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Autore: Bibo Swag    22/02/2013    8 recensioni
Questa è la storia di una ragazza, un ragazza umile gentile e dolce di nome Greta ha una vita normalissima purtoppo andrà in contro a tante cose brutte per colpa che ha un padre che si è ribellato contro la mafia.
Quelli della mafia lo vogliono punire rapendo sua figlia e incaricano la missione a Justin
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17
Justin prese fiato, ci pensò ancora.
Ma sapeva quello che voleva.

NON DOVEVA LASCIARSI SFUGGIRE IL SUO AMORE.

-Chiedo la libertà, voglio uscire da questo circolo, e non essere mai più cercato da voi.-
* * * *


Il Boss rimase spiazzato.
-Bieber, ma lei è uno dei ragazzi migliori che abbiamo.-
-Avevate detto che mi avresti dato tutto ciò che volevo!-

Il Boss lo guardò, lui era un uomo di parola.
-Va bene, sei libero!-

Il cuore di Justin gioì, adesso non vedeva l’ora di correre via da lì, di prendere e stringere a sé la persona più importante della sua vita.
Anzi, adesso le persone più importanti erano due.
Greta e… il loro bambino.

-Ma voglio che tu compia un ultima missione prima di andar via, liberati della ragazza, qui abbiamo finito con lei. Può anche tornarsene da dove è venuta.-


Cosa poteva capitare di meglio?
Erano liberi, finalmente, entrambi.
E lui si sarebbe preso cura di lei.

* * * *
Ancora pochi attimi, e il desiderio crescente di potersi abbracciare.
Ancora pochi istanti, e quelle braccia si unirono e dettero calore all’altro.

Sì, perché appena Justin aveva vagliato la porta, dopo aver percorso le scale correndo, era bastato il semplice incontro dei loro occhi.
Era bastato a far sì che i loro corpi si avvicinassero e si unissero un caloroso abbraccio.


Un abbraccio che sapeva di promessa e felicità.
E dopo quell’abbraccio Greta poté scaricare tutta la sua tensione.
Si lasciò andare ad un pianto liberatorio mentre Justin, vedendo le lacrime di lei e capendo lo sfogo, la stringeva sempre più a sé.

-Shh, calma, va tutto bene.-
Greta tentò di calmarsi al suono dolce delle parole del ragazzo.

-Justin, ho tanta paura che mi allontanino da te.-

Justin sorrise. –Mi hanno concesso la libertà, nessuno più ci renderà la vita difficile.-
-D-davvero?- chiese Greta, incredula.
-Si, staremo insieme per sempre, io ti proteggerò.- Sussurrò con estrema dolcezza Justin, e posò delicatamente la sua mano sul grembo di lei. –Anzi, vi proteggerò.-
* * * *

In poco tempo i due ragazzi raggrupparono tutte le loro cose.
Dove sarebbero andati?
Nessuno dei due lo sapeva.
Quello di cui erano certi era che, se fossero stati insieme, qualsiasi posto si sarebbe potuto chiamare “casa”.


Greta finì di sistemare le ultime cose, per poi avvicinarsi alla grande finestra che dava nel loro posto magico.
Era pronta a guardarlo per l’ultima volta.
Così, sfilandosi le scarpe, Greta arrivò ai piedi del laghetto, toccando con la pianta dei piedi la fresca erbetta.

Quel posto era magico. Ormai era chiaro.
Ed era il loro posto, e anche se chiuso in un contesto di prigionia, sarebbe stato per sempre loro.

Justin, silenziosamente si avvicinò a lei, cingendole poi la vita con le sue braccia.
Posò il suo naso sulla spalla fresca di lei. 
-Ti prometto che troveremo un altro posto magico, perché siamo noi due a renderlo così.-

Greta sorrise, intrecciando le sue mani a quelle di Jutin portandole sul suo grembo.

-Hai ragione, amore.-
Justin sbatté più volte le palpebre, incredulo.

AMORE, lo aveva chiamato AMORE.
Era davvero l’amore di qualcuno!
Sorrise, infine.

E facendo voltare Greta, con ancora le loro mani su quel piccolo rigonfiamento, avvicinò le sue labbra a quelle delle sua amata, creando quello che, forse, sarebbe stato l’ultimo bacio nel loro posto magico.


* * * * *
Quello fu il loro fermo immagine.
Uno dei momenti che sicuramente mai nessuno avrebbe potuto cancellare dai loro cuori. 
Con sacca in spalla, e mani intrecciate, i due innamorati lasciavano la loro casa-prigione.


Camminavano senza una meta.
O meglio una meta Justin c'è l’aveva.
Verso un posto, l’unico in cui potevano trovare rifugio per la notte.
E Greta capì quale posto fosse, quando riconobbe da lontano la sua casa.

Justin le strinse la mano.
-Ricordi quando ti venni a prendere? Le ho sempre avute io le chiavi.-
Greta annuì, rapita da quella casa che le portava alla mente tanti ricordi di bimba.

Entrarono dentro, e poggiarono a terra la loro roba.
Sfiniti, non fecero in tempo a stendersi sul letto di Greta, che Morfeo li prese e li cullò durante la notte.

L’indomani Greta si svegliò con il morbido tocco di Justin sui suoi capelli e con un flebile bacio sulle sue labbra.

Sorrise, ma poi si guardò intorno.
La casa era proprio come la ricordava.
Erano passati solo pochi mesi, ma era rimasta intatta.
Vi era una piccola differenza, non vi era traccia dei fogli sparpagliati di suo padre quando lavorava, non vi era profumo di dopobarba, lui non era più lì.

-Chissà dove sarà mio padre, cosa gli staranno facendo.- disse assumendo un volto triste.
Justin le accarezzò la guancia, sentendosi morire per aver contribuito alla sofferenza di quella ragazza di cui si era reso conto di essere innamorato.

-Ti prometto che lo andremo a liberare Greta, te lo prometto.-
Greta si strinse a lui.
-Ma devo prima mantener fede ad un’altra promessa che ti ho fatto. Fra poco andremo alla ricerca dei miei genitori. Ho voglia di rivederli.-

La ragazza sorrise, contenta che il suo Justin stesse cambiando.
Contenta che fosse stata lei a farlo cambiare.
E che lui stesse aprendo il cuore ai sentimenti.
*-*
Continua..Ragazze spero che questo capitolo vi piaccia recesionate e grazie mille per chi segue questa storia vi amo <3
  
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