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Autore: Ehylastylinsooon    20/02/2013    1 recensioni
Carlotta, una diciottenne che decide di vivere la vita a modo suo lasciando la casa dei suo genitori e cercando in tutti i modi di non chiedere aiuto a nessuno a parte la sua migliore amica.
Andrew, un trentenne con sbalzi d'umore che farà impazzire Carlotta in tutti i modi possibili.
Due ragazzi che, probabilmente, hanno passato un'infanzia del tutto identica, ma che crescendo hanno maturato due caratteri del tutto incompatibili.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 6


<< DUE ORE E TRE QUARTI! >> Sto urlando, me ne rendo conto. Ma ne ho tutte le motivazioni.
<< Dieci minuti? Va bene. Mezz'ora? Anche. Persino tre quarti 'ora. Ma.. quasi tre ore ? Stai scherzando? >> Lui si guarda intorno e mi abbassa le mani che svolazzano davanti alla sua faccia, un pò per non farmi vedere da tutti, e un pò per paura che potessi prenderlo a mani.
<< E' che voi ragazze siete così lente! Cosa ne sapevo che saresti riuscita a prepararti in 15 minuti? >> Vuole avere pure ragione?
<< Non so se te ne rendi contro, Andrew. Mi hai fatto alzare alle sei, fatto preparare in 15 minuti, che per altro, sicuramente ho dimenticato qualcosa. Insultato per il pigiama e i capelli. E adesso? Mi dici che il treno è tra più di due ore e mezza? Vedi allora, che quando ti chiamo idiota non sbaglio? >> Acciù. Un altro starnuto. Sono davvero, davvero ma davvero furiosa. Lui per tutta risposta alza le spalle. Sei grande. Dico davvero. Da un momento all altro mi prende per il polso e mi trascina.
<< Razza di stupido, idiota, figlio di papà, precisino e snob! Cosa stai facendo? >> Lo sento ridere.
<< Se non sbaglio, eri figlia di papà anche tu. >> Auch. Colpo basso.
<< Ti porto a fare colazione, stupida ingrata. >> Apro bocca ma l'unica cosa che ne esce è uno starnuto.

<< Perchè siamo solo noi due? >> Siamo sul treno da ormai 40 minuti. Ha affittato un intero blocco di sei posti per noi. Faceva prima a spendere quei soldi per prendere due biglietti aerei.
<> Lo guardo insistente.
<< E perchè ti sei messo a un metro di distanza da me? Hai paura che ti mangio? >>
<< Siamo solo noi due perchè si. Ho preso il treno perchè mi andava. Sono distante da te perchè quando parli sembra che hai un megafono al posto della bocca. Abbassa la voce, Carlotta. >> Mi lancia uno sguarda che sembra : Non parlare più o ti chiudo nella valigia.
<< Va bene. Allora da adesso in poi mi starò zitta. Per otto lunghe ore, non parlerò più. Per niente, veramente! Addio. >> Mi volto verso il finestrino e prendo le cuffie dalla borsa cercando il telefono per attaccarle e sentire la musica. Ho una brutta sensazione.
<< Cosa cerchi, Carlotta? >>Zitta.
<< Rispondimi >> Zitta.
<< Non fare la bambina. >> Zitta.
<< Se cerchi il telefono l'ho visto l'ultima volta sul mobile dell'entrata. >> Zit.. aspetta che? NO!
<< SPERO CHE TU STIA SCHERZANDO! E poi ti lamenti se urlo? Ma sul serio? Perchè non me l'hai detto brutto stupido? Oddio e adesso? Sono senza telefono, fuori dal mondo. Oh cacchiolina! E' tutta colpa tua! >> Sto per mettermi a piangere. Non per il telefono in sè, ma cavolo! Cosa gli costava dirmelo?
<< Non sei fuori dal mondo finchè sei con me, Carlotta. >> Tiro su con il naso e allo stesso tempo starnutisco. Mi mette qualcosa nelle mani. Abbasso lo sguardo lentamente. E' un iPod.
<< Se non ti piacciono le canzoni vai sul catalogo e scaricatene qualcuna. >> Metto le cuffie all'orecchio e senza dire niente, giro la faccia verso il finestrino e guardo fuori. Bella musica, devo dire.
<< ... >> Apro la bocca ma non ne esce niente.
<< ... >> Di nuovo.
<< Parla Carlotta, " hai paura che ti mangio" ? >> Faccio una leggera smorfia e tolgo una cuffia dall orecchio tenendo però l'altra.
<< Quanti anni hai? >> Occhi negli occhi. Fa caldo qua dentro o sbaglio?
<< Perchè ti interessa? >> Ah, che problematico!
<< Si chiama conversazione civile. E poi sono io la bambina. Ma certo. >>
Apre la bocca quando sono convinta che sta per insultarmi e poi la richiude.
<< 29 >> Loquace.
<< Sei fidanzato? >> La domanda mi esce fuori prima che me ne rendo conto. Ma forse è solo un bene. Insomma, lo voglio sapere.
<< Non credo siano affari tuoi. Ma.. Si, sono fidanzato Carlotta. >> Lo guardo e lui sposta lo sguardo fuori dal finestrino.
<< Come si chiama? >> Voglio sapere più cose possibili.
<< Elizabeth >>
<< Non mi piace. Mi sa di vecchia. >>
<< Non deve piacere a te Carlotta. >>
<< Quanti anni ha ? >>
<< 25. Adesso basta >> Si alza e tira giù la tendina del finestrino e quelle della porta che da sul corridoio. Il vagone è completamente buio. Mi alzo di scatto e mi butto vicino a lui e , senza neanche rendermene conto, gli stringo il braccio.
<< Che stai facendo? >> Alzo la faccia per guardarlo accorgendomi che ovviamente non posso.
<< Non mi piace il buio >>
<< Alzati Carlotta >> Sento la sua mano muoversi e tirando un pò su la tendina entra uno spiraglio di luce. Mi alzo troppo in fretta, probabilmente, perchè la testa mi gira forte e perso l'equilibrio sentendomi afferrare per un braccio. Andrew mi posa delicatamente al suo fianco.
<< Stai bene? >> Mi guarda e giurerei che sembra preoccupato.
<< Si si.. è solo un giramento di testa. >> Acciù. Accù. Continuo almeno 5 volte.
La sua grande mano si posa sulla mia fronte.
<< Ma tu stai male! >> Mi allontano da lui e mi risiedo al mio posto.
<< Non sto male. Sto benissimo. >>
<< Ma Carl.. >> Lo stoppo subito.
<< Non fare il premuroso! Ho detto che sto bene, punto. >> Cerco una posizione comoda per dormire e non riuscendoci stendo le gambe per lungo sui sedili affianco ai miei e mi sdraio, appoggiando la testa sulle braccia. Scomodissima. Mi muovo per altri cinque minuti finche non sento la testa sollevarsi e riposarsi su qualcosa. Qualcuno. Giro la faccia verso l'alto e trovo Andrew che mi fissa.
<< Cosi la smetti di muoverti. >> Sto un pò rigida, ma quando lo vedo chiudere gli occhi e iniziare a farmi dolci carezze sul braccio mi rilasso.
<< Ho freddo. >> Dire che sto congelando sarebbe meglio.
<< Mi dispiace, questo è il mio massimo >> Gli tiro un pugno sul ginocchio che lui alza di scatto facendomi sbattere la testa contro il suo petto.
<< Aia >>
<< Sei tu che fai la stupida. Tieni >> Mi copre quasi fino a metà coscia con la sua giacca.
<< Aveva ragione quando ha detto che non sei cattivo come sembri. >> Alza le sopraciglia continuando ad accarezzare il mio braccio.
<< Chi ? >> Oh, ho parlato ad alta voce?
<< Niente lascia stare.. >>Mi squadra un attimo..  Poi sembra lasciar stare.
<>
<< Si un pò, ma ora mi riscaldo. >> Non sa che quelli non sono brividi di freddo. Ma di qualcos'altro.


<< Sai una cosa? Sei la persona più scomoda sulla quale abbia mai dormito. >> Lo guardo dal basso delle sue ginocchia e lui mi guarda perplesso.
<< Fammi capire Carlotta.. Su quante persone dormi di solito? E hai una lista? Se si, posso vederla? >> Mi stai sfottendo Andrew? Perchè sei cosi carino quando lo fai che nemmeno lo sembra.
<< Smettila. Di. Muoverti. >> Ringhio.
<< Senti, sono due ore che ti tengo sulle mie gambe, possono essere indolenzite? Poi sei tu che non fai altro che tirare pugni e fare scatti. Non immagino come sia dormire con te. >>
<< Vuoi provare? >> Vale la pena provarci.
<< Ah.. sei impossibile. >> Usa il suo sguardo ammonitore pensando di farmi stare zitta. Ma non ha capito. Ormai non mi fa più paura. Se avesse voluto licenziarmi avrebbe l'avrebbe già fatto. Gli faccio un occhiolino e lui non sa se ridere o mandarmi a quel paese.
<< E tu sei antiquato Andrew. Se è perchè sei fidanzato stai tranquillo. Non sono gelosa e non glielo dico. Ho già fatto l'amante. Tranquillo! >> Queste cose le dico perchè sto male.
<< Stai delirando. >> Appunto ..
La porta si apre improvvisamente e ne spunta una signora sulla cinquantina, bassina e molto in carne.
La guardiamo un attimo finche non parla.
<< Salve, volete comprare qualcosa da mangiare? >> Solo in quel momento vedo il carrellino e mi accorgo di quanta fame ho. Cosi balzo in piedi e mi avvicino.
<< Uh, si! Allora, mi può dare due panini, quei biscotti la a forma di cuore poi quelli la a che gusto sono? E questi altri? >> Mi sorride, finalmente ha trovato qualcuno che compra qualcosa.
<>
<< Ok, prendo tutto. >> Mi imbusta il tutto e mi guarda aspettandosi i soldi. Prendo la busta e mi giro verso Andrew.
<< Oh, paga lui. Grazie signora! >> Lui mi guarda non male, peggio. Ma si alza, cerca il portafoglio e paga. Dopodichè si siede e sta zitto. Io intanto mangio il panino e dopo circa cinque minuti inizia a parlare.
<< Sei assurda sai. Potevi semplicemente chiedere. >> Smetto un attimo di mangiare e scoppio a ridere. Dovrebbe vedere la sua faccia.
<< Ma poi mangi tutta quella roba? >> Prendo i biscotti e gli lancio quelli all'arancia.
<< Quelli no. Sono allergica all'arancia. >> Apre la bocca fino a formare una "O".
<< E allora.. perchè diamine li hai presi? >>
<< Sono a forma di orsetti. Sono carini. >> Sorride dall'esasperazione e si sdraia di fianco mettendosi a dormire.

<< Svegliati >> Con molta fatica, per via dei sedili scomodi, mi giro dall'altra parte.
<< Va bene. Se vuoi restare sul treno ok! Ciao Carlotta. >> Grunisco qualcosa e mi alzo.
<< Sei antipatico. Le ragazze si svegliano con delle carezze sulle guancie, non con le minaccie. >> Fa la faccia sbalordita, come se gli avessi appena detto che gli unicorni esistono.
<< Vorresti dire che tu, proprio tu, sei una ragazza? Non l'avrei mai detto. >> Non ti rispondo neanche.
<< Scendiamo o no? >> Ride. Perchè ridi stupido idiota.
<< Manca mezz'ora. >> Penso che la mia faccia sia viola.
<< Tu non cambierai mai vero? >>  Sorride in una maniera indescrivibile. Vorrei che fossi brutto.
<< Dai, guarda invece di parlare. >> Con il dito mi indica fuori dal finestrino.
<< Il mare! Oh che meraviglia! >> Ho gli occhi che brillano, ne sono sicura. Non sono tanto abituata a vedere il mare. L'avrò visto si è no due volte in tutta la mia vita. E' una meraviglia. Quasi quanto lui.Mi balena in mente l'immagine di me e lui in riva al mare di notte con la sola luce fioca della luna che illumina i nostri visi.
<< Quindi è cosi. >> Spiegati Sherlock, non siamo tutti brillanti come te.
<< Cosa scusa? >> Mi guarda come se fosse ovvio. Niente è ovvio qua, idiota.
<< Sei una di quelle ragazzine che appena vedono qualcosa di bello esultano immaginandosi una serata romantica con qualcuno. Nel tuo caso, con me. >> Ripenso alla frase. Due o tre volte. Son più che sicura di non aver detto niente a voce alta. Sicura.
<< No, non hai detto niente. Ma ti si vede dagli occhi. Brillano! Su, prepariamoci 10 minuti e siamo arrivati, e stavolta sul serio. >> Resto ancora imbambolata qualche secondo. Poi scatto in piedi. Mi sono del tutto ripresa. Mi prendo un minuto per guardarlo mentre prende le valigie e tutto il resto. E sento il cuore. Il mio cuore. Batte come quello di un colibrì. E' una cosa nuova. Strana, ma bella. Vorrei provarla sempre. Per questo Andrew, devi restare sempre con me. Vorresti lasciarmi senza battiti del cuore? Non puoi, mi dispiace.


<< Guarda guarda,quella la! E' la saggrada famiglia! >> Lo tiro per un braccio e lui mi spinge con gentilezza - certo- .
<< Sagrada Familia! Sei ignorante. >> Non lo ascolto neanche. Questa città è troppo bella. Non avevo mai pensato di venire qua. Ad essere sincera, neanche ad uscire dall'Italia. Peccato starci solo due giorni.
L'autista del taxi si ferma e scendo subito correndo. L'hotel è magnifico. E scommetto che si vede il mare dal balcone. Non sembra neanche che sono qui per lavorare. Andrew paga il taxista e prende le nostre valigie. Sembra il mio fidanzato. Entriamo nella hall e ci dirigiamo verso il bancone.
<< Hola chicos! Bienvenido en Barcelona! Una estancia matrimonial? >>
<< Hola amigo! Certos, matriniales! Gracias! >> Il ragazzo mi guarda male. Mica siamo tutti pratici sai?
<< Carlotta. >> Gli sorrido
<< E dai! Mica ti salto addosso! Ah, magari hai paura... >> Ti sfido a dormire con me senza toccarmi. Senza rispondermi si gira verso il ragazzo. Sei una noia.
<< mi nombre es Caldem. Y reservar una habitación para 2 días. >> Ha detto una. Una? Ho sentito bene. Mi giro a guardarlo chiedendogli mentalmente cosa significa.
<< Su habitación es el número 24, tercer piso >> Andrew ringrazia in spagnolo mentre io muovo le labbra a formare un sorriso.
<< Ces vediamos! >> Inutile dire che Andrew mi tira per un gomito portandomi via.
Ci dirigiamo verso l'ascensore e stando zitti arriviamo al terzo piano, camera 24.
<< Perchè... hai preso solo una stanza? >> Dimmelo Andrew. Dimmi che ormai sei cotto. Dai.
<< Entra e vedi. >> Sempre gentile.
Apro la porta e entro. E' una stanza enorme. Ha dei mobili antichi color oro e dei lampadari che non so se siano veri cristalli, ma ci assomigliano molto, al soffitto. Sia a destra del corridoio, che a sinistra c'è una stanza. Le apro tutte e due rimanendoci decisamente male. Sono due stanze. Non è una matrimoniale. Ma dai! In ogni stanza c'è il bagno. Devo dire uno splendido bagno. Sembra di essere tornati indietro di 100 anni in questa stanza. E' tutto magnifico.
<< Tra un'ora servono la cena. Se devi farti una doccia e sistemare le tue cose fallo, ti aspetto di la. >> Si gira e se ne va. Sembra che gli abbia rapito il pappagallo.

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