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Autore: Chilemex    23/02/2013    0 recensioni
In questa storia, l'Organizzazione XIII scoprirà che esiste una leggenda secondo la quale esiste un tesoro dal valore inestimabile, che permette anche di esaudire un solo, qualsiasi desiderio. L'Organizzazione capisce che potrebbe essere la loro occasione d'oro per chiedere tutto il potere di Kingdom Hearts, e raggiungere finalmente il loro obiettivo primario. Decidono così, tutti insieme, di partire per questa missione.
Un paio di note su questa storia:
-Qui i componenti dell'Organizzazione XIII lavorano come un gruppo compatto, quindi da una parte bisogna ignorare ciò che succede nel videogioco originale. Ad esempio, Marluxia non organizza nessuna cospirazione contro l'Organizzazione stessa.
- Qui Xion viene considerata membro ufficiale dell'Organizzazione XIII, anche se in teoria nel videogioco non è così.
-Potreste trovare molto strano il modo in cui l'Organizzazione XIII convive e collabora, come se fossero persone normali e non malvagi menefreghisti. Spero che non dia troppo fastidio...
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH 358/2 Days, Contesto generale/vago
Capitoli:
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I ragazzi continuarono a cadere per qualche secondo, avendo quindi il tempo di prepararsi per la caduta; atterrarono tutti in piedi e senza danni, ma si trovarono in una zona quasi completamente buia, illuminata solo dalla luce che filtrava dal buco attraverso il quale erano caduti.

«Diamine …» mormorò Xaldin «Speriamo almeno che qui sotto ci sia qualcosa di interessante».
Tutti si guardarono intorno, ma tutto ciò che videro fu solo buio e oscurità, dappertutto.
«Non troveremo un bel niente quaggiù, ci siamo finiti per colpa di una scossa di terremoto e basta!» sbottò Axel.
«Allora dobbiamo solo trovare il modo di tornare su e proseguire» disse Xemnas. Non appena alzò lo sguardo verso il punto da cui erano caduti, però, successe qualcosa.
Di fronte all’intera Organizzazione XIII, all’improvviso, comparve un altro gruppo di Heartless. Erano certamente meno numerosi di prima, ma il problema era un altro: erano tutti Heartless giganti, già incontrati in precedenza negli altri mondi. C’erano in totale: un Darkside, una Guardia di Ferro, uno Stegogecko, un Trickmaster e un Behemoth. Tutti i nemici sembravano pronti, sul punto di attaccare.
«Non scoraggiamoci!» esclamò Xemnas, riprendendo le sue armi «Saranno grandi ma sono pochi, li possiamo sistemare!».
Un’altra volta, tutti impugnarono le loro armi e la terza battaglia, che si prospettava molto dura, iniziò!
 
Un paio di membri, precisamente Luxord e Axel, si concentrarono sul Darkside, che a quanto pare era il meno arduo da sconfiggere. Luxord evocò il suo mazzo di Gioco Leale, con uno schiocco di dita ingigantì due delle carte che lo componevano e queste andarono a scagliarsi con violenza contro la faccia del nemico, che barcollò.
«Ah, così facile …» mormorò lo Sfidante del Destino con ironia.
«Ehi, non vorrai rubare tutto il divertimento?» sbottò Axel, anche lui ridendo, ed iniziò a far roteare i suoi Fuoco Eterno nelle sue stesse mani; questi cominciarono a venir circondati da delle fiamme, e dopo qualche attimo Axel li scagliò entrambi contro l’Heartless. Stavolta, dato che il Darkside non si era ancora ripreso dall’attacco di prima, cadde del tutto a terra anche se non ancora sconfitto.
«Immagino che sia il momento di attaccare!» esclamò Luxord, ma non appena lui e Axel si avvicinarono alla testa del nemico questa sembrò venir colpita da qualcos’altro. Luxord saltò sul bersaglio e vide che oltre ad esso si trovava Xaldin, che con una delle sue lance aveva trafitto la testa del Darkside.
«Bella mossa!» si complimentò Luxord.
«Beh, quest’omaccione non ha avuto nemmeno il tempo di attaccare …» rispose Xaldin.
«Aspetta a dirlo … Aaah!» urlò Axel, che a giudicare dal rumore era stato colpito da qualcosa. Gli altri due osservarono e videro che il Darkside, con un’ultima mossa prima della sparizione totale, aveva sferrato un violento pugno in direzione di Axel, e l’aveva preso in pieno.
«Tuuutto a posto, non agitatevi troppo eh!» disse Axel rialzandosi e consumando una semplice Pozione. Se non altro il primo nemico era già stato sconfitto!
 
La situazione era diversa contro il Trickmaster. Ad occuparsene erano Larxene e Roxas, e la lotta non si stava rivelando facile quanto quella contro il Darkside. L’Heartless aveva incendiato le sue bacchette da giocoliere fin dall’inizio della battaglia, e le continuava ad agitare qua e là rendendo difficile per gli altri colpirlo.
«Maledetto buffone, se non ti fulminerò io spero ci penserà la natura!» esclamò Larxene, allontanandosi dal nemico per poi agitare in direzione di esso i suoi Fulmine. Da essi si generarono due saette, che in linea orizzontale si diressero rapidamente verso il nemico che ancora se ne stava lì a giocherellare. I fulmini lo colpirono, e anche se non lo danneggiarono molto lo paralizzarono totalmente. A quel punto entrò in scena Roxas, che con il Keyblade iniziò a colpire il nemico alla base con diverse combo. Dopo tutti quegli attacchi il Trickmaster sembrò danneggiato, ma quando si riprese dalla paralisi ricominciarono i guai: sbatté con violenza una delle sue bacchette su Roxas, il quale oltre ad aver subito diversi danni rimase anche bruciato (il suo cappotto stava bruciando).
«È il mio momento, vero?» disse la voce di Demyx, che spuntò dal nulla accanto a Roxas.
«Fa’ come ti pare, basta che ti sbrighi!» gli urlò Larxene, e quindi Demyx diede inizio alle danze. Dopo aver “spento” Roxas, iniziò a suonare una melodia dal ritmo molto animato col suo Arpeggio; dalla punta di esso partì un getto d’acqua molto violento, che non diede il tempo al Trickmaster di scappare, e lo colpì in piena faccia costringendolo a fermarsi e non attaccare più. Inoltre, le sue bacchette vennero spente.
«Fermo così, Demyx!» esclamò Larxene, che con un salto attraversò il getto d’acqua che il Notturno Melodico aveva evocato. Dopo averlo fatto, i suoi coltelli si illuminarono ed iniziarono a fremere, come se fossero pronti ad attaccare. A quel punto Larxene li lanciò entrambi verso il nemico ancora immobilizzato, e mentre questi erano ancora in volo si trasformarono letteralmente in delle palle di elettricità luminescenti. Quando i coltelli colpirono il nemico ci fu un altro lampo, e quando la luce tornò alla normalità l’Heartless era proprio sul punto di cedere.
«Benissimo, con lui abbiamo finito» squittì Larxene ridacchiando, e andando a recuperare i Fulmine.
«Che gioco di squadra, eh?» disse Demyx con tono orgoglioso, interrompendo il getto d’acqua.
I problemi non erano però finiti: mentre Larxene si stava dirigendo verso il punto in cui erano caduti i suoi coltelli, il nemico che avevano appena sconfitto smise di barcollare ed iniziò a cadere … E siccome era rivolta dall’altra parte, Larxene non si accorse che stava cadendo proprio su di lei. Ad accorgersene però fu Zexion, che lì vicino stava combattendo contro lo Stegogecko. Era praticamente certo che non avrebbe avuto il tempo di avvisarla a voce, quindi la reazione più spontanea fu quella di mettersi a correre verso la ragazza, per poi spostarla di lì lanciandosi addosso a lei.
«Che diavolo stai facendo?!» gli urlò Larxene, ma non passò molto prima che si accorse del rischio che aveva appena sfiorato. Il nemico cadde a terra con un tonfo e sparì, mentre Zexion era ancora a terra, avvinghiato a Larxene dopo averla salvata dallo schiacciamento.
«Oh …» fu tutto quello che disse Larxene, con lo sguardo fisso sul punto in cui poco prima si trovava il nemico (forse per non incrociare quello di Zexion).
«Oh» ripeté Zexion senza volerlo, quindi si “staccò” da Larxene e si allontanò, tornando a combattere lo Stegogecko. Larxene rimase immobile per qualche attimo, come se si fosse incantata, quindi si rialzò e tornò a combattere.
 
Assegnare lo Stegogecko a Zexion era stata un’ottima idea: grazie ai suoi poteri, il Burattinaio Mascherato aveva meno difficoltà nell’identificare l’Heartless quando questo scompariva. Insieme a lui combattevano anche Marluxia e Saïx, che attaccavano il nemico da due angolazioni opposte.
«Si sta arrampicando sul muro, vuole attaccare dall’alto!» dichiarò Zexion, che aveva visto dove stava scappando lo Stegogecko.
«Allora ci penso io!» replicò Marluxia, che impugnò saldamente la sua Dalia Graziosa per poi lanciarla con forza verso il punto che gli aveva indicato Zexion. In volo, la falce roteò rapidamente e venne circondata da dei petali luminosi diventando quasi solo un cerchio rosa, ed andò poi a colpire un punto sul muro della zona di combattimento.
La falce tornò da Marluxia come un boomerang, e a quel punto Saïx corse ad attaccare il punto alla base del muro con una lunghissima combo del suo Lunatico. La strategia sembrò funzionare, dato che dopo ogni attacco lo Stegogecko caduto a terra si rendeva sempre più visibile.
«Che vista, Zexion!» si complimentò Marluxia ridendo.
«Non è vista, è potenza!» replicò lui, capendo che Marluxia lo stava prendendo in giro, e spostandosi il ciuffo di capelli dalla faccia agitando la testa.
Subito dopo, Saïx fu spinto indietro dallo Stegogecko, che finalmente aveva deciso di reagire agli attacchi che gli venivano sferrati invece di scappare. L’Heartless, infatti, stava venendo di corsa verso i tre per travolgerli.
«Indietro!» esclamò Zexion, aprendo il suo Libro del Castigo ed agitando rapidamente il braccio. Di fronte ai tre, subito dopo, comparve una barriera argentea che bloccò l’attacco dello Stegogecko; dopo l’impatto di esso contro la barriera, però, Zexion sembrava provato e in difficoltà.
Saïx e Marluxia non sapevano come reagire per fermare l’Heartless, ma ci pensò qualcun altro per loro: da dietro infatti arrivò Laxaeus, che con un salto scavalcò la barriera creata da Zexion e finì sul nemico, cavalcandolo.
«Avanti, cavallino!» esclamò Laxaeus con un’ironia che lasciò tutti perplessi (egli non era uno che di solito scherzava), e dopo che Zexion ebbe fatto sparire la barriera l’Eroe del Silenzio iniziò letteralmente a cavalcare lo Stegogecko come se fosse stato un toro impazzito in una corrida. Nonostante il nemico si dimenasse in maniera quasi incontrollabile, Laxaeus mantenne la situazione sotto controllo e riuscì nel suo intento, facendo sbattere con violenza il nemico contro il muro. Il mostro rimase stordito dopo l’impatto, perciò Laxaeus scese dal suo dorso e gli scaricò addosso una raffica di colpi di diverse intensità. Ne bastarono pochi, visto che alcuni secondi dopo lo Stegogecko rimase immobile, per poi sparire del tutto.
«E anche questo è fatto. Bel lavoro, Laxaeus!» esclamò Zexion chiudendo il suo Lexicon.
 
Rimanevano solo la Guardia di Ferro e il Behemoth, e la prima non si stava rivelando un problema. A combatterlo erano Vexen, Xigbar e Xion, e solo il primo si stava occupando delle parti del corpo dell’Heartless.
«Alla testa, Xigbar!» esclamò Xion, prima di saltare e sferrare un attacco tagliente con il Keyblade proprio sul corpo della Guardia.
«Wow signorina, ti sembra adeguato dare ordini a me che …»
«Fallo e basta!» lo interruppe ancora Xion, ridendo ed atterrando dopo il salto. Il suo attacco aveva stordito per un attimo la Guardia di Ferro.
«Agli ordini!» rise Xigbar, e anche lui saltò per poi sparare una raffica di proiettili laser direttamente alla testa metallica dell’Heartless. I colpi erano talmente rapidi che il nemico non aveva il tempo di reagire, e ad un certo punto la testa cadde a terra senza vita, staccata definitivamente dal resto del corpo della Guardia. Questo però non significava che fosse già stata sconfitta; al contrario, il fatto di aver letteralmente perso la testa la fece impazzire, e le parti del corpo che rimanevano (i due piedi della Guardia) iniziarono a roteare rapidamente intorno al torso. Uno dei piedi colpì con violenza Xion, che venne sbalzata via; l’attacco l’aveva ridotta male, ma non passarono molti secondi prima che da lontano Roxas le passasse una Granpozione, con la quale la ragazza riuscì subito a curarsi.
«Oh, questo ragazzo si è arrabbiato un po’ … E allora ci penso io!» mormorò Vexen, e proprio in quel momento i due piedi della Guardia volarono verso di lui, pronti a colpirlo. Ma un attimo prima che ciò succedesse, Vexen agitò il suo Orgoglio Gelido e all’improvviso, in modo del tutto innaturale, i due arti che stavano per attaccarlo si congelarono rimanendo immobili.
«Non ha senso …!» esclamò Xigbar, stupito come gli altri.
«Non farci caso, credevi davvero che il mio fosse ghiaccio normale?» replicò semplicemente Vexen, che poi eliminò i due bersagli congelati con qualche attacco fisico di media potenza. Tutto ciò che rimaneva della Guardia era il torso, che da solo non aveva modo di attaccare, e infatti con un sordo tonfo metallico l’ultima parte del corpo cadde a terra, rimanendo immobile e poi scomparendo.
«Aah, la scienza …» mormorò Vexen, compiaciuto.
 
Restava solo il Behemoth, e l’unico che se ne stava occupando era Xemnas. Non stava avendo difficoltà, ma l’avversario era comunque abbastanza tosto.
Dopo i primi colpi, che Xemnas aveva sferrato alla base del mostro, questo era diventato più aggressivo e attaccarlo era sempre più difficile.
‘Non posso continuare a schivare, se non lo attacco la lotta non finirà mai!’
Xemnas si concentrò per teletrasportarsi rapidamente alle spalle del mostro, e riuscì nel suo intento; il Behemoth non si accorse nemmeno dello spostamento del suo avversario, che da dietro balzò direttamente sulla sua schiena e mirò al corno, l’unico suo vero punto debole. Ma Xemnas riuscì a sferrare un solo semplice attacco, un colpo con le sue lame eteree, prima che il mostro si dimenasse in maniera tale da farlo cadere.
‘Wow …’ Xemnas si rialzò rapidamente. ‘È solo un Behemoth, ma non scherza affatto … Dovrò ricorrere ad un attacco più speciale!’
Non aveva intenzione di usare l’Attacco Finale, non valeva la pena sprecare in quel modo una potenza così innata. Così il Superiore si limitò ad allontanarsi un po’ dal Behemoth e a chiudere gli occhi, molto concentrato. Prima che il nemico potesse correre a colpirlo, l’attacco di Xemnas era già iniziato: si stava teletrasportando più volte in maniera molto rapida, ogni volta in un punto diverso, e ad ogni comparsa sferrava un potente attacco con le sue Interdizione. Il Behemoth non riusciva in nessun modo a prevedere il luogo in cui sarebbe comparso, vista la velocità, né tantomeno a schivare gli attacchi che continuava a subire. Xemnas lo attaccava in ogni punto: agli occhi, sul dorso, sotto alla pancia, alle zampe … Ma il momento più spettacolare doveva ancora arrivare. Tutti quei colpi avevano stordito il Behemoth, e la confusione gli impediva di reagire a qualunque attacco, era il momento di sferrare il colpo di grazia. Xemnas si teletrasportò un’ultima volta, sospeso in aria sopra al dorso dell’Heartless, e sollevò entrambe le sue lame dietro alla testa, per poi atterrare sulla schiena del nemico e dare un ultimo potentissimo colpo al corno sulla sua testa. L’attacco fu devastante: il corno si staccò completamente dalla testa, lasciando un orribile buco vuoto da iniziò a sgorgare un’oscura sostanza simile a sangue, e in quel momento il Behemoth cacciò un straziante urlo di dolore che fece vibrare il terreno e le pareti dell’intera zona. Il dolore dell’Heartless durò una decina di secondi, poi il corno caduto a terra si volatilizzò, e il corpo del Behemoth cadde rumorosamente a terra senza vita. La battaglia era finita definitivamente.
 
«Quello è stato un bel colpo, capo!» esclamò Axel, riponendo le sue armi.
«Era il tuo colpo finale?» chiese Roxas.
«No, non lo era» rispose Xemnas «Era solo un attacco più potente degli altri. E comunque quel Behemoth era un osso duro, se non l’avessi indebolito prima quell’attacco non sarebbe bastato».
«E non solo lui. Tutti gli altri Heartless che abbiamo affrontato erano più forti della media. Non si trattava di Heartless comuni, di origine naturale» commentò Marluxia.
«Concordo. Inoltre, avete visto quella sostanza strana che è uscita dal corno del Behemoth quando è stato sconfitto? Non è affatto normale, gli altri Heartless non hanno un comportamento simile» osservò Xaldin.
Tutti rimasero in silenzio per un po’.
«Approfondiremo questo argomento con il tempo, sono sicuro che questa non era l’ultima battaglia che ci aspetta in questo viaggio. Ora dobbiamo tornare all’esterno e proseguire lungo la strada» decretò Xemnas, e sembrò che le sue parole vennero ascoltare da qualcuno. Subito dopo averle pronunciate, infatti, una specie di scala sabbiosa si creò scendendo dall’alto: avrebbero potuto usarla per tornare alla ex Piana di Veller.
L’intera Organizzazione XIII risalì, tornando alla zona esterna proprio nel punto in cui erano caduti, e il terreno si richiuse diventando di nuovo sabbia. La barriera che bloccava la strada sparì, e il gruppo avanzò seguendo la precedente traiettoria.
  
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