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Autore: Clo87    11/08/2004    10 recensioni
Ronald Buillius Weasley.Alcune One-shot dedicate a questo personaggio.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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              Rabbia,Invidia,Frustrazione e ancora  Rabbia.

 

 

 

 

 

I personaggi da me citati in questa fanfiction non sono di mia proprietà ma bensì di quella mente geniale che altri non è se no la celebrissima  J.K. Rowling , che ha creato il fantastico mondo di Harry Potter.

E qui si alza un coro : Grazie maestra Rowling! Nd-popolo di potteriani.

Grazie per l' attenzione , buona lettura e … hei, hei cos'è questa storia?!  Giù quei pomodori, acc…sono marci!                                                         

Ma insomma aspettate almeno di leggere quello che ho scritto!Nd-clo87-che-ha-assunto-un-cipiglio-stile-McGranitt.                                                

Bene, grazie…  cmq dimenticavo di divi ke:

 -le parti in corsivo sono ricordi;

- quelle tra asterischi * sono citazioni da me tratte da "Harry Potter e il Calice di Fuoco";

-quelle tra ‘ sono i pensieri;

-e quelle tra < > sono mie considerazioni personali.

 

Per ogni ulteriore delucidazione riguardante la storia vi do appuntamento a fine chap

                                                                                               

                                                                                      CLO87

 

 

 

__________________________________________________________________________________________________________________________

 

 

 

 

 

Sentì alle sue spalle la porta del loro dormitorio sbattere.

 

Aveva portato la mano destra sulla fronte e ora la muoveva disegnando dei piccoli cerchi.

 

La scostò dal viso e ne osservò il palmo. Non c'era traccia di sangue. Se la riportò sulla fronte.

 

Il punto in cui la ‘cosa’ lanciata da Harry lo aveva colpito gli prudeva fastidiosamente.

 

Scese il gradino sui cui era rimasto per tutto quel tempo, lo sguardo fisso a terra concentrato sui blocchi di pietra del pavimento.

 

Ripensò a quello che era appena successo.

 

Harry , il suo ex-migliore , aveva afferrato dal tavolo qualcosa e l'aveva scagliata con violenza attraverso la stanza.

 

E quella aveva colpito la sua fronte.

 

Solo allora Ron sembrò rendersi conto di ciò che era appena accaduto.

 

Harry lo aveva colpito.

 

Questo pensiero lo destò bruscamente dai suoi pensieri.

 

Sentiva crescere dentro di sé una rabbia che credeva di non aver mai provato prima di allora.

 

"Maledetto stronzo, ma chi cazzo si crede di essere?!"

Improvvisamente si accorse di come il suo corpo fosse estremamente teso.

 

La mano sulla fronte ora la strofinava con forza.

 

Il massaggio parve perdere il suo effetto sollevante.

 

Percorse qualche metro con passo veloce e distratto.

 

Era decisamente nervoso.

 

"Vaffanculo! E io che sono anche sceso per controllare che fosse tutto apposto!

Sottospecie di Idiota!"

 

Aveva smesso di camminare e si era fermato vicino al camino.

 

Le braccia lungo i fianchi, le mani serrate a pugno.

 

Gli occhi erano ridotti a due fessure e le labbra serrate in una muta manifestazione di rabbia.

 

< Rabbia >.

 

Sentiva il bisogno di sfogarsi.

 

Decise di seguire il suo istinto, quindi sferrò un violento calcio al tavolo alla sua destra e vicino a cui, fino a qualche minuto prima, era stato in piedi  Harry.

 

Ron colpì una gamba del tavolo che si piegò bruscamente. Quello allora vacillò pericolosamente, ma Ron non se ne era accorto perché troppo intento ad imprecare tenendosi il piede destro, quello con cui aveva, diciamo pure, esternato i suoi sentimenti attuali.

 

In quei pochi istanti e nel trambusto che ne seguì, il tavolo che era stato oggetto delle attenzioni di Ronald Billius Weasley  si inclinò nell'angolo debole rovesciando, in questo modo, rovinosamente tutto il suo carico sul tappeto vermiglio disteso davanti al camino, in cui noncurante il fuoco ardeva ancora vivo.

 

Ron strizzò lievemente gli occhi, socchiudendoli, fino a quando anche l'ultimo libro di 'Trasfigurazione Intermedia' non cadde a terra.

 

Quando li riaprì poté constatare  il disastro che aveva combinato.

 

Un paio di volumi di 'Svelare il futuro' e di 'Manuale degli Incantesimi, volume quinto' che non erano caduti, poiché in equilibrio, seppur precario, su di una 'Confezione Maxi di Fuochi D'artificio ad innesco ad acqua del Dottor Filibuster' caddero poi a loro volta rumorosamente.

 

Ron, che aveva chiuso gli occhi  e voltato il capo con fare sofferente, si rigirò lentamente.

 

Sembrava che si fosse scatenato un terremoto.

 

"Accidenti! Ma quanto caspita li fanno fragili."

 

Ma poi la sua attenzione venne attirata da qualcosa che dopo essere caduta continuava a provocare rumore. A Ron parvero come dei piccoli zellini che giravano su stessi producendo il caratteristico suono che fanno le monete quando cadono.

 

Ron cercò con lo sguardo la fonte di quel suono e potè identificarlo non negli zellini a cui aveva pensato in un primo momento ma bensì nelle spille 'Potter fa schifo' made in Serpeverde.

 

Ricollegò quelle spille a quello che accaduta qualche minuto prima.

 

Ecco cosa Harry gli aveva lanciato contro.

 

L'ultima spilla che era scivolata fuori dal tappeto si fermò.

 

Silenzio.

 

Sul volto di Ron trasparivano i segni del disprezzo che ora provava per Harry Potter.

 

Fissò con intensità le spille su cui si rifletteva opaca la luce emanata dalle fiamme ancora vive nel camino e lesse il nuovo slogan 'Potter fa davvero schifo' sulla loro superficie.

 

Le sue labbra s’incresparono.

 

Un sorriso amaro comparve sul suo volto.

 

*   -Portati questa , martedì  * - gli aveva gridato contro Harry.

 

Bhè se ci teneva tanto l'avrebbe indossata. Certo, anzi l'avrebbe indossata molto volentieri.

 

Si chinò sul mucchietto di spille che si era formato sopra il tappeto quando gli tornano in mente le parole che avevano seguito quell'affermazione.

 

* -Magari adesso avrai anche tu una cicatrice, se sei fortunato…è questo che vuoi, no?   *

 

Ron rimase fermo piegato sulle ginocchia con la mano sospesa a mezz'aria.

 

Che cosa voleva dire? Era forse impazzito? Che cosa centrava la sua cicatrice? Lui non aveva mai detto di volere anche lui una cicatrice. Non era quello il motivo che li aveva portati a litigare.

 

-O sì..?-gli chiese una voce nella sua testa.

 

"No, la questione è un'altra"- disse a se stesso.

 

La sua cicatrice non c'entra niente.

 

-E allora perché..?

 

Ron rimase lì, fermo, stupendosi di quei pensieri.

 

< Invidia >.

 

Si guardò intorno cercando la fonte di quella voce.

 

Di quelle domande che lo turbavano.

Ma quando verificò che non c'era nessuno oltre a lui nella sala circolare di Grifondoro dovette ammettere che quella voce che sentiva era simile alla sua.

 

Incredibilmente simile alla sua.

 

Stramaleddettamente simile alla sua.

 

Così simile da sembrare proprio la sua.

 

"O ma insomma! Che significa? Comunque sia la sua cicatrice non centra niente, qui quello che viene messa in dubbio è la nostra amicizia.

 

Mi ha mentito.

 

Ha messo il suo nome nel calice.

 

Senza il mio aiuto.

 

Senza la mia complicità.

 

Senza di me.

 

< Frustrazione >.

 

E non ha avuto neanche il coraggio di ammetterlo.

 

Vigliacco."

 

* -Ah, giusto. Credevo che me l'avresti detto se fosse stato il Mantello…perché ci avrebbe coperti tutti e due, no? Invece hai trovato un altro modo, vero?

 

-Senti, non ho messo il mio nome in quel Calice. Dev'essere stato qualcun altro

 

-E perché lo avrebbe fatto?

 

-Non lo so.

 

-Va bene, lo sai, a me puoi dire la verità. Se non vuoi che nessun altro lo sappia,  d'accordo, ma non capisco perché ti preoccupi di mentire, non sei finito nei guai, no? Quell'amica della Signora Grassa, quella Violet, ci ha già raccontato tutto. Silente ti lascia partecipare. Un premio in denaro di mille galeoni, eh? E non devi fare nemmeno gli esami di fine anno…

 

-Non ho messo il mio nome in quel Calice!

 

-Sì, sì, va bene.

 Solo che stamattina hai detto che se fossi stato tu ,l'avresti messo ieri notte ,e nessuno ti avrebbe visto… non sono stupido,  sai.

 

-Ma stai facendo di tutto per sembrarlo.

 

-Davvero?

Vorrai andare a dormire, Harry ,immagino che dovrai alzarti presto domattina per un servizio fotografico o roba del genere.   *

 

-Che cosa è successo?

 

Ron alzò il capo e guardò verso la scala a chiocciola da dove proveniva quella voce. Ma non ebbe bisogno d’individuarne la fonte tra le ombre della Sala Comune per ricondurla al suo proprietario.

 

-Ron, sei tu? Va tutto bene?

 

Hermione fece qualche altro passo in avanti portandosi alle spalle delle vecchia e lisa poltrona posta davanti al camino.

 

-Ho sentito dei rumori e …ma cos’è successo qui? S-stai bene?

 

Ron la guardò con aria interrogativa, al che lei indicò con un cenno del capo il tavolo rotto e l'ammasso di libri, pergamene, boccette d'inchiostro, piume e via dicendo .

 

In effetti , si disse, la scena a vederla dall'esterno non doveva sembrare delle più normali.

 

-Certo –rispose semplicemente.

 

Lei inarcò un sopracciglio e continuò a fissarlo.

 

Ron si accorse di essere ancora  accucciato sulle ginocchia con il braccio teso verso il pavimento.

 

Quindi senza pensarci scattò all’in piedi.

 

Seguirono pochi istanti di silenzio.

 

-Che cosa stavi facendo?-riprese la ragazza.

 

-Niente – fu la secca risposta del rosso.

 

-Tu piuttosto –continuò – che ci fai ancora in piedi alle …

 

Giusto, che ora era?

 

Ma i suoi pensieri vennero interrotti dai rintocchi dell’orologio del castello che si trovava sulla facciata principale della scuola ed il cui pendolo scendeva fino a raggiungere il portone di quercia.

(avete presente il terzo film?ho trovato geniale l’idea di ficcare un bell’orologio all’entrata principale di Hogwarts! Benedetto sia Alfonso Cuaron!Nd=clo87)

 

Diede un rapida sbirciatina all’orologio a pendolo in noce che era appeso alla parete  alla sua sinistra, opposta al camino: segnava le due di notte.

 

-..alle due di notte?- concluse.

 

-Te l’ho detto ho sentito dei rumori, mi sono svegliata e allora sono uscita dal dormitorio. Sono rimasta sulle scale per sentire se c’era qualcuno. Visto che non succedeva niente ho deciso di scendere.

 

Mentre parlava Hermione  aveva fatto qualche passo in avanti ed aveva raggiunto il ragazzo sul tappeto.

 

Gli occhi di Ron saettarono veloci sulla sua figura minuta.

 

Indossava una camicia da notte bianca, decisamente semplice che le arrivava appena sopra il livello delle ginocchia.

Aveva anche un golfino di lana azzurro, anch'esso grande un paio di taglie in più per le sue misure. Infatti le maniche scendevano ampie raggiungendo la metà del palmo delle sue mani sottili.

Evidentemente - pensò - lo aveva indossato prima di scendere.

Il collo della veste non era chiuso dai due nastri che lo circondavano ma ricadevano dritti, liberi da nodi. Lo sguardo del rosso si ritrovò inconsciamente ad indugiare su quella scollature che lasciava ben visibile l'incarnato roseo del collo della ragazza.

 

Ron arrossì impercettibilmente.

 

Salì ancora con gli occhi.

 

Morbidi boccoli castani scendevano ribelli incorniciandole il viso, per poi ricadere dolcemente sulle sue spalle. La leggera frangia ricadeva per intero sulla fronte. Seguendola il giovane Weasley raggiunse il suo sguardo.

 

Hermione stava ancora osservando con un leggero cipiglio il caos di libri e boccette di inchiostro che era ai loro piedi, il capo leggermente inclinato verso la sua sinistra, in un' angolazione naturale che spesso assumeva quand'era nell'atto di osservare qualcosa a cui cercava di dare una spiegazione.

 

Sorrise nell'osservarla.

Quello sguardo attento e investigatore lo conosceva bene.

 

Le sopracciglia lievemente corrucciate, gli occhi nocciola ben aperti, la piccola bocca dolcemente chiusa.

 

La sua bocca.

 

Questa parte del suo volto in particolare parve attirare d'un tratto tutta la sua attenzione.

 

Parve infatti accorgersi per la prima volta di come la bocca di Hermione fosse così piccola… eppure piena nel modo giusto.

 

Le sue labbra.

 

Le sue labbra così morbidamente disegnate sul suo viso erano...

 

Rosse.

 

Tremendamente rosse e …

 

Invitanti.

 

"Cosa?"- esclamò dentro di se.

 

Ma non ebbe il tempo di fermarsi a riflettere su ciò che aveva pensato delle labbra della sua migliore amica perché questa lo ridestò dai suoi pensieri con la sua voce.

 

Ron scosse con veemenza il capo distogliendo lo sguardo da quella dolce attrazione.

 

-Come? - le chiese guardandola ora per intero.

 

Hermione smise di fissare quell'ammasso di testi scolastici, pergamene e boccette d'inchiostro per tornare a guardarlo.

 

-Cos'- è - successo- qui?!- scandì la ragazza con fare stizzito portandosi le braccia incrociate in petto.

 

Ron osservò quel…come poteva definirlo? Ehm…forse :esempio di caos allo stato puro? Bhè, non suonava male.

 

-Ah, bhè vedi….-non sapeva come spiegarlo.

 

Cosa avrebbe dovuto dirgli? Non poteva di certo uscirsene fuori con una frase del tipo :

-Sai com'è, Harry mi ha fatto girare i c****** e per sfogarmi ho preso a calci il tavolo.

 

Eh no, decisamente non era il massimo. Senza contare il fatto che l'avrebbe infastidito parecchio dire ad Hermione di aver avuto un altro scontro con Harry.

 

Hei, aspetta un attimo…e allora, che ci sarebbe di male? Non è certo colpa mia! Se lo stronzo di là non avesse cercato di prendermi per il culo con la storia del  'Non sono stato io! È stato qualcun altro' , tutto questo non sarebbe successo!

 

-E allora?

 

Ron si riprese.

 

Hermione lo stava fissano con insistenza.

Era evidente come non fosse più preoccupata. Sembrava più incuriosita.

 

-Il fatto è che…-Ron non sapeva come uscirne.

 

Hermione inarcò nuovamente un sopracciglio.

 

-Uffa!!! E va bene! - sbottò Weasley muovendo le braccia in segno di resa.

 

-Ero in dormitorio nel mio letto. Mi sono accorto che Harry non c'era. Mi è sembrato strano che lui non fosse nel suo letto. Dopo un po’, visto che non tornava sono sceso in Sala Comune per controllare che fosse tutto ok e…

 

-Ma voi due non avevate litigato?- lo interruppe la bruna.

-Avete fatto forse pace? - domandò poi abbandonando la sua posa da investigatrice e con un tono speranzoso che tradì il desiderio della ragazza che i due facessero finalmente la pace dopo tre settimane all' insegna del mutismo e di sguardi fulminanti.

 

Tasto sbagliato.

 

-No non abbiamo fatto pace- replicò l'altro alzando più del dovuto la voce.

 

"Ma di che ti sorprendi"- pensò poi Ron - "dopotutto è normale, no? Pensare che se tu eri sceso a cercare Harry perché preoccupato era un comportamento da amico e non da ex-migliore amico. "

 

Hermione aveva abbassato gli occhi, ferita.

 

Ron si sentì un perfetto idiota. Cosa che gli capitava spesso con Hermione a dire il vero. Scrollò stancamente il capo.

 

-No, bhè…non credo che faremo mai pace…-riprese poi cercando con gli occhi quelli di lei.

 

"Fa che non stia piangendo…per favore!!!"

 

Hermione alzò lo sguardo e lo guardò evidentemente imbarazzata per quella innocente gaffe.

 

"Fiu! Niente occhi lucidi per fortuna! E' davvero incredibile quanto sia sensibile quando sia parla della nostra amicizia."

 

-E poi? Cos'è successo?

 

-Mentre stavo scendendo ho sentito delle voci. Mi sembrava che fossero due. Dico che mi sembrava perché una volta arrivato qui ho trovato Harry da solo.

 

Vide Hermione spalancare leggermente gli occhi, e poi abbassarli mentre il suo viso si diffondeva un pallido rossore.

 

-Ah…e poi?- lo incalzò mentre si sistemava un boccolo che le era caduto sul viso.

 

Sembrava che la sua ultima frase l'avesse messa in difficoltà.

 

Poi Ron proseguì il suo racconto.

 

-Allora gli ho detto del perché fossi sceso, lui ha risposto 'non son affari tuoi!', poi mentre  stavo per andarmene ha afferrato una di quelle e me l'ha tirata addosso- disse indicando le spille che ora giacevano inermi ai loro piedi.

 

-E allora, se permetti, visto che la cosa mi ha fatto girare…bhè hai capito - proseguì imbarazzato - ho tirato un bel calcio al tavolo e bhè…- aggiunse indicando il tavolo e tutto il resto - questo ne è il risultato.

 

"Ma bravo! Meno male che non dovevi uscirtene con una frase scema!"- cominciò a rimuginare il rosso.

 

Si passò una mano tra i capelli spettinati.

 

Rimasero in silenzio per pochi istanti poi Hemione disse con evidente tristezza:

-Oh Ron!Scusa, non sapevo.

 E ti ha fatto male?

 

-…

 

-Ron?

 

-Come?

 

Hermione sospirò.

 

-La spilla…

 Ron ti ha fatto male?

 

-No bhè…è un sciochezza- e così dicendo si portò una mano sotto il ciuffo rosso che cadeva sulla sua fronte coprendo la zona 'colpita' da Harry.

 

Era nato in quel punto un minuscolo ( ma proprio piccolo, piccolo!Nd=clo87 ) livido che andava sul violetto.

 

Notatolo Hermione percorse i pochi passi che li dividevano e portò con fare delicato ed attento la mano sul volto di Ron.

-Fammi vedere - disse semplicemente ad un confuso Ronald Weasley.

 

-C-cosa?

 

-C'è un segno.

 

Le sue sottili dita affusolate percorsero dolcemente la linea lasciata dalla spilla.

 

Ron sentì un brivido attraversargli la schiena.

 

Sentì il caldo e leggero respiro di Hermione infrangersi sulla sua bocca. Si era alzata in punta di piedi poiché Ron con il suo 1.75 cm era un po’ più alto della brunetta.

 

-Ti fa male?- gli chiese accigliata.

 

Il ragazzo scosse lievemente il capo in segno di negazione.

 

Lei portò anche l'altra mano sulla sua fronte e con questa spostò il ciuffo che copriva quella zona della sua fronte per poter meglio osservare l'oggetto della sua attenzione.

 

Ron comincio ad avvertire una strana sensazione di calore mentre le sue guance presero ad imporporarsi.

 

"Cosa mi succede? Perché sono così agitato?"

 

In risposta il suo cuore cominciò a battere forte.

 

Molto forte.

 

Poi Hermione sospirò lievemente e quindi sorrise.

 

-Non è niente di grave. Domani probabilmente sarà già scomparso- sentenziò sollevata.

 

Abbassò gli occhi nocciola in cerca di quelli del rosso.

 

E fu solo allora che si accorse di quanto i loro volti fossero vicini.

 

Insolitamente vicini.

 

Inopportunamente vicini.

 

Troppo vicini.

 

Stramaledettamente vicini.

 

Piacevolmente vicini.

 

Il respiro dell'uno si confondeva con quello dell'altro.

 

Entrambi provarono una strana sensazione.

 

Nuova.

 

Indefinibile.

 

Sconvolgente.

 

Le intense iridi blu mare di lui nelle dolci e nocciola di lei.

 

Ron non capiva più niente.

Non pensava più a niente.

 

Hermione si abbassò. Dovette farlo. Fu un'esigenza fisica, non resisteva più in piedi sulle punte.

 

A quel punto sembrò ridestarsi ed imbarazzata abbasso gli occhi e portò via le mani dalla fronte di Ron.

 

Il contatto visivo si interruppe.

 

E con esso parve dissolversi la magia che aveva incatenato per quei pochi istanti i loro sguardi.

Ron si portò la mano alla fronte nel punto in cui Hermione l'aveva toccato.

 

-G-grazie - sussurrò.

 

-Ma ti pare- rispose lei.

 

"Grazie? Ma che accidenti…grazie di cosa? Ma che mi prende?"

 

-Mi dispiace.

Insomma Harry.

 

-Già- annuì l'amico.

 

Ancora silenzio.

 

-Però, anche tu. Con questa storia del Calice…

 

-Cosa?

 

Com'era possibile? Hermione stava incolpando lui di ciò che era successo? Lui che era la vittima di tutta quella storia?

 

-Hermione cosa accidenti vuoi insinuare? Ti ricordo che è stato LUI a colpirmi e non IO - accentò in particolar modo questa parte - io non ho fatto un bel niente…

 

-Appunto!- esclamò esasperata la Grifondoro tornando a guardarlo negli occhi.

 

-Cosa? Ma che accidenti vuoi dire? Cosa…

 

Ma non trovò cosa dire. Gli sembrava letteralmente senza senso incolpare lui. Cosa avrebbe dovuto fare? Corrergli dietro? E a che scopo poi?

 

Hermione continuò a guardarlo ancora per pochi istanti, poi rassegata e con fare stanco scrollo lievemente il capo in segno di diniego.

 

Cosa? Perché faceva così?

 

La ragazza si voltò dandogli le spalle.

 

"Uffa!"

 

La testa gli stava esplodendo. Si passò entrambe le mani tra i capelli, chiudendo gli occhi e portando di poco il capo indietro.

 

Lasciò cadere le mani e si rimise dritto.

 

Hermione era ancora voltata, sembrava stesse fissando il fuoco nel camino.

 

Rabbia.

 

Sentiva la rabbia allo stato puro tornare ad abitare il suo cuore.

 

Avrebbe voluto sferrare un calcio a qualcos'altro e demolire metà Sala Comune ma non lo fece.

Si disse che non ne era il caso. ( uao! finalmente la tua parte razionale prevarica sulla tua impulsività  da maschio adolescente! bene, bene… Nd=clo87-molto-compiaciuta).

 

Si gettò stancamente sulla poltrona lì accanto.

Chiuse gli occhi.

Cominciava a risentire della tarda ora.

Ma non voleva andare in dormitorio.

Perlomeno non ancora.

 

Posò il capo sullo schienale della poltrona.

 

Hermione gli dava ancora le spalle.

 

"Però , com'è piccola"- si ritrovò a pensare Weasley osservandola.

 

"Non si direbbe a vederla di giorno con la divisa. E soprattutto senza tutti quei libri.

 

Infatti Hermione , si ritrovò a pensare, gli sembrava diversa senza quella mole di testi scolastici sulle spalle.

 

Gli sembrava più piccola.

 

Più fragile.

 

Tutto a un tratto Ron non sentì più la rabbia divorarlo.

Anzi, a quei pensieri un'espressione dolce prese forma sul suo volto bagnato di efelidi.

 

Poi i boccoli di Hemione presero ad ondeggiare, segno che la ragazza si stava per voltare.

Ron che non voleva farsi vedere intento a guardarla scattò cambiando la posizione della testa ora rivolta verso le finestre alla sua sinistra.

 

- E' tutta di questo torneo. Ma ha senso che per una sciocchezza del genere la vostra amicizia si debba rovinare? Dovrebbe essere più importante che…

 

-Sciocchezza?- l'interruppe il giovane grifondoro.

 

-Una sciocchezza , eh? Secondo te è questo? Una sciocchezza? - la rimbeccò  acidamente.

 

-Sì, e quello che penso!- gli rispose con forza.

 

-Harry è uno stupido proprio come tutti quelli che gli stanno dietro!

 

-Mi stai dando della stupida forse- continuò lei scaldandosi. Aveva abbandonato quella posa insicura ed ora aveva messo le mani suoi fianchi indispettita. Sulla spalla destra il golfino le era scivolato. Gli occhi erano ridotti a due fessure e la dicevano lunga su ciò che provava in quel momento.

 

Rabbia.

 

.

 

-Fai un po’ te!- tagliò corto lui.

 

Ancora silenzio.

 

Hermione fece per dire qualcosa ma venne interrotta ancora prima di cominciare a parlare.

 

-Mi ha mentito Hermione!

 

Silenzio.

 

Solo per pochi secondi.

 

-Ha messo il suo nome nel Calice senza dirmi niente. Cazzo è questo essere amici?- continuò adirato.

-Ne abbiamo passate insieme tutte e tre! E adesso cosa è cambiato? Perché si comporta così? Bhè te lo dico io perché! Crede di non aver più bisogno di noi!

Si sente forte perché lui è il bambino- sopravvissuto!

Bhè che faccia pure quel che vuole ma che non creda di potermi fregare rifilandomi quelle stronzate e cercando di farsi ancora passare per mio amico, perché io non ci casco!

 

Hermione in un primo momento parve sorpresa e colpita da quella parole, poi il suo volto si raddolcì abbandonando quella postura autoritaria.

 

Un sorriso triste si disegnò sul suo volto.

 

-Oh Ronald! - e così dicendo gli si avvicinò per poi sedersi accanto a lui nella poltrona.

 

Ron guardava dall'altra parte nonostante si fosse accorto della sua presenza lì, accanto a sé.

 

-Ronald - lo richiamò Hermione nel tentativo di attirare la sua attenzione.

 

Quello però la ignorò continuando a rimuginare tra sé e sé.

 

Poi un dolce profumo lo avvolse.

Era morbido e goloso.

 

Socchiuse gli occhi e prese ad annusare l'aria nel tentativo di capire di che odore fosse.

 

Non capiva.

 

Annusò ancora un paio di volte l'aria attorno a sé.

 

Era stuzzicante.

 

Delizioso.

 

Intanto Hermione sempre sorridendo con infinita dolcezza e pazienza si allungò verso di lui e portò una mano al lato del suo viso.

 

Quel contatto lo fece sobbalzare impercettibilmente.

 

Hermione lo costrinse con la mano a voltarsi verso di lei.

 

-Ronald.

 

Il suo tono di voce era così caldo che a Ron parve di sciogliersi.

 

Il cuore cominciò a battergli forte in petto per la seconda volta in quella sera…no notte. (O forse è il caso di parlare di mattina? Guarda un po’ che ora si è fatta! Nd=clo87).

 

Quando finalmente si voltò, Ronald Billius Weasley fu travolto in pieno da quell'aroma.

 

Si ritrovò faccia a faccia con Hermione.

 

Bellissimo.

 

Ecco l'aggettivo giusto.

 

Bellissimo.

 

"Un momento…frena, frena….Ron un profumo non può essere bellissimo! Rooon? Dico a te ci sei?" - la vocina era tornata a farsi sentire ma Ron era troppo occupato per ascoltarla.

 

I suoi occhi indugiarono per un istante sulle labbra vermiglie di Hermione.

 

Poi risalirono rapidi raggiungendo quelli di lei.

 

Lei lo stava guardando ancora con aria dolce seppure un po’ triste.

 

-Ronald, credi davvero che Harry ti abbia, anzi ci abbia mentito? A te ed a me? Personalmente non so se sia possibile.

 

La ragazza aveva ritirato la sua mano dal volto di lui ed adesso si stava rannicchiando con le ginocchia al petto.

 

-Dopo quattro anni ho imparato a conoscervi. E mi fido di voi. Di tutti e due.

Harry non ci tradirebbe mai per smania di successo o per qualche altro futile motivo. Si fida di noi.

 

Dolce, com'era dolce.

 

Ciononostante Ron riprese leggermente il cipiglio di poco prima.

 

"Perfetto! Crede a lui e non a me!"

 

Ancora quel sentimento.

 

< Invidia>.

 

"Magari è anche delusa dal mio comportamento."

 

-Ronald- lo richiamò.

 

Tornò a guardarla.

 

I suoi occhi erano terribilmente tristi.

 

La vide tremare appena.

 

Gli sorse un dubbio.

 

-Hai freddo? - le chiese con tono neutro.

 

-Mmm…come?

 

-Ti ho chiesto se hai freddo.

 

-Ah no, non ti preoccupare sto bene.

 

Tremò ancora.

 

-Stai tremando.

 

-Ah, bhè…sì in effetti ho un po’ freddo- ammise lei arrossendo un po’.

 

-E' meglio se vai a letto. Anzi…- guardò l'ora.

 

Le due e mezza. Ancora una volta i rintocchi dell'orologio della scuola fecero da sottofondo in quell'insolita mattina di metà Novembre.

Il giorno dopo sarebbe stata domenica ma ciò nonostante i due abbracciavano con desiderio l'idea di andare a dormire.

 

-Sarà meglio che ci vada anch'io- concluse il rosso.

 

Si alzarono insieme.

-Promettimi che penserai a ciò che ti ho detto- gli chiese Hermione.

 

-A proposito di cosa?- fece lui vago.

 

-Ronald

 

-Ok, ok come vuoi.

 

Lei sospirò.

 

Si voltò e fece per dirigersi verso il suo dormitorio quando si fermò di scatto.

Prese a cercare con la mano dentro le due tasche del golfino in cerca di qualcosa.

 

Tutto accadde nell'arco di qualche secondo. Puntò la bacchetta verso il tavole e su ciò che da esso era caduto.

 

Tutto tornò apposto. Il tavolo era intatto e su di esso erano ordinatamente posati i testi scolastici, le pergamene e tutto il resto come se niente fosse stato.

 

Soddisfatta si porto la bacchetta in tasca.

 

-Grazie-

 

Lei in risposta gli sorrise annuendo leggermente.

 

Si diressero insieme verso la scala a chiocciola.

 

Vi arrivarono contemporaneamente.

 

Lui si fece indietro.

 

-Prego.

 

Hermione inarcò sorpresa e soprattutto dubbiosa un soprcciglio.

 

- E' per sdebitarmi. Così siamo pari- chiarì Ron sollevando le spalle magre. (il ragazzo si deve fare ancora i muscoli…chissà che poi con lo sport…vedremo se il Quidditch fa miracoli! Nd=clo87 ; In che senso Nd=ron ; ….Nd=clo87)

 

-Ah.- esclamò hermione con aria del tipo 'mi sembrava!'

 

Quando gli passò davanti il ragazzo osservò il movimento ondulatorio dei suoi boccoli che si spostavano ( onde = Fisica…aiuto la scuola mi tormenta!!! Nd=clo87 ), poi venne avvolto di nuovo da quella fragranza.

Accidenti, se n'era completamente dimenticato.

 

Allora era proprio da lei che proveniva! (sagace il ragazzo, vero? Nd=clo87)

 

Si affrettò dietro lei su per le scale.

Assaporò quel profumo mentre salivano con passo mesto lo spazio che le divideva ancora dai loro dormitori. Poi si divisero.

 

-Buonanotte Ronald.

 

-Buonanotte.

 

Hermione s'incamminò su per la rampa di scale che conducevano al dormitorio femminile.

 

Ron la guardò sparire dietro l'angolo disegnato dalle scale.

 

Non avvertiva più quel dolce profumo.

Ancora non era riuscito a capire di cosa si trattasse.

 

Prese a salire il suo tratto di scale, e dopo un po’ fu davanti alla porta del suo dormitorio.

 

Sperò ardentemente che quello stesse già dormendo, non gli andava di affrontarlo.

 

Era troppo stanco.

 

Troppo stanco per pensare a ciò che era successo quella notte.

 

Troppo stanco per pensare a ciò che aveva detto Hermione.

 

Troppo stanco per pensare alla promessa fatta ad Hermione.

 

E purtroppo anche troppo stanco per pensare a ciò che aveva provato quella notte.

 

Rabbi.

 

Invidia.

 

Frustrazione.

 

E ancora Rabbia.

 

E… chi lo sa!

 

Cosa gira nella tesa di un adolescente?

Ognuno di noi ha la risposta.

O almeno in teoria, credo.

 

Posò la mano sul pomello della porta in noce che ora costituiva l'unico ostacolo tra lui ed il suo letto.

 

Lamponi.

 

Questo pensiero gli balenò veloce ed incontrollabile in testa.

 

Hermione sapeva di Lamponi.

 

 

 

 

 

 

 

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DELUCIDAZIONI = Allora…forse è il caso di aggiungere che questa mia storia si colloca circa al  Novembre, un paio di giorni prima della prima prova del Torneo Tremaghi che si svolgerà martedì 23 Novembre,e quindi più precisamente sabato (credo) 20 Novembre. Se avete letto il 4° libro credo che riconoscerete i passi da me tratti dal libro in questione. Lo spunto mi è venuto dal fatto che Harry non senta Ron risalire in camera dopo la loro ‘litigata’. Inoltre ,sempre se avrete letto , ‘il Calice di Fuoco’ capirete che Ron sente due voci perché Harry stava parlando con Sirius e che Hermione si imbarazza a tale informazione perché era al corrente dell’incontro che ci sarebbe stato tra idue mentre Ron non ne sa un bel niente.

 

 

 

Salve a voi popolo di lettori telematici!                                                     

Ebbene sì, alla fine l'ho fatto (davvero? complimenti!!! Nd =lettori - sempre-ke-ce-ne-siano!)

Ma no, no, ke avete capito!? °#° Nd=clo87          

Intendevo dire ke ankio ho osato scrivere una fanfiction!                           

E' quasi da un anno ke ho conosciuto il mondo delle fanfiction e ne sono rimasta decisamente affascinata!                                                             

Ho avuto modo di leggere il lavoro di alcuni di voi ke mi hanno letteralmente fatto amare quest'universo magico delle fanfiction!                                    

Non so se avrò mai il coraggio di publicare questo mio primo lavoro, ma se state leggendo questo mess vuol dire ke kosì è stato! Questa dovrebbe essere il mio primo cap alla 5° versione, infatti ogni volta ke la rileggevo per controllare gli eventuali errori grammaticali finivo per aggiungerci qlk…confido nel fatto ke questa mia 'versione' finale sia venuta bene.

 

Or dunque senza ulteriori indugi vi lascio,                                                               

 con affetto   

                                          Vostra Clo87

 

Vi sarei inoltre estremamente grata se mi lasciaste una vostra recensione, i miei omaggi….

          Al diavolo i convenevoli…RECENSITE PER FAVORE, LO APPREZZERò  MOLTO!!!!!!!!!!!!!! Ci terrei molto inoltre se mi diceste se sono riuscita a trasmettervi qlk emozione…per quanto il soliloquio di un adolescente possa essere coinvolgente.

Sono quindi apprezzate le critiche costruttive e non, a presto.

 

 

Ps= perché Hermione usa proprio il profumo ai lamponi?bhè…perché è il mio preferito!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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