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Autore: taisa    07/09/2007    22 recensioni
Majin-Bu è finalmente stato sconfitto, ma per qualcuno ci sono ancora delle cose da chiarire.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NON UNA PAROLA

NON UNA PAROLA

*

Il cielo era tornato dell’azzurro di sempre.

Quell’azzurro che i terrestri avevano, da sempre, imparato a conoscere, e ad amare.

Tutto il pianeta Terra alzava le mani al cielo in un generale grido di approvazione per l’eroe mondiale che, ancora una volta, aveva eliminato il mostro venuto a minacciare il loro manto verde, il loro cielo.

Il nome di Mr. Satan veniva invocato in ogni angolo del bel pianeta azzurro.

In un solo luogo, però, gli occupanti conoscevano il vero nome da acclamare, in un solo luogo sapevano chi era il vero eroe che era riuscito ad eliminare il mostro rosa che li aveva tenuti tutti con il fiato sospeso per giorni.

Anche se in questo caso l’eroe aveva avuto diverse persone che, al suo fianco, avevano combattuto strenuamente per ottenere la pace.

Ognuno aveva fatto il suo meglio per aiutare Son Goku, il vero eroe, nella sua impresa.

Da chi aveva evocato le sfere namecciane, a chi lo aveva aiutato a mettersi in contatto col pianeta, o aveva chiesto l’auto del proprio popolo.

Lì, in quel singolare palazzo sospeso nell’azzurro cielo, tutti sapevano chi ringraziare per averli salvati, per averli ancora salvati.

Questa volta il nome dell’eroe veniva invocato a gran voce accanto a quello di un altro individuo che, con la stessa fierezza di sempre, lo aveva affiancato nell’impresa implorando l’auto di un pianeta che stimava solo in parte.

Così, quando Goku e Vegeta tornarono al santuario di Dio, accompagnati da Mr. Satan, Dende e un paffuto Mr. Bu, furono acclamati da veri eroi, quali erano.

Abbracciati, simbolicamente, da tutti i presenti, e soprattutto dalle rispettive famiglie che li vedevano tornare entrambi dal regno dell’aldilà.

*

Goten e Trunks si fondarono entrambi verso i rispettivi padri.

Mentre per il primo equivaleva ad averlo, finalmente, un padre, per il secondo era il ritorno del suo eroe personale.

Goten non si lasciò sfuggire l’occasione di essere arrivato per primo al genitore, lanciandosi in un abbraccio che così raramente aveva avuto.

Gohan ne seguì l’esempio, anche per lui era un ritorno tanto atteso e sperato, e come il fratellino minore festeggiò la ricomparsa del suo amato padre.

Chichi non fu da meno ai figli, giunta per ultima al cospetto del suo redivivo marito attese con impazienza un abbraccio, che Goku non le negò.

In un altro angolo del palazzo Trunks si avvicinò alla velocità della luce a suo padre, girato di spalle e con l’immancabile broncio.

Gli afferrò una mano limitandosi a saltargli attorno, conscio che, un altro abbraccio non lo avrebbe mai ottenuto, ma a lui andava bene così.

Anche Bulma dovette accontentarsi, alcuni passi verso il ritrovato compagno e un occhiolino complice accompagnato da un piccolo gesto di vittoria eseguito col pollice di una mano.

Se solo quell’uomo non fosse stato così zuccone e riservato gli sarebbe saltata al collo per abbracciarlo.

Ed in quel momento il desiderio di farlo era oltremodo smisurato, tanta era la voglia di corrergli incontro, tanta la voglia di stringerlo a sé per constatare che era davvero tornato.

Si limitò, pertanto, a fermare una lacrima al bordo dell’occhio, giusto per non sentirsi dire che era una piagnucolona o qualche altro insulto di vagamente simile.

Deglutì, l’amaro groppo che le attanagliò la gola, accontentandosi di uno sguardo, di sbieco, che ottenne da lui.

Solo con l’apparizione di Mr. Bu riuscì infine a toccarlo, istintivamente, in cerca di protezione.

Nonostante ciò la reazione del principe dei Saiyan fu praticamente nulla, lui non si mosse, brontolò tra sé qualcosa contro Goku e sulla sua, inguaribile, bontà per aver risparmiato il gommoso mostro, ma nulla di più.

“Ehi! Mi è venuta un’idea!” esclamò improvvisamente il giovane Dio attirando su di sé l’attenzione di tutti “Che ne dite di fermarvi un altro po’ e di organizzare un banchetto?” continuò gesticolando euforico con le braccia “Per festeggiare!” concluse guardando uno per uno i volti di tutti, soffermandosi infine sul Saiyan più gentile.

Goku lo guardò per alcuni istanti, si grattò la nuca pensieroso “Bè…a dire la verità volevo assaggiare i manicaretti di Chichi. Mi sono mancati tanto in questi anni” si lamentò con una smorfia causando la delusione del piccolo namecciano.

Dende chinò il capo amareggiato “Ah…capisco” si limitò a farfugliare mogio.

Sentendosi colpevole di averlo ferito, Goku cercò subito di rimediare agitando le mani, “P…però anche Mr. Popo cucina benissimo…e…e poi la cucina di Chichi potrò assaggiarla quando voglio, giusto amore?” chiese subito conferma alla moglie.

Chichi lo guardò appoggiandosi le mani ai fianchi con finta severità “Stai dicendo che Mr. Popo cucina meglio di me?” gli chiese cercando di celare un sorriso.

Ora Goku si trovava in doppia difficoltà, deludere il supremo, o offendere la moglie, un bel problema.

Ancora una volta tornò a gesticolare con le mani “Certo che no cara, come cucini tu non cucina nessun’altro, credimi…è solo che…” è solo che?! “E’ solo che sarebbe carino festeggiare insieme a tutti gli altri non ti pare?” l’eroe che aveva appena salvato l’intera galassia stava cominciando a sudare freddo.

Chichi incrociò le braccia socchiudendo altezzosamente gli occhi “E va bene, faremo come vuoi” rispose infine accondiscendente…uff…salvo!

La simpatica scenetta suscitò il sorriso di Dente e le risate generali, mentre Goku si limitò a ridere nervosamente, contento di essere scampato alla più paurosa minaccia della giornata.

Per sviare l’attenzione dal suo scampato pericolo si rivolse al compagno d’avventura “Ehi Vegeta! Tu cosa farai? Resti?” gli chiese con un sorriso.

Un piccolo ringhio e un movimento del capo nella direzione opposta fu l’unica risposta che ottenne.

Bulma lo guardò con la coda dell’occhio, poi tornò a guardare l’amico d’infanzia “Certo che rimane” confermò al suo posto, guadagnandosi un’occhiata torva da parte del diretto interessato.

Goku allargò il suo sorriso, “Bene allora” disse appoggiandosi una mano sullo stomaco, accompagnato da un rumoroso gorgoglio “Quando si mangia…io ho fame” piagnucolò infine guardando supplichevole il giovane Dio.

Dende sembrò riemergere dai suoi pensieri, scosse le mani “Ahhh sì certo” si ricordò volgendo ora lo sguardo al suo assistente “Popo…” chiese solo, mentre il simpatico collaboratore asserì con un cenno del capo “Vado subito” confermò prima di allontanarsi.

Il namecciano tornò a rivolgersi ora ai due guerrieri Saiyan “Voi intanto perché non vi date una rinfrescata e vi cambiate d’abito. Immagino che sarete stanchi” li invitò facendo loro cenno di seguire l’uomo dal turbante.

“Accetto volentieri, grazie” approvò subito Goku che non esitò a fare quanto detto.

Bulma si rivolse al marito “Vai anche tu forza…sei ridotto da far schifo” si lamentò constatando il pietoso stato dei suoi abiti.

Senza che Vegeta potesse, anche solo minimamente, protestare la donna gli posò una mano sulla spalla spingendolo verso l’ingresso del tempio.

Appena sfiorò la pelle dell’uomo fu pervasa da una scarica, quasi quel contatto lo avesse avuto con una presa di corrente.

Quando lui si fu incamminato si guardò per un secondo la mano, poi la chiuse a pugno.

Il suo sorriso, fino a quel momento solare, fu invaso da un velo di tristezza che le segnò lo sguardo.

Vegeta si voltò solo leggermente, fu un attimo, una frazione di secondo, ma in quell’istante lo vide.

Quell’alone che le aveva oscurato gli occhi, non gli era sfuggito, gli era bastato poco per vederlo, fino a quando lei non fu distratta da Chichi.

La mora le si avvicinò appoggiandole una mano sulla spalla “Che ne dici, andiamo a preparare la tavola?” le chiese distraendola dai suoi pensieri e costringendola a celare velocemente i suoi occhi tristi.

Bulma, ancora la mano stretta a pugno, annuì e sorrise “Certo” acconsentì infine allontanandosi nella direzione opposta, non prima di avergli lanciato un’ultima occhiata.

*

Goku aveva raggiunto gli altri da qualche minuto, e Goten lo aveva letteralmente rapito per passare un po’ di tempo assieme, e per farsi raccontare tutti gli aneddoti sulla battaglia appena conclusa.

Per tal motivo il Saiyan fu costretto ad accomodarsi su una sedia poco distante dagli altri, con il figlio minore in braccio e l’inseparabile amico di questi accanto.

“Papà…” richiamò ora la sua attenzione il primogenito, Goku sollevò il capo notando che egli aveva uno sguardo malinconico “Sì, dimmi” lo esortò a parlare interrompendo il suo racconto.

Gohan deglutì “Ecco, senti mi dispiace di non essere riuscito ad effettuare la fusione” si giustificò abbassando gli occhi.

“La fusione?!?” esclamarono in coro i due bambini fissando prima il giovane Son, poi il padre.

Goku gli regalò un sorriso tranquillizzante “Ah non preoccuparti figliolo. È stato meglio così credimi” lo rassicurò “Quella fusione, a differenza di quella dei bambini…” disse adagiando una mano sul capo del piccolo Son che, come l’amico lo stava osservando a bocca spalancata “…Era permanente, e non credo tu volessi passare il resto della tua vita agganciato a me” spiegò ottenendo la totale attenzione del figlio.

“Inoltre” aggiunse poi con un piccolo occhiolino “Credo che tu abbia di meglio da fare ora” gli fece intendere lanciando un’occhiata a Videl, poco distante, intenta ad aiutare le altre donne, e suscitando una colorazione porpora sulle gotte del figlio.

Dopo aver superato l’imbarazzo, causato dall’allusione del padre, il giovane Saiyan tornò sul discorso principale “Allora non sei più riuscito ad effettuarla?!” domandò riacquistando lucidità.

Goku sorrise “Al contrario…sono riuscito ad effettuarla con Vegeta” spiegò alzando l’indice di una mano.

“Che cosa?!? Tu e papà avete effettuato una fusione?” urlò il piccolo Trunks sgomento all’idea che suo padre potesse aver fatto una cosa simile.

Quella frase attirò l’attenzione della madre, che si bloccò poco prima di raggiungere il tavolo con un vassoio ricolmo della prima portata da servire.

I tre Saiyan meticci lo guardarono sgomenti, a tutti e tre, inoltre, stava passando per la mente la medesima domanda, fu Gohan a porla verbalmente “Scusa papà, ma…come hai fatto a convincerlo?” chiese supportato da un annuire continuo dei due bambini.

L’adulto sorrise, ed adagiò una mano sulla testa lilla del figlio del principe “Eheh…mi è bastato dirgli che Majin-Bu aveva fatto del male anche a Bulma e Trunks e lui si è convinto” ridacchiò per alcuni secondi scompigliando la capigliatura del bambino “Dovevi vedere la sua faccia” continuò divertito, ora che la tensione era passata.

Bulma per poco non fece ricadere al suolo il vassoio.

La presa delle sue mani stava scivolando dopo quella rivelazione, fu solo grazie al provvidenziale intervento di Crilin che riuscì a tornare saldamente ad afferrare il portavivande.

“Ehi Bulma, manca solo Vegeta, vai tu a chiamarlo?” le chiese facendola tornare coi piedi per terra.

Dopo un primo momento di smarrimento la donna affidò il vassoio al piccoletto con un leggero cenno del capo “S…sì” confermò ancora un po’ frastornata.

L’amico la guardò inarcando un sopracciglio “Stai bene?” chiese notando il suo stato confusionario.

“Sì, benissimo” rispose frettolosamente la donna dirigendosi verso l’uscita della sala in cerca dell’uomo.

“Goku! Tu e papà eravate forti insieme vero…vero…vero?!?” domandò il bambino dagli occhi azzurri luccicanti per emozione.

Fu l’ultima cosa che Bulma sentì prima di allontanarsi definitivamente.

*

Sguardo chino e passi insicuri, così avanzava per i corridoi del santuario.

Immersa nei suoi pensieri non stava affatto badando a ciò che la circondava.

Pertanto, quando una mano le afferrò un gomito trascinandola dietro un muro, non poté fare a meno di trasalire.

In un attimo si ritrovò con le spalle alla parete, e due occhi, color della notte, puntati addosso.

“Che ti prende?” fu l’unica cosa che l’uomo, dai capelli all’insù, le disse guardandola dritta negli occhi.

Bulma deglutì, calmandosi appena si accorse che si trattava di lui.

Distolse lo sguardo verso il basso “Non mi prende proprio nulla” si affrettò a smentire cercando di evitare i suoi fanali indagatori.

Passarono alcuni secondi di silenzio, prima che la donna tentò la fuga.

Staccò le spalle dal muro nel tentativo di tornare sui suoi passi “Andiamo, gli altri ci stanno aspet…” il braccio dell’uomo si materializzò davanti ai suoi occhi impedendole di proseguire.

Vegeta, dopo aver adagiato la mano sul muro e facendole riappoggiare le spalle, la guardò nuovamente negli occhi “Lo sai bene che non mi piace essere preso in giro” insistette trapassandola da parte a parte col solo sguardo.

Bulma sussultò, si appoggiò completamente alla parete, assumendo un’aria triste, e chinò lo sguardo, dopo aver socchiuso gli occhi.

Altro silenzio, ma questa volta la donna non tentò di sfuggirgli.

“Ho…avuto paura, Vegeta” confessò infine stringendosi nelle spalle, mentre lo sguardo di lui si addolcì quel tanto che bastava per sembrare confuso “Ho avuto tanta paura” ripeté, mentre la prima lacrima cominciò a scorrerle lungo lo zigomo.

“Tu…tu non lo sai come ci si sente quando ti dicono che la persona che ami ti ha lasciato per sempre” due, tre quattro lacrime, e un leggero tremolio le accompagnò tutte mentre solcavano il suo candido viso.

Il pensiero di Vegeta andò alle ultime parole che Goku gli disse prima di effettuare la fusione.

Cinque, sei…innumerevoli lacrime continuarono a rigarle il volto.

Ormai non riusciva più a fermarle.

“Non lo sai come ci si sente a pensare di dover vivere il resto della vita da soli…tu non lo sai!” continuò a sfogarsi la donna, e se le avesse dato della piagnucolona o dell’isterica…se ne potava anche andare al diavolo!

Vegeta non disse nulla, limitandosi ad osservarla nella sua scenata, nel suo sfogo.

“Sei un egoista…non hai pensato a me quando te ne sei andato? Non hai pensato a cosa potessi pensare io del tuo eroico gesto del cavolo?! No, non te lo sei affatto domandato e questo sai perché?! Perché sei…uno stupido!!!” gli urlò alzando con uno scatto il capo.

Quando Bulma incrociò gli occhi dell’uomo si accorse che nel suo sguardo c’era una punta di comprensione.

Attonita restò a fissarlo per pochi secondi, poi adagiò il suo capo sui pettorali di lui, mentre con entrambe le mani cominciò a tirargli dei leggeri pugni, senza che lui reagisse.

“Sei uno stupido…uno stupido…stupido…stupido…stupido” continuò abbassando di volta in volta il tono della voce “Stupido” concluse ormai in un sussurro, afferrandogli la maglietta.

Restarono nuovamente in silenzio, solo i singhiozzi di lei erano ancora udibili.

Nello sconforto si lasciò cadere lentamente al suolo dandogli, per l’ennesima volta, dello stupido, mentre la sua mano lasciò la presa della stoffa dell’indumento che l’uomo indossava.

Bulma si arricciò su sé stessa afferrandosi le gambe ed appoggiando la fronte sulle ginocchia.

Dal canto suo, Vegeta, non fece nulla, si limitò ad osservarla per qualche istante.

Alzò lo sguardo al cielo sbuffando leggermente, ascoltando ancora i singhiozzi della donna.

Dopo alcuni istanti si chinò afferrandola per il braccio e costringendola ad alzarsi dal suolo, la costrinse a guardarlo negli occhi, per un istante.

Vegeta non disse nulla, non una parola, si limitò a cercare le sue labbra.

*

FINE

*

*

  
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