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Autore: daemonlord89    23/02/2013    1 recensioni
Due anni dopo gli avvenimenti di Landam, Kemoria è sconvolta dalla guerra civile. I Petali Neri si sono sciolti e i ribelli hanno quasi preso il controllo della capitale. Il governo, però, non può accettare questa situazione; ha un piano che non può fallire. Ma deve sbrigarsi ad attuarlo, perché la Maschera sta per essere distrutta...
[Secondo capitolo della trilogia, il primo è Eredità di sangue]
Genere: Avventura, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La trilogia dell'Angelo Nero '
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CAPITOLO SECONDO
-Lo scontro-

 

---Vie di Makrath---

Il sole brillava, riflettendosi sulle armature e sugli scudi dei soldati ribelli che avanzavano per una delle vie principali della capitale, che partiva direttamente dalla caserma. Non avevano un equipaggiamento ufficiale, come l'esercito del governo, ma erano riusciti a recuperare abbastanza armi e corazze per preparare alla battaglia una notevole quantità di persone.
Era una giornata calda e il comandante Gordon si asciugò il sudore dalla fronte. Si trovava in testa ad una colonna di uomini, con a fianco il suo secondo, un esperta arciera di nome Silla, che aveva prestato servizio nell'esercito di Kemoria prima di abbracciare la causa dei ribelli. Inizialmente in molti avevano sollevato dei dubbi sulla sua fedeltà, ma ormai si trovava con loro da più di un anno e tutti si erano convinti della sua buona fede.
“Allora, qual è il piano?” disse lei, avvicinandosi al superiore.
“Il nostro obiettivo è creare un diversivo, un assalto che permetta alla squadra del generale M'auget di infiltrarsi nell'ospedale. Non dobbiamo combattere rischiando troppo, è sufficiente tenere occupati i nemici.”
“Bene, ma più teste cadono, più vicini ancora saremo alla vittoria.” sentenziò Silla., una semplice constatazione dei fatti. A volte, la freddezza di quella donna sulla trentina, che emergeva dall'espressione, dalle parole e, soprattutto, dai suoi occhi di ghiaccio, spaventava Rhiz.
“Mi apposterò con i cecchini sui tetti di questi edifici.” continuò lei, studiando la mappa e indicando delle case mentre camminava “Cominceremo a bersagliare i nemici. Voi farete il resto.”
Gordon annuì e, in silenzio, continuarono a camminare. Erano quasi arrivati.

Sull'altro fronte, il capitano Tallag dell'esercito regolare di Kemoria era nervoso. Era da tempo assegnato all'ospedale e aveva saputo dell'attacco all'avamposto di qualche giorno prima; era assolutamente convinto che, a breve, i ribelli sarebbero arrivati lì. Il suo compito era gravoso, anche perché sapeva che l'ospedale non ospitava solamente medicine e rifornimenti, ma anche qualcos'altro. Qualcosa che non sarebbe mai dovuto cadere in mano nemica.
Dopo aver ricevuto la notizia della distruzione dell'avamposto aveva costretto i suoi uomini a turni massacranti, in modo da avere più uomini possibili pronti a rispondere ad un attacco. Aveva anche chiesto rinforzi al governo, ma gli erano stati rifiutati: i Lord ritenevano il numero di guardie sufficiente e non potevano permettersi di sguarnire altri punti strategici della capitale.
Tallag non dormiva da più di ventiquattro ore e riusciva a non perdere la concentrazione solo grazie all'assunzione di Sheress, un'erba contenente sostanze eccitanti. Stava camminando nervosamente tra le barricate erette a protezione dell'ospedale. Ogni pochi minuti chiedeva ai presenti se tutto andasse bene.
Stava parlando con un soldato piuttosto giovane quando dall'alto, dal tetto dell'ospedale, cadde qualcosa di grosso e pesante, mancando entrambi per un soffio. Sconvolto, si accorse che si trattava di un suo arciere, colpito da un dardo le cui piume portavano i colori di Kemoria. Le sue mani cominciarono a tremare. Erano arrivati.

“Ai posti difensivi! Arcieri, individuate i cecchini nemici e fateli fuori!” sbraitò, mentre con i soldati si riparava dietro le palizzate in legno. Prima che tutti fossero al riparo, altri due arcieri furono freddati.

Silla si era appostata su un tetto piuttosto lontano dall'ospedale, sfruttando la copertura offerta da un camino. Era stata lei a colpire il primo arciere, dando il segnale di attacco ai suoi uomini. Altre frecce partirono e due andarono a segno, colpendo dei nemici in punti vitali e uccidendoli sul colpo. Mentre si concentrava per mirare, con la coda dell'occhio vide il contingente guidato da Rhiz avanzare per le strade, come concordato. Sarebbe stato un diversivo nel diversivo; i cecchini ribelli avrebbero tenuto occupati gli arcieri nemici e, ogni tanto, avrebbero scagliato qualche freccia verso il basso, in modo da spaventare i fanti e costringerli dietro le barricate. In quel modo, l'assalto da terra avrebbe colto l'esercito governativo di sorpresa.
Un proiettile nemico le passò accanto, schiantandosi contro le tegole. Erano stati individuati e il nemico era passato al contrattacco.

Rhiz era eccitato. Non vedeva l'ora di infliggere un duro colpo ai maledetti soldati del governo. Il diversivo si Silla aveva funzionato; mentre si avvicinavano all'ospedale, notò che i nemici si erano barricati per paura della pioggia di frecce. Ordinò la carica e godette nel vedere le espressioni dei primi soldati che sbirciarono al di là delle palizzate. I ribelli li colpirono come un'onda anomala. Alcuni uomini di Gordon, tuttavia, furono bersagliati dagli arcieri nemici, che scelsero di esporsi al tiro di Silla per mietere qualche vittima e alleggerire il contingente.

Tallag aveva visto l'orda di ribelli cominciare la carica lungo la strada. Aveva sussultato e urlato ordini a casaccio. Non sapeva nemmeno che cosa, esattamente, avesse detto. Un suo uomo lo guardò basito, in attesa di istruzioni più precise.
“Come ti chiami?”
“Malden, signore.”
“Malden, sei appena aumentato di grado.” disse il capitano, per poi fuggire all'interno dell'ospedale.

Il ragazzo che era stato promosso scosse la testa, meravigliandosi della codardia del suo superiore. Scrollando le spalle, intimò ai soldati di uscire dai ripari e caricare a loro volta.

Rhiz si trovò di fronte ad un uomo maturo, sicuramente un veterano della guerra, che gli diede da subito filo da torcere. Parava ogni colpo e rispondeva in maniera veloce e precisa, con affondi della sua spada corta. Il comandante ribelle capì che doveva trovare un modo per disimpegnarsi da quello scontro, che gli avrebbe portato via troppo tempo e troppe energie. Si chinò per evitare l'ennesimo colpo dell'avversario e lo scaraventò via con lo scudo, sfruttando la spinta conferitagli dalla sua posizione. Vedendo l'avversario perdersi nel mare di combattenti, cambiò subito direzione e puntò ad un soldato più giovane ed inesperto. Questi stava scambiandosi colpi con un ribelle e non si accorse dell'arrivo di Gordon finché lui non lo colpì alla gola con la lama, uccidendolo sul colpo.

Silla, dopo qualche decina di minuti, si concesse un attimo di respiro dietro al camino, per osservare la situazione. I ribelli stavano facendo un ottimo lavoro, ma numericamente erano inferiori ai nemici. A quanto pareva, però, l'ansia provocata dall'attacco di tre notti prima aveva avuto un pesante impatto sul morale dei governativi, che combattevano come sbarbati alla prima battaglia. Volse poi lo sguardo ai suoi cecchini, notando che cinque di loro avevano perso la vita a causa dei dardi nemici. Gli arcieri del governo, comunque, erano rimasti in pochi, al punto che scelsero di interrompere il combattimento per darsi alla fuga. La donna si concesse un sorriso maligno.

Malden si trovava nelle retrovie della mischia. La situazione stava precipitando, ma non potevano permettersi di perdere quella zona della città. Fece l'unica cosa che gli venne in mente in quel momento; chiamò rinforzi dall'interno dell'edificio, dov'era stanziato circa un centinaio di soldati. Non poteva immaginare l'entità dell'errore che aveva commesso, ignorando l'esistenza della
terza squadra ribelle d'assalto.

Rhiz Gordon freddò altri soldati, perse il conto di quanti, e riuscì ad udire chiaramente la richiesta del comandante nemico.

Ottimo, pensò. Era proprio a quel punto che volevano arrivare. Chiamando gente dall'ospedale, i soldati del governo si erano condannati da soli.
Prima di continuare a combattere, pregò silenziosamente che il piano di Hayst riuscisse.

   
 
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