Atterrarono
che erano le dieci circa. Appena il motore del
dirigibile si spense Phinks balzò a terra, guardandosi
intorno incuriosito.
–Ehi, aspettaci!- lo richiamò Machi scendendo,
subito seguita dagli altri.
–Che
ne dite di chiedere alla gente del posto? Di certo sapranno
più cose di noi...-
propose Shalnark sorridendo.
–Buona idea. Allora andrete tu e Kayge.- approvò
Kuroro. Il ragazzo si trattenne dall’esultare per la
gioia.
Allargò il sorriso
solare e si incamminò assieme a lei verso una casa
lì vicino. Bussarono alla
porta, e dopo una manciata di secondi la porta si
aprì.
Si aspettavano già una
vecchietta scorbutica e sdentata, i tipici “nativi”
dei luoghi tutti rovine,
invece si fece vedere un ragazzo della loro età
(più o meno), coi capelli scuri
e due occhi color platino che splendevano di riflessi argentati e un
gran
sorriso stampato sul volto.
–Salve! Come posso aiutarvi?- chiese gentile. Ma
guardava solo Kayge.
–Ehm... Vorremmo sapere qualcosa in più sulle
rovine...-
iniziò Shal, infastidito dal comportamento
dell’altro.
–Ah, sì! Posso chiedere
come mai questo interesse?- rispose curioso. A quel punto la ragazza si
fece
avanti.
–Piacere, mi chiamo Kayge. Sono un’archeologa.- si
presentò porgendogli
la mano. Il ragazzo la strinse senza esitazione.
–Sono Akito. Felice di
conoscerti.- Poi si voltò verso il biondo, con uno sguardo
interrogativo.
–Shalnark.- fece brusco. Il giovane espose un sorriso
ostile.
–Be’, tornando
alle rovine...- disse dopo un istante –Se volete vi posso
fare da guida. Io so
tutto sulla storia di questo posto! Anche io ho la passione per
l’archeologia!-
I due si guardarono ed accettarono, anche se Shal era un po’
contrario.
“Ok.
Voi andate con quel ragazzo e scoprite qualcosa di
interessante, noi ci troveremo qualcosa da fare.” Aveva detto
Kuroro quando
Shal l’aveva informato delle novità. E
così i tre si erano diretti verso il
complesso di rovine. Questo era formato da tre grandi edifici, due dei
quali
per metà distrutti, mentre il terzo, il più
grande, era in buone condizioni.
–Bene. Entriamo.- propose Akito sorridendo e facendo cenno
agli altri di
seguirlo.
Li condusse all’interno, guidandoli sicuro lungo i corridoi
che si
districavano come una ragnatela.
–Wow! Qui dentro sembra un labirinto!- esclamò
Shalnark stupito, guardandosi attorno.
Gli altri due non lo ascoltarono: erano
troppo presi dal chiacchierare riguardo a quel posto. Utilizzavano
un’infinità
di termini specifici, scientifici, che il biondo non capiva. Per
esempio, in quel
momento stavano discutendo sulla densità geologica del
terreno e assurdità del
genere.
In fondo, tra archeologi ci si capisce...
–Le vibrazioni gamma... Bla
bla bla... Sì, pentagono regolare... Bla bla bla...
Termostato della
struttura...-
Ormai Shal aveva smesso di seguire da un pezzo, e si limitava a
cercare di non perdere l’orientamento.
Alla fine arrivarono in una sala
grandissima, tutta decorata con affreschi, bassorilievi e
sculture.
–Forte!-
esclamò il ragno, meravigliato.
–Allora, ecco il dipinto di cui ti parlavo...
Questo è il simbolo che ti interessa, vero?- fece Akito
mostrandole una parete
affrescata in colori sgargianti. Kayge annuì assorta,
sfiorando con la punta
delle dita la parete. Poi corrugò le sopracciglia.
–C’è qualcosa di strano...
Aspettate un attimo.- disse pensierosa.
Esaminò ben bene tutto il dipinto,
soffermandosi infine davanti ad un punto preciso.
Lì era raffigurata una
bellissima donna, che portava al collo un ciondolo col simbolo
misterioso e tra
i capelli aveva un meraviglioso diadema d’oro bianco, con
incastonata una
pietra opalescente grande come una noce. La donna era vicina ad un uomo
che le
porgeva la mano, sorridendole amichevolmente, mentre
nell’altra mano stringeva
un pugnale affilato.
–Questa è la principessa Katrina,-
spiegò Akito indicando
la donna -che regnò in questo luogo per pochissimi anni: fu
assassinata dal suo
fidanzato, che voleva solamente il diadema che lei portava sempre sul
capo.-
Mentre parlava mostrò prima l’uomo, poi la
corona.
–La leggenda narra però che
questo gioiello fu nascosto prima della sua morte, e fino ad oggi non
è stato
ritrovato. Non è stato rinvenuto neanche il ciondolo.-
raccontò.
–Be’, allora
non avete guardato bene.- affermò Kayge avvicinandosi
all’altare in mezzo alla
sala.
–Cioè?- fece allibito il ragazzo.
–Cioè, il ciondolo è sempre stato in
questa sala. Guardate.- E così dicendo iniziò a
picchiettare sul ripiano di
pietra.
Dopo qualche secondo sorrise trionfante ed
“immerse” la mano nella
roccia viva, estraendo una catenina ed un ciondolo di oro
bianco.
–Wow!- si
emozionò l’altro archeologo –Sei una
davvero persona straordinaria, Kayge!-
Ok,
ammetto che questo capitolo è uno dei più
pallosi, ma mi serviva per mandare avanti la storia...
E quindi, la nostra bella archeologa chi scegliera? Feitan... o
Shalnark?
Ho un favore da
chiedervi: dato che ho centinaia (non scherzo) di immagini, e non so
mai quale
mettere...
Se avete richieste dite pure, perché accetto tutto,
qualunque cosa!
Anche
personaggi che non magari non c’entrano nulla con la fic.
Keyla