Anime & Manga > Kenshin
Segui la storia  |       
Autore: Setry_USui    09/09/2007    1 recensioni
L'Era Meiji continua imperterrita il suo corso, vive, si rinnova, cresce e cambia...così come coloro che vivono questo periodo. Kenshin e Kaoru hanno un bambino di nome Kenji che cresce sano e nella pace.Ma con un carattere e dei valori che si discostano da quelli del padre. Yahiko, fidanzato con Tsubame, da sostituto è diventato il maestro della scuola Kasshin. Il giovane Kenji ha ormai 15 anni e il suo Genpuku è alle porte...quando scoprirà che la spada di suo padre, la famosa Shinuchi, non potrà mai essere sua...Yahiko Myojin, suo maestro all'apparenza, ma nel suo intimo il suo più acerrimo rivale, posside infatti l'ultima spada del grande Battosai. Kenji accetterà un simile torto? La spada tornerà al casato Himura o passerà a Shinya, il figlio di Yahiko? Una fiction con due protagonisti che nella grande opera del maestro Watsuki trovano spazio sono nel piccolo epilogo. Ora conoscerete la storia di Kenji e Shinya, coloro che vissero nell'era Meiji. Una storia che scoprirà tanti nuovi personaggi e che riporterà alla luce diverse vecchie conoscenze...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PageBreeze

 

 

Test Page

Then return to the page you came from by clicking the  icon on the toolbar.

 

 

 

  

[le sempre frequenti recensioni mi commuovono sempre *__* anche se magari un po’ ripetitive non posso esprimere il piacere che mi danno ^^ piccolo scheletro nell’armadio: questa è la mia prima fiction a capitoli…indi ogni volta che aggiungo un pezzo sto a pensarci duemila anni sopra se sia appropriato al seguito della storia o meno XD son quasi ridicola in quei momenti ^^ il sapere che l’evoluzione piace mi fa davvero piacere :D (Beh Kenji in fondo è sempre figlio di Kenshin ^^ un po’ testardo e orgoglioso… ma nn poteva essere malvagio tutto sommato no? -^.^-) bene…finita questa lunga premessa ecco il seguente capitolo buona lettura ^^ e mi raccomando :D continuate a commentare così mi date benzina per i prossimi capitoli   ^^]

 

 

Kenji si lasciò cadere in ginocchio accanto alla figura del padre che giaceva a terra privo di conoscenza…respirava appena, non si muoveva…

Yahiko corse a sua volta verso i due ed osservò Kenshin dall’alto verso il basso con uno sguardo vago e rabbioso.

“Brutto scemo!!” Mormorò a mezza voce.

Quasi aveva voglia di mollargli un bel calcio! Ma come gli era saltato in mente? Era troppo, troppo pericoloso per lui…

Kenji alzò lo sguardo verso Yahiko: “Sensei…che succede? Cosa è successo? Non ho visto niente! Non ho capito niente! Non ho potuto fermarlo…non…”

Yahiko scosse le spalle, scostò i capelli sporchi di sangue da dinnanzi al viso e poi mise le mani sui fianchi ma evitò di guardare il ragazzo: “No, chiaramente non avresti potuto fermarlo…nemmeno io ci sarei riuscito…nessuno ci sarebbe riuscito…”

Kenji sgranò gli occhi e strinse i pugni: “Sensei…”

“Quella scuola è troppo potente, perfino per chi la pratica a volte.”

Il ragazzo ebbe un sussulto di emozione reverenziale: “La scuola Hiten?? Allora avevo sentito bene! Era la scuola Hiten!”

Yahiko non rispose ma si chinò su Kenshin e lo afferrò per un braccio per poi sollevarlo facendolo appoggiare sulla sua spalla.

Kenji stava per fare lo stesso dall’altro lato…ma Yahiko lo fermò con un gesto.

“Sono stanco e ferito e quindi non potrei correre molto velocemente.”

“Cosa intendi dire?” domandò il ragazzo non capendo.

“Tu conosci Megumi Takani no?”

“Uhm…” Kenji aveva un vago ricordo di lei…l’ultima volta che l’aveva vista erano stati almeno 5 anni prima…allora lui ne aveva dieci e non aveva prestato molta attenzione alla donna. Era venuta a visitare suo padre. Si era intrattenuta qualche giorno ma lui in quell’occasione si trovava fuori casa per questioni di allenamento. A fatica ne rammentava il nome e ancor meno il volto.

Yahiko interruppe i suoi pensieri.

“Beh non ha importanza! Lei è una dottoressa, è la migliore per tuo padre in questo momento. Lo conosce bene è forse l’unica che può curarlo come si deve! Devi andare a chiamarla! Vai da lei e dille che ti mando io, non tarderà a riceverti!”

Kenji annuì con forza: “Dimmi dove si trova!”

“Ad Aizu!”

“Aizu?? Ma è lontanissimo! Ci metterei giorni! Mio padre ha bisogno di cure immediate!”protestò il ragazzo.

Yahiko sospiro di stanchezza: “Certo e le avrà! Ma fidati di me quando ti dico che questo che ti chiedo non è un capriccio o una testardaggine! Le ferite che ha riportato tuo padre non sono quelle di questa sera…sono molto più vecchie e profonde…” il samurai portò le iridi scure sul ragazzo che aveva davanti…lo vedeva, era confuso, spaventato, e aveva paura…non avrebbe voluto chiedergli questo ma ci voleva tempo per mandare una lettera o chiamare qualcuno che andasse fino ad Aizu. E di tempo non ce ne era. Certo ci sarebbe andato lui di persona ma in quelle condizioni ci avrebbe messo troppo tempo. Addolcì il suo sguardo e posò una mano sulla spalla del ragazzo: “Mi fido di te Kenji! La vita di tuo padre è nelle tue mani…sappi questo e corri più veloce che puoi!”

Kenji trasse un profondo respiro e si fece coraggio.

Il Cielo sopra di lui tuonò e in poco tempo una pioggerellina fine fine iniziò a contornare l’aria per farsi sempre più pesante.

Il ragazzo annuì seriamente, si volse ed iniziò a correre. Ma poco prima di sparire si bloccò di scatto e si volse verso il maestro.

“Sensei! Per quanto riguarda ciò che è successo ieri…io…”

Yahiko lo guardò spazientito: “Sei ancora qui?! Fila ad Aizu o ti farò fare tanti di quei colpi a vuoto che ti si staccheranno le braccia!”

Quelle parole parvero togliergli un peso dal cuore, il ragazzo sorrise ed indugiò ancora qualche istante…solo pochi secondi…

Avrebbe voluto fare tante di quelle domande, dire tante di quelle cose...

Ma lo sguardo perso, duro e pensieroso di Yahiko lo indusse a tacere.

Indi si voltò e corse come mai aveva fatto in vita sua.

Yahiko sorrise appena, poi a sua volta si accinse a mettersi in cammino trascinando ciò che rimaneva della leggenda di Battosai…

 

Andare ad Aizu! Andare ad Aizu! Andare ad Aizu!

Un unico martellante pensiero rimbombava nella testa del ragazzo e tentava di coprire con la sua ossessione l’eco delle mille domande e dei mille quesiti che gli martellavano in testa.

I suoi piedi sfioravano veloci le silenziose e buie vie di Tokio e presto si ritrovò a correre per campi e foreste. La Pioggia era sempre più forte…

Megumi Takani…un altro relitto del loro passato? Mi stanno cadendo addosso uno dietro all’altro…troppo in fretta! Che ferite si portava dietro mio padre? Perché la scuola Hiten è così pericolosa per lui? La scuola Hiten??Ora che ci penso…

“Ryu Shoshen Modoki!!”

La voce tonante del maestro gli rimbombò in testa all’urlo del tuono che si abbatté a poca distanza da lui.

Yahiko-Sensei…ha usato i Lampi del drago! I Famosi Lampi del Drago! Come può conoscere questa tecnica?? Forse…forse mi hanno mentito! Forse a dispetto di quanto vogliono farmi credere non fu solo allievo di mia madre…ma anche di mio padre! A me si rifiuta di insegnarmi la scuola Hiten!! Perché a lui…No!! Basta! Ora concentrati! Potrai chiarire i tuoi dubbi quando Kenshin starà meglio! Padre…

Il sentiero di campagna era fangoso e pesante, il suo respiro sempre più corto, le sue gambe avanzavano più per inerzia di gravità che per altro, il sudore si mescolava con l’acqua piovana che gli infradiciava i capelli e il volto.

Padre resisti…

La vista era sempre più offuscata per la fatica e per la pioggia…il suo piede trascinato incappò in un ostacolo e il ragazzo cadde pesantemente a terra affondando il viso nel fango.

Rimase fermo immobile…quasi non respirò per diversi minuti…le sue dita stringevano l’erba e la terra bagnata che si infilò fin sotto le unghie, un lieve tremito scosse le sue spalle fino a che non si trasformò in forti singhiozzi angoscianti mentre le sue lacrime andarono a mescolarsi al fango.

Pianse…pianse…solo per qualche minuto…ma pianse come mai aveva fatto in vita sua.

“P-perché Yahiko-sensei mi ha mandato ad Aizu? Non ce la farò mai…” mormorò stancamente completamente privo di forze. La terra sotto le sue dita iniziò a tremare e il rombo cupo degli zoccoli sul fango presto riempì l’aria.

Un carretto trainato da un cavallo spedito al galoppo lungo la strada fangosa gli passò accanto non investendolo per pochi centimetri ma coprendolo di schizzi di fango dovuti alla velocità di rotazione delle ruote.

Kenji sospirò ma non si mosse nemmeno di un millimetro.

Il Carretto arrestò bruscamente la sua corsa pochi metri più avanti e ne scese un omino minuto con abiti umili e il capo coperto con un copricapo per ripararsi dalla pioggia.

“Ehy ragazzo! Tutto bene?” esclamò una voce vellutata mentre si avvicinava a lui.

Kenji si alzò barcollante da terra grondando si fango, acqua e lacrime. Fissò lo sconosciuto con gli occhi rossi per il pianto e mormorò sconnessamente: “Devo…devo andare ad Aizu.” Con un tono automatico e quasi supplichevole.

Quando il ragazzo gli volse il volto l’uomo sussultò e si avvicinò ulteriormente a lui.

“Accidenti ragazzo! Mi hai fatto prendere un infarto! Ti avevo scambiato per un altro!”

Esclamò l’uomo dai tratti gentili e un sorriso dolce sempre segnato sul volto.

“Beh…non puoi certo andarci a piedi! E’ ancora parecchio distante da qui! Vieni da Tokio?”

Kenji annuì stancamente: “Devo arrivarci il prima possibile!”

“Uhm…beh…non era proprio la mia meta ma…già che sei qui. Salta Su! Ti ci porto io ad Aizu! Sembra una cosa urgente!” esclamò l’uomo sempre sorridente.

Il ragazzo quasi non credette alle sue orecchie! Sgranò gli occhi per quel gesto di generosità inaspettato.

“M-ma…signore io…”

“Forza muoviti! Non hai detto che hai fretta?” Domandò l’uomo che già saliva in cassetta pronto a partire.

“Perché fa questo per me?”

“Te l’ho detto…mi ricordi una persona.” Rispose semplicemente e con voce dolce il viandante.

Kenji si guardò indietro, poi fissò la strada…lunga e interminabile…Aizu nemmeno ancora si vedeva…e poi c’era suo padre…sanguinante, debole…

Salì in cassetta a sua volta e il carretto partì a tutta velocità.

“Non so davvero come ringraziarla!” Esclamò ancora Kenji rivolto all’uomo seduto accanto a lui che dirigeva il carro con le redini in mano.

“Non ti preoccupare!” Esclamò sorridente l’uomo.

Seguì un periodo di completo silenzio occupato solamente dai rombi dei tuoni e dallo scalpitio degli zoccoli del cavallo che correva al galoppo.

Kenji era esausto e si godé il tepore scarso del legno bagnato e gli scossoni della corsa come un caldo letto di piume…ma non si lasciò mandare al sonno.

Il viandante misterioso dal canto suo non fece domande di alcun genere.

Solo quando la pece della notte stava per essere rimpiazzata con il grigiore del mattino Kenji accennò a parlare.

“Chi è?” domandò con un filo di voce.

“Uh?” l’uomo sembrava stupito “Chi?”

“L’uomo che ti ricordo…di chi si tratta?”

“Oh! Lui!” esclamò sorridente lo sconosciuto “Beh per la verità non lo vedo da…ouf…tanti di quegli anni che quasi non saprei dire…non so nemmeno se sia ancora vivo. Forse alla fine è morto…ucciso da uno dei tanti nemici che aveva o schiantato dalle sue colpe.”

“Non ricordi il suo nome?” domandò Kenji incuriosito da quella bizzarra premessa.

“Uhm…veramente…beh lui aveva molti nomi. Io l’ho conosciuto con il nome con il quale lo chiamava la gente. Era il sempai del mio signore. Come si chiamasse sul serio io non l’ho mai saputo…ma lui negli ultimi tempi amava presentarsi come...uhm…com’è che si faceva chiamare già? Ah sì! Kenshin! Himura di cognome se non sbaglio!”

Kenji dovette trattenersi per evitare di cadere dal carro tanto fu grande lo scatto che fece quando sentì quel nome.

“Piano ragazzo! Stiamo andando troppo veloci per muoverti così!” lo rimproverò dolcemente l’uomo.

Kenji respirò a fondo prima di riuscire a calmarsi.

“Il mio nome…” iniziò titubante, il viandante volse lo sguardo verso di lui incuriosito

“…è Himura Kenji…Kenshin è il nome di mio padre!”

Per un istante il viandante non disse nulla…poi scoppiò a ridere come se trovasse la cosa incredibilmente spassosa.

“Davvero? Sei il figlio di Battosai? Non ci posso credere! Ecco perché gli assomigli così tanto! Mi sembrava troppo strana come coincidenza! Hai gli stessi capelli rossi di tuo padre…anche se mi sembri più robusto di quanto non fosse lui!”

Kenji annuì ancora confuso: “In questo ho preso più da mia madre.”

“Ah capisco! Quindi quel demonio è ancora vivo! Eh eh eh…non lo si ammazza nemmeno la peste!” esclamò con leggerezza e continuando a sorridere mentre alternava lo sguardo tra Kenji e la strada.

“Come mai conosci mio padre?”

“Sarebbe più giusto dire che lo conoscevo…ormai sarà un’altra persona il vecchio Battosai…”

“Parlami di lui…” domandò il ragazzo con lo sguardo basso.

“Mi stupisci con questa richiesta! Di sicuro lo conoscerai molto meglio di me!”

“Io conosco solo Kenshin…di Battosai non so quasi niente.” Il suo tono fu molto più velenoso e aspro di quello che avrebbe voluto.

“Oh! Capisco! Beh in fondo non c’è da stupirsene! Comunque nemmeno io lo conobbi di persona come Battosai…quando lo incontrai aveva già rinunciato a quel nome per diventare un Rurouni.”

Kenji sgranò gli occhi a quell’affermazione: “Mio padre è stato un Samurai Vagabondo?”

“Oh sì! Per diverso tempo! Rinunciò ad essere un Samurai ambizioso appena finita la rivolta e non ne riscattò mai nulla…né un titolo, né denaro né nulla…si limitò a fare promessa che non avrebbe ucciso mai più nessuno e sparì nella nuova era. Anche se quando le nostre strade si incrociarono lui ancora brandiva la spada e faceva parlare di sé.”

“Perché lo incontrasti?”

“Come ti ho detto era il sempai del mio signore di allora, Makoto Shishio. Non so se ne hai mai sentito parlare…”

Kenji scosse il capo in segno di dinego.

“Beh immaginavo…raccolse l’eredità come Battosai e fu una spina nel fianco molto profonda per il governo per diversi anni! Già…stava per diventare il padrone incontrastato di tutto il Jappone…fino a che non incappò in tuo padre…da allora non fu più nessuno.”

“Cosa successe allora? Cosa gli fece mio padre?” domandò il ragazzo sempre più interessato.

Lo sconosciuto gli volse un sorriso dolce e disse semplicemente: “Lo uccise.”

Kenji inghiotti il groppo che aveva in gola e riportò lo sguardo verso il basso, quando l’uomo riprese a parlare.

“Lui, il suo amico Sagara e il vice brigadiere Saito sgominarono tutta la nostra organizzazione…”

“Per caso conosci anche un certo Yahiko Myojin?” domandò Kenji sempre più in apprensione.

“Uhm…” l’uomo si portò una mano al mento in un espressione meditabonda “ Yahiko Myojin hai detto? Uhm…no. Mai sentito mi spiace.”

“Oh…capisco.”

“Sai all’epoca feci molte ricerche su Battosai…è stato seguendo le sue tracce che ho imparato la tecnica Batto.” Proseguì a parlare l’uomo.

Kenji scattò al sentire quel nome.

“Tu…davvero conosci la tecnica Batto?”

“Beh…diciamo di sì…”

Il ragazzo lo fissò con serietà: “Insegnamela!”

“Questo mi confonde…tu sei il figlio di Battosai e chiedi a me di insegnarti la tecnica Batto?” osservò il viandante stupito.

“Non conosco la scuola Hiten…io…sono cresciuto con la scuola..Kasshin.”

L’uomo annuì: “Sì…ne ho sentito parlare. La scuola che fa vivere la gente giusto? Ha avuto un discreto successo negli ultimi tempi.”

“Tsk…sono solo stupidaggini. Non ho avuto scelta! Io ambivo alla scuola Hiten! Ma mio padre…”

“Se da allora non è cambiato immagino che Battosai non voglia prendere allievi.”

“Già…ti prego! Insegnami la tecnica Batto!”

Di nuovo l’uomo scoppiò a ridere.

“Questo potevi chiedermelo 10 anni fa…ma ora come ora. Non impugno la spada da un secolo.”

Kenji parve molto deluso da quell’affermazione.

“Allora eri forte non è vero?”

“Quante domande che fai! Oh sì puoi dirlo…potevo tenere testa a tuo padre.”

“Sul serio? E allora perché hai abbandonato la spada?”

L’uomo prese un profondo respiro prima di proseguire: “Vedi, il signor Shishio era la mia ragione di vita, il mio unico signore e padrone…a lui dovevo tutto…quando morì per mano di Battosai persi tutto ciò per il quale avevo vissuto. Non avevo nulla se non le parole di tuo padre nella mia testa…e una nuova concezione di vita. Divenni un vagabondo anche io…ed è ciò che sono tutt’ora.”

Kenji incrociò le braccia al petto e lo guardò quasi con pietà: “Devi odiarlo molto.”

“Oh no! In realtà non ho sofferto per la morte del signor Shishio, né per la solitudine, né ho mai odiato nessuno…da quando trafissi con la spada la mia famiglia io non posso provare altro che gioia” Esclamò con leggerezza come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Seguì nuovamente un lungo silenzio pesante…o non sapevano cosa dire oppure non avevano semplicemente altro di cui parlare. La pioggia piano piano cessò e le nubi si scostarono per mostrare la timida aurora che salutava nuovamente la terra. I raggi del Sole illuminarono il sentiero che serpeggiava fino alle abitazioni che si scorgevano all’orizzonte.

Stavolta fu il viandante a interrompere il silenzio.

“Laggiù c’è Aizu…siamo quasi arrivati!”

Kenji annuì e fu come se solo in quell’istante si fosse ricordato cosa stava succedendo e perché si trovava lì a parlare con quell’uomo…la notte era scivolata via come se fosse stata un sogno o un miraggio. E di nuovo sentiva il peso opprimente del suo compito, di nuovo penò per la salute del suo genitore.

“Kenji…”

Si volse verso il viandante.

“Ci ho messo un po’ di tempo ma…adesso credo di aver capito ciò che pensava tuo padre anni fa..”

“Io invece non so se lo capirò mai…” ammise Kenji sconsolato.

Il viandante sorrise di nuovo: “Ti prego di portargli i miei saluti.”

“Non so nemmeno come ti chiami…” gli fece notare il ragazzo.

“Hai ragione! Beh digli solo che il signor Seta gli manda i suoi riguardi.”

Kenji annuì: “Sì, lo farò.”

 

Era mattino presto. I raggi del Sole spingevano per penetrare dalle fessure delle inferiate ancora chiuse. La ragazzina si stava preparando ad aprire l’ambulatorio per i pazienti del mattino…ancora un’oretta e sarebbero iniziate le visite.

Akane temporeggiò davanti allo specchio sistemandosi la frangetta e scrutando il suo viso…quando qualcuno bussò alla porta con un’insistenza e una forza tale da spaventarla.

Si diresse verso l’uscio e lo aprì quel tanto che basta per sbirciare all’esterno.

Un ragazzo poco più grande di lei sudicio e dal viso stravolto le rivolse uno sguardo allarmato.

“Megumi Takani abita qui?” domandò con tono impaziente.

“S-sì…ma l’ambulatorio è ancora chiuso…non…”

Il ragazzo tirò una spallata contro alla porta e Akane venne spinta indietro con tale forza che perse l’equilibrio e cadde a terra.

Kenji entrò di prepotenza nell’edificio e fissò la ragazzina: “Dimmi dov’è Megumi Takani!” esclamò quasi in tono di minaccia.

“Ehy!” una voce interruppe il suo interrogatorio, il ragazzo alzò lo sguardo dinnanzi a lui e vide una bellissima donna di circa 30 anni con i capelli neri e lunghi e gli occhi scuri profondi. “Come ti permetti di fare irruzione nel mio ambulatorio prima dell’apertura e maltrattare la mia allieva! Chi diavolo sei tu?”

Kenji lasciò perdere la ragazzina e si concentrò sulla donna: “Tu sei Megumi Takani?”

“Sono io! Ora rispondi alle mie domande teppistello o chiamo le guardie!”

“Mi manda Yahiko Myojin!” esclamò subito il ragazzo ricordando le parole del maestro.

Il volto della donna cambiò espressione: “Cos’è successo?” domandò in tono allarmato.

“Si tratta di mio padre…di Kenshin!” esclamò sempre più agitato “Lui sta male! E’ ferito! Mi hanno detto di chiamare te!”

La donna parve sulle spine: “Se ti hanno mandato fin qui significa che ha usato di nuovo la spada…giusto?”

Kenji annuì guardando verso il basso.

“Ken!” esclamò prima di voltarsi e correre a raccogliere i suoi attrezzi e medicinali “Diamine potevo aspettarmelo da Sanosuke una cosa del genere…ma da te…”

Kenji rimase nell’ingresso come pietrificato quando Megumi gli passò accanto acchiappandolo per un braccio e lo trascinò fuori urlando: “Akane cancella tutte le visite dei prossimi giorni!” poi chiuse la porta e corse a chiamare una corriera.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kenshin / Vai alla pagina dell'autore: Setry_USui