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Autore: Matarrais    23/02/2013    2 recensioni
L'acol non aiuta a dimenticare i brutti ricordi del passato, ma con l'affetto degli amici e la passione per la musica si riesce ad affrontare problemi coma la perdita di una persona cara...
Ma l'apparenza inganna:
"-Questa volta è diverso Jim. Michelle non c’è più capisci? Sono passati più di due mesi e io non mi rassegno al fatto che non posso più averla fra le mie braccia- quelle furono le ultime parole che fu in grado di pronunciare prima di scoppiare a piangere. Jimmy strinse il suo amico fra le braccia e lo coinvolse in un abbraccio forte e rassicurante..."
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dal suo punto di vista parecchio offuscato, Syn si sentiva perseguitato da Andrea. Era sempre lì a controllarlo a cercare di gestire la sua vita, come se fosse un bambino che aveva appena imparato a camminare. E lui si sentiva esattamente così, Syn si sentiva oppresso da Andrea che gli ricordava un po’ il tipico modello di  mamma severa pronta a tutto pur di proteggere il suo bambino, figura ,che di fatti Syn, o meglio Brian, non aveva mai avuto.
Dal canto suo, Andrea non voleva rendere impossibile la vita del chitarrista, come lui stesso pensava, voleva solamente aiutarlo ma Syn non poteva capirlo nelle situazioni in cui si trovava. Magari utilizzava metodi non del tutto convenzionali, ma lei era così, diretta e schietta ciò che stava facendo per Syn era del tutto normale. In fondo era vero che voleva aiutarlo, ma se lui per primo che non si decideva a darsi una regolata Andrea non avrebbe potuto fare più di tanto, ed era costretta quindi ad usare le “maniere forti”.
Chiunque avesse visto quella situazione dall’esterno avrebbe pensato che Andrea era parecchio oppressiva e magari avrebbe anche pensato “Ehi, lascialo stare è solo un ragazzo capirà da solo”, ma la verità è un’altra. Qui non si trattava solo della salute del ragazzo ma anche del futuro della band. Syn era il chitarrista solista e aveva un talento innato per la chitarra, ma lui lo sprecava in alcol e roba varia. Andrea voleva aiutarlo ed era intenzionata a riuscirci a qualsiasi costo.
Erano sul tour bus, su idea di Andrea che pensava fosse stato meglio portare il ragazzo in un luogo più tranquillo per parlargli seriamente e possibilmente senza uso di minacce, insulti e battutine di cattivo gusto. Syn era seduto scompostamente su una poltrona a gambe spalancate con le braccia appoggiate sull’addome e uno sguardo tutt’altro che interessato a quello che Andrea aveva da dirgli. Quest’ultima era in piedi davanti a lui a braccia conserte e gli parlava con il tono di voce più calmo e pacato che potesse avere, anche se avrebbe preferito di gran lunga spaccargli la testa e lasciarlo lì al suo destino, ma da brava manager e amica aveva deciso di reprime i sui istinti omicidi a favore della salute del chitarrista. Per Syn non avevano alcuna importanza le parole di Andrea, avrebbe benissimo potuto risparmiarsele a lui non interessavano tutti quei discorsi sulla sua salute, del suo percorso degenerativo,  e su come i suoi comportamenti si riversavano sulla band. Per quanto quell’argomento potesse non interessarlo, pose un minimo di attenzione quando sentì parlare di Michelle.
-Senti, posso capire che per te sia difficile, anzi no forse non posso, ma di certo “rifugiarsi” nell’alcol come fai tu non è la soluzione migliore. Michelle non c’è più ormai e devi…devi fartene una ragione…-  disse Andrea secca ma con una punta di malinconia nelle ultime parole, che fece quasi fatica a pronunciare. Syn la guardò sottecchi facendo finta, adesso, che quello che gli aveva appena detto non gli interessava. Si alzò dalla poltrona sbuffando mantenendo ancora quella faccia da poker e avvicinandosi pericolosamente ad Andrea che indietreggiò allungando un braccio e ponendo la giuste distanza fra lei e il ragazzo. Syn si sentì come offeso, non aveva cattive intenzioni nei confronti di Andrea o per lo meno non ne aveva avute da sobrio. –Non volevo mica molestarti, mi ero solo alzato dalla poltrona e qui lo spazio è piccolo vedi?-  disse Syn continuando ad avvicinarsi a piccoli passi verso Andrea che ne aveva abbastanza dei suoi atteggiamenti arroganti e decise di darci un taglio. Scosse la testa infastidita, diede una leggera spinta a Syn per allontanarlo e lo additò  -senti coso non provare minimamente ad avvicinarti a me ok?  Possibile che non ti rendi conto di come ti riduci, di come i tuoi amici si preoccupano per te?-  disse Andrea nervosa alzando il tono di voce  -sono stanca dei tuoi atteggiamenti da ragazzino ribelle, non lo sei più Brian-
Lo aveva chiamato Brian. Nessuno lo chiamava più così ormai e sentendosi chiamare col suo nome di battesimo sentì come una scossa percorrergli la colonna vertebrale  e gli ritornarono alla mente ricordi che credeva di aver rimosso, Michelle…  -ti tengo d’occhio Gates!-  lo minacciò Andrea additandolo e distraendolo dai suoi pensieri. Rimasero a fissarsi negli occhi per qualche secondo quando poi Andrea si voltò e uscì dal tour bus sbattendo la porta lasciando Syn da solo, per l’ennesima volta, in quella sorta di camioncino a sperare che il ragazzo rimuginasse sui suoi errori.
Andrea scese dal bus nervosa, molto di più di quanto già non lo fosse, e si diresse verso l’entrata posteriore del locale con passo pesante mangiandosi l’asfalto sotto i piedi per andare a dire ai ragazzi che era tutto pronto per ritornare ad Huntington. Si guardò bene intorno in quel breve tragitto, era notte fonda le strade erano desolate e c’era un silenzio inquietante che fu bruscamente interrotto dal rombo del motore di una volante della polizia, di pattuglia quella sera. Andrea fu spaventata da quel rumore e accelerò il passo fino a precipitarsi nel retro del locale sbattendosi la porta alle spalle e si fece scappare un mezzo ghigno rendendosi conto che, in fondo, non c’era niente di cui preoccuparsi. Alzò lo sguardo e notò di avere gli occhi di tutti puntati addosso, che cercavano di sopprimere una risata di gruppo vedendo Andrea con un faccia a metà fra il terrore e il nervosismo. Accennò un sorriso di circostanza per distrarre i ragazzi da quel patetico “spettacolino” e disse  -ehm, ragazzi siamo pronti per partire e…-  si interruppe notando che Matt era sdraiato sul divano a dormire e russare indisturbato, per poi riprendere  -e cercate un modo per svegliare quell’orso…alle brutte chiamate una gru-  disse sorridendo e uscendo di nuovo dal locale lasciando i ragazzi a sistemarsi per ripartire per ritornare a casa. Jane fu la prima a precipitarsi su Matt cercando di svegliarlo scuotendolo come un barista fa con uno shaker, ma non ottenne nessun risultato. In suo aiuto vennero Sam e Ash  che con le mani pesanti dell’una e la voce potente dell’altra, riuscirono a buttare giù dal divano Matt. Jimmy era divertito da quello scenario ridicola, quando all’improvviso gli venne un in mente un dilemma esistenziale ed esclamò ad alta voce  -aspettate, ma chi guida?-  disse alzando le braccia in alto. In tutta risposta ebbe totale indifferenza e un borbottio di voci che si sottraevano a quel pesante impegno di riportare tutta la combriccola a casa. Jimmy sbuffò, abbassò le braccia e fece dondolare la testa in basso, e disse rassegnato  -si ok guido io. E in ogni caso ricordativi che siete dei bastardi!-  provocando in loro una risata spontanea.
 
 
Giorno nuovo, vita nuova. E quel giorno Sam si svegliò con un gran mal di testa più che normale dopo aver assistito ad un concerto, aver fatto tardi e aver dovuto rimediare al grande flop di Syn. Si, il mal di testa era dovuto più a quest’ultimo particolare che a altro, ma fortunatamente Spencer aveva rimediato più che bene al disagio creato dal chitarrista. Se Spencer non ci fosse stato, o non avesse accettato di sostituire Syn, sicuramente Andrea sarebbe andata su tutte le furie e sarebbero stati guai non solo per lui, ma anche per tutta la band. Andrea era arrivata ad un limite di sopportazione davvero basso e Sam se n’era accorta, anzi era stupita in un certo senso, della pazienza che Andrea aveva avuto fino ad allora. Doveva tenerci davvero molto agli Avenged Sevenfold per non averli già mandati a farsi benedire con tanto di ramanzina. Sam la conosceva bene, e se Andrea era così paziente con loro un motivo ci doveva essere.
Dopo aver fatto il reso conto della serata precedente  e aver capito a chi attribuire il suo mal di testa, si stropicciò gli occhi e si alzò dal letto cercando di battere la forza di gravità che voleva ributtarla giù. Si trascinò fino alla cucina, passando vicino dalla camera del fratello per sbirciarlo e guardarlo dormire profondamente, e si preparò un caffè accompagnato da un cornetto al cioccolato. Non appena prese il cornetto, Napo,  il suo adorato cane, si presentò in cucina scodinzolante e con il naso all’insù pronto a captare ogni minimo odore. Sam ricordò di dover portarlo a fare la sua solita passeggiata e così si preparò, continuando a mangiare, con un semplice short e maglietta, afferrò il guinzaglio e uscì di casa. Andò sul lungo mare di Huntington che la mattina era a dir poco stupendo e anche molto rilassante. Sam camminava distrattamente fissando il mare azzurro come se ne fosse stregata, tanto da farsi quasi trascinare dal suo cane, mentre osservava quel stupendo panorama di che la sua piccola cittadina le offriva. Camminando su quell’incantevole viale, su una delle tante panchine che si trovavano lì scorse una figura a lei famigliare. Capelli neri, sguardo perso nel vuoto con una posa trasandata con le braccia appoggiate sullo schienale della panchina. Sam si avvicinò finchè non riconobbe la faccia stralunata di Syn. Si schiarì la voce, che di prima mattina era sempre molto poca, e disse  -ehi sei tu?-
Il ragazzo si girò mise a fuoco la ragazza e la salutò con molta naturalezza  -oh ciao Sam-  disse Syn con la voce di sonno. Sam si sedette imponente sulla panchina affianco a lui scansandolo con la forza per farsi spazio.
-Come ti trovi qui di prima mattina?-  chiese incuriosita Sam cercando di guardarlo negli occhi scavati a causa, probabilmente, dell’epica sbronza del concerto. Syn continuò a guardare dritto di fronte a lui come se non riuscisse a distogliere lo sguardo dal mare e rispose  -io sono ovunque mia cara. Tu mi vedi qui ma sono anche lì, oppure là o chi lo sa-  disse indicando a destra e manca come fosse un mago e accennò una risata. Sam fece lo stesso di rimando e continuando a guardarlo  -sei spiritoso anche d ubriaco-
-Ma non sono ubriaco-  rispose Syn come se si fosse offeso
-Wow e a cosa dobbiamo quest’onore?-  chiese Sam sarcastica inarcando le labbra a un sorriso
-Non sono neanche lo otto di mattina per la miseria, neanche il mio stomaco reggerebbe a quest’ora-
-A be, almeno sai quali sono i tuoi limiti-
-Cosa fai? Mi “psicoanalizzi”?-  disse Syn mimando delle virgolette con aria scocciata
-Non sono una psicologa, solo un’amica che vuole evitarti il peggio…in qualche modo-  rispose Sam urtandolo amichevolmente con la spalla e cercando anche di smuoverlo visto che era imbambolato come un manichino. Sam si alzò continuando la passeggiata col cane facendo segno a Syn di seguirla. Lui si alzò e tolse il guinzaglio dalle mani di Sam proponendosi, in silenzio, di portare il cane al spasso, cosa che anche lui faceva con la sua cara Pinkly ed era una cosa che stranamente lo rilassava. Sam spezzò il silenzio dicendo  -Come mai sei già in giro a quest’ora?-
-Be Jimmy mi aveva detto che mi voleva far vedere non so che e mi ha invitato da lui e ne ho approfittato per prendere una boccata d’aria-
-Ma come sei saggio-
-Si ma non farlo sapere in giro-  disse Syn facendo ridere la ragazza. Sam era stranamente a suo agio con lui e continuarono a passeggiare punzecchiandosi come due vecchi amici. Non parlarono della sera prima, del concerto e ciò che era successo, Sam sapeva che anche lui era stressato da tutto questo e sapeva che parlarne allo sfinimento non avrebbe aiutato più di tanto il suo amico. Certo un modo per fargli mettere la testa a posto lo avrebbe trovato, non sopportava che Syn, Brian, si riducesse in quel modo pietoso ogni volta che si avvicinava all’alcol.
Continuarono a passeggiare finchè Sam non si rese conto di dover tornare a casa per andare al negozio con Jane , quindi tolse dalle mani del ragazzo il guinzaglio del suo cane e disse frettolosamente  -scusa Gates ma devo andare se no faccio tardi al negozio e poi chi la sente quella nana di Jane! Io vado mi raccomando a te non fare casino da Jimmy-  Syn la salutò con un mezzo bacio sulla guancia prima che la ragazza potesse volare via e le rispose ridendo  -be ma casa di Jim è già un casino quindi-  disse allargando le braccia e sorridendo, mentre Sam indietreggiava per tornare a casa non potendo far a meno di ridere e acconsentire a ciò che aveva detto Syn.
 
 
Johnny e Zacky si trovavano all’angolo di casa di Ash su appuntamento della ragazza stessa. Erano all’incirca le nove di mattina e i ragazzi avevano fatto fatica ad alzarsi e lo si poteva benissimo vedere in faccia, infatti avevano un paio di occhiaie a testa che parlavano da sole. Zacky però cercava di nasconderle con un paio di occhiali da sole così grandi da coprirli buona parte del viso, mentre Johnny era uscito di casa senza neanche avere la forza di darsi una sistemata e si pentì di non aver avuto la forza fisica di rimediare un paio di occhiali da sole anche lui, e ora era costretto a strizzare gli occhi per evitare la forte luce del sole. Zacky gli andò in contro salutandolo con un impercettibile cenno della testa e non appena Johnny lo vide buttò via la sigaretta per salutarlo.
-Buongiorno amico-  disse Johnny cercando di smuoverlo un po’
-Si buongiorno-  rispose Zacky con la voce ancora roca e reduce da un concerto e qualche ora di sonno.
-Oh animo non è morto nessuno ti sei solo svegliato alle 9 di mattina, che sarà mai-  disse ironico Johnny per tirar su l’amico ancora rintronato. Zacky cercò di accennare un sorriso per accontentare il povero Johnny per poi dire  -sai per caso perché siamo qua…a quest’ora?-
-Non ne ho idea Zack, solo Ash mi ha chiamato e mi ha detto di vederci qua-  rispose il bassista facendo spallucce.
Poco dopo Ashley uscì di casa sbattendo la porta involontariamente, facendo in modo di attirare l’attenzione dei ragazzi. I due si girarono verso Ash che aveva una chioma di capelli informe sulla testa che provocò una leggera risata da parte dei ragazzi. Fecero in modo di non farsi sentire mentre lei si avvicinava ai ragazzi trascinandosi fino a loro. Neanche lei era ancora riuscita a riprendersi dalla serata precedente, tanto che uscì con ancora la tazza di caffè in mano, e salutò i ragazzi solo con un gesto della mano dicendo  -Salve! Qualcuno sa perché siamo qui?-  Zacky e Johnny si guardarono sbigottiti. Era stata lei a chiamarli e non capivano il perché di quella domanda. Zacky la guardò con un sopracciglio inarcato e disse  -ma ci hai chiamati tu- 
-Vi ho chiamati perché Andrea, dopo avermi buttato giù dal letto, mi ha chiamato per dirvi di incontrarci qui-  rispose la ragazza continuando a  bere caffè lasciando Zacky senza parole. Johnny sospirò pensando a cosa avesse in mente quella volta Andrea e neanche a farlo apposta la macchina di Andrea si materializzò lì davanti a loro  -oh ecco la donna misteriosa-  esclamò Johnny credendo di essere spiritoso.
Andrea scese dalla macchina raggiante con andamento molto professionale e sicura di se. Si diresse verso i ragazzi che mentalmente erano ancora nel letto con la faccia sul cuscino a dormire beatamente, e invece no. La loro manager li aveva chiamati e loro dovevano rispondere.
-Buongiorno ragazzi! Allora come va?-  disse quasi urlando
-Avrei preferito dormire un altro po’, però si va bene-  disse Zacky sarcastico
-Come mai non hai dormito bene?-
-No, non ho dormito e basta-  esclamò Zacky. Johnny sghignazzava vedendoli battibeccarsi in quel modo, li trovava divertenti, mentre Ash era lì accanto a lui aspettando spiegazioni da Andrea, quindi interruppe quei due e disse  -Ok ma perché ci hai buttati giù dal letto?-  Andrea rivolse lo sguardo ad Ashley, uno sguardo che si poteva definire malizioso, e fissandola negli occhi attraverso le lenti degli occhiali da sole le rispose  -ragazzi, dobbiamo aiutare Syn- disse battendo le mani e sfregandole con un sorriso che era tutto un programma
-E cosa vuoi fare lo vuoi buttare giù dal letto per traumatizzarlo e farlo smettere di bere?-  disse Johnny che quella mattina si sentiva particolarmente spiritoso, e i tre lo fissarono con occhi sbarrati. Andrea continuò la sua spiegazione  -No Johnny, Syn non è in casa quindi pur volendo non possiamo- 
Ash la guardò inarcando un sopracciglio e disse  -ma se non è a casa come entriamo?-
-Un po’ di fantasia Ash dai…-  Ashley rimase a guardarla per qualche secondo, ma quando poi realizzò ciò che Andrea aveva in mente sobbalzò esclamando  -No Andrea no non possiamo!-
-Si che possiamo perché no?-  sbottò incrociando le braccia al petto
-Perché potremmo passare dei guai forse?-  rispose Ash scuotendo la sua riccia chioma di capelli spostandosi gli occhiali su di essi
-Ma che guai e guai stai tranquilla-
-Ma stai tranquilla sto caz…-
-Ci spiegate di che cazzo state parlando??-  sbottò Zacky interrompendo le ragazze. Lui non era un tipo molto perspicace, se poi contiamo che era mattina e che aveva dormito si e no un paio di ore, il povero Zacky si sentiva totalmente escluso. Per non parlare di Johnny che aveva rinunciato a capire di che parlavano da quando avevano aperto bocca.
-Zacky, una papera avrebbe già capito-  gentile come sempre, Andrea gli rispose facendogli capire meno di quello che aveva cercato di capire. Johnny accennò una risata alla risposta di Andrea e con tanto amore, si prese un pugno (amichevole) sul braccio dal chitarrista.
Andrea si diresse verso casa di Syn facendo segno agli altri di seguirla. I due ragazzi si guardarono interdetti, non avevano idea di ciò che volesse fare Andrea, ma a sentire le due parlare sicuramente non doveva essere niente di bello. Ashley non faceva altro che tormentare Andrea ripetendogli in ogni modo possibile che era sbagliato ciò che voleva fare, che sarebbe stato pericoloso e così via.
-Andrea no per favore non possiamo, è sbagliato, se lo va a sapere qualcuno? E quando Syn torna a casa poi chi lo sente?-
-Ma voglio solo sabotargli il frigo-
A questa affermazione, Ash sbarrò gli occhi mentre i ragazzi scoppiarono letteralmente a ridere. Andrea sorrise guardando le loro reazioni, e mentre i ragazzi si sbellicavano dalle risate lei raccolse le chiavi che erano nascosta sotto lo zerbino e aprì la porta di casa. Ash scosse la testa e chiese  -come lo sapevi?-
-Cosa?-  disse Andrea vaga
-La chiave-
-Be un classico, nascondere la chiave sotto lo zerbino-  controbatté Andrea mentre entrava con nonchalance in casa Haner, o meglio casa Gates. Ash rimase senza parole e guardò i ragazzi che, mentre continuavano a ridere entrarono in casa  seguendo la loro manager. Zacky notò lo sguardo interdetto e sbigottito di Ashley e le chiese  -Ehi non entri?-
-No che non entro Baker! Ok aiutare Brian, ma questo proprio no-  disse secca Ashley. Zacky fece spallucce e cercò di tranquillizzarla dicendo  -ma dai prendila come uno scherzo. Sicuramente Brian capirà che siamo stati noi e si farà al massimo un risata-
-A maggior ragione allora, che lo facciamo a fare? È una cosa inutile-  concluse Ashley distogliendo a fatica il suo sguardo da quello verde acqua di Zacky. Quest’ ultimo si rassegnò alla volontà della ragazza, le poggiò una mano sulla spalla, e poi entrò insieme agli altri.
Ashley rimase fuori ad aspettare, si poteva dire che faceva da palo, anche se involontariamente. Non era per niente contenta dell’idea che aveva avuto Andrea, a dire il vero non se lo aspettava da lei, anche se i ragazzi non sembravano essere del suo stesso parere anzi, l’avevano presa come uno scherzo. E tra le altre cose non riusciva a spiegarsi come Andrea sapesse che Syn non era in casa.
Quando uscirono di lì avevano due buste a testa piene di ogni tipo di alcolico presente sulla faccia della terra, comprese quantità industriali di birra. Ashley li guardò uscire ad occhi spalancati guardando tutto quell’alcol nelle buste.
-Era tutto nel suo frigo?-  chiese incredula la ragazza.
Zacky fece un ghigno e rispose con tono degno di un detective  -ebbene, abbiamo trovato tutte queste bottiglie di alcol, di qualità per giunta, non solo nel frigo del nostro colpevole ma c’erano anche alcune bottiglie in soggiorno, nella sua camera da letto  e inspiegabilmente in bagno-  questo strappò un sorriso ad Ashley che continuava ad essere contraria a ciò che avevano fatto. Quando Andrea ebbe chiuso la porta di casa, Ashley decise di tornare a casa sua e togliersi di mezzo da quella situazione.
-Ehm ragazzi io tolgo il disturbo, poi fatemi sapere come è andato questo “sabotaggio”-  disse mimando le virgolette. I ragazzi la salutarono con gesto della testa e posero poi alla loro premurosa manager la fatidica domanda  -ma tutto questo alcol che fine fa?-  i ragazzi la guardarono accigliati con degli occhioni da cuccioli bastonati cercando di farle compassione per rabbonire Andrea cercando di convincerla a lasciarli tutti quelli alcolici. Andrea però era di tutt’altro avviso e dopo aver guardato di sbieco i ragazzi e li ammonì subito  -ah ragazzi stiamo facendo tanto per aiutare quello scapestrato lì e poi lascio tutto questo “ben di Dio” a voi? Proprio no cari, anzi, aiutatemi a caricare tutta questa roba in macchina-  non del tutto entusiasti della sua decisione, Zacky e Johnny da bravi gentil uomini, aiutarono Andrea a mettere tutte quelle buste nel bagagliaio della macchina e dopo averli salutati saltò in macchina, accese il motore e schizzò via sparendo in un attimo in fondo alla strada.
Johnny e Zacky rimasero lì a guardarla per qualche secondo e, guardandola sfrecciare via così velocemente, continuavano a chiedersi cosa diamine avrebbe fatto di tutto quell’alcol. 

 

 

Oh ecco qui un alto capitolo? No aspettavate altro vero?... No?... 
Be non ho molto da dire, solo non credo che questo capitolo sia il massimo. Che ne pensate? Con una recensioncina magari, fatemi sapere cosa ne pensate ;)
Ovviamente grazie tutti quelli che la seguono, quelle due tizie lì che hanno avuto il coraggio di metterla nelle preferite, grazie alla mia Nana per aver recensito il capitolo scorso e grazie a anche a voi che leggete, zitti zitti quatti quatti, questa fanfic!
E dulcis in fundo...oggi è il compleanno di Slasha!! Aaaw! Auguriii!! :D Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri Slashaaa! Tanti auguri a teeee!! (si magari immaginala cantata da Matt, che è meglio XD)
E bene, dopo aver sproloquiato all'iunverosimile, vi saluto!
Matarrais!!

 

  
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