Eravamo a Calais dove Francesco si sarebbe imbarcato per la Scozia.
Mio figlio il re aveva voluto che tutto fosse perfetto e non aveva obiettato quando avevo voluto che anche Enrico di Guisa partisse con Francesco.
Almeno avrei recato un servigio a Maria, rendendole l’antico amante che smaniava per tornare in Scozia. Enrico di Guisa ci stava dando parecchi grattacapi e con questo matrimonio ero convinta che l’avremmo avuto lontano per almeno un anno, se non di più. Stava diventando troppo potente in Francia e aveva bisogno di distrazioni.
Vidi Francesco che dopo aver salutato Enrico, si avvicinava a me.
<< Fai il tuo dovere figlio mio e sii un buon re in Scozia e un buon marito per tua moglie >> dichiarai, prima di dargli un bacio sulla fronte e lasciarlo andare.
<< Ci siamo madre mia, ci siamo finalmente liberati della scimmietta >> mi disse mio figlio non appena la nave si staccò dal porto.
<< Non dovresti parlare così di tuo fratello, ma hai ragione >> risposi, Francesco ci aveva delusi e speravo con ora che non deludesse anche la sua futura moglie.
Gli ugonotti in questi giorni erano in lutto perché Jeanne d’Albret era morta, e il Navarra e sua sorella erano troppo impegnati a piangerla e a maledirci per armare un esercito contro di noi.
Avremmo ripristinato la pace, e Enrico avrebbe sposato la principessa svedese come io avevo deciso per lui e non Maria di Cleves, avrei dovuto mandarla in Inghilterra con Margherita e invece ero stata così stupida da farla restare a corte, lei e il marito Condé.