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Autore: Sar_    23/02/2013    4 recensioni
C'è una ragazza, alla Beacon Hills High School, che non è mai stata notata. Ma lei c'era. C'era sempre. In disparte, vivendo la sua vita, ma c'era. E se qualcuno si accorgesse di lei? Se quel ragazzo si voltasse e la guardasse, per la prima volta, dopo tutte le sue preghiere? Se qualcuno nell'ombra approfittasse di tutto questo per trarlo a suo vantaggio? E se ci fosse qualcosa, ancora più a fondo nell'oscurità, in un regno di terrore e buio, che stesse tornando in superficie? Sta per scoppiare una guerra, e a ognuno dei tre schieramenti servono soldati.
......
Questa storia mi è venuta così, di getto, mentre spulciavo tra le fan fiction su teen wolf. Diciamo che è una mia versione della serie e delle origini dei lupetti. Può essere anche presa come una 'Bibbia' del soprannaturale.
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Emma's Chronicles'
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Chapter ten: Just keep calm.

 

 

Il primo ad arrivare, con il risveglio, fu l'olfatto.

Mi colpì all'improvviso, come uno schiaffo.

Avrei riconosciuto quel profumo tra mille.

 

Stiles.

 

Cosa ci faceva il profumo di Stiles nel mio letto?

 

Arrivò anche il senso del tatto, finalmente, che mi svegliò completamente, strappandomi dal tepore del sonno.

 

No, non era il mio letto. Il mio materasso era più duro, e il cuscino idem.

Sentii un pizzicorio fastidioso alla gamba destra.

 

Oh, la scheggia. Pensai, tranquillamente.

 

Con quel semplice pensiero, arrivò tutto.

 

Mi alzai di scatto, guardandomi intorno.

No, non era decisamente camera mia.

 

La stanza era in penombra, illuminata solo dalle luci della città, ma distinguevo comunque abbastanza bene l'insieme.

Le pareti erano grigie scure, e vi erano attaccati poster, disegni, quadri in bianco e nero.

Il letto era messo inclinato, all'angolo tra due parenti, con la testiera contro una specie di libreria. Contro una parete c'era una scrivania terribilmente disordinata.

 

Accanto al letto c'era una finestra, lasciata socchiusa, da cui entrava un po' d'aria fresca. Davanti ad essa c'era un piccolo telescopio.

 

Mi guardai. Indossavo ancora i vestiti della festa. Sulla gamba, dove mi si era conficcata la scheggia, c'era un cerotto con sopra dei piccoli t-rex azzurri.

 

Aggrottai le sopracciglia.

Dove diavolo ero finita?

 

Mi tolsi quei fastidiosi stivali con il tacco e cominciai a pensare, camminando avanti e indietro nella stanza.

 

Che era successo?

Cosa mi ero immaginata, cosa era vero?

Avevo fatto una bruttissima scelta a smettere di prendere le medicine.

Forse era tutta colpa delle medicine, sì.

Forse era stato un effetto collaterale...

E allora la scheggia?

 

Guardai il panorama dalla finestra.

Era notte fonda.

Contai le ore che avevo passato alla festa.

Sì, dovevo essere rimasta svenuta per... circa un'ora.

Doveva essere l'una di notte, circa.

Ero al secondo piano di una casa lontana di qualche isolato dal liceo.

 

Alzandomi sulle punte, riuscivo a vedere il tetto della mia casa, riconoscibile a causa del caminetto rosso.

 

Capii dov'ero.

 

Oh Giuda ballerino. Sono a casa di Stiles!

 

Riconobbi la via: ci passavo davanti in bicicletta ogni tanto, sperando di trovarlo senza maglia in giardino a falciare il prato.

Non succedeva mai.

 

Ecco perché il suo profumo è ovunque!

 

Contenta di aver trovato una soluzione, feci un passo indietro, con lo sguardo rivolto verso la finestra.

Peccato che la lampada sulla scrivania cadde a terra, tirandosi dietro il cavo, che a sua volta trascinò giù un portapenne.

 

Imprecai sottovoce e feci per raccogliere tutto, quando la porta si spalancò, illuminando di colpo la camera.

 

La luce mi ferì gli occhi, abituati al buio, e li sbattei ripetutamente finchè non riuscii a vedere meglio.

 

«Cos'è successo?» Scott teneva la maniglia. I suoi occhi corsero al casino a terra e alzò le sopracciglia.

 

Aveva ancora il travestimento.

 

Poi pensai a Erica, Boyd, Isaac e Derek, e a come erano incredibilmente simili al suo cosiddetto “travestimento”.

E vidi gli occhi gialli di Scott.

 

Feci un balzo indietro, afferrando la lampada da terra e puntandogliela contro.

Lui non connesse subito.

 

«Oh, capito! Lasciami...» cominciò.

 

«STAMMI LONTANO!» esclamai, tenendo la mia arma improvvisata ben stretta tra le mani, pronta a colpire.

 

Calcolando quanto avevo scalfito i tre poche ore prima, una lampada sarebbe stata ben poco efficace, ma era meglio che niente, no?

 

Lui fece un passo indietro.

Stiles apparve dietro di lui, con il fiatone.

 

«Che sta succedendo qua?» chiese, guardandoci.

 

«Ok. Calma.» Scott parlò lentamente, chiuse gli occhi e il suo viso tornò normale.

Fece di nuovo un passo avanti e io mi schiacciai contro la parete.

 

Anche Stiles si avvicinò.

«Emma! Tranquilla, Scott è un bravo cucciolo, non ti farà niente! Lasciaci spiegare!» Scott lo colpì con un pugno sopra la testa.

 

«Potete spiegarmi benissimo da là.» indicai la loro posizione, sulla porta, con un cenno del mento.

 

Stiles sbuffò.

 

«Davvero pensi che io sia pericoloso, Emma? Davvero?» esclamò, allargando le braccia.

 

Beh, in effetti.

Feci spallucce.

 

«Ok. Entra.»

 

Scott fece per seguirlo, e io alzai di nuovo la lampada.

 

«TU NO!» lui allora incrociò le braccia e si appoggiò allo stipite della porta.

 

«Prima di tutto, Emma, metti giù la mia lampada.» disse Stiles, avvicinandosi cautamente, come si fa con un animale braccato.

 

Io la fissai, riluttante. Era la mia unica difesa contro... quello.

 

«Per favore.» aggiunse.

 

Non potevo dirgli di no.

La appoggiai di nuovo alla scrivania.

 

Lui sorrise.

 

«Ora... che ne dici di venire giù in salotto, così... parliamo e ti spieghiamo tutto?»

 

Valutai l'offerta.

Stiles sembrava completamente a suo agio con Scott.

E di Stiles mi fidavo.

Quindi sì, potevo seguirli.

Ma facendo molta attenzione.

 

Stiles mi prese la mano e fece segno a Scott di andare.

Io lo seguii, incapace di proferir parola.

Mi sentivo un po' una bimba, ma la sua mano era...

Tutta la situazione era idilliaca.

Tralasciando la parte terrificante, ovviamente.

 

Mi venne in mente la mania della gente di prendermi per mano.

Neir, Erica, Stiles... era anche imbarazzante!

 

Mi guidarono giù per le scale, poi in un salottino arredato in modo semplice.

 

Sul tavolino erano appoggiati vari contenitori di cibo cinese, la maggior parte mezzi vuoti.

 

Il mio stomaco brontolò.

«Siediti, e... mangia, se vuoi.» disse Stiles, mentre Scott si sedeva su una poltrona accanto al divano.

 

Io mi sedetti a gambe incrociate sul divano, scelsi degli spaghetti di soia, delle bacchette e ne mangiai un boccone.

 

Stiles si sedette in parte a me.

«Allora...» cominciò, piagandosi con il busto in avanti e unendo le mani «Chiedi pure.»

 

Io alzai le sopracciglia.

 

«Sul serio? Ok, ma voglio la verità.» appoggiai la scatola degli spaghetti tra le gambe, nello spazio lasciato tenendole incrociate. Contai poi man mano le domande sulle dita «Chi erano quei tipi? Cosa volevano? Cos'è... successo, a Scott? Perché Neir aveva le ali? Perché sono qui e non in una clinica psichiatrica? Perché davvero, Stiles, mi state facendo impazzire. Tu, il tuo amichetto e... tutti gli altri.» riafferrai rabbiosamente la scatola e ricominciai a mangiare, frustrata.

 

I due ragazzi si guardarono.

 

Scott si sporse verso di me dalla poltrona «Aspetta, cosa? Chi aveva le ali?»

 

Io emersi dal mare di spaghetti.

 

«Oh, non le avete viste? Erano enormi.» i due mi guardavano confusi.

 

Stiles prese di nuovo la parola «Un problema alla volta. Allora... Scott è un licantropo. E anche Derek, Isaac, Erica e Boyd.»

 

Incrociai le braccia. «Ah. Licantropi.» le mie sopracciglia erano nuovamente sollevate.

 

Pensavano che fossi completamente rincoglionita?




Take the lamp!

 

Ho aggiornato in anticipo per la seconda volta. Perché? Perché domani non avrei potuto aggiornare, e mi scocciava farlo in ritardo c:

Allora, Emma è un po' traumatizzata... e ha dormito nel letto di Stiles. Dopo essere svenuta tra le braccia di Stiles. *coff coff*

Vabè, spero che vi sia piaciuto! Sinceramente stavo morendo mentre lo scrivevo c'':

Vi mando degli abbraccioni caldi caldi per riscaldarvi in queste giornate fredde,

Sara <3

  
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