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Autore: ValentinaDC    21/02/2013    1 recensioni
La ragazza sorrise a trentadue denti, fiera di quello che stava per affermare “Tutti sono disposti a scendere a compromessi con il diavolo per vincere" disse. "E io sono il compromesso della Dalton, o il diavolo in persona.." Alzò un sopracciglio e fece spallucce, come se la cosa non le pesasse affatto.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Chapter seven
-Spotlight-





Westerville, Ohio. Dalton Academy 5 Ottobre 2012 h. 2.14 am.








Il primo temporale autunnale è sempre il peggiore. Il cielo si scarica, e i tuoni sono sempre i più rumorosi. In Ohio succede sempre così. Due minuti prima c'è il sole e due minuti dopo sta piovendo a dirotto, neanche dovesse finire il mondo.

Sebastian guardava fuori la vetrata antistante la porta della sua stanza, chiedendosi se mai qualcuno si sarebbe accorto della sua morte, nel caso uno di quei fulmini lo avesse colpito e ucciso. Se ne stava seduto a terra completamente zuppo, con le ginocchia raggomitolate contro il petto e le braccia strette intorno alle gambe.

Tutti in quella scuola lo odiavano e ai suoi genitori non importava praticamente nulla di lui. Poteva dirsi solo al mondo, e non riusciva a trovare una via d'uscita a quella situazione.

Perchè anche se non lo mostrava a tutti quelli che lo circondavano, quello stato di solitudine lo stava pian piano logorando. Desiderava dal profondo di se stesso qualcuno che lo amasse. Qualcuno su cui potersi appoggiare completamente, di cui fidarsi ciecamente.

Voleva essere stretto tra delle braccia, voleva essere coccolato, voleva che qualcuno gli sorridesse in maniera complice, qualcuno con cui combinare casini e con cui arrovellarsi il cervello per nasconderli.

Qualcuno che non lo chiudesse fuori la porta per dispetto la sera, impedendogli di rientrare nella propria stanza.

Non poteva neanche bussare perchè facendo casino avrebbe svegliato il controllore e lui era ben oltre l'orario del copri fuoco.

Possibile che dopo più di un anno di convivenza Flint ancora lo odiasse?

Avvilito da quella situazione, lasciò cadere le proprie difese e si lasciò investire dai singhiozzi del pianto, finchè non sentì qualcuno che scendeva i gradini di corsa.

Era almeno la quinta volta che quella figura, nel buio più totale, percorreva tutta la rampa di scale, e poi la risaliva velocemente.

Quando un lampo illuminò tutto il corridoio, fu come se fosse diventato improvvisamente giorno, e gli occhi di Sebastian si posarono in quelli della persona che stava facendo quella strana corsa.

Charlotte.

La ragazza che si era trasferita alla Dalton a settembre e che il preside aveva messo alla testa degli Warblers. Non si erano scambiati molte parole. Gli era sembrata una pazza con manie di controllo su ogni cosa animata e inanimata.

E quel suo strano comportamento in effetti gli stava solo confermando tutti i suoi sospetti.

"Sebastian?"

"Mmh?"

Charlotte si diresse piano verso di lui. "Che ci fai qui a quest'ora?"

"Potrei farti la stessa domanda." Rispose lui seccato.

"Faccio le scale cinquanta volte ogni notte, soffro di insonnia e fare esercizio mi aiuta a stancarmi, oltre che a tenermi in forma." Fece lei semplicemente abbassandosi davanti al ragazzo. "Sei zuppo.." Disse accarezzandogli la mandibola.

La mano di Charlotte era calda a contatto con la pelle bagnata di Sebastian.

Nessuno lo aveva mai accarezzato in quel modo.

Era piacevole.

“M-mi hanno chiuso fuori..” Mormorò abbassando lo sguardo.

Charlotte passò una mano tra i capelli di Sebastian spostando alcuni ciuffi bagnati che gli ricadevano sulla fronte.

“Vuoi venire in camera? Puoi asciugarti e dormire sul divano.” Tentò.

Sebastian la guardò negli occhi, sorpreso da quella proposta.

Di solito le persone gioivano a vederlo in difficoltà.

Nessuno si era mai offerto di...aiutarlo.

La ragazza non aspettò una risposta, semplicemente si alzò e gli tese la mano.

“Andiamo.”




* * *




Sebastian e Charlotte non avevano mai litigato dopo quella notte.

Entrambi avevano trovato nell'altra persona la propria ancora.

Si fidavano ciecamente l'uno dell'altra, e condividevano i segreti più intimi.

Erano complici, si volevano un bene dell'anima.

Quando Sebastian si sentiva triste gli piaceva farsi coccolare da Charlotte, e allo stesso modo, erano state molte le volte in cui Sebastian aveva stretto tra le sue braccia Charlotte, quando di notte piangeva perchè aveva sognato Lou.

Nessuno dei due avrebbe più saputo vivere senza la presenza costante dell'altro, perchè Sebastian e Charlotte si erano detti tante volte di essere anime gemelle, nonostante lui fosse gay e lei non fosse un ragazzo.

Nel momento in cui il giudice annunciò la vittoria degli Oral Intensity, Charlotte si voltò istintivamente verso Sebastian che la stava a sua volta guardando. Mimò un “mi dispiace” e alzò le spalle rivolgendole uno sguardo dispiaciuto, mentre lei si affrettava a farsi strada tra gli atri Usignoli fino a raggiungerlo e stringerlo forte.

“Bastian..” mormorò nascondendo il viso sul suo petto, mentre lui la avvolgeva completamente con le braccia “Non litighiamo più ti prego.”

Il ragazzo sorrise.

“Mai più piccola.”




* * *





Dopo le regionali la situazione tra Blaine, Charlotte e Sebastian, tornò normale.

Blaine trascorreva la maggior parte delle sue giornate alla Dalton, cercando di prepararsi il più possibile sul provino per la NYADA, mentre Sebastian studiava per il test d'ingresso alla facoltà di economia della NYU e Charlotte stendeva il suo saggio da allegare alla domanda che avrebbe spedito alla Parsons, per entrare alla facoltà di marketing della moda. Se le cose fossero andate per il verso giusto, tutti e tre entro pochi mesi, avrebbero lasciato l'Ohio, diretti a New York.

“Dobbiamo decisamente prendere un appartamento nell'Upper West Side! Con delle camere spaziose e una stanza insonorizzata dove posso esercitarmi con gli strumenti musicali e con il canto. Poi assolutamente ci deve essere il parquet per terra perchè io amo camminare a piedi scalzi e quello non è mai freddo, e almeno due bagni, anzi facciamo che ogni camera deve avere un bagno privato! Vicino ad una caffetteria così possiamo placare il nostro bisogno costante di caffeina!” disse Blaine mentre faceva zapping alla tv, sdraiato sul letto di Charlotte, mentre la ragazza era alla scrivania a studiare davanti al suo laptop e Sebastian era sdraiato sul tappeto, a pancia in sotto a circondato dai libri.

Naturalmente non ricevette nessuna risposta.

“Possiamo anche prendere un gatto, o meglio un cane! Dio vi prego! Prendiamo un cucciolo! Lo porterò tutte le domeniche a Central Park a giocare! Che razza preferite?” Continuò.

Ancora una volta la domanda aleggiò nell'aria senza che nessuno si degnasse di rispondere.

“Sì è vero, forse è meglio se prendiamo un meticcio al canile, e poi voglio anche un caminetto, meglio elettrico o a legna ragazzi?”

Lo stavano palesemente ignorando e Blaine si stava così annoiando che avrebbe potuto continuare a tartassarli di domande all'infinito, però decise di passare all'azione.

Prese un cuscino dal letto e lo tirò a Charlotte, facendo quasi cadere il portatile dalla scrivania.

La ragazza si girò a guardarlo completamente sotto shock, mentre Sebastian osservava la scena divertito.

“Tu sei un ritardato Blaine. Tu hai seri problemi!” Urlò mentre raccoglieva il cuscino e si alzava andandogli contro.





* * *




Dopo aver impostato l'anonimo, Kurt compose velocemente quel numero che aveva ben impresso nella memoria, trattenendo il fiato dopo che udì il primo “bip”. Non sapeva esattamente cosa stava facendo, perchè lo stava chiamando o cosa gli avrebbe detto. Ma erano giorni che quell'idea gli si era imposta in testa e voleva assolutamente sentire la sua voce.

Quella voce calda e melodiosa.

Quella voce sexy ma allo stesso tempo terribilmente dolce.

La voce di Blaine sapeva di casa.

Kurt non si rese conto di quante volte il telefono aveva squillato, troppo distratto dal volume e dall'intensità dei propri pensieri, ma improvvisamente sentì un suono sordo e poi una risata femminile.

Decisamente non era la voce di Blaine.

“TI UCCIDO!!! SAI QUEL CUSCINO DOVE TE LO INFILO ORA?! IN UN POSTO CHE È SICURAMENTE DI TUO GRADIMENTO!”

Kurt notò che il suono era disturbato, come se qualcosa stesse strusciando sull'altoparlante del cellulare, ma quando sentì quella risata inconfondibile, e davanti gli occhi gli si configurò l'immagine mentale dell'espressione divertita di Blaine, gli si fermò il cuore per un attimo.

“Ah davvero? Allora devo infastidirti più spesso! È da tanto che non faccio sesso, ho bisogno di trovare la mia valvola di sfogo! Certo, io di solito sono attivo, ma devo dire che non mi dispiace neanche stare sotto!”

Kurt a quelle parole si trovò a sorridere a causa di qualche ricordo sconcio che gli tornò alla mente. Poi constatò che quelle parole erano strane, perchè di solito Blaine non amava parlare di sesso in quel modo. Era sempre stato un terribile romantico e sentirgli fare battute del genere lo destabilizzò per qualche istante.

“Pronto?” La voce di Blaine lo destò dal proprio flusso di pensieri, rendendolo incapace di pronunciare anche una singola parola.

“Prontoprontoprontopronto? Non sento nuullaaa!! Chiunque tu sia, potresti darmi un segno di vita? Non vorrei essere stato coinvolto in un omicidio! Oddio magari stai scappando da un assassino che ti ha strappato la lingua, hai composto il mio numero per chiedere aiuto e non ci riesci! Puoi parlare e farmi evitare di continuare questo monologo che mi sta terribilmente mettendo in imbarazzo....per faaaavore?” Rise.

Kurt si fermò ad ascoltare il tono divertito della voce di Blaine, senza dire una parola.

“Hey, sei un maniaco? Okay, sei decisamente un maniaco!”

Stava bene, a quanto pare Blaine era tornato a sorridere e ad essere quel ragazzo solare che lo aveva fatto innamorare follemente.

Si lasciò scappare un sospiro dalle labbra.

Ci furono alcuni istanti di assoluto silenzio, prima di udire un “Ohw..” che assomigliava ad un gemito strozzato uscire dalle labbra di Blaine.

Riagganciò.




* * *





Charlotte guardò Blaine interrogativa.

“Di nuovo il maniaco che ti chiama con l'anonimo?” chiese poi divertita.

Blaine fissava il cellulare. Lo sguardo improvvisamente tornato triste, come non lo era da mesi ormai.

“No.” Mormorò in maniera quasi impercettibile.

La ragazza si avvicinò a lui accarezzandogli un fianco preoccupata.

“Tesoro chi era?” sussurrò.

Blaine alzò lo sguardo. Gli occhi ormai completamente lucidi.

“Kurt..”




* * *





Charlotte sapeva di dover affrontare il suo problema, e che quello che aveva fatto era sbagliato. Lo psicologo l'avrebbe sicuramente sgridata, fortunatamente aveva smesso di andarci.

Rubare il numero di telefono di Kurt Hummel dal cellulare di Blaine le aveva fatto rendere conto che le sue manie di controllo stavano raggiungendo picchi mai visti. Ma si era anche detta che doveva, DOVEVA, risolvere quella situazione, perchè Blaine dopo quella telefonata era ridotto uno straccio, di nuovo.

Compose il numero velocemente e si portò il cellulare all'orecchio.

"Pronto?" Fece una voce almeno tre ottave più alte di quello che si aspettava.

"Ehm, Kurt?" Disse insicura. Probabilmente aveva copiato male il numero per la fretta.

"Si, chi è?"

"Ohw, cavolo, okay mi aspettavo che la tua voce fosse diversa.." mormorò.

"Sì, lo dicono tutti, ma chi sei?" Domandò scocciato.

"Charlotte, un'amica di Blaine."

"Ah, wow, adesso c'è bisogno di un mediatore tra me e lui? Non pensavo che i nostri rapporti fossero messi tanto male." Rise amaro.

"No no, lui non sa nulla di questa telefonata, ho preso il tuo numero dal suo cellulare di nascosto. Volevo parlarti di lui, di voi, sai dopo la telefonata dell'altro giorno."

"Non penso siano fatti tuoi allora."

"Oh io penso proprio di si invece!"

"Senti, io non ho tempo da perdere con delle ragazzine impiccione, quindi ti saluto."

"Kurt ascoltami, non sei di certo tu la persona che sta cercando di tirarlo su in qualunque modo, la persona che lo abbraccia quando piange, la persona che riceve i calci di notte perchè ha in continuazione quei fottuti incubi. E a me non dispiace non chiudere occhio, non mi pesa ricoprirmi di correttore per nascondere le occhiaie, anche se francamente, stanno diventando talmente profonde che avrò bisogno di cambiare prodotto. Tu meglio di me sai quanto Blaine sia una persona a cui è impossibile non volere un bene dell'anima, ma non sono io che non ce la faccio più a vivere così, è lui che è a pezzi. Prima della tua

telefonata pensavo che fosse sulla strada buona per riprendersi completamente, ora invece lo vedo più giù di prima. Non è per come si comporta. Lo vedo dai suoi occhi. Sono spenti."

Kurt sospirò. "Mi dispiace, non dovevo disturbarlo."

"Già, forse non avresti dovuto. Ma se lo hai chiamato vuol dire che ancora ti importa di lui. Se è così dovresti cercare di riprendertelo, altrimenti lascialo solo andare senza preoccuparti di nulla. Starà bene in qualche modo. Lo farò tornare ad essere sorrisi e arcobaleni, dovesse essere l'ultima cosa che faccio."

"Mi importa di lui. Mi importa moltissimo di lui, e sono contento che abbia trovato un'amica che sarebbe pronta a fare questo per lui."

"Bè, una persona come Blaine non si trova tutti i giorni.."

"Infatti. Spero solo di non averlo capito troppo tardi."

"Non è tardi Kurt, fidati. Continua a ripetere il tuo nome ogni notte durante il sonno."

Kurt si morse il labbro, sorridendo. "Chanel." disse.

"Chanel cosa?"

"Il correttore per le occhiaie.. Quello di Chanel fa miracoli."

"Ah, ohw grazie, andrò a comprarlo! Oddio, ora mi prenderai per malata, ma finalmente parlo con un ragazzo gay in grado di darmi consigli sul make-up! Praticamente convivo con due ragazzi gay e non sanno neanche distinguere un ombretto da un lucidalabbra!"

Il ragazzo scoppiò in una calda risata.

"Okay Kurt, ti saluto, Blaine tornerà a minuti dalla caffetteria. Spero di poterti conoscere presto di persona."

"Anche io Charlotte, e ti assicuro che succederà prima di quanto immagini."





* * *





"Le vecchie abitudini sono proprio dure a morire!" Sorrise Rachel guardandosi intorno con aria entusiasta.

Era il giorno di Pasqua e lei e Kurt, tornati in Ohio, si erano messi d'accordo per incontrarsi al Lima Bean per decidere le mosse del piano "Alla riconquista di Blaine".

"Ah bè, questa è un'abitudine a cui avrei volentieri rinunciato. Ti ho detto del topo? Era grigio e schifoso." Disse il ragazzo, abbassando la voce e avvicinandosi alla sua amica.

"Sì, me l'hai detto almeno un miliardo di volte, di cui cinquanta nell'ultimo quarto d'ora.." Sbuffò, prendendo un sorso del suo latte di soia. "Allora, qual è la prima mossa?" Domandò poi.

Kurt alzò gli occhi al cielo pensieroso. Doveva andarci piano, considerati i termini della sua ultima conversazione con Blaine.

"Sto pensando ad un approccio leggero. Magari vado a casa sua e gli lascio un biglietto, oppure potrei

provare con un sms, anche se mi sembra troppo impersonale. L'idea del biglietto è la migliore, scritto a mano ovviamente, su carta di papiro, in una bella busta. Magari con due rose allegate, una gialla e una rossa..forse solo quella gialla in effetti. Due rose gialle...sì decisamente due rose gialle e una busta con la lettera. Cosa scrivo sulla lettera Rachel? Non ne ho la più pallida idea." Kurt cominciò a parlare a macchinetta, come ogni volta che era nervoso.

Quando si fermò dallo sparare quel delirio di parole si rese conto che aveva perso l'attenzione di Rachel, che intanto stava fissando un punto imprecisato dietro le sue spalle.

"Potresti dirglielo ora. È appena entrato." mormorò. "Cavolo quanto è diverso. È diventato un uomo."

Kurt sgranò gli occhi, sentendosi sull'orlo di un attacco cardiaco.

"Oddio. Sento che sto per morire." Sussurrò coprendosi il volto con le mani. "Ci ha visti?"

"No, si è appena messo in fila. È con una ragazza bionda, e con...Sebastian Smythe."

Okay, adesso si sentiva veramente morire.

Si voltò leggermente, tentando di non farsi notare, e lo vide.

Era bellissimo, con i capelli liberi dal gel, un accenno di barba, una camicia a righe bianca e nera, con sopra un cardigan rosso e dei jeans scuri.

Ovviamente senza calzini.

Forse era vero che alcune abitudini erano dure a morire.





* * *



Sebastian, Charlotte e Blaine si sedettero al loro solito tavolo del Lima Bean a ingozzarsi di biscotti al doppio cioccolato, di cui tutti e tre, nonostante il fisico invidiabile, erano terribilmente golosi.

"Ragazzi, è incredibile quanto tutti e tre abbiamo dei genitori che non ci filano neanche di striscio! Fortunatamente esistono i catering, così domani non dobbiamo cucinarci da soli il pranzo di Pasqua." Disse Sebastian, soffiando sul suo cappuccino bollente.

Nessuno dei presenti al tavolo era minimamente toccato dalla noncuranza dei propri genitori, il che guardato dall'esterno poteva risultare terribilmente agghiacciante, ma loro erano stati capaci di ritagliarsi un piccolo angolo di mondo tranquillo, e diventare così indipendenti da non sentire neanche più il bisogno di affetto, che ogni figlio vorrebbe ricevere da una madre o un padre.

Semplicemente erano andati avanti. Erano cresciuti prima del tempo e li avevano perdonati per tutte le volte in cui da bambini si erano sentiti soli, diversi dagli altri.

Blaine sorrise "Alla fine preferisco passare le vacanze con voi che con loro. Voi siete la mia famiglia ormai!" e si sentì scaldare il cuore da quella dolce constatazione. "Hai detto al catering di portare tutto a casa mia Char? Hey ma mi stai ascoltando?" aggiunse sventolando una mano davanti agli occhi della ragazza, che

fissava un punto oltre le spalle di Blaine.

Charlotte gli colpì la mano con la propria per scacciarla.

"Ma quanto cavolo sei fastidioso Blainey? C'è il ragazzo più sexy del mondo, seduto accanto ad una nasona che continua a fissarci e tu mi parli di catering?" Mormorò la ragazza che era rimasta in silenzio fino a quel momento.

Quando Sebastian si voltò, cercando di capire se poteva fare conquiste, rimase sorpreso.

Possibile che Blaine non se ne fosse accorto?

Si voltò verso l'amico che era intento a giocare con la schiuma del suo cappuccino. Al contrario di Sebastian a lui non andava di fare nuove conquiste. Blaine era totalmente apatico sul fronte "nuovi amori/nuove conoscenze" dopo la telefonata che aveva ricevuto qualche giorno prima.

"Quella è..uhm.." Era indeciso se dirlo o lasciare che se ne accorgesse da solo, oppure ancora meglio, sfidare la sorte e sperare che non si notassero a vicenda. "Rachel Berry..." disse tutto d'un fiato, guadagnandosi immediatamente l'attenzione di Blaine "..e l'altro è Kurt Hummel, Charlotte!"

"OH MIO DIO BLAINE MA È BELLISSIMO!" Urlò Charlotte dandogli una gomitata.

Naturalmente tutto il Lima Bean si era girato verso di loro per capire chi fosse quella pazza che aveva appena strillato, un complimento non proprio velato.

Anche Kurt si voltò, incontrando gli occhi di Blaine.

Il ragazzo abbassò lo sguardo arrossendo leggermente. "Lo so.."

Charlotte sorrise, avvicinandosi a lui e abbracciandolo forte. "Stai bene tesoro?" Mormorò vicino al suo orecchio posando poi un bacio sulla sua guancia. La capacità che aveva di passare da malata schizofrenica a persona seria , era a dir poco ammirevole.

Blaine annuì, continuando a tenere gli occhi puntati sul suo bicchiere.

"Blainey, possiamo andarcene se vuoi, ma secondo me è meglio se lo vai a salutare. Poi se vuoi ci inventiamo qualcosa, del tipo che ci sei andato solo perchè ti ho supplicato di chiedergli dove ha preso quella sciarpa vintage di McQueen, ma devi superare questa cosa, per star bene con te stesso prima di tutto." Sorrise.

Il ragazzo si sporse a ricambiare l'abbraccio. Era incredibile quanto le parole di Charlotte riuscissero ad indicargli la strada ogni qual volta si sentiva bloccato, incasinato interiormente, senza una via d'uscita. Semplicemente lei lo prendeva per mano e riportava il sereno in un battito di ciglia.

"Andiamo su, così te lo presento.."

I tre amici si alzarono dal tavolino, con i propri caffè in mano, Sebastian era calato in un silenzio a dir poco inquietante, e Charlotte giurò di averlo visto irrigidirsi nel momento in cui Blaine aveva posato la mano sulla spalla della ragazza dal naso grosso, Rachel.

"Hey Rachel.."

Lei si voltò con un sorriso radioso, alzandosi "Blaine, quanto mi sei mancato!" Lo abbraccio forte.

Ci fu un momento di esitazione, quando i due amici sciolsero l'abbraccio.

Blaine si morse le labbra, domandandosi, con un po' di risentimento, perchè doveva essere sempre lui a fare la dannata prima mossa.

Poi nel momento in cui incontrò quelle iridi azzurre, il cuore gli si strinse, e si rese conto di parecchie cose..

"Ciao Kurt.." Mormorò poi guardando il suo ex fidanzato.

Kurt sorrise timidamente, alzando la mano in segno di saluto. "Hey, è bello vederti.."

Si stava per alzare a salutarlo quando l'occhio gli cadde ad osservare, quella che doveva essere Charlotte, e Sebastian.

Sembrava stessero conversando silenziosamente solo guardandosi negli occhi, poi la ragazza si sporse ad accarezzargli il braccio, mimando un "Love you" con le labbra e posandogli poi un bacio sulla spalla.

Sebastian non sembrava lo stesso di sempre. Era inspiegabilmente più umano. E in quel momento aveva anche un velo di tristezza negli occhi. Soprattutto, Kurt non si spiegava perchè fosse pacificamente seduto ad un tavolino del Lima Bean a sorseggiare caffè con Blaine. Si rese conto che le cose dovevano essere davvero cambiate in quei mesi.

"Rachel, Kurt, lei è Charlotte! Sebastian già lo conoscete.." Disse Blaine interrompendo quel flusso di pensieri, indicando la ragazza bionda.

"Finalmente conosco i famosi Hummel-Berry.. Il vostro talento vi precede comunque!" Rise stringendo le mani ai due ragazzi, e facendo l'occhiolino a Kurt senza lasciare che gli altri se ne accorgessero.

"Charlotte è la nuova leader degli Warblers.."Continuò Blaine, cercando di mantenere alta la conversazione.

Okay, si rese conto solo dopo qualche secondo che magari quella era una notizia bomba.

Infondo Blaine ci aveva messo mesi a realizzare la cosa.

Rachel e Kurt, infatti la fissarono sgranando gli occhi. "Ma sei una ragazza!" Dissero in coro.

Charlotte rise divertita.

Quella era la reazione che avevano un po' tutti.

Anche Sebastian sorrise un pochino.

"Sì, bè, l'ultima volta che ho controllato ero ancora una ragazza. E sì, la Dalton è ancora una scuola maschile. È una storia lunga.." Tagliò corto come ogni volta che si arrivava a sfiorare quell'argomento.

"Comunque ci dispiace che abbiate perso entrambi alle regionali.." Fece Kurt, mordendosi le labbra.

Blaine e Sebastian si lanciarono una lunga occhiata, ricordandosi immediatamente di ciò che era successo la sera prima della gara. Ne avevano discusso a lungo da soli, concordando che era stato un azzardo tentare di andare a letto insieme, e che avrebbero aspettato ancora un po', per vedere l'evoluzione delle cose tra di loro.

Quell'argomento non sarebbe mai e poi mai uscito dalle loro bocche, davanti a qualcun'altro. Era un segreto di Blaine, Sebastian e Charlotte.

Charlotte li guardò, alzando un sopracciglio. "Sì bè, c'era da aspettarselo, nessuno dei due gruppi era in forma, abbiamo cantato bene, ma mancava ad entrambi quella cosa in più! Pazienza, vuol dire che abbiamo più tempo per pensare ai College."

Naturalmente con quel colpo di Stato, Charlotte riuscì a spostare l'argomento di conversazione verso qualcosa di meno compromettente.

"Blaine NYADA, Charlotte? Sebastian? Voi dove andrete?" Domandò Rachel curiosa.

"NYU io e lei Parsons, se ci dice bene.." Sorrise Sebastian.

"Merda!"

"Charlotte non ad alta voce!" La richiamò Blaine, facendo sorridere Kurt.

"Si scusate.." Aggiunse sventolandogli il telefono davanti al naso.

"Merda!" Imprecò anche il ragazzo, guadagnandosi uno scappellotto sulla nuca da parte di Charlotte.

"Blaine!" lo richiamò ridendo.

"Bastian sono le 12 e 35, il catering sarà a casa mia alle 13, e dobbiamo tornare a Westerville!" Spiegò Blaine velocemente. "Rachel, Kurt, ci dispiace dover scappare così, ma rischiamo di rimanere senza cibo!"

Il gruppetto si salutò velocemente, e qualche minuto dopo Charlotte, Sebastian e Blaine, raggiunsero la macchina della ragazza nel parcheggio.

"Se il catering se ne va, mangeremo te, Blaine!" mormorò Charlotte mentre apriva lo sportello.

"Blaine! Aspetta un secondo!"

La voce di Kurt li raggiunse, attirando immediatamente la loro attenzione.

Stava correndo verso di loro, con un sorriso imbarazzato e un leggero rossore a colorargli le guance.

Blaine pensò che fosse bellissimo.

E si diede dell'idiota.

"Lo so che siete di fretta, ma.." Inspirò per prendere fiato. "Ho davvero bisogno di parlarti."

Charlotte squittì di felicità, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Blaine.

Sembrava una dodicenne davanti al proprio idolo.

Il ragazzo parve valutare la cosa per qualche secondo. "Kurt facciamo così, stasera se sei libero vieni a casa mia, altrimenti mandami un messaggio, e dimmi quando puoi.." Propose.

L'altro annuì con decisione.

"A stasera."




* * *



NOTE DELL'AURICE:
Ecco il capitolo tanto atteso.. Non mi uccidete per la fine!! Lo so.. scusatemi, ma avevo scritto già 12 pagine e mi sono sembrate davvero troppe.
Spero che alcune delle motivazioni di Charlotte vi siano più chiare, e spero che lei vi sia un pò più simpatica. Alla fine è una buona, vuole un mondo di bene a Blaine e a Sebastian, non li ferirebbe per nulla al mondo!

Al contrario delle previsioni Kurt e Charlotte si amano.
Non so perchè, non l'avevo previsto! Mi hanno detto che si stavano simpatici e non ho potuto scrivere altro che quello che avete letto ;)
Nel prossimo capitolo ci saranno delle belle chiacchierate. Molto intense..

Spero di sbrigarmi a scrivere!

Allora devo fare un ringraziamento alla mia partner in crime Julia, perchè ha betato  il capitolo.

Lo so che probabilmente la storia non sta avendo il successo che speravo, e i motivi mi sono ancora oscuri, considerato che ho letto certe merdate allucinati in giro, piene di recensioni positive ecc..
Spesso mi sono chiesta perchè sto continuando ad andare avanti a scrivere se praticamente nessuno legge, e poi ho capito che lo sto facendo per loro, i miei personaggi. Mi ci sono affezionata così tanto che non meritano di essere scordati in una pagina web, senza il compimento delle loro storie.

Mancano pochi capitoli alla fine, non penso di scriverne più di dieci.
Perciò grazie a chi ha segiuto fino ad ora e chi continuerà a farlo.

"Puoi scrivere per il pubblico e perdere te stesso o scrivere per te stesso e perdere il pubblico"

(Non mi ricordo chi l'ha detta e neanche se era così LOL)

Un bacio :)
   
 
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