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Autore: KiaWolf    23/02/2013    2 recensioni
Mi è venuta in mente questa OS mentre ero in macchina, di sera, e stavo guardando il panorama e le stelle fuori dal finestrino.
Dal capitolo...
“Ma tu sei davvero un essere umano?” chiede scettico.
Io rido, di una risata spensierata e sincera. Me lo sono chiesta spesso anche io: non assomiglio per niente ai miei coetanei.
“Credo di sì, almeno mi sembra.. Perché?” rispondo, ancora ridendo.
Lui sorride pure, stavolta divertito e senza traccia di tristezza.
Poi sospira.
“Potrei essere un maniaco, un drogato, un ubriacone.. sono un totale sconosciuto per te, e tu mi offri il tuo aiuto? Diciamocelo, nessuno l’avrebbe fatto..”
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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“Ehi, piccioncini, avete due minuti?” disse una voce squillante accanto a noi.


“Sorellina, non rompere, non vedi che siamo impegnati?” disse Edward, sempre con quel suo solito modo ‘gentile’ di rispondere.
“Che succede Alice?” chiesi io, staccandomi dalle labbra di suo fratello.
Alice era infatti la sorella minore di Edward, detta anche folletto pestifero o maga dello shopping, a seconda delle occasioni. Anche se il più delle volte i due nomi potevano andare benissimo insieme.
In questi mesi avevo imparato a conoscerla bene e ormai io, lei e Rose eravamo diventate inseparabili. Condividevamo tutto: ogni pensiero, ogni esperienza, qualsiasi cosa.
Sembravamo tre sorelle.
Edward, infastidito dal mio allontanamento dalle sue labbra, cominciò a lasciarmi piccoli baci sulla guancia, sul collo, dietro l’orecchio, ignorando volutamente la sorella e facendomi impazzire dal desiderio.
Cercai di rimanere lucida, con scarsi risultati.
“Ragazzi non so dove siano finiti Emmett e Rose, Jazz è andato a cercarli, ma non si trovano da nessuna parte. Che facciamo?”
A quelle parole, mi immobilizzai subito.
Ma dove cavolo erano andati a finire quei due?
Edward, a malincuore, allontanò le sue labbra tentatrici dalla mia pelle e si guardò intorno, forse per cercare di vedere se erano lì in giro da qualche parte. Lo imitai, scrutando ogni persona.
In quel momento arrivò Jasper, col fiato corto e il respiro affannato.
Jasper era il fidanzato storico di Alice: da quanto mi aveva raccontato lei, si conoscevano fin dalla scuola materna e stavano insieme dalla scuola media. Il loro amore era nato e cresciuto con loro: si capivano in un attimo, non avevano bisogno di parole per comunicare ed il loro sentimento era completamente diverso da qualsiasi altro tipo di amore che avevo mai visto, perché andava al di là dell’attrazione fisica.
Era un qualcosa di spirituale: quando si guardavano, non riuscivo a non distogliere lo sguardo.
Era troppo intimo.
“Li ho trovati!” disse con un sorrisetto.
“Menomale.. dov’erano?” chiesi, traendo un sospiro di sollievo.
“Erano nel magazzino, stavano… ehm, iniziando a rivedere le loro priorità!”
A quelle parole, scoppiammo tutti a ridere.
Erano sempre gli stessi, quei due, così come i loro ormoni.
“Bene ragazzi, direi che anche io e Bella abbiamo bisogno di rivedere le nostre priorità!” affermò tranquillamente Edward, rivolgendomi un sorriso lascivo.
Avvampai come ogni volta e abbassai gli occhi imbarazzata, mentre Jazz e Alice ridacchiavano.
“Ci vediamo domani, allora. Ciao!” concluse il mio ragazzo – mi emozionavo ogni volta anche solo a pensarlo! – e, all’improvviso, mi prese in braccio sollevandomi da terra. Cominciai a ridacchiare sulla sua spalla, accucciandomi di più a lui e allacciandogli le braccia al collo.
“Sai che ci stanno guardando tutti, vero?” dissi, non curandomi affatto degli spettatori sconosciuti.
“Ah-ah, ma non mi interessa per niente. Invece ho una certa idea in mente…”
“Edward! Smettila, ci sono persone!” lo rimproverai, ma non riuscii a rimanere arrabbiata con lui per più di due secondi. Aveva utilizzato la sua arma segreta, quella a cui mi arrendevo sempre senza remore: il suo sorriso sghembo.
“Non è giusto…” sussurrai.
“Che cosa?”
Mi rivolse un sorrisino innocente.
In quel momento avrebbe potuto benissimo vincere un Oscar per la sua bellissima interpretazione da cucciolo smarrito.
“Non fare finta di niente, lo sai che se mi sorridi così non riesco a rimanere arrabbiata con te!”
“Ah sì?”
“Mmm..”
“Bene, perché adesso che non sei più arrabbiata, ho proprio voglia di…”
“Edward!” tuonai di nuovo.
“Ehi, fammi finire! Volevo dire che ho tanta voglia di darti un bel bacio.”
Mi sorrise e mi avvicinai alle sue labbra.
Ogni volta era come la prima: la mia mente vuota e niente che ha senso se non noi due e i nostri corpi che diventano uno solo.
Quando ci staccammo, il mondo intorno a me cominciò a farsi più nitido e mi accorsi che non eravamo più dentro la discoteca.
Come e  quando c’eravamo finiti davanti alla sua macchina?
Incredibile come un suo solo bacio o semplicemente la sua vicinanza mi faccia questo effetto, mi renda quasi incosciente.
In quel momento mi resi conto della profondità dei miei sentimenti per lui.
Sapevo già da tempo di amarlo più di me stessa, anche se non gliel’avevo ancora detto a parole, ma all’improvviso quella consapevolezza si fece strada sempre di più verso le profondità del mio cuore.
Non pensavo fosse possibile amare a tal punto una persona dopo solo dieci mesi, ma mi ricredetti.
Nel frattempo non allontanai lo sguardo dai suoi occhi e lui fece lo stesso con me.
Ci fissammo immobili, persi ognuno nell’anima dell’altro.
Così intimo, così… naturale.
Così bello.
Dopo un po’ mi accorsi che ero ancora in braccio a lui e che di certo non pesavo quanto una piuma.
“Hai intenzione di perdere l’uso di entrambe le braccia, oggi?”
Lui continuò a scrutarmi serio, anche se sul suo viso riuscii a notare l’ombra di un sorriso.
“Non dire sciocchezze, e comunque sei leggera come una farfalla.”
“Si certo, come no… Dai, fammi scendere. Ci tengo alle tue braccia, io!”
Sorrisi e lui mi seguì.
Finalmente toccai il suolo con i piedi, ma non mi permise di spostarmi di un centimetro.
Anzi, mi prese il volto fra le mani e mi baciò di nuovo, stavolta con più dolcezza, lentamente.
Quando si allontanò, i suoi occhi brillavano ed erano decisi.
Aveva qualcosa di importante da dirmi.
“Grazie mille Bella, grazie per avermi sopportato per tutto questo tempo, grazie per aver accettato di stare con me, di condividere le tue gioie, i tuoi dolori, la tua vita con me. Qualche tempo fa non avrei mai sperato di incontrare una persona che mi avrebbe aiutato senza chiedere nulla in cambio, che mi avrebbe salvato da quell’abisso di disperazione in cui stavo cadendo.. ma poi sei arrivata tu, un angelo sceso sulla Terra solo per me, e con le tue ali mi hai protetto e mi hai fatto volare lontano, via da tutto quello schifo, via da tutta quella tristezza. E mi sei stata sempre accanto, sempre, sei stata cos’ coraggiosa, così fiduciosa, così… così t stessa. E te ne sarò grato per tutta la vita. Non ho niente con cui ripagarti di tutto questo, ma posso darti solo il mio amore… sì Bella, io ti amo, con tutto il mio cuore.”
Io ero immobile, paralizzata e stupita dalle sue parole.
Era la cosa più dolce e romantica che mi avessero mai detto.
Mi sembrò di stare in un elle storie di Jane Austen o in una favola Disney: il mio principe mi aveva dichiarato il suo amore e adesso sarebbe iniziato il nostro ‘felici e contenti’.
Ed era normale la sua espressione ansiosa, trepidante e spaventata.
Perché Edward sapeva bene quanto fossi reticente nel mostrare i miei sentimenti, quanto fossi spaventata dall’innamorarmi troppo in fretta per rischiare poi di finire con un cuore spezzato.
Quello che non sapeva però, era che ormai c’ero dentro fino al collo.
E c’era dentro anche lui.
E quindi, forse per le parole così belle che aveva detto, forse per le esperienze che avevamo vissuto, forse per il nostro stare insieme così bene e il nostro essere l’una per l’altro, forse per tutto questo, dissi l'unica cosa che riuscivo a provare in quel momento, l’unica cosa certa ed immutabile.
E non ne ebbi paura.
“Ti amo anch’io, più della mia stesa vita.” sussurrai.
E non ci fu più bisogno di parole: i suoi occhi che brillavano e il suo sorriso stupendo, adesso sereno e felice come non mai, mi fecero capire che questo sarebbe rimasto così per sempre.
Ci saremmo amati per tutta la vita.
Noi due, insieme.
E poi le sue labbra furono sulle mie ancora, e ancora, e ancora, e rimanemmo così, a nuotare nel nostro amore senza fine.


***********************

Bene, che dire?
Sono un po' di fretta, quindi farò in fretta!
(gli autori si possono permettere questi bisticci di parole, o no? XD)
D'accordo, bando alle ciance, questa è la parte finale del 3° capitolo.
Ed è anche l'ultimo capitolo.
*sighsighsigh*
Spero vi sia piaciuta questa mini-fic e che mi farete sapere che ne pensate.
Grazie come sempre a tutte voi, lettrici/commentatrici e non, per il vostro supporto.
Ne sono onorata e grata.
Adesso vado, ma non preoccupatevi:
tornerò presto per una nuova ed emozionante avventura!
(non so che cartone animato diceva questa frase XD)
Bye girls ;)
Baci, Kia Wolf
PS: ho una mezza voglia di scrivere l'epilogo, che ne dite? 
E voi di cosa vorreste che parlasse?

   
 
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