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Autore: AllysonTH    23/02/2013    2 recensioni
Forse noi non ce ne rendiamo conto, ma i ricordi, sia brutti che belli, sono essenziali per la nostra vita. Racconterò di come può diventare dolorosa la vita di una ragazza, che da un momento all'altro non ha più nulla. E racconterò di un ragazzo, che dovrà trovare la forza per andare avanti, rimanendo vicino al suo più grande amore che, ora, non sa neanche chi sia.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

 




 
Diana si svegliò il giorno dopo con un mal di testa assurdo, avvolta da lenzuola rosa pallido in una camera molto più accogliente di quella dell’ospedale da cui era uscita il giorno prima.
Quando arrivarono in questa casa non la riconobbe ma supponeva che fosse il posto dove abitava con Tom, il ragazzo di cui lei non sapeva nulla. Tom era molto triste e Diana, naturalmente, continuava a domandarsi tante cose senza avere risposte esaustive abbastanza da colmare quel vuoto che ormai le stava facendo salire i nervi.
L’unica cosa che aveva capito era che lei e Tom stavano insieme, che quella era la sua vita e che doveva accettarla per forza pur non ricordando niente.
Quella notte infatti, non aveva dormito, sforzandosi inutilmente di ricordare. Gli unici flashbacks che hanno inondato la sua mente sono stati alcuni ricordi di quando era una semplice bambina che giocava con la nonna. Anche alcuni momenti passati al liceo, forse, ma nulla più.
Dopo essersi alzata da quel letto enorme, scese giù per le scale ritrovando la cucina che le mostrò Tom quando arrivarono a casa dall’ospedale. E lui era proprio lì, beveva un caffè e fissava il vuoto. Diana dovette ammettere che, era davvero bello, anche da appena alzato. I lunghi dread neri raccolti in una coda improvvisata, gli donavano un fascino tutto suo e il tutto si completava con un fisico da paura che, stando in boxer, si poteva notare in ogni dettaglio.
Quella scena la imbarazzava perché, sapeva che Tom non era uno sconosciuto, ma per lei era come se lo fosse. Non aveva neanche un ricordo lontano di lui e questo la mortificava.
Si vergognava anche, addosso aveva soltanto una maglia a mezze maniche bianca che doveva essere di Tom per quanto era grande e un paio di slip neri.

“Buongiorno.” Aveva parlato, ma non la guardò in faccia.

“Buongiorno, Tom.” Mentre lei invece lo avevo fatto, ricambiando il saluto. Lui continuava semplicemente a bersi il suo caffè. Era una situazione imbarazzante, insolita e profondamente malinconica. Si poteva notare una tremenda tristezza negli occhi del ragazzo. Per fortuna dopo alcuni minuti, lui strozzò quel silenzio.

“Non fai colazione?”

“Non.. non saprei, non so dove sono le cose.” Aveva paura perfino a rispondere, perché anche se era da poco tempo che ‘riconosceva’ Tom, aveva già capito che il fatto che lei non ricordasse niente lo mandava in bestia. Ma quella volta fu calmo.

“Hai ragione, scusa. Ci penso io. Latte e caffè, giusto?”

“Giusto.” Diana era stupita, come faceva Tom a sapere cosa voleva per colazione? Ma certo, i due convivevano, ormai si conoscevano nei più minimi dettagli. Purtroppo che per lei, era iniziato tutto da capo.

“Ecco a te.” Tom si sforzò di sorridere, ma come poteva non farlo davanti alla donna che amava? Quegli occhioni azzurri spaesati erano ancora più dolci di quanto non lo fossero prima dell’incidente. Diana sorrise, ed era quello che Tom voleva, perché i sorrisi di Diana erano sempre stati la sua forza. Era bellissima, glielo ripeteva tutti i giorni nonostante i due anni e mezzo di relazione che avevano alle spalle. Per lui vederla era come innamorarsi di nuovo, tutti i giorni, di lei.
I capelli castano chiaro le cadevano morbidi sulla schiena e le incorniciavano perfettamente il viso dalla carnagione molto chiara. Le labbra erano rosee e carnose, Tom le adorava.

“Oggi mi racconterai tutto, vero?” Diana aveva questa qualità di abbindolare tutti con il suo viso d’angelo.

“Te lo prometto. Non dimenticherò nessun dettaglio.” Tom si sedette vicino a lei a tavola, cercò di abbracciarla. Diana in quel momento non sapeva cosa fare, sapeva solo che un abbraccio era ciò che le serviva e quindi accolse Tom a braccia aperte.

“Mi sento come se fossi nata ieri, letteralmente parlando. Sono confusa, ho troppe domande da farti.”
Tom, staccandosi dall’abbraccio, le prese le mani:

“Risponderò a tutte, Diana. Farò tutto il possibile pur di farti tornare in mente almeno una piccola parte della nostra vita.”

“Mi dispiace che tu debba passare tutto questo.” A Diana scese la prima lacrima di quei due giorni. E non poteva sopportarlo, perché in quel momento non capiva il motivo di quelle lacrime.

“Non devi preoccuparti per me, devi solo stare tranquilla. Ci sono io qui.”

“Il problema è che non so se sia una cosa buona o no, non so cosa sto facendo qui, non sto capendo un cazzo! Io di te so soltanto il nome, come posso fidarmi di te?” Diana cominciò ad urlare e Tom stava temendo il peggio. Il dottore gli aveva parlato di questo tipo di crisi che avrebbe potuto avere, ma non c’era niente da fare per fermarla. Il punto era che quella macchina prese in pieno Diana, facendole fare un volo tremendo. Tutti ancora pensano che sia un miracolo il fatto che sia ancora viva. Ma la botta in testa che ricevette fu tale da cancellare tutta la sua vita. Era solo una ragazza di 21 anni, non poteva sopportare tale situazione. Tom ci avrebbe messo l’anima per aiutarla, si sapeva. Tom era sempre stato innamorato perso di lei.

“Calmati, adesso, io ti aiuterò, io-”

“Tu vuoi farlo ma chi te lo dice che ce la farai?” Le lacrime di Diana continuavano, trasformandosi in un pianto isterico.

“Questo non può saperlo nessuno, Diana.” Tom, amareggiato, non riusciva a guardarla in quella situazione. Lei invece lo stava guardando con gli occhi lucidi, lo stava per lo più analizzando cercando disperatamente di trovare un appiglio, quell’imput che le serviva per riaccendere la sua memoria. Fu allora che Tom la guardò dritta negli occhi.
Diana alzò la mano destra e cominciò ad accarezzare la guancia sinistra di Tom, che subito adottò uno sguardo speranzoso. Lo stesso che aveva Diana in quel momento. Dalla guancia passò lentamente alle labbra, poi al collo, poi ai pettorali fino agli addominali. Non successe niente. D’altronde, era già un miracolo il fatto che fosse viva, sarebbe stato assurdo se si sarebbe ricordata tutto con una carezza. Tom ci aveva sperato, con tutto il cuore. Prese la mano di Diana e la baciò.

“Dimmi qualcosa, Tom. Dimmi qualcosa che mi hai sempre detto.” Sussurrò Diana.

“Sei bellissima. Sei parte di me, sei tutta la mia vita.” Una lacrima scese sul volto di Tom mentre sorrideva. Diana ricambiò con un piccolo sorriso ed era inevitabile che lo avesse fatto, ma il nulla attanagliava ancora la sua mente. Dopo qualche minuto di silenzio, Diana disse:

“Vado a vestirmi. Esco un po’.”

“Va bene.”

Diana lì si accorse di aver detto una stronzata e allora rimediò:

“Vuoi venire con me?”

“Volentieri.”

“C’è un posto particolare che mi piace?”

“Ti piace andare al parco, soprattutto se c’è il sole tipo oggi. Oppure la gelateria. Tu adori il gelato, prendi sempre cioccolato e nocciola. Quando invece è brutto tempo, rimaniamo sempre a casa e ci guardiamo un film sul divano. Ordiniamo la pizza per cena e litighiamo sempre per l’ultimo pezzo. Poi facciamo pace, facciamo l’amore e ci addormentiamo. Tu ovviamente con la testa sul mio petto, riesci ad addormentarti solo così.” Tom stava uscendo dal discorso, ma poco importava, Diana lo stava ascoltando incantata. Incantata da quante cose sapesse su di lei.

“Tu mi dici sempre che con me ti senti protetta da tutto e tutti, che solo io riesco a farti stare bene. Che solo con me ti diverti da morire. Mi dici sempre che ami solo me.” Tom si soffermò sull’ultima frase. La guardò e notò che altre lacrime rigavano il viso di Diana.

“E io ti rispondo dicendo che io ti amo di più, che tu sei la mia bambina, piccola e indifesa. Io ti avrei protetto da qualunque cosa. Era questo il mio intento. Però entrambi sappiamo che non ci sono riuscito.” Tom a quel punto si alzò dallo sgabello della cucina e se ne andò su per le scale senza dire una parola.
Diana rimase lì, immobile. Triste. Profondamente triste.
  
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