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Autore: Night Sins    22/02/2013    1 recensioni
Come si è giunti a "The best is yet to come" e "Hey! Jealous Lover"? O meglio, quando Neal è entrato a far parte anche della vita privata di Peter e Elizabeth? Alla fine, queste domande hanno trovato una risposta e si scopre chi è l'artefice di tutto. Forse non chi la maggior parte delle persone potrebbe sospettare... spero. ;)
Piccola oneshot per dare un inizio a uno dei 'verse che mi piacciono di più tra quelli che ho inventato.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Burke, Neal Caffrey, Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'wedding!OT3 'verse'
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Personaggi: Elizabeth Burke, Neal Caffrey, Peter Burke (pre-Peter/El/Neal)
Rating: PG
Genere: commedia, romantico, slice fo life
Avvertimenti: oneshot, pre-threesome
Timeline/Spoiler: post cavigliera / nessuno
Conteggio Parole: 1687
Betareader: nessie sun <3
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
Note: Prequel di "The best is yet to come" e "Hey! Jealous Lover", ma non importa strettamente averle lette per capirla, ovviamente.
- Il titolo è preso da una canzone di Frank Sinatra ♥


 
 
 
 
 
It all depends on you
 
 
 
 
 
“Elizabeth, sei sicura?”
Era così strano sentire suo marito usare il suo nome completo che per un attimo le venne da ridere, ma era un discorso serio, che avrebbe cambiato le loro vite per sempre – in meglio, sperava. Gli prese la mano da sopra il tavolo, attenta a non far rovesciare i residui della colazione, e la strinse dolcemente tra le sua. “Tu non sei sicuro che dobbiamo almeno tentare di essere il più sinceri possibile? Ora che è tutto più semplice.”
Peter ricambiò la stretta e sospirò. “Sì, ma...”
Poteva vedere i suoi dubbi, erano anche i propri, ma era sicura che valesse bene tentare. “Hon, chiedere non ci costa nulla e quello che potremmo ottenere vale bene l’imbarazzo di una sera, no?”
Lui annuì.
“Inoltre, questo non è il desiderio di una notte di follia.” Si alzò e gli fu davanti, prendendogli il volto tra le mani. “Vi aspetto a cena, per le otto”, disse contro le sue labbra.
“Mi sembra che stiamo organizzando tutto alle sue spalle.”
“È solo una cena tra amici. Da domani, sarà lui a scegliere come proseguirà.”

***

“Buon giorno, Peter.” Neal entrò nel suo ufficio, sorridente, e posò un fascicolo sulla sua scrivania. “Ho trovato la prova che ci serviva!”
Il federale alzò lo sguardo verso di lui, inarcando una sopracciglia. “Hai passato la notte sul caso?”
L’altro alzò le spalle. “Non riuscivo a dormire.”
“Non hai ancora mandato giù lo smacco d’aver perso contro di lui?”
“Non ha giocato lealmente", borbottò, facendolo ridere.
Era semplice parlare con lui, se si trattava di lavoro. Sfogliò le pagine e notò gli appunti a matita del più giovane, individuando subito l’inganno.
“Ben fatto. Dì a Diana di preparare la squadra.”
“Ok.”
“Ah,” lo fermò prima che lasciasse la stanza, “stasera ti va di venire a cena da noi?”
Non era certo il momento più adatto per chiederlo, e lo notava anche dallo sguardo sorpreso dell’altro, ma non era sicuro avrebbe trovato l’occasione giusta in ogni modo.
“Sì, va bene. Devo portare il dolce?”, rispose infine, sorridendo.
“No, credo che El abbia già preparato tutto.”
“Ok. Andiamo a catturare i cattivi, ora.”
Peter lo osservò uscire e sospirò. Conosceva Neal da così tanti anni da non aver problemi di imbarazzo o insicurezza come era stato con Elizabeth, ma allo stesso modo non riusciva a stare del tutto sicuro. Da quello che sapeva, la storia con Sara era finita – definitivamente, quella volta – e non stava vedendo altre persone, però...
“Peter, ti sei incantato?”
L’oggetto dei suoi pensieri era riapparso nella cornice della porta e lo guardava divertito.
“Arrivo subito.”
Come sempre, però, aveva ragione sua moglie. Tentare non costava nulla e non avrebbe cambiato poi molto, in caso la risposta fosse stata negativa. Lui e Neal avevano superato cose ben peggiori.

***

Neal si presentò in perfetto orario, in mano un mazzo di fiori per la padrona di casa – il minimo che potesse fare per la sua gentilezza e cordialità sempre presente.
“Wow, sono magnifici. Grazie mille”, gli disse quando le consegnò il dono e lo baciò su una guancia; in realtà, il bacio finì più vicino alle sue labbra di quanto sarebbe dovuto essere, pensava Neal, ma lei e Peter gli stavano sorridendo, quindi accantonò quell’idea e li seguì in sala da pranzo.
“Aperitivo?”, propose Peter, prendendo dal counter della cucina due flute con dello champagne prima di passarne uno a Elizabeth e uno a Neal.
“È una qualche ricorrenza di cui non ho memoria?”
“No. Magari in futuro”, rispose la donna, facendo tintinnare i loro bicchieri.
Con quella frase l’aveva incuriosito; era diventato evidente che quella cena non fosse stata organizzata tanto per passare una serata tra amici, ma non aveva idea del reale motivo. La cosa lo spaventava anche un po’, in realtà.
“Su, a tavola”, ordinò Elizabeth, con un sorriso, “la cena è pronta.”
Il cibo era squisito e la compagnia, al solito, incantevole e interessante. Avevano discusso del caso appena risolto e poi del lavoro di Elizabeth per la galleria d’arte.
“Se continua così, avremo bisogno di aiuto da qualche parte”, rise Elizabeth servendosi un nuovo bicchiere di vino. “Ma è tempo del dolce, ora. Chi vuole una fetta di torta di mela?”
“Io non dico di no.”
“Hon, vado io”, si alzò Peter.
“Grazie, hon.”
Neal lo osservò raggiungere il forno e poi si voltò verso la donna.
“Hai intenzione di dirmi il perché di questa cena, prima o poi?”
Lei sorrise, tenendo lo sguardo nel suo. “Quando ci sarà anche Peter. Non devi temere nulla, non è niente di negativo.”
Rise, nervosa, finendo di bere e lui scosse la testa. “Non penserei mai che voi potreste farmi del male, ma...”
“Ecco qua”, Peter lo interruppe posando un piattino con il dolce davanti a Elizabeth e un altro davanti a lui, prima di allontanarsi di nuovo per prender una fetta di torta anche per sé.
“Hon?”, chiamò El, quando l’uomo si mise a sedere.
“Sì?”
“Neal vorrebbe sapere il perché di questa cena.”
Il ragazzo lo guardò attento e, se non lo avesse conosciuto bene come faceva, avrebbe perso una veloce nota di panico nell’occhiata che lanciò a sua moglie, ma bastarono pochi istanti per tranquillizzarlo senza che lei dovesse dire una parola. Un po’ li invidiava, un po’ era geloso – e non sapeva di chi.
Peter le sorrise e tornò a guardare il giovane davanti a sé, sospirò. “Prima vorrei farti alcune domande. So che non devi rendere conto a nessuno della tua vita privata, ma...”
“Vai al sodo.”
“Ti prego, Neal...”
“OK. Se non vuoi farmi confessare qualche crimine, chiedi pure.”
“Bene... Non ti vedi più con Sara, vero?”
“Sara?”, che c’entrava ora?, “No, non la vedo da una vita.”
Peter si alzò, arrivò dietro Elizabeth, posando una mano sulla sua spalla, e poi la superò, per arrivargli vicino. “E non stai vedendo nessun altro, al momento, no?”
Neal spostò lo sguardo da uno all’altra e iniziò a ridere. “Volete presentarmi qualcuno?”
L’uomo si mise a sedere accanto a lui, dall’altro lato rispetto a Elizabeth, posò una mano sulla sua coscia e lo fissò negli occhi, in silenzio.
“Peter...”
C'era qualcosa che non andava. A partire dal fatto che era sicuro che il suo cuore avesse, per un attimo, smesso di battere e... stava respirando? Non ne era sicuro; non riusciva a parlare.
“Neal, quello che volevamo chiederti è...”
Era stata Elizabeth a parlare e, anche se doveva ammettere fosse particolarmente difficile, spostò lo sguardo su quello di lei. Non era meno intenso di quello di Peter.
“Un’occasione”, terminò la frase quando fu sicura della sua attenzione.
“Co-“
Tornò a guardare Peter, per la prima volta non riusciva a capirli.
“Permettici di... corteggiarti.”
L'uomo aveva detto l’ultima parola con un lieve sorriso mentre le guance gli si imporporavano. Non poteva aver capito male, eppure... non poteva essere vero.
“Siete ubriachi?”
“Purtroppo no”, rispose Peter, distogliendo per la prima volta lo sguardo dal suo volto.
“Neal”, la mano di El era scivolata sulla sua, ancora vicino alla forchetta per il dolce, “ci piaci. Ci piaci molto e abbiamo pensato a lungo a cosa volesse dire. La risposta è stata che ti vogliamo nella nostra vita e... diciamo che non ci piace molto l’idea che tu stia con un’altra persona.”
“Hm...”
Non era facile lasciarlo senza parole, ma sul serio non sapeva che dire; gli sembrava di essere in un sogno, o di star vivendo la vita di qualcun altro.
“Siete sicuri di ciò?”
“Guardaci”, era stato di nuovo Peter a rispondere, “ti stiamo praticamente pregando di lasciarci solo provare... Non devi rispondere ora. Volevamo solo informarti di come stanno le cose.”
Chiunque altro si sarebbe alzato e se ne sarebbe andato già da un pezzo, urlando loro di essere dei pazzi, ma lui non era mai stato una persona normale e gli piaceva sperimentare. Inoltre, era indubbio che fossero entrambi sexy, specie Elizabeth, e affascinanti, e se non si era mai permesso di pensare, razionalmente, a loro in altri termini era solo per il profondo rispetto e l’amicizia che provava nei loro confronti. Ora, però... “OK.”
“OK. Bene... Grazie.”
Era strano vedere Peter così gentile con lui... Non che non lo fosse sempre stato, in passato, ma ora – era tutto il giorno, in effetti, che aveva notato qualcosa di diverso in lui –, ora lo era in un modo più tenero. Atteggiamento che gli aveva visto usare esclusivamente con Elizabeth.
Lei gli strinse la mano e sorrise. “Non sei vincolato a niente; non vogliamo che ti senta obbligato dal tuo lavoro con Peter... È anche per questo che abbiamo aspettato fino ad ora.”
“Da quanto ci state pensando?!”
“Circa un paio d’anni, che ce ne siamo accorti... Penso che a darci l’illuminazione sia stata la tua mezza idea di sposare quella ragazza straniera... In Costa d’Avorio.”
Ancora una volta, non sapeva come replicare.
“Andiamo, perché non mangiamo questo dolce, ora?”, propose Peter e Neal fu lieto di quel cambio d’argomento.

Peter l’aveva riaccompagnato a casa; il viaggio in macchina era stato particolarmente silenzioso, ma quando arrivarono l’uomo lo fermò prima che scendesse.
“Senti, non voglio che questo cambi qualcosa, quindi se ti fa sentire a disagio, oppure...”
“Stai cercando un modo carino per rimangiarti le parole di prima facendo decidere a me di tirarmi indietro?”
“Eh?!”
Neal posò una mano sulla sua e gli sorrise. “Elizabeth è stata piuttosto chiara sul mio potere decisionale in questa storia. Non ti dirò che me l’aspettavo, o che lo speravo, è uno scenario un po’ insolito anche per le mie fantasie”, sorrise a vederlo fare altrettanto, “però... l’idea mi attira parecchio.”
“Sai che sarà tutta opera di El, vero?”
“Lo sospettavo. Sul serio, non so come andrà, ma mi piace e nemmeno io voglio rovinare tutto. Se penserò che stiamo andando oltre, ve lo dirò. Non ti ho mai mentito, Peter, non inizierò ora.”
“Va bene. Lo stesso vale per noi.”
“Bene, ora mi dai il bacio della buona notte?”
“Non al primo appuntamento.”
Risero. “Vecchio stile... mi piace. A domani.”
“A domani.”
Scese dall’auto e si avviò al portone. Peter ripartì solo una volta che Neal fu all'interno.
   
 
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