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Autore: Flyinthebluesky    22/02/2013    1 recensioni
STORIA BLOCCATA
HO AVUTO QUALCHE PROBLEMA, QUINDI VOLEVO AVVISARVI CHE NON AGGIORNERÓ LA STORIA PER ORA. STO CONTINUANDO A SCRIVERLA MA HO DEI DUBBI SUL CONTENUTO. DECIDERÒ PRESTO SE ANDARE AVENTI O CANCELLARLA.
Francesca ha 14 anni ed è innamorata da due anni del suo amico Tommaso. Quando però lui si mette con una ragazza che non è lei, inizia a farsi delle domande. Aiutata dalla sua amica Gabrielle cercherà di destreggiarsi tra il suo amore di sempre e una scintilla speciale che sta nascendo tra lei e il suo nuovo compagno di banco
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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UN SOLO POMERIGGIO

Andai a casa, mangiai, studiai un pochino e verso le due e mezza inizia a prepararmi per uscire: mi cambiai e indossai jeans stretti blu scuro e felpa azzurra con sotto una maglietta verde, misi due gocce di profumo, mascara e un po’ di matita e uscì. 

La nostra compagnia si incontrava sempre al parco: ci conoscevamo da sempre, il nostro era un quartiere piccolo e avevamo preso l’autobus insieme, eravamo stati battezzati nella stessa chiesa e cose del genere. l’unica eccezione era Gabrielle che abitava nel quartiere di fianco ma da quando ci eravamo conosciute usciva con noi (l’avevo fatta conoscere agli altri ed era subito stata simpatica a tutti). Questo parco non era speciale, era il centro del nostro quartiere e aveva aiuole, giochi per bambini, un campo da calcio che funzionava anche da campo da basket e cose del genere. Distava due isolati da casa mia. Arrivai e mi diressi subito verso l’albero dove ci incontravamo sempre, una Magnolia perfetta per arrampicarsi, cosa che puntualmente facevamo da piccoli. Non era l’albero più imponente del parco ma aveva quel certo nonsoché che mi portava a preferirlo a tutti gli altri. Mi sedetti sulla panchina sotto l’albero e aspettai, mandando nel frattempo un messaggio a Gabrielle che era a casa a studiare. 

Non dovetti aspettare molto perché dopo pochi minuti sentì il rumore di una bici che si avvicinava e comparve Mattia con la sua inseparabile BMX. Mattia non era altissimo ma era molto saggio. Fra di noi dicevamo “Se hai bisogno di un consiglio, chiedilo a Mattia”. Oltre a Gabi, era l’unico a sapere del mio amore per Tommaso. “Ciao Fra!” urlò, scendendo dalla bici. Mi alzai e andai a salutarlo “Ma Gabi?” “È a casa a studiare, quella sfaticata” “Immagino, mica la settimana scorsa ha preso un’insufficienza in inglese?” “Sì, lascia stare, la nostra insegnante di inglese è proprio un’arpia, sai dove sono gli altri?” “Silvia mi ha detto che stava uscendo quando l’ho chiamata prima di venire qui, invece di Tommi e Andre chissà dove sono”. Ci sedemmo e incominciammo a chiacchierare amabilmente, aspettando gli altri. 

Una decina di minuti dopo ecco Silvia arrivare trafelata e accasciarsi sulla panchina “Silvi? Tutto ok?” chiese Mattia “Sì è che...” ansima “Pensavo di essere in ritardo ma...” altra pausa “Tommi, Andre e Gabi dove sono?” “Gabi studia, non c’è oggi, gli altri due mistero” Silvia mi guardò. Lei era bella. Capelli neri, occhi verdi, bassina e esile. Anche troppo esile. Silvia l’avevo conosciuta in chiesa. Lei era figlia di una “ragazza madre” come dicevano tutti. In realtà la madre di Silvia non era poi così ragazza, era giovane sì ma con il termine “ragazza madre” si rischia di immaginare cose tipo sedicenni incinte. Invece la madre di Silvia aveva 20 anni quando è nata. Suo padre non si sa nemmeno chi sia ma a lei questo non pesa. Silvia era simpatica ma non mi comprendeva a fondo come Gabi, eravamo troppo diverse. Mattia e Silvia si conoscevano da una vita sul serio. Erano nati lo stesso giorno allo stesso ospedale. Le loro madri si sono incontrate così, in ospedale. Erano compagne di stanza alla clinica e hanno mantenuto i contatti. La madre di Mattia non era giovane come quella di Silvia e l’aveva guidata nel mondo dei neonati dato che lei aveva già un altro figlio, che poi sarebbe il fratello maggiore di Mattia.

"Ma gli altri due arrivano o cosa?" Disse Mattia qualche minuto dopo. "Telefoniamogli" Silvia prese il telefono e compose il numero "Pronto Tommi? Dove siete?... Ah ok... Si arriviamo" "Quindi?" chiesi "Tommi è andato a trovare la sua ragazza e ha preso l'autobus, Andrea è con lui, ci dicono di andare alla fermata e aspettarli". Presi la borsa e ci incamminammo alla fermata dell'autobus, che fortunatamente era vicino al parco. Io, Silvia e Mattia ci aggiornammo sulla scuola, lei frequentava il liceo linguistico e lui il liceo delle scienze umane. Finimmo anche a parlare di Sara, la ragazza di Tommi. "Io li vedo bene, insomma stanno insieme da due mesi e due mesi sono tanti. Peccato che lei non abiti vicino, avrebbe potuto uscire con noi". Ogni parola pronunciata da Silvia era una pugnalata per me. Che Sara fosse simpatica l'avevo già riconosciuto, ma dovermi confrontare con lei tutti i giorni e vedere come fosse migliore di me, vederla con il mio amore sarebbe stato davvero troppo. Mattia mi lanciò un'occhiata: era l'unico oltre a Gabi a sapere di me e Tommaso e non avevo intenzione di dirlo a nessuno. Mi ero innamorata di lui a 12 anni e da lì ne avevo passate per cercare di fargli capire che volevo essere più di un'amica per lui. Ma l'arrivo di Sara aveva cambiato tutto e mi chiedevo per quanto avrei potuto andare avanti così. Ci stavo davvero male quando lui ne parlava, quando ci faceva vedere le loro foto o quando si chiamavano.

Alla fermata dell'autobus non c'era ancora nessuno ma non dovemmo aspettare molto perché pochi minuti dopo arrivò l'autobus e Andrea e Tommaso scesero. Andrea era il migliore amico di Tommaso da quando si erano conosciuti all'asilo della parrocchia. Avevano quattro anni e da lì erano cresciuti bene. Andrea era bello e atletico, alto con molti muscoli, capelli castani e occhi verde chiaro. Tommaso aveva capelli castano chiaro, o biondo scuro, nessuno di noi l'aveva mai capito e occhi azzurri chiarissimi. Anche lui era alto e muscoloso. Ogni volta che lo vedevo a me pareva sempre più bello. "Ehi ragazzi, che si fa oggi?" chiese Andrea "Io pensavo di andare dal tabaccaio a dar fastidio al proprietario" propose Mattia. Dare fastidio al tabaccaio, un anziano signore un po' lento di comprendonio, era uno dei nostri passatempi preferiti. Andavamo lì e parlavamo con lui cercando di farlo impazzire. Dieci minuti dopo eravamo lì. "Chi va stavolta?" domandò Silvia. Toccò a Tommi. Entrò lì e iniziò a parlare "Ehi fratello vorrei due sigarette" "Fratello? Giovanotto credo che lei mi abbia scambiato per qualcun'altro" "Oh zio non ti scaldare, era un modo affettuoso e ora sparami ste sigarette che devo andare a fumare" il tabaccaio era sempre più confuso. Tommi lo prese per i fondelli ancora qualche minuto e poi tornò fuori dove noi, che avevamo sentito tutto dato che il tabaccaio teneva sempre le porte aperte, stavamo disperatamente e inutilmente tentando di trattenere le risate. Scoppiammo a ridere, non trattenendoci più. Il pomeriggio scorse via veloce, andammo in gelateria, tornammo al parco e Andrea e Tommaso si misero a fumare sotto l'albero, passammo al negozio di musica a comprare qualche 

CD e presto arrivò l'ora di tornare a casa. Io e Tommi dovevamo fare la stessa strada e nel mentre ci mettemmo a parlare "Francesca come va la tua vita sentimentale? Non ci posso credere che sei così carina e nessuno ti si fila". Sospirai. Perché non capiva che l'unico che volevo era lui? "Mah, ragazzi che mi vengono dietro qualcuno ce n'è ma nessuno con cui voglia avere una relazione seria" per un brevissimo momento, mi balenò in mente l'immagine di Ticini, stamattina, mentre disegnava. Ma che mi saltava in testa? Lo scacciai subito dalla mi mente. "Io sono stato molto fortunato a trovare Sara" "Prima di Sara una che mi piaceva ce n'era ma non ci ho mai provato seriamente" un'altra prima di Sara? Un'altra migliore di me? "E come si chiamava?" "Non la conosci, l'ho conosciuta tempo fa ma non mi ha mai guardato. Un giorno però anche tu avrai un ragazzo" "Magari" "Deve essere uno alla tua altezza e io un'idea ce l'avrei" il respiro mi si bloccò. Possibile che mi stesse per...? "Davvero? E chi sarebbe questo fantastico ragazzo?" domandai con un fil di voce "Non è ovvio?" "No..." la mia voce mi stava per abbandonare. Il mio respiro era accelerato. Anche il cuore mi batteva all'impazzata. "Ma Andrea, non è ovvio? Ha sempre avuto un debole per te e se ti impegnassi riusciresti facilmente a conquistarlo. Già vi vedo, potremmo uscire a quattro, io, te, lui e Sara. Non sarebbe fantastico?" Cercai disperatamente di nascondere la delusione. "Ehm, si, ovviamente ma, sai, non è esattamente il mio tipo" "Oh, peccato. Ma facci comunque un pensierino". Arrivammo all'incrocio a cui lui doveva svoltare. Ci salutammo. Andrai avanti. La delusione continuava a farsi sentire. Per un minuto avevo addirittura pensato che lui potesse volere me. Che stupida. Lui aveva Sara, bella, intelligente e simpatica. In una parola, perfetta. Che se ne faceva di me? Eppure potevo sentire una lacrima sulla mia guancia. L'asciugai subito. Io non piangevo quasi mai e se proprio dovevo farlo lo facevo chiusa nella mia stanza. Non certo in strada davanti a tutti. 

“Ehi” “Mattia, ma che colpo! Ma dov’eri?” “Ti ho lasciata un po’ con il tuo bello” “Sì proprio bello guarda” “Ehi Fra stai bene? sembri un filo sconvolta, che è successo?” “Che sono stupida, è successo. Che sono illusa, è successo. Basta”. Mi fermai e mi sedetti sul marciapiede. Mattia scese dalla sua BMX e iniziò a fissarmi. Sembrava preoccupato. Un singhiozzo sfuggì dalle mie labbra. “Sai Fra” disse dopo un po’ lui in tono dolce “Non è bello non essere corrisposti. E ti capisco. Ma non ti sembra che la situazione stia peggiorando? Da quando Tommi sta con Sara, tu non sei più la stessa. Non credi che sia il caso di, come dire, lasciarlo andare?” “In che senso scusa?” “Ci sarà pure qualcun altro oltre a Tommi che ti piace, no?” “No” “Neanche qualcuno che senti potrebbe interessarti?”. Aprì la bocca, stavo per rispondere quando, per la seconda volta in quella giornata l’immagine di Ticini che mi sorrideva entrò nella mia mente. Non mi piaceva, ma non potevo negare che era carino. Ma da pensare che era a carino a piacermi il passo era lungo. Da pensare che era carino a sostituire nel mio cuore il mio primo amore da cui ero innamorata da due anni, il passo era ancora più lungo. Mattia attendeva la mia risposta e la interpretò come una specie di assenso. “Riflettici” mi disse mentre si alzava. Aiutò anche me ad alzarmi, salì a cavallo della sua BMX e sfrecciò via, lasciandomi confusa. Tommaso era stata la mia certezza negli ultimi due anni e anche se non stavamo insieme e lui non era interessato a me avevamo passato bei momenti insieme. Era vero che ero cambiata da quando Sara era entrata nella sua vita? Non lo sapevo. Ma se lo diceva Mattia, avrei fatto meglio a cambiare qualcosa. Non essere più innamorata di Tommaso? Impossibile. Urgeva un consulto con Gabi. Tornai a casa pensierosa. Era stato un bel pomeriggio, avevo passato tre splendide ore con il mio amore, mi ero illusa e avevo avuto un occasione per riflettere. Mica male per un solo pomeriggio

 

MMMM allora... questo è il secondo capitolo, in cui non succede niente di fondamentale ma in cui possiamo vedere ben tre nuovi personaggi e approfondire la conoscenza di Tommaso, l’amore storico di Francesca. Qui manca la presenza di Federico, ma il prossimo capitolo dovrebbe essere quasi tutto su di loro, a meno che voi non preferiate diversamente. Se volete approfondire la storia su come Francesca si sia innamorata di Tommaso, fatemelo sapere e vedrò di inserirlo nel prossimo capitolo. Anyway, che mi rimane da dire? Grazie a chi ha letto il primo capitolo e alle persone che seguono la storia, la ricordano e la preferisco: siete importanti! Grazie anche ad Alexsmile99 che ha recensito. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto

  
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