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Autore: AlexMarinuzzi    23/02/2013    3 recensioni
L'estate è finita. Marco, Eva, Rudi, Alice e tutti i protagonisti della storia sono pronti a vivere una serie di nuove avventure
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Certo che ho ancora casa a Roma. Ti serve come appoggio?" chiese Walter per telefono.
"Si, Walter."
"Ok. Le chiavi ricordi dove sono nascoste?"
"Come posso scordarmi? Nel mattone fasullo sotto lo zerbino"
"Grande Marco. Vedo che nonostante i mesi passati in Lussemburgo non ti sei dimenticato dove ho nascosto le chiavi. Va bene va. Io torno a lavoro altrimenti Bottazzi mi ammazza”.
"Ok ciao Walter. Grazie di tutto."
"Di niente amico."
Marco chiuse la chiamata e si diresse alla zona taxi.
"Buongiorno. Può portarmi alla Garbatella?" chiese al taxista.
"Certo. Ti apro il cofano e metti la valigia"
"Grazie"
Marco salì sul taxi e diede la via dov'era diretto al taxista.
Dopo un'oretta abbondante arrivò a destinazione.
"Ecco. Via dei platani 3. Sono 80€"
"Prego. Grazie mille."
Marco uscì dal taxi, prese la valigia ed entrò nel condominio.
Arrivò alla porta di casa di Walter, prese le chiavi da sotto lo zerbino ed entrò.
Si sistemò alla meglio e per prima cosa controllò cosa c'era in dispensa.
Naturalmente era vuota e a Marco scappò una risata.
"Che idiota. Mancano da un anno non potevo aspettarmi che ci fosse la dispensa piena" pensò.
Si sedette sul divano e ricominciò a pensare a ciò che gli stava accadendo.
"Devo capire cosa significa quella canzone."
Marco prese il suo diario con tutti gli appunti per le canzoni e lesse le parole dell'ultima canzone che aveva scritto qualche giorno prima.
"Spiegami perché...Già Eva spiegami perché da quel momento non sto capendo più niente. Perché la notte mentre dormo accanto a Maya volevo te accanto a me. Volevo sentire i tuoi calci e il tuo soave respiro e non la delicatezza di Maya. Perché sognavo sempre i tuoi splendidi capelli castani e non i meravigliosi capelli biondi di Maya."
In preda alla confusione più totale, Marco prese la chitarra e iniziò a suonarla, cercando di trovare la melodia giusta per quelle parole.
Decise di chiamare Eva, voleva dirle che era tornato e che gli sarebbe piaciuto vedere lei e Marta.
Primo squillo…secondo…terzo…quarto…
“Forse sarà a lavoro che stupido che sono a chiamarla ora”
Mentre stava per riattaccare, Eva rispose.
“Pronto?” disse la ragazza con la voce interrotta dal singhiozzo dovuto al lungo pianto dovuto alla notizia di Alice.
“Eva ciao, sono Marco”
“Ciao Marco”
“Hai una voce molto triste. È successo qualcosa?”
“Purtroppo sì”
“Cosa è successo Eva?”
“Alice…ha subito un abuso”
A Marco si raggelò il sangue. Non si poteva aspettare che Alice potesse essere vittima di una violenza da parte di qualcuno.
“E come sta?” rispose il ragazzo.
“Non lo sappiamo…siamo tutti in ospedale ad aspettare qualcuno che ci faccia sapere”
“Ok, capisco. Grazie Eva.”
Marco chiuse la chiamata e senza pensarci due volte uscì di casa diretto all'ospedale.
Fece un lungo tratto di corsa e poi prese l'autobus.
Arrivato all'ospedale si precipitò dentro il pronto soccorso e vide tutta la sua famiglia.
Rudi aveva un viso arrabbiato e triste. Lucia ed Eva piangevano e Giulio,  Mimmo e Stefania cercavano di consolarle.
Marco si avvicinò a loro.
"Oh cè sto talmente scosso che me pare de vedè a Marco" disse Ezio con il suo classico tono gigionesco.
Cesare si voltò e vide il nipote.
"Marco!" gridò correndo ad abbracciarlo.
Tutti si voltarono verso il ragazzo e corsero ad abbracciarlo.
"Oh Marcolì che ce fai qua?" chiese il padre.
"Sono venuto per incontrare il mio manager e appena ho avuto la chiamata di Rudi mi sono precipitato qui"
Marco girò gli occhi verso Eva che non lo degnò di uno sguardo.
Rudi rimase in disparte tutto il tempo, era troppo preoccupato per Alice.
Marco gli si avvicinò.
"Rudi."
"Ciao Marco."
"È grave vero?"
"Non so. È dentro da tre ore ormai. Non abbiamo avuto alcuna notizia"
"Non si sa chi è stato il bastardo vero?"
"Purtroppo si Marco."
"Chi è stato?"
"Non posso dirtelo"
"Eddai perché no?"
In quel momento in ospedale arrivò Francesco; Rudi guardò l'uomo con uno sguardo pieno di odio, non riuscì più a mantenere la calma e mollò un pugno sul naso di Francesco.
"Oh Rudi che c’hai i procioni in testa?" urlò il fratello.
"Francesco sei uno stronzo figlio di puttana. Dopo quello che hai fatto non meriti di vivere."
Tutti rivolsero lo sguardo verso Francesco.
"Mi spieghi che ha fatto Rudi?" chiese Marco.
"È stato il tuo caro amico Francesco che ha violentato Alice" urlò Rudi.
Tutti rimasero allibiti. Nessuno si sarebbe aspettato un comportamento del genere da parte di quel ragazzo, che si era mostrato un tipo molto calmo.
"Posso spiegare" cercò di difendersi Francesco.
"Non c'è niente da spiegare. Tu Francesco Rizzo non sei più gradito in questa famiglia. Vattene via e non farti vedere mai più. ORA!" gridò Giulio.
In quel momento uscì un medico e tutti si ammassarono attorno a lui.
“Calma signori. La ragazza sta bene. Non c’è nessun segno di violenza per fortuna.”
Un sospiro di sollievo invase le bocche di tutti.
“Ma si è risvegliata o sta ancora dormendo?” domandò Rudi.
“Si è appena svegliata, ma è molto debole quindi vi sconsiglio di entrare tutti insieme. Fate entrare solo una persona”
Tutti si guardarono domandandosi su chi dovesse entrare.
“Rudi, dai vai tu da Alice.” Intervenne Eva.
Rudi guardò Eva e subito dopo Lucia, che fece un segno di assenso.
“Siete sicure? Può entrare una di voi tranquillamente”
“Più che sicure. E ora va, prima che cambiamo idea.” Rispose Lucia.
Rudi si girò e accompagnato dal medico si diresse verso la stanza di Alice.
“Bene, ora che sappiamo che Alice sta meglio, possiamo tornare a casa tranquilli.” Disse un sollevato Giulio.
“Si, andiamo che devo prepararle un borsone e portarlo qui.” Rispose Lucia.
“Ah Marco, stasera vieni a cena da noi. Devi spiegarci perché sei qui a Roma” sorrise Giulio.
“Certo papà non mancherò”
Tutti lasciarono l’ospedale tranne Eva e Marco. Volevano vedere Alice prima degli altri.
“Come mai sei a Roma?” chiese Eva.
“Devo incontrare il mio manager domani”
“Quindi ripartirai subito”
“In realtà stavo pensando di fermarmi un po’ di più. Marta inizierà l’asilo tra qualche giorno no? Non potevo mancare ad un appuntamento tanto importante per lei”
Eva sorrise.
In quel momento Rudi uscì dal reparto.
“Oh Rudi allora?” chiese Eva.
“Sta bene per fortuna."
"Potremmo entrare?"
"Ora si è addormentata di nuovo. Direi di andare a casa e tornare per portarle il borsone. Che ne dite?"
"Si è una buona idea." concluse Eva.
 

A/N Buon pomeriggio a tutti :)

Dopo giorni di blocco d'ispirazione, alla fine sono riuscito a finire di scrivere questo capitolo. Spero sia di vostro gradimento. Fatemi sapere mi raccomando ^_^ Alla prossima ;)

   
 
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