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Autore: Jude_McCartney    22/02/2013    1 recensioni
Liverpool, 1958. Il fumo delle ciminiere delle fabbriche offuscava la luce del sole, rendendo il paesaggio triste e macabro. Emma, seduta sul prato del giardinetto pubblico vicino casa, poggiava la schiena su di una quercia antica, l'unica che riusciva a sostenere il grande peso che gravava sulle sue spalle da anni ormai, l'unico posto in cui si sentiva davvero al sicuro da sguardi indiscreti e dalle sue paure.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Pete Best
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Victoria, non so come descriverlo.. -sorrise spensierata- non ho mai provato nulla del genere, è stato bellissimo.
-Sono contentissima- disse l'amica, commossa, sbattendo furiosamente le ciglia per l’emozione, o forse per lo stupore- FINALMENTE ce l'abbiamo fatta a dare questo santo bacio.
-Ho semplicemente aspettato la persona giusta- rispose Emma, quasi infastidita- e n'è valsa la pena, credimi. Perché tutta questa fretta? Ogni cosa ha il suo tempo. Quel bacio n'è valso cento. E lui è..
-Lui è un figo Emma- starnazzò rumorosamente-non c'è null'altro da aggiungere.
Le due amiche scoppiarono a ridere. Erano le 10.50. Victoria ed Emma facevano colazione assieme al Queen's bar, come ogni domenica. Sedevano davanti ad una tazza fumante di cioccolata calda con panna.
-A che ora dovete vedervi?- domandò Victoria.
-Alle 10, cara.-sorrise Emma.
-Ehm, dove?- incalzò la ragazza.
-Al Newsham park- continuò a sorridere lei.
-Allora mi sa che ti devi dare una mossa.. Sono le dieci meno cinque, il Newsham park non è proprio dietro l’angolo..!
Emma si svegliò dal suo mondo dei sogni e scattò in piedi. –Oh mio Dio, Victoria, devo scappare! Ti chiamo dopo! Ciaociaociao!- disse Emma, fuggendo di corsa dal bar.
-E la cioccolata non la paghi?- disse Victoria, affranta, consapevole che avrebbe dovuto sborsare il doppio dei soldi. L'amica era ormai lontana.
 
10.00. Emma correva da cinque minuti, sembrava impazzita. Sfrecciava come un bolide sotto il naso dei passanti, che la guardavano basiti. Non devo fare ritardo, non devo fare ritardo, ripeteva furiosamente. L’aria gelida di una tipica mattinata autunnale le graffiava il volto, facendole arrossare terribilmente il naso ed appannare gli occhi. Quando con fatica scorse in lontananza l'enorme cancello del Newsham park, iniziò a rallentare. Il cuore trottava nel suo petto, pareva esplodere. Boccheggiava come se stesse respirando per la prima volta. Avvicinandosi, vide Paul. Sedeva sulla panchina appena dentro il parco. Guardava nel vuoto, aveva un'espressione rilassata. Emma scorgeva il suo profilo. Si concentrò sul naso perfetto e sulle labbra. Si sentì fortunata. Quelle labbra erano sue. Paul la vide, le andò in contro e le sorrise. Dio, quel sorriso. La ragazza si gettò tra le braccia del giovane, accomodandosi sul suo petto.
-Buongiono signorina- sussurrò Paul nel suo orecchio- sa per caso di un razzo passato da queste parti? Io ne ho visto uno pochi secondi fa.
Emma alzò il viso, ridendo -Nessun razzo, signore.-Si mise in punta di piedi e lo baciò, delicatamente.- Dove siamo diretti?
-Verso il paese delle meraviglie, mia cara- disse piano.
-Mi chiamo Emma, non Alice, ricordi?- puntualizzò, scherzosamente.
-E chi se lo scorda- rise Paul, prendendola per mano- forza, andiamo.
 
11.05.
-Quella è..mmhh.. un cavallo!- esclamò Emma.
-A me sembra una sirena.- annunciò Paul, trionfante. La ragazza lo guardò perplessa- si, con molta fantasia..
Paul ed Emma erano stesi sulla neve, accanto al salice. Guardavano la forma delle nuvole, come due bambini in un campo di grano.
-E quella a sinistra?- continuò lei.
-Mhh.. una chitarra.- sorrise Paul.
-Sei fissato, le vedi ovunque- sbuffò Emma
-A proposito, devo raccontarti!- si volto sul fianco, per guardarla negli occhi.- Sta mattina ho incontrato i Quarrymen, la band di John Lennon. Me li ha presentati Ivan Vaughan, un mio compagno di classe. Lennon è uno sbruffone, un montato, un arrogante di prima classe.- sorrise sta sé e sé, pensando a quel tipo strambo dal naso aquilino. Gettò gli occhi al cielo. “Zuccherino”. -Mi è simpatico, però.
Emma lo guardò perplessa. -Mi è difficile immaginare una persona simpatica pensando ad un arrogante, montato e sbruffone.
-Secondo me lui non è così..Da a vedere il suo lato da duro, ma sono sicuro che sia solo una corazza. E poi ha talento, Emma. Quando ha cantato con i Quarrymen, ho visto qualcosa di speciale in lui. Mi intriga, come persona. - si soffermò pochi secondi, esaminando l’espressione accigliata di Emma. Aveva arricciato il naso, come se stesse sentendo uno strano odore. Questo era l’effetto Lennon faceva alle persone.-Sta sera mi ha invitato a festeggiare la prima esibizione del gruppo. Lo studierò un po’ , vedremo se è davvero come penso, oppure è solo un cretino con il ciuffo a banana.
I due ragazzi risero, spensieratamente. Emma gli si avvicinò e Paul la strinse a se.
-Non diventare anche tu un cretino montato con il ciuffo a banana.-sussurrò lei. Strofinò il naso sul suo viso.
Paul le sollevò il mento con le dita, e con delicatezza le baciò il collo. Aspirò profondamente il suo profumo. Emma rise, le faceva il solletico. Poi le baciò la fronte, gli occhi, il naso, le guance. La sua pelle era candida e fredda, come la neve che li circondava.
-Sarò tutto ciò che vuoi, piccola.- la guardò con dolcezza.
-Il ragazzo che ho qui accanto a me in questo momento, è ciò che voglio. -sussurrò lei, raccogliendo tra le dita ciocche di capelli neri, inumiditi dalla neve. Con le stesse dita sottili disegnò ghirigori sulle sue guance, parevano danzare sul suo viso. -Per sempre.

-

-Buonasera, zuccherino!- urlò John, vedendo Paul varcare l'ingresso del Cavern. Era seduto con Rod, Len, Colin, Pete e Ivan. Gli altri non sembrarono fare caso a lui. Solo Lennon lo scrutò attentamente, ma non più con quello sguardo da bullo. Era amichevole, sorrideva.
-Sera- salutò Paul, con un cenno della testa. Ricambiò il sorriso.
John indossava un maglia aderente grigia che delineava i muscoli appena accennati del torace e del ventre. Un giaccone di pelle nera avvolgeva le sue spalle larghe.
Si guardò attorno. Il pub era colmo di ragazzi più grandi, sulla ventina. Si sentì a disagio.
-Siediti qui- disse John, indicando il posto libero accanto a lui. Paul obbedì.
-Senti, quando arriva il tizio per prendere gli ordini, dì di avere 18 anni, se no non ti portano la roba.- precisò Lennon, sicuro di aver detto qualcosa di scontato.
-Quale roba scusa?- rispose Paul, stranito.
John si mise le mani tra i capelli. -Alcol, Pauletta, alcol. Non bevi?
-Certo, stavo scherzando stupido!- rise lui, mentendo spudoratamente.
-Ah, volevo ben dire..- sospirò John- cosa prendi?
Paul impallidì. -..Champagne?
L'altro scoppiò a ridere- McCartney, mi prendi per il culo per caso?- gli tirò un pugno sulla spalla.
Lui continuò a ridere, cercando di stare al gioco.
In quel istante arrivò il cameriere per le ordinazioni.
-Due jack daniel's, per favore.- annunciò Lennon. Si voltò verso Paul -E' una bomba, ti esplode in gola. Sicuramente l'hai già bevuto.
Lui annuì. Si chiese seriamente in che guaio si fosse cacciato.
-Ragazzino, quanti anni avete?- domandò il barista.
-Diciotto bello.- rispose secco, Lennon.
L'altro sbuffò, insospettito. Ma chi volevano prendere in giro? Glie ne avrebbe dati massimo diciassette. Ormai, cosa gli importava? Gli interessava solo intascare i soldi di quei fottutissimi drink, come sempre. -E voi altri, cosa volete?
 
*
 
-Sei vergine, McCartney?-domandò John, con un ghigno divertito stampato sul viso, sorseggiando whisky.
Paul ebbe l'impulso di sputare quella schifezza che gli avevano rifilato, ma consapevole dello scandalo che avrebbe suscitato, ingoiò. Bruciava nella trachea, gli sembrò di aver appena ingerito lava. Trattenne la tosse. Poi si concentrò sulla domanda ricevuta e decise di essere sincero. -Si, sono vergine.
John scoppiò nuovamente a ridere. -Non sai che ti perdi, bellezza.- sorrise, sovrappensiero.
-E dimmi, ce l'hai la fidanzatina?-iniziò a sbattere le ciglia, imitando una ragazzina.
Imbecille, pensò Paul. -Si, ce l'ho.
-E non ti ha fatto ancora nessun servizietto?- sogghignò- che aspetti bello? Che te la carichi a fare?
Paul diventò rosso per la rabbia. Dentro di lui cresceva a dismisura il desiderio di buttargli addosso quella roba e di stampargli un cazzotto in testa. Trattieniti Paul, trattieniti.
-Senti, BELLO, non è il mio giochetto! "che te la tieni a fare"?! Vacci piano, ok? Sono davvero innamorato, per una volta nella mia vita, ed è ben diverso da volerla scopare!
-Okok, calmati!- sbuffò Lennon.- sei troppo sentimentale, devi goderti la vita!
Posò lo sguardo su una gruppo di bionde sedute a pochi metri dal loro tavolo. -Guarda e impara, madonnina.
Si avvicinò alle sei Brigitte Bardot. -Buonasera, bellezze!
Le ragazze lo accolsero ben volentieri. Altro che corazza, quello era cretino dentro e fuori, pensò Paul.
-Io faccio il secondo giro ragazzi, sta sera prenderemo certe botte che è meglio essere brilli per sentirle di meno.- annunciò Pete esaltato. Paul non trovava nulla di eccitante in quello che aveva appena detto.
-Rod, prendine un altro anche tu, magari ti vengono i super poteri, ne hai bisogno!- scherzò Colin, tutti risero.
-Ma si può sapere perchè dobbiamo pestarli?- domandò Len.
-Quei bastardi hanno distrutto la macchina di James- annunciò Ivan- lui vuole fargliela pagare e ha chiesto ad alcun amici di unirsi alla scazzottata per appoggiarlo. Ed eccoci qua.
-Ma di chi state parlando?- ruppe il ghiaccio Paul.
-Una rissa a cui parteciperemo tra poche ore contro una gang di Garston.- continuò Ivan- oggi ci rimane secco qualcuno.
Tutti attorno risero, ma Paul rimase basito. Si sentì parte di qualcosa di pericoloso. Era semplicemente andato a passare un pomeriggio e ora pareva ritrovarsi nella terra della mafia.
Poi scorse John uscire dal bagno accanto a una delle biondone che aveva abbordato prima. Ognuno tornò al proprio tavolo.
-Che fine hai fatto?-gli domandò Paul.
-Sei troppo immacolato per sentire certe cose.- rispose John, beffardo. Riprese in mano il bicchiere di Jack daniel's e deglutì le ultime gocce rimaste.
-A te piacerebbe far parte di un gruppo?- domandò, improvvisamente serio.
-Ehm.. si, credo di si.- rispose Paul, incuriosito dalla piega che aveva preso la conversazione.
-E hai.. qualche progetto?- incalzò, guardandolo attentamente, come se volesse esaminare ogni piccolo movimento del ragazzo con quegli occhietti vispi. -Nel senso, vorresti fondarne uno? Oppure ti starebbe bene entrare a far parte di uno già esistente?
-Dipende.- si limitò a dire Paul, consapevole di aver spiazzato John con quella risposta. Sapeva benissimo dove voleva arrivare.
-Chissà, forse mi potrebbe essere utile un chitarrista..- strofinò la mano destra sul viso, pungendosi con la barba appena accennata. Fingeva noncuranza, ma anche un ceco avrebbe visto l’insicurezza lampante di John in quel gesto. -Insomma, non sei proprio male, si potrebbe combinare qualcosa.
-John, non tirarla per le lunghe..-sbuffò Pete.
-Si, insomma.. puoi essere un Quarrymen.. Se ti va.
  
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