mollargli un cazzotto nelle palle, fece un bel respiro e si calmò.

nulla, devo usare anch'io il bagno, se non ti spiace”

sì, mi spiace” azzardò il Sensei. Quanto si divertita a stuzzicare quel ragazzino!

bene, e a me non dispiacerà darti un pugno lì dove non batte il sole” rispose sarcastico il giovane, di rimando.

colpo basso”

esatto”

okay, moccy-Tart” si staccò malvolentieri dal lavabo, facendo posto al ragazzino dai capelli rossi. Quest'ultimo sorrise soddisfatto, si spogliò, mostrandosi a Kisshu come la madre l'aveva fatto, e scivolò all'interno della doccia.

bleah!” Kisshu si coprì gli occhi, disgustato “che schifo, avvisami la prossima volta!” e, detto questo, si precipitò alla porticina, lasciandosi alle spalle un Tart intento a ridere di gusto.

 

'ma come diavolo fa?' si chiese, una volta all'aperto. Il campo verdeggiante ondeggiava nel vento, il sole mattutino colpiva la rugiada fresca accucciata sulle foglie degli alberi in fiore. Raccolse una delicata margherita da terra, osservandola incuriosito.

'moccioso..'

strinse forte il fiore tra le dita, tentando di cacciar via quel pensiero tremendo.

 

Tart aveva affrontato quella situazione con una freddezza unica. (*****)

Proprio lui, il Capitano 'sin troppo emotivo' del loro Esercito reale.

Lo stesso Tart che aveva dovuto affrontare tutto e tutti per diventare cio' che era.

Lo stesso che tentava in ogni modo di fare meno vittime possibili in guerra, sia che si trattasse di compagni, sia di nemici.

Lo stesso che da bambino aveva dovuto assistere alla morte di tanti suoi amici, durante i duri allenamenti impartiti da Profondo Blu.

E di sua madre, e di suo padre...

Lo stesso che aveva partecipato, anni prima, alla missione sulla terra, ed era giunto sin lì assieme al suo 'fratellone', Pai.

'Pai...'

la presa attorno allo stelo si strinse sempre più, fino a spezzarlo in due.

L'alieno serrò la mascella, in preda all'ira.

'stupido' pensò

baka di un Pai!” urlò, lanciando quel che rimaneva della margherita.

 

Il fiore rotolò a terra, nel verde.

Pian piano, caddero anche gli innumerevoli petali bianchi.

E smisero solo quando una lacrima salata toccò il suolo, qualche metro più in là.

 

*

 

Amelie!”

sì?”

vieni qui per favore, aiutami con l'incantesimo”

 

la giovane aliena si precipitò ad aiutare Kelis che, in pieno panico, tentava invano di pronunciare la formula esatta per l'incantesimo che il loro 'Capitano' aveva ordinato.

Era una formula abbastanza complessa, l'aveva intuito dalla presenza di parecchie parole antiche.

Ma, fortunatamente, Amelie aveva studiato a lungo proprio in caso si fosse trovata di fronte ad una situazione del genere.

Il che era una magra consolazione...

"Manamuh da onaierdna a
oh Salazar (*******), em temrofsnart
sarucsbo setra rep
otep douq ihim erecaf
"
pronuncio' a denti stretti.

il suo addestramento magico (oltre, ovviamente, a quello militare) aveva avuto la durata di ben 12 anni, in pratica dalla tenera età di 8 anni, così che la piccola Amelie non aveva avuto esattamente un'infanzia delle più rosee.

 

Le giornate trascorse sui libri l'avevano resa cupa, instabile, fredda.

Ma un giorno, compiuti i 16 anni, le fu comunicato di poter finalmente tornare a casa, nel suo paese d'origine.

***

'casa?' chiese Amelie, strabuzzando gli occhi 'questo castello è la MIA casa!' urlò, lasciandosi lo Stregone Capo alle spalle.

L'uomo non si scompose più di tanto: sapeva che sarebbe tornata da lui per scusarsi dell'atteggiamento. Conosceva Amelie come le sue tasche, e l'aveva accudita sin da quando i suoi genitori l'avevano affidata al Castello, dopo aver scoperto che la piccola aveva poteri sovrannaturali che andavano ben oltre lo smaterializzarsi in altri posti.

'mi scusi...' sussurrò, rientrando nella stanza di Astronomia a testa bassa.

'non preoccuparti, ragazza mia' rispose cordialmente l'uomo, facendole segno di avvicinarsi. Amelie fece come l'era stato chiesto, osservando attentamente le mattonelle, troppo imbarazzata per poter guardare negli occhi il suo Maestro.

'ah...' sospirò quest'ultimo, scrutandola con fare paterno attraverso gli spessi occhialoni rotondi

'Amelie, ragazza mia... sai, quando sei arrivata-' sedette acanto a lei, su una poltrona in pelle di Zikot (******) '-chiunque non avrebbe scommesso neanche un nichelino su di te!'

'ah, grazie'

'fammi finire...' riprese con impazienza, sospirando '...dicevo, per chiunque TU eri la 'palla al piede', una 'disadattata', senza talento...'

Amelie lo osservò con occhi sgranati: ma che cazzo stava dicendo?! Se pensava che parlando a quel modo di lei l'avrebbe convinta a sloggiare, stava sbagliando proprio l'impostazione del discorso!

Il Maestro si fermò, le sorrise 'per CHIUNQUE, ma...non per ME'

 

La giovanissima Huda fu colpita dritta al cuore. Non se l'aspettava.

'p...perchè mi sta dicendo questo, Maestro?...'

'perchè, Amelie, TU sei giunta al traguardo ambito da tutti gli alunni che studiano in quest'edificio...a soli 16 anni.' bevve un po' d'acqua, posò il bicchiere sul tavolino in legno. Sapeva che la giovane non l'avrebbe più interrotto.

'Amelie, il tuo percorso è terminato: sei una maga di 8° livello, oltre la media. Sei potente, molto potente, e finalmente ADESSO puoi tornare a casa tua, al tuo villaggio d'origine!' esclamò entusiasta, sorridendole dolcemente.

Amelie abbassò lo sguardo, turbata. Il mio villaggio?, pensò.

'io...io quasi non lo ricordavo più...'

'lo so...' l'anziano mago avvicinò la mano rugosa al viso dell'aliena, fino a guardarla nuovamente dritto negli occhi.

'...ma adesso hanno bisogno di te più che mai, e tu PUOI aiutarli, ragazza mia, tu-'

'no!' la giovane si alzò di scatto dalla poltroncina, allontanandosi dall'uomo che la osservava sconvolto e dispiaciuto.

Si avvicinò ad una delle finestre della stanza, contemplando falsamente il paesaggio desolato di alberi e campi in fiore illuminati dalla fioca luce lunare.

Fioca, molto fioca...

 

'mi hanno abbandonata qui quando ero ancora una bambina...' disse, più a se stessa che al Maestro 'no...non vedo i miei genitori da 8 anni, capisce? OTTO!' si disperò, senza mai voltarsi.

'è la procedura della scuola, Amelie,non potevan-'

'NON è....non è questo il punto, Maestro' continuò, tentando di calmarsi 'il punto E' che, se tornassi lì, io...io mi sentirei un...un' estranea...'

 

il Maestro sapeva che quel che disse aveva un fondamento di verità.

Erano quasi 10 anni, quasi una decade, che Amelie non vedeva i suoi genitori: tornare al villaggio sarebbe stato come ricominciare daccapo.

E Amelie non aveva la forza per farlo.

Ma improvvisamente gli venne in mente una cosa, l'unico spiraglio di salvezza.

L'unico motivo che, FORSE, l'avrebbe convinta...

'Amelie' chiamò, con garbo.

'mh?'

'ti sei resa conto che, fino ad ora, non hai fatto altro che nominare SOLO i tuoi genitori?'

la ragazza si voltò piano, con fare interrogativo.

'sì, e chi altro dovrei nominare, scusi?'

'beh' il Maestro le si avvicinò. I suoi occhi azzurri sembravano catturare tutta la debole luce lunare. 'non saprei... ricordi SOLO loro, sicura?'

la giovane non sapeva cosa dire: del suo passato al villaggio di Kyoko lei ricordava solo di avere dei genitori, poi il nulla, buio totale.

Lo sguardo di ghiaccio del Maestro la scrutò a fondo, quasi come se le stesse leggendo i pensieri.

'quindi, Amelie... hai dimenticato anche Koda?'

gli occhi color notte dell'aliena sgranarono, come se stessero per uscire fuori dalle orbite.

Prese a tremare leggermente.

Un flusso di pensieri e ricordi, memorie soffocate all'interno del suo cervello ormai da tempo immemore.

Immagini che la vedevano sorridere, assieme ad un bambino piccolo, di appena 3 anni e mezzo.

Capelli azzurri, quasi bianchi, occhi verde smeraldo.

Mano nella mano con LEI.

La sua 'sorellona'.

***

 

Amelie?....AMELIE?!”

la ragazza si ridestò.

hai finito con l'incantesimo?”

la giovane aliena si accorse di tenere le braccia ancora alzate, in 'posa'. Scrollò il capo, abbassò gli arti, si rilassò.

sì, sì...” bofonchiò.

Kelis sorrise contenta, si alzò dal pentacolo che la giovane maga aveva realizzato poco prima e la ringraziò.

Ma Amelie sembrava essere in trance.

Koda...

si voltò improvvisamente verso i suoi compagni, intenti a pronunciare le formule per l'incantesimo.

Scorse Koda, tutto indaffarato: capelli bianchi, sguardo smeraldino, cipiglio arrogante.

Sorrise dolcemente.

Ormai quel ragazzino era l'unica cosa che le era rimasta, e non avrebbe permesso a nessuno, neanche a Profondo Blu, di portarglielo via.

Nessuno.

 

*

 

 

NOTE:

(*) SPOILER: ovviamente, non vi dirò di più u.u sappiate solo che Tart, fino ai 3 anni d'età, è stato a tutti gli effetti un 'umano' (esteticamente parlando).

Poi capirete u.u

(**) Baba = Papà

(***) Spada di Kos: oggetto magico di enorme valore. Una spada di 1 metro: il manico intarsiato di smeraldi magici, il bordo intagliato con i nomi dei possessori, appartenenti alla stessa famiglia (gli Huda) da secoli.

(****) giuro, stavo morendo quando l'ho scritto x'D

(*****) quale situazione? Ovviamente, quella che riguarda Pai ;) ma volevo porvi un quesito a tal proposito: secondo voi, che fine ha fatto il maggiore degli Ikisatashi? :3

rispondete in tanti, a quelli che indovineranno invierò lo SPOILER con la riposta esatta u.u

((******)) Zikot: drago delle nevi. La sua pelle squamosa somiglia a quella di un coccodrillo, è molto pregiata, tant'è vero che solo ed unicamente la Scuola di Magia del Castello ha potuto impossessarsene in passato.
(*******) da notare i riferimenti ad Harry Potter u.u <3


ed eccovi un ultimo quesito...
secondo voi, di che incantesimo si tratta? come mai è così complicato?

eheheheh :'3 scervellatevi <3 

   
 
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