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Autore: akane80    20/02/2013    0 recensioni
Il primo amore non si scorda mai, lo si è vissuto appieno nell'immenso turbinio delle emozioni che lo hanno accompagnato, che lo hanno reso così unico e speciale. Cosa succederebbe se dopo tanti anni lui incrociasse per caso di nuovo la tua strada? Nadia si sta per sposare ma qualcosa vacilla, quegli occhi blu la portano a fare un viaggio nel passato, un passato felice ma allo stesso tempo doloroso...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Settembre 1996
 
L’anno scolastico era ormai iniziato e così erano arrivati anche i miei 16 anni. Non mi dispiaceva festeggiare il compleanno poco prima dell’inizio della scuola, Settembre in fondo è sempre stato uno dei miei mesi preferiti. L’estate con il suo sole caldo se ne va e lascia il posto all’autunno con i suoi colori ed i suoi profumi, le vecchie mondine arrostiscono le castagne lungo le vie e gli alberi sulle mura della città  regalano uno spettacolo meraviglioso, un gioco di luci calde ambrate e dorate.
Ero anche felice di ritrovare la mia compagnia, i soliti vecchi amici a cui se ne aggiungevano sempre dei nuovi.
Nella mia classe non avevo stretto moltissime amicizie, andavo d’accordo con tutte ma avevo legato solo con poche, sono sempre stata un tipo particolare un po’ fuori dal comune e sopratutto indifferente ai discorsi che accumunavano le altre. Era più forte di me, io odiavo tutti gli atteggiamenti frivoli delle mie coetanee sempre preoccupate a sistemarsi i capelli, a rifarsi il trucco o a parlare di ragazzi. I miei intervalli a scuola erano solo un momento opportuno per leggere il mio manga preferito o per dare sfogo alla mia fantasia disegnando su qualsiasi cosa mi capitasse a tiro, che fosse un diario o un piccolo foglietto. Questo mio lato artistico però aveva affascinato tutti e, per essere sincera, amavo ricevere complimenti su quanto fossi brava e talentuosa. In fondo era quello che da sempre avrei desiderato fare: diventare una disegnatrice di Cartoni Animati.
Fuori dalla mia scuola, al contrario, avevo instaurato dei bellissimi rapporti con ragazze e ragazzi di altre scuole. Molti di loro erano “artisti” come me, appassionati di manga e anime, ragazzi con cui potevi parlare di tutto non dovendoti preoccupare se in quel momento la frangetta si era scompigliata per colpa del vento o se non ti eri data lo smalto alle unghie. Passavamo il tempo sulla “nostra” panchina aspettando l’autobus che come ogni giorno ci avrebbe riportato a casa mangiando patatine e ridendo come matti ipotizzando cosa sarebbe successo nella puntata del pomeriggio del nostro anime preferito.  Con loro mi sentivo libera di essere me stessa.
 
16 Settembre ‘96
 
Come ogni mattina io ero l’ultima in grado di successione a salire sull’autobus ma in fondo, la mia compagna di “sedile”aveva già il posto per me.
 “- Oddio Nadia hai visto la puntata di Ranma ieri sera?????Ho riso troppo quando Akane ha strizzato il seno a Ranma donna perché aveva maltrattato P-chan!! Avrò visto un sacco di volte quella puntata e tutte le volte è come se fosse la prima!-.
La voce della mia amica era già bella squillante di prima mattina.
“ – Hai ragione Chiara! Ranma è sempre Ranma!E’ troppo spassoso come cartone!” le avevo risposto rivolgendole un sorriso.
“ – Ma poi Ranma è troppo figo!Magari esistesse un tipo così nella realtà!Prima o poi devi farmi un disegno di lui in posa sexi così me lo attacco in camera!!- replicò lei.
Io mi limitai a scuotere la testa in segno di arresa accennando un sorriso ironico. La mia amica era ancora più matta di me!
La mia classe era composta da sole donne fatta eccezione per l’unico ragazzo sopravvissuto allo scrutinio finale dell’anno precedente. L’aula era bella spaziosa e luminosa ed io, il primo giorno, mi ero subito accaparrata il banco vicino alla finestra così da avere una bella vista sulle mura cittadine. Quella mattina aleggiava una strana aria di festa, durante la ricreazione si era formata una comunella attorno ad Eva, una mia compagna. Lei era la classica ragazza modello, carina, femminile, sempre ben vestita e ben truccata e sempre circondata da una fila di ragazzi, non aveva mai un capello fuori posto, mi chiedevo io come facesse ad essere sempre così perfettina.
“- Nadia sai la novità????”
Elena la mia compagna di banco si era avvicinata facendomi sobbalzare un attimo.
“- Mi hai fatto prendere un colpo Ele, non apparire così all’improvviso!!Quale sarebbe la novità?E non dirmi che hanno finito le focaccine speck e mascarpone perché potrei morire!!-
“ – Ma quali focaccineee!! La novità riguarda Eva!Pare che si sia fidanzata in casa!- disse lei con tono eccitato.
“- E cosa ci sarebbe di così eccitante nel fidanzarsi in casa?- risposi continuando a disegnare sul mio diario.
“- Ma comeee???non sarebbe meraviglioso avere un fidanzato e vivere una bella storia d’amore con l’approvazione dei tuoi genitori e poi magari sposarsi? Magari trovassi anch’io un bravo ragazzo come è successo a lei!- disse sgranando i suoi grandi occhi sognanti.
“- Bha…a me sinceramente un fidanzato non interessa!Ho altre cose per la testa. E poi i ragazzi sono tutti degli idioti che mirano solo ad una cosa!- le risposi.
“- Certo Nadia che sei proprio strana!hai 16 anni e non ti interessi ai ragazzi…non è che….ti piacciono le donne???-
“- Accidenti mi hai scoperta!!!Ebbene si sono innamorata di te!!!!!-.
Ed insieme scoppiammo in una sonora risata.
Volevo molto bene ad Elena, eravamo diventate subito amiche e compagne di banco poiché ci accumunavano molte cose tra cui la passione per i manga ma lei, al contrario mio, era alla continua ricerca di una storia d’amore. Molte volte aveva cercato di convincermi ad andare in giro tutte imbellettate a rimorchiare ma io avevo sempre rifiutato.
Per me la domenica era l’occasione ideale per dedicare l’intera giornata alla mia passione principale “il disegno”. Figurati che me ne poteva fregare di andare in cerca di ragazzi mollaccioni e sbavoni.
 
“-1..2…3…pliè! Bene così dritta la schiena, dentro la pancia!Eee su!-
La voce della mia insegnante di danza quel pomeriggio mi arrivava debole, segno che proprio non c’ero con la testa. Eseguivo i passi meccanicamente ma senza trasporto, cosa orribile per una ballerina. Negli ultimi periodi avevo spesso pensato di lasciare la danza, che oramai praticavo dall’età di 4 anni, non perché non amassi più ballare ma più per un senso di costrizione che provavo nello stare alle regole ferree che la disciplina della danza classica impone. Fino a poco tempo prima queste regole non erano mai state un problema ma, in quel momento della mia vita, era diventato soffocante per me seguirle. Avevo dato la colpa alla mia nuova insegnante, e anche se in parte era così, c’era anche una parte di me che voleva smettere per dedicarsi ad altre cose ma in sostanza non riuscivo mai a prendere una decisione.
 
18 Settembre ‘96
 
“- Nadia che bei capelli che hai!Sono così lunghi e morbidi-.
Sedute sull’autobus Chiara aveva preso ad intrecciarmi i capelli facendomi sonnecchiare.
“- Ma averli così lunghi comportano un sacco di cure…quasi quasi me li taglio!- le risposi facendomi scappare uno sbadiglio.
“- Ma sei matta????- gridò quasi lei destando la curiosità degli altri membri del gruppo.
“- Hey Chià che urli???- era intervenuta Sara affacciandosi dal sedile dietro al nostro.
“- Questa qui vuole tagliarsi i capelli!E’ matta!!!Io che pagherei per averli così lunghi e sani!” sbuffò la mia amica.
“- Bhe, che li ha belli è verissimo! Ma secondo me Nadia è un tipo che starebbe benissimo anche con i capelli corti!!!!- replicò Sara sorridendo.
“- Tanto Nadia rimane carina sempre!A proposito ti decidi ad uscire con me sì o no?- era intervenuto anche Daniele.
“- E piantala tu con questa storiaaa!!!-  avevo risposto io facendo il gesto di tirargli lo zaino. Tutto era finito in una grande risata come al solito.
 
 
 
 
20 Settembre ‘96
 
La storia del fidanzamento di Eva stava diventando veramente scocciante, in classe non si faceva che parlare di quello. Ogni giorno raccontava con enfasi le sue giornate con il suo lui, di quanto fosse dolce e di quanto la amasse. Io mi estraniavo come al solito dal gruppetto che pendeva letteralmente dalle sue labbra davanti ai suoi racconti, non capivo come si potesse parlare così facilmente della propria vita privata. Io se avessi avuto il ragazzo di certo non sarei andata a sbandierare ai quattro venti di quanto fossero belli i suoi baci e passionali le sue carezze! Accidenti sono cose intime quelle che puoi confidare solo all’amica più sincera e stretta, non a tutta la classe! E comunque il discorso non mi riguardava, non avevo il ragazzo e tantomeno ne avevo mai baciato uno.
“- Nadia mi togli una curiosità?” Elena si era seduta con la sedia davanti al mio banco e poggiando le mani a coppa sotto il mento mi aveva rivolto uno sguardo interrogativo.
“- Dimmi Ele, qualche problema?” le avevo risposto tranquillamente mettendomi nella sua stessa posizione.
“- Senti..non te l’ho mai chiesto ma…tu sei mai stata baciata da un ragazzo?- la voce le uscì quasi flebile a quella domanda.
“- Bhe…per essere sincera no…ma perché questa domanda?- le chiesi con tono gentile vedendo quanto fosse imbarazzata la mia amica.
“ - Facevo per chiedere…sai neppure io ho mai baciato nessuno..e..- i suoi occhi si fecero leggermente lucidi.
“- E…?Ele dimmi cosa è successo e soprattutto non piangere!- le dissi io poggiandole una mano sulla spalla.
“- Sai..le altre compagne hanno già tutte avuto un ragazzo e prima si stavano scambiando opinioni sui vari tipi di bacio e quando lo hanno chiesto anche a me io sono rimasta zitta perché effettivamente io un bacio non l’ho mai ricevuto…- tirò un sospiro “- ..così le altre si sono meravigliate che io a 16 anni non avessi ancora avuto un ragazzo…mi sono troppo vergognata Nadia!-
Mi parve di scorgere una lacrima uscire dagli occhi nocciola della mia amica e la cosa mi fece infuriare non poco. Il mio istinto mi diceva di andare da quelle quattro smorfiose e di tappar le loro boccucce dipinte con un bel cazzotto ma poi la ragione prese il sopravvento e mi calmai.
“- Ascolta Elena “ le dissi sorridendo prendendole tra le dita le guance come si fa con una bambina piccola “-  Vergognoso è rubare, vergognosa è la falsità e potrei elencarti mille altre cose di cui le persone si dovrebbero vergognare…ma in questa lista non esiste la vergogna di non aver mai dato un bacio!E’ assurdo dai!Dovrebbero vergognarsi quelle stupide oche per averti presa in giro per una stupidata simile piuttosto!”
“- Forse hai ragione…” rispose lei abbozzando un sorriso.
“- Forse?? Io ho ragione!Come sempre!!!” scherzai passando una mano tra i capelli in tono solenne.
“- Dai falla finita scema!” Elena si era messa a ridere e finalmente la tristezza era svanita dal suo viso.
“- Ecco brava!! E non piangere più per queste stupidaggini capito???Vedrai che troverai presto un bravo ragazzo, l’importante è non avere fretta e saper aspettare il momento giusto!!”
Lei inarcò di poco le sopracciglia e sorrise.
“- Allora anche per te sarà la stessa cosa!Troverai un bravo ragazzo…e lo troverai anche prima di me!!Considerando tutti quelli che ti ronzano intorno!!” concluse con tono beffardo.
“- Scordatelo!!!Lo sai che a me non interessa trovare un ragazzo, e poi chi mi ronzerebbe intorno scusa? Secondo me sei tu che ti crei le fantasie!” risposi io agitando le mani in segno di dissenso.
“- Nadia sei proprio unica! Forse è proprio per questo che ti voglio troppo bene!” e mi gettò le braccia al collo facendomi quasi cadere dalla sedia.
DRIIIN! La campanella annunciò che l’intervallo era terminato e tutti tornarono ai loro posti per iniziare una nuova ora di lezione.
 
21 Settembre ‘96
 
Quando alla fine della terza media venni messa davanti alla scelta della scuola superiore nella mia testa non vi erano dubbi: Liceo artistico. Purtroppo mia mamma non era della stessa opinione, lei era della convinzione che quel tipo di liceo non mi avrebbe dato le basi necessarie per una buona collocazione lavorativa futura e quindi scelsi mio malgrado una scuola piuttosto completa con indirizzo linguistico. Avrei potuto frequentare l’accademia delle belle arti dopo il diploma e poi andare a studiare all’estero come sognavo, nella terra del Sol Levante, il Giappone.
La mia scuola aveva molti difetti, ma anche dei pregi ed uno di questi era il fatto che il sabato non ci fossero lezioni.
Quel sabato io e Chiara avevamo deciso di uscire per andare alla nostra fumetteria di fiducia per vedere se fossero usciti i numeri dei manga che aspettavamo e per andare alla ricerca di nuovi colori al negozio di belle arti, questi negozi si trovavano proprio nella città in cui noi studiavamo e così prendemmo l’autobus nel primo pomeriggio.
“- Cavoli speriamo di trovare la tonalità di verde che mi serve per finire il disegno!” sbuffò Chiara.
“- A chi lo dici! A me occorre il rosa carne per finire il mio! Dato che il disegno in questione è praticamente “tutto” rosa.” Le risposi guardandola di sottecchi.
“- Tutto rosa??NON DIRMELO!!Me lo hai fatto vero?Vero ?Vero?” Chiara continuava a ripetere quella parola mentre con le mani aveva afferrato le mie spalle scuotendole ritmicamente.
“- Wee!Stai caaalma!!” le dissi bloccandole le mani “- Diciamo che è in fase di lavorazione contenta?”
“- Non posso crederci avrò il mio Ranma Sexi da appendere in camera!Grazie sei un tesoro!!” Chiara era al settimo cielo ed io troppo divertita dalla sua reazione, a me piaceva un sacco Ranma, ma lei ne era pazza!
Per essere il primo giorno di autunno quel pomeriggio faceva davvero caldo,finite le nostre compere prendemmo un esta the fresco e andammo a sederci ad un tavolino su uno dei tanti parchetti che si trovavano sulle mura. Guardare tutti quegli alberi ingialliti e osservare le foglie che piano piano come in una lenta danza si staccavano dai rami per posarsi delicatamente a terra mi donavano una pace interiore incredibile.
“- Si sta proprio bene qui vero Nadia?” disse Chiara appoggiandosi con le braccia conserte al tavolino in legno.
“- Eh si Chiara..sarebbe il luogo ideale dove metterci a disegnare non trovi?”dicendo così chiusi gli occhi e assaporai il dolce venticello che si era appena alzato inspirando a pieni polmoni.
“- Nadia? Hey Nadia!Nadiaaaaa consideramiiiiii!!” Chiara mi ridestò da quello stato di catalessi in cui ero caduta con dei gridolini acuti.
“- Heeeey che c’èè? E fammi rilassare un po’ no!” le dissi con tono seccato.
“- Eh no!Tu non puoi rilassarti quando laggiù c’è quella cosa meravigliosa!”
Con lo sguardo seguii incuriosita la direzione  che la mia amica mi stava indicando con l’indice.
“Innanzi tutto Chià quella non mi pare una cosa, ma più una persona e poi…”
“- Cosa, persona, essere meraviglioso!Chiamalo come vuoi!!Che importa? So solo che è uno spettacolo!!”
La mia amica era uscita del tutto di cervello, più di quello che non era già. La “cosa” che l’aveva colpita così tanto era un ragazzo in tenuta sportiva che faceva delle mosse tipo Karate, ma non eravamo abbastanza vicine per riuscire a vederlo bene.
“- Scusa Chiara ma come fai a dire che è meraviglioso se neppure riesci a vederlo bene in viso?Potrebbe essere un mostro che ne sai?”
“- Allora avviciniamoci un pochino così lo vediamo per bene!Daiiii!!- fece lei tutta esaltata.
“- Guarda che se facciamo una parte di M…a sarà tua la colpa!sia ben chiaro!”
Non avevo assolutamente voglia di far brutte figure davanti ad uno sconosciuto ma Chiara era talmente euforica che mi fu impossibile dirle di no.
Con molta nonchalanche ci avvicinammo di un po’ al punto dove il tipo si stava presumibilmente allenando, era voltato di schiena ed io pregavo dentro di me che non si accorgesse di noi o , almeno che non ci notasse più di tanto. Tenendomi a braccetto Chiara allungava il collo cercando di vedere meglio il ragazzo e, quando lui ad un certo punto si girò, quasi me lo staccò quel braccio a cui era attaccata. Mi trascinò via alla velocità della luce e arrivate abbastanza lontane dalla “cosa” cominciò a parlare a raffica, come era solita fare quando era presa dall’eccitazione.
“- Hai visto Nadia che avevo ragioneeee?E’ troppo bello! Deve essere orientale!E poi quelle mosse!! Oddio assomiglia troppissimo a Ranma non trovi?chissà chi è!Come si chiama e dove abita!Parlerà italiano?”
“Hey stop!STOOOOP!Chiara datti una calmata! Respira profondamente su…inspirare…espirare.” Cercai di fermare quella raffica di parole che già mi stavano facendo scoppiare la testa.
“Ok!mi calmo!Ma tu non l’hai visto???E non dirmi che è brutto perché altrimenti ti do della strana sul serio!!!”
“- Ehm..non ho detto che è brutto, anche se non l’ho visto proprio benissimo, solo che la tua reazione mi sembra esagerata!” le risposi.
“- Bhe esagerata o no io devo rivederlo! Secondo te è un caso o verrà qui ad allenarsi sempre?”
“- E cosa vuoi che ne sappia io scusa!!” le dissi stupita delle domande assurde che mi stava facendo.
“- Allora perché non fai un favore alla tua cara amica Chiarina e glielo chiedi?”i suoi occhi brillavano di speranza ma io quella speranza la spensi immediatamente.
“- Io non chiedo proprio niente a nessuno!Chiarina se vuole delle informazioni prende le gambine e ci va da sola!!- adesso aveva oltrepassato il limite, se quel ragazzo le interessava che ci pensasse da sola.
“- Sei crudeleee!Allora non mi vuoi bene!” disse facendo il labbrino.
“- Si!Crudele e spietata!Ed ora andiamo che altrimenti perdiamo l’autobus e dopo mi tocca chiamare mia madre per venirci a prendere!” così la presi per mano e la trascinai via dal parco.
Mentre ci allontanavamo gettai di nuovo uno sguardo a quel ragazzo che continuava a menar calci e pugni all’aria, ma fu uno sguardo veloce perché poi la mia attenzione fu presa dal bellissimo tramonto che si poteva ammirare all’orizzonte.
  
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