Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Valar    23/02/2013    0 recensioni
Rey, Lea, Lukas, Henrietta e Inaba, cinque ragazzi legati dal disagio che a volte la vita genera, improvvisamente rischiarati dalla luce di una piccola creatura.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cap3Haru continuava a piangere mentre Inaba lo dondolava e lo implorava di stare zitto; non avevano i pannolini e come rimedio presero delle mutandine di ricambio e, dopo aver pulito il piccolo, gliele fecero indossare insieme a un'imbottitura di cotone tenuto lì per le emergenze. Sembrava calmarsi, mentre le tre ragazze lo accudivano erano rimaste ammaliate dal pianto del neonato. Si divertivano a fare le mamme, anche se un po’ di rammarico c'era, visto la loro chiacchierata con i due ragazzi era stata interrotta. Passarono una decina di minuti ed il bebè si addormentò. Lo distesero sul letto, sotto le coperte, e andarono di nuovo in soggiorno. Trovarono i loro amici a giocare a braccio di ferro e, senza proferire una parola, guardarono la sfida...anche se forse la loro attenzione era attirata semplicemente dai due ragazzi, e non da ciò che stavano facendo. Vinse Lukas
- Cavolo, hai vinto, 2-1 per te -
- Complimenti! Una sfida alla pari direi, anche se lo sconfitto c'è sempre... - disse Inaba
- Ce l'avete fatta! Come ve la siete cavate? - chiese Rey
- Bene, sta dormendo...ma prima abbiamo dovuto pulirlo -
- E il pannolino? -
- Lasciamo perdere - pronunciò Henrietta: d'altronde l'indumento era il suo
- Uhm...capisco. - e mentre le ragazze si sedettero continuò a parlare - Henrietta, posso dirti una cosa... in privato? -
- V-Va bene – rispose balbettando la ragazza. Credeva volesse parlare del loro bacio

Andarono nella cameretta, quella che di solito usavano lui e Lukas, e dopo aver chiuso la porta
- Henrietta devo chiederti un favore, un enorme favore -
- Dimmi – adesso si era incuriosita
- Voglio essere onesto e ammetto che se oggi c'è stato quel gesto, se sono migliorato, è merito di Lukas -
- Quindi? Pensi che nonostante sia merito suo, non ti accetti? -
- Non no è questo il problema ...- si avvicinò alla ragazza - vorrei ricambiare il suo aiuto, perciò ti prego, facciamo rimanere soli Lukas e Lea! -
- Cosa? Vuoi che Lukas ci provi con Lea? Ma se si sta lasciando! E poi vuole approfittare di lei? -
- No! Ha intenzioni serie e poi non vuole fare niente, soltanto stare da solo con lei e parlare...ti prego! -
- Non è che non mi fidi di lui...è che vedendo come si è comportato con le altre non voglio far soffrire Lea -
- Non farà niente del genere, abbiamo parlato di questa cosa e ti posso assicurare che è serio! Non vuole far soffrire ne Lea, ne Inaba e nemmeno te -
- Posso fidarmi? -
- Fidati, anzi sono disposto a rischiare io stesso per lui! -
- In che senso? -
- Se dovesse trattare male Lea, ti autorizzo a fare tutto ciò che vuoi, anche accusarmi e lasciarmi se lo desideri! -
- Rischi così tanto per il tuo amico? - lo prese per mano - sei davvero dolce - e lo baciò
- Va bene! Voglio proprio vedere cosa combineranno quei due! -
- Grazie mille... come facciamo però a portare Inaba di qua? -
- Uhm...lascia fare a me! -

Uscirono dalla stanza e notarono che Lukas era solo in compagnia di Inaba. Lea era in bagno probabilmente. Tutto rese le cose più semplici, pensarono i due.
- Inaba! Vieni con me per favore? Andiamo a fare una passeggiata? -
- Aspettiamo Lea e andiamo -
- No dai vengono dopo loro... lo sai che Lea ci mette sempre tanto ad uscire dal bagno... -
- E va bene, almeno ci sgranchiamo le ossa! Prendi una birra comunque, che ce la beviamo mentre camminiamo. -

Si alzò e cominciò ad avviarsi verso la porta con Henrietta che chiese a Rey di prendere la bevanda. Il ragazzo obbedì e guardò Lukas. Egli ricambiò lo sguardo con un sorriso. Era stato davvero bravo. Adesso era il suo turno.

Lukas, ho fatto il possibile, adesso è tutto nelle tue mani...non deludermi perché sto rischiando anche io... conquistala

Attese la ragazza per qualche minuto: in effetti ci metteva tanto ogni volta. Chissà perché. Mentre aspettava inviò un messaggio a Rey con scritto
<< Grazie socio...vedi di non fallire neanche tu con Henrietta e soprattutto non fate tornare subito Inaba... >>

Nel frattempo Lea uscì
- Gli altri? -
- Sono andati a fare una passeggiata, sai, per sgranchirsi... -
- E tu sei rimasto qui? -
- Più o meno, sono rimasto ad aspettarti -
- Andiamo allora! -
- A me non va...preferirei rimanere qui con te...da solo non mi piace stare... -
- Sei pigro! Molto! -
- Può essere... -

La ragazza si sedette alla sua sinistra
- Bella serata vero?- disse lei
- Come al solito, quando stiamo insieme è sempre una bella cosa -
- Già... - ci furono vari attimi di silenzio - sai non mi sembra vero che ci sia un bambino qui con noi... -
- A chi lo dici! Io ero contento per il nostro piccolo viaggio al negozio di musica e ricevo una chiamata e subito dopo ci ritroviamo tutti qui ad accudire un bambino...wow, è affascinante come cosa. -
- Se lo dici tu...- ancora un silenzio; erano imbarazzati e non sapevano cosa dire, cosa fare. Non era la prima volta che rimanevano soli, ma di notte e quasi al buio non era mai successo. La loro timidezza era talmente evidente, ma provarono comunque a parlare.
- Sai Lea...sono stato tanto felice quando mi hai detto che il testo ti piaceva...-
- E’ la verità, sei stato bravo, ma non avevo dubbi. Si vede che ci sai fare... -
- Grazie di nuovo, comunque anche tu sei brava -
- IO? Cosa ho fatto di speciale? -
- Be prepari biscotti, dolci, e senza di te e la tua allegria non sapremmo cosa fare durante il giorno. -
- Non sono così eccezionale Lukas, anzi, probabilmente ci sono diverse differenze tra la me scolastica e la me di quando sono in casa. -
- Lo so...è difficile quando non si ha fiducia in qualcuno...l'ho imparato a mie spese... -
- Davvero? - chiese lei avvicinandosi ancora di più
- Sì, una volta pedinai la mia ragazza per paura che mi mentisse, e mi sbagliai, fece esattamente ciò che mi scriveva nei messaggi. Forse aveva capito che la stavo seguendo, però ci rimasi male e decisi dopo qualche giorno di lasciarla. Per gelosia. -
- Stupido...non sempre noi ragazze mentiamo...-
- Se è per questo neanche noi - intanto Lea si appoggiò alla sua spalla con la testa
- A voi viene più facile...-
- Io non sono così! - ribatté
- Lo so, o almeno immagino tu non sia così, anzi sei fin troppo subdolo e diretto .-
- Davvero? -
- Sì...avanti, perché siamo solo noi qui? -

Lukas girò la testa e la trovò intenta a fissarlo negli occhi. Nessuno dei due parlò. Rimasero così per molti secondi. Gli occhi della ragazza, seppur quasi all'oscuro visto che l' about-jour era accesa a bassa intensità , erano di un color nocciola, quasi sul verde...degli occhi strani ma belli.
Lea invece scrutava gli occhi del ragazzo, occhi che aveva già visto più volte ma mai in quel modo. Più i loro sguardi si incrociavano e più notava in lui un’espressione di desiderio. Forse carnale, forse no. In fin dei conti con lui si trovava bene e avevano quasi gli stessi sogni, la stessa paura di rimanere soli, gli stessi gusti musicali; insomma, era una Lea versione maschile. Lukas lentamente e delicatamente spostò il braccio e lo portò dietro ai capelli della sua amica e iniziò ad accarezzarli, ad arricciarli, rimanendo con lo sguardo sul viso della fanciulla : la bocca, le labbra, gli occhi e anche quel piercing sul sopracciglio - fatto probabilmente per dispetto - sembravano incatenarlo, incantarlo e invitarlo a sfiorare le labbra. Non c'era bisogno di parlare, i due avevano raggiunto un'intesa mentale da poter evitare qualsiasi suono vocale, e mentre continuava a giocherellare con quella chioma liscia, la ragazza all'improvvisò lo baciò. Ormai la tensione, l'emozione e la voglia si erano fuse nella mente della ragazza come un vento tempestoso, e senza pensare più a niente l'aveva baciato, e non se ne rammaricò. L'aveva fatto per davvero. Provò una strana sensazione, come se attendesse quel bacio da una vita. Non pensava di essere una cattiva ragazza, o una facile, però se anche lo era stata in quel momento, era davvero troppo felice per pensare ai pregiudizi. Continuò a baciarlo con delicatezza e tenendo gli occhi chiusi, e nel frattempo si appoggiava alle sue spalle, prolungando sempre di più quel gesto così bello da sembrare infinito. Ricambiando il bacio, Lukas smise subito di accarezzarle i capelli e cominciò a sfiorarle le guance, scendendo giù per il collo, fino a portarsi ai suoi fianchi; proseguendo, aumentarono l'enfasi, la voglia di baciarsi ancora e ancora, e si allungarono sul materasso : Lea era sopra di lui e fermandosi lo guardò soddisfatta, entusiasta, vogliosa di averlo tutto per se. Si tolse la maglietta nera, rimanendo in reggiseno, e riprese a baciarlo, a morderlo, ad accarezzarlo. Erano in preda alla foga, alla passione, al desiderio, e lui cominciò ad accarezzarle il fondoschiena con una mano, mentre con l'altra percorreva brevemente la schiena della giovane, finendo poi con l'accarezzarla sempre di più, ricambiando colpi di lingua e morsi dell'ormai sua Lea. Infilò una mano dentro il reggiseno, alzando la parte destra e cominciando a palpare il seno della sua amica, che aveva smesso di possederlo e lo fissava come se volesse invitarlo a prenderla in quel materasso; aveva una voglia matta di farlo con il suo amico, o meglio ragazzo ormai, che gli tolse la maglietta e cominciò anch'ella ad accarezzare il suo petto. Era palese che avesse fatto nuoto e altri sport, anche se comunque il suo rimaneva un fisico normale. Si sbottonò completamente il reggiseno e si aggrappò al ragazzo che le morse l'orecchio e la strinse a se.
- Lukas...- con voce desiderosa
- Lea...sei davvero scema...ti sei fatta abbindolare...- disse sorridendo
- Lo so, ma non ne potevo più, mi sento libera adesso...- e lo guardò
- Se non lo vuoi fare non me la prendo... -
- Ti sbagli! Voglio, ma ho paura, la stessa paura di mia madre...ma comunque voglio...sono tua... -
- Come desideri... -

L'allungò e si mise sopra, e cominciò a sbottonarle i jeans. Lei si coprì il seno poiché si sentiva imbarazzatissima. L'avrebbe fatto per la prima volta, con chi non si sarebbe mai aspettata. Lukas stava per sfilarle i pantaloni quando si accese la luce : Inaba, Rey e Henrietta erano tornati! Li videro in quella situazione così hot e imbarazzante e non ci furono parole, soltanto un lungo silenzio con Inaba letteralmente sconvolta. Non se lo aspettava! Non avrebbe mai voluto vedere quella scena ed infatti corse in camera seguita a ruota da Henrietta, che cercò di fermarla. Si chiusero dentro. I due capirono di aver fatto un grave sbaglio e tentarono subito di spiegare da dietro la porta.
- Inaba apri! Apri! - urlò Lukas
- Henrietta per favore apri - continuò Rey
- No! Finché quei due non spiegano che cazzo pensavano di fare! - rispose lei
- Noi non volevamo fare niente...ci siamo ritrovati così...stavamo parlando e ci siamo baciati e ci siamo fatti prendere...apri la porta, apritela! - continuando a bussare
- Rey! tu lo sapevi? -
- No! Non ne sapevo nulla, credevo che avrebbero parlato e al massimo si sarebbero baciati! -
- Davvero? -
- Fidati Henrietta! Non ne sapevo nulla, e per favore fateli scusare! Sono più dispiaciuti di me! -
- Entrate forza! -

Entrarono e trovarono Inaba e Henrietta tristi, deluse, con la prima che piangeva lentamente. Chissà, forse vedere quella situazione l'aveva fatta piangere. Da Lea non se lo sarebbe mai aspettato! Ripeteva sempre di non essere una facile ed invece stava per farlo alla prima occasione. Era delusa dalla sua amica, non perché aveva baciato Lukas e stava andando oltre, ma perché si era comportata da ipocrita. Lea lo sapeva e si sentiva giù, triste e senza parole: provava vergogna verso se stessa e basta. Eppure era così felice, così in ecstasy in quel momento quando lo stava baciando, che non aveva pensato minimamente a quel genere di cose, invece era andata oltre e non era stato Lukas a toglierle la maglia, era stata lei stessa a voler provare quelle emozioni. Forse Inaba era esagerata, però capiva la situazione e si scusò
- Scusa... - pronunciò a bassa voce
- Come hai potuto? Avevamo un patto noi tre lo sai? - urlò Inaba. Il patto consisteva nel trovare un ragazzo, e soltanto una volta che fossero state tutte e tre impegnate, se fossero state sicure, l'avrebbero fatto. Un patto banale in realtà, e lo sapevano anche loro, però un patto tra amiche resta sempre un patto tra amiche, tra ragazze, tra donne.
- Ho sbagliato...-
- Spero che non succeda mai più...mi hai deluso... -
- Lo so...scusa, scusa scusa! Mi sento così stupida! -
- Voglio perdonarti però...purché tu non tradisca di nuovo il nostro patto... -
- Va bene! Per te, per noi farei tutto! -
- E tu Lukas? -
- Io mi scuso e prometto, anzi giuro di far rispettare il vostro patto! Io e Lea abbiamo sbagliato e stavamo andando oltre...so cosa significhi avere un patto, un accordo, una promessa con degli amici, perciò chiedo scusa anche io per non essermi fermato! – un momento di pausa - ...in realtà era bellissimo e non avrei voluto fermarmi, ero in preda al desiderio...e non ero a conoscenza del patto...neanche adesso so di che parlate ma chiedo lo stesso scusa a tutti... -
- Perdonato e perdonata! Adesso non pensiamoci più ok? Lukas...direi che è meglio lasciare le ragazze sole e di prendere Haru... - propose Rey
- Cosa? Voi Haru? - disse Henrietta
- Fidati, è meglio che voi tre chiariate, Haru darebbe solo fastidio. A domani, buonanotte ! - e prese Haru senza farlo svegliare
- Buonanotte e state attenti ! -

I due andarono in soggiorno, misero Haru sul primo materasso – accertandosi che non potesse cadere mentre loro non lo controllavano, grazie a due cuscini sistemati ai lati del bambino - e cominciarono a portare il secondo nella stanza; sistemarono il letto e dopo di che presero il bambino e lo accomodarono sul letto bell’e sistemato, e andarono a prendere l'altro materasso sistemando anche quello. Unirono i letti e misero il piccolo al centro, tutti e tre sotto le coperte.
- Lukas...sei un grande...però sei un deficiente... - cominciarono a parlare a bassa voce
- Lo so Rey... lo so... ma non ne sapevo niente del patto e poi è stata lei a spogliarsi...tu che avresti fatto? -
- In effetti...avrei fatto come te...però hai sbagliato, avete sbagliato...anche io ho sbagliato e spero si sistemi tutto... -
- Speriamo, l'unica cosa che mi preoccupa adesso è il rapporto tra Inaba e Lea...chissà se faranno pace...mi sento stupido... -
- Sei stupido, è questa la realtà, però speriamo bene per quelle due... comunque toglimi una curiosità... -
- Quale? -
- Ma le hai toccate? -
- Certo -
- E come erano? -
- Uhm...soffici ahah -
- Beato te... -
- Dai un giorno anche tu farai la stessa cosa ad Henrietta -
- Lo spero, lo desidero tanto, però mi basta che sia felice...-
- Lo spero anch’io per voi tutti. Adesso dormiamo...buonanotte -
- Buonanotte -

Si addormentarono quasi subito, buttandosi alle spalle ciò che era accaduto qualche minuto prima. Certo, non era facile, e Lukas comprese di aver fatto una cavolata, però sperò in cuor suo di non aver rovinato il rapporto tra i cinque, specialmente tra Inaba e Lea. Le ragazze invece parlavano del patto, cercando di scherzarci su, ma erano profondamente deluse da Lea. Henrietta pensò al bacio e alle carezze e raccontò alle altre cosa era successo quel pomeriggio, e grazie al racconto della propria esperienza riuscì a comprendere il gesto della sua amica : anche lei desiderava Rey e quel bacio, quel momento, quell'attimo, erano stati infiniti, e avrebbe voluto non fermarsi, perciò capiva Lea e per questo cercò di far ragionare Inaba. Riuscirono a fare pace e a riderci su, parlando proprio delle emozioni, come se non fosse successo niente e si stessero raccontando a vicenda i fatti loro. Inaba rideva e voleva mettere una pietra sopra all’accaduto, però quella scena era difficile da dimenticare; ma, parlando con Lea, comprese la situazione e cercò di fidarsi perché sapeva che per Lea l'amicizia con loro era di vitale importanza. Insomma, sembrava tutto sistemato nel gruppo, però da quella sera erano cambiate molte cose : Rey aveva baciato Henrietta e si erano messi insieme, mentre Lea e Lukas erano un'incognita visto il desiderio di lei e la poca serietà - almeno secondo le ragazze che in passato si erano già fidate delle parole di Rey - del ragazzo. Inoltre c'era Haru, quel piccolo raggio di sole che aveva permesso tutto questo,o almeno aveva anticipato quei gesti. Uscirono dalla stanza di soppiatto, senza fare il minimo rumore, e andarono a prendere la bottiglia di champagne e i bicchieri :
- Brindiamo ad Haru, ai baci e a noi tre, sempre unite rispettando il patto, rimanendo sempre e per sempre amiche fidate – disse solennemente Inaba
- Brindiamo! - urlarono insieme - in realtà a bassa voce per non svegliare i ragazzi.

Risero e finirono completamente la bottiglia , rimanendo sveglie tutta la notte a parlare di ogni argomento, spaziando dal più serio al più banale. Dopo alcuni momenti tristi, l'amicizia e la serenità erano tornate nell'aria.
Il giorno dopo andarono a scuola - tutti tranne Lukas, che rimase con il piccolo. Gli altri erano tornati nelle rispettive case a prendere vestiti e libri. Le ragazze erano esauste, quasi addormentate, ma con una forza di volontà immensa cercarono di seguire le varie lezioni. Ognuno ripensava al giorno prima, ad Haru, ai racconti dei baci, ai giochi, ad ogni singola cosa. Lea sembrava rinata, era felice e più attiva del solito, un po' rammaricata ma cosciente di dover riconquistare la fiducia di Inaba - seppur lei avesse detto che fosse tutto ok – e, per farlo, all'ora di pranzo la prese di forza e la portò nell'aula del club.
- Cosa vuoi? Ho fame, non potremmo andare a mangiare prima che ricomincino le lezioni? -
- Tra poco andiamo...ti ho portato qui solo per chiederti scusa... -
- Di nuovo? Ti ho perdonata! -
- Sì, di nuovo... mi sono comportata male e anche se hai detto di avermi perdonata e di dimenticarci tutto, mi sento in dovere di riconquistare la tua amicizia e la tua fiducia... -
- Grazie...ma come ti ho già detto sei perdonata! Tanto più che eri immersa in un bel momento... - e fece l'occhiolino
- Be...in effetti...non era niente male... - arrossendo e portandosi la mano si accarezzò la testa - eheh -
- Immagino, però un patto è un patto e mi fido di te...so che non sbaglierai di nuovo...e capisco il perché tu l'abbia fatto... -
- Immagino tu l'abbia capito...mia madre...-
- Già, però anche il fatto che ti piace e sentendo delle sue conquiste volevi provare anche tu... -
- Si... dico sempre che non mi abbindolerà ma alla fine mi stavo comportando come le sue...scopamiche... -
- Su, su, è acqua passata, adesso divertiamoci e andiamo a mangiare, e se dovessimo trovarci sole con lui... -
- Sole? Cosa c'entri tu? -
- No ho detto sola! -
- Io ho capito sole... -
- Sei sorda, dai forza andiamo a mangiare! -
- Andiamo! Ho una fame immensa! -

Il resto della pausa pranzo lo passarono insieme a Rey e Henrietta, parlando dei professori e di cosa stesse facendo Lukas. Sembrava essere tornato tutto alla normalità, e tra una risata, una lezione e una discussione nel club sulla musica, la giornata passò abbastanza velocemente. Come sempre, del resto, entro la prospettiva de club e del gruppo erano entusiasmanti, l'esatto contrario della vita familiare, almeno per Lea e Inaba. Usciti dall'edificio quest’ultima chiamò sua madre
- Mamma...volevo dirti che rimango da Henrietta insieme a Lea, la madre può ospitarci -
- Va bene amore, però vieni a prendere i vestiti di ricambio ok? -
- Sì tranquilla, stiamo passando anche da Lea ... a tra poco -
- A tra poco ciaooo -

- Mamma mamma! Lea e Inaba possono dormire da noi? -
- Certo Henrietta , preparo subito i letti -
- Grazie mamma sei la migliore! -

Decisero di andare a casa di Lea per poi passare a casa di Inaba, dopo di che partirono all’insegna della casa di Henrietta. Il piano era quello di far vedere Inaba alla madre per poi farla uscire di nascosto e farla andare nel cantiere senza che la madre se ne accorgesse. Ovviamente la mattina dopo Inaba sarebbe ritornata, e nonostante fosse un piano altamente rischioso era l'unico che potesse funzionare. Certo, avrebbero potuto semplicemente dire che Inaba dormiva lì, ma poi, conoscendo il padre, sarebbe arrivata la telefonata e la smentita da parte di sua madre su dove si trovasse la loro figlia.
Camminarono per diversi minuti, attendendo per almeno un quarto d'ora l'arrivo dell'autobus che di solito passava per quella via, ma attesero invano : non passò. Mentre camminavano parlavano del piccolo Haru, di come si sarebbero comportate e della fatica che avrebbe comportato accudirlo, e in effetti avevano ragione: non tanto per la fatica, ma per la presenza costante che avrebbe richiesto; non potevano stare tutti i giorni e tutte le notti lì, e nemmeno potevano chiedere a Lukas o Rey di occuparsene. L'unica soluzione sembrava il sistema rotativo: in poche parole uno alla volta, ogni sera o ogni due giorni, si sarebbero cambiati di turno; ma purtroppo anche quel piano era poco fattibile. Pensarono per tutta la durata del tragitto a cosa potessero fare, ma senza che un’illuminazione li sorprendesse. Per Inaba era un grande problema perché, nonostante fosse passato un giorno, si era affezionata subito al bambino. Certo, non era stata molto presente per via degli amici e della loro cena, però si sentiva in dovere di crescerlo, di salvarlo, anche perché era stata lei a trovarlo. Il solo pensiero di doverlo abbandonare o di portarlo ad un orfanotrofio la faceva star male perché non voleva perderlo, farlo soffrire da solo in attesa di una madre e un padre. Pensò e ripensò quasi a scoppiarle la testa, però si accorse di non poter fare nulla. Divenne triste. Arrivati a casa di Lea suonarono alla porta aspettando l'arrivo della madre della ragazza. Dopo qualche secondo la signora aprì
- Prego ragazze, accomodatevi. - con un sorriso amichevole. In realtà non era molto contenta però non poteva certo far scenate con le uniche amiche della figlia. Aveva paura che la coinvolgessero in brutte faccende però voleva dare fiducia a tutt’e tre. Sapeva di sbagliare e di comportarsi male ogni volta che rimproverava sua figlia , eppure ripeteva continuamente i propri errori.
Lea non salutò nemmeno e andò direttamente in camera sua, ignorando la madre persino con lo sguardo. Entrò in stanza e cominciò a prendere i vestiti e i libri utili per il giorno dopo, liberando la cartella da quelli che non servivano. Intanto la madre offrì alle ragazze qualcosa da bere
- Allora come mai siete tutte qui? -
- Giusto, lei non lo sa! - disse Henrietta
- Cosa non so? - domandò la donna mentre lavava i piatti
- Ho invitato Inaba e Lea a casa mia questa sera, ovviamente rimangono a dormire...non le dispiace vero? -
- No non mi dispiace, solamente fate le brave! Non vorrei vi accadesse qualcosa -
- Ma no, non si preoccupi, noi non usciamo, anzi, dopo passati a casa di Inaba andiamo direttamente a casa mia... -
- Va bene, mi fido! Certo che è davvero dura la vostra scuola... -
- E già, i professori non si danno mai pace! - esclamò Inaba
- Ahah immagino, e ditemi, Lea come va? Combina guai? -
- No, anzi è brava e tanto simpatica -
- Capisco, e con quei due ragazzi? -
- Lukas e Rey? Niente di che, sono idioti ma simpatici. Parliamo sempre e cantiamo...niente di più - proseguì Henrietta
- Allora mamma? Hai finito di fare l'interrogatorio? - ad un tratto Lea
- Non stavo facendo nessun interrogatorio, stavo soltanto chiedendo -
- Lo so che non ti fidi di me e di quei ragazzi, ma almeno evita di infastidire loro! - prese e uscì sbattendo la porta
- Ci scusi ...- disse Henrietta
- Non fa niente, anzi forse con voi si calmerà... -
- Ci pensiamo noi non si preoccupi! – le promise Inaba mentre usciva dalla cucina
- Arrivederci -

Uscirono in fretta e furia e scorsero Lea già molto lontana da loro, sicuramente nervosa , e correndo a perdifiato la raggiunsero
- Leaaaaa! - urlarono alternatamente

La ragazza era così presa dai pensieri che non le sentì e continuò a camminare finché non venne fermata dalle due che l'aggrapparono e la riportarono tra i " comuni mortali "
- Cavolo ma quanto cammini? - Inaba con il fiatone
- Perché?-
- Perché? Perché forse ci hai seminato e non ci ascoltavi? -
- Scusate...ero sovrappensiero per colpa di quella stronza... -
- Lo sappiamo, ma non ti devi preoccupare, stasera sei con noi - e l'abbracciarono. La ragazza si sentì commossa, consolata e non più nervosa. Stare con loro era davvero una via di fuga. Quasi pianse ma trattenne le lacrime e dopo averle ringraziate si incamminarono per andare a casa di Inaba. Dopo venti minuti di camminata, tra uno scherzo per farsi rincorrere, una battuta e un'idea su come accudire il bambino, raggiunsero l'abitazione. Era una casa molto grande, di ben altro stile rispetto a quelle di Henrietta e Lea o Rey. Entrarono e togliendosi le scarpe andarono nella cameretta della ragazza. La stanza era grande, con un letto matrimoniale e addirittura una poltrona dove guardare la tv a schermo piatto. La scrivania era bianca e grande come il tavolo di un salone e aveva sopra il PC, la stampante, delle casse con il dolby surround e anche una specie di reggi spartito che Inaba usava per studiare più comodamente. Di fianco, alla sinistra del tavolo, c'era uno specchio con una cornice a sorreggerlo di color argento. La finestra era grande metà stanza e c'era un piccolo balcone che si affacciava sul retro del giardino. Ovviamente gli armadi e il posto dove riporre i libri erano grandi, anzi, sopra i libri scolastici c'erano tantissimi libri di ogni genere : dai racconti horror a quelli fantasy, polizieschi e anche qualcuno erotico. Rimasero estasiate! Era la prima volta che Inaba le portava a casa sua, siccome era sempre piena di impegni per colpa del padre e raramente della madre, e per lei quella stanza non era niente di speciale, anzi, riteneva quella casa, quella stanza e la sua intera famiglia inutili.
- Wow Inaba...questa stanza è meravigliosa - esclamò Henrietta
- Vorrei averla io una stanza così grande! - anche Lea
- Non è niente di che... andiamo ora. - rispose Inaba che ripose i libri e li sostituì con quelli utili nei loro scomparti. Prese anche dei vestiti per il giorno dopo : una gonnellina nera, una maglietta dello stesso colore e una felpa color argento e nero. Mise i vestiti dentro uno zainetto insieme al materiale scolastico e andarono. Era seccata e tesa dal dover fare tutto di corsa, però era decisa nel vedere di nuovo Haru. Scesero le scale, immense anche quelle, e dopo aver fatto una ventina di scalini sentirono una voce
- Inaba sei tu? -

Che palle...era in casa

- Sì mamma sono io, e ci sono anche Lea e Henrietta - urlò per farsi capire, con la madre che uscì dal salone situato a sinistra delle scale, proprio sotto la stanza della ragazza
- Ciao care...come è andata la scuola? Divertitevi comunque questa sera! -
- Come vuoi che sia andata...come sempre! Una noia mortale! -
- Immagino...volete del the? -
- No grazie - rispose Lea
- Sì in effetti abbiamo fretta perché prima di andare a casa vogliamo noleggiare un film - disse Henrietta
- Ok ok andate! Ci vediamo domani Inaba -
- Mamma...dì al vecchio che può anche chiamare...tanto rimarrà deluso dal sapere che sono con loro... -

La signora non proferì parola, si limitò ad annuire e sorridere alle ragazze. I rapporti tra Inaba e il padre erano pessimi, specialmente quando discutevano. Molte volte la madre si era dovuta schierare dalla parte dell'uomo nonostante non avesse voluto. Sapeva che più passavano i giorni e più l'odio della figlia per il padre cresceva, e quelle poche volte che poteva, o potevano, sistemare la situazione finivano con l'eterna discussione tra i due, anche su cose futili.
Lungo la via Inaba era diventata nervosa e per qualche assurda ragione non parlò, anzi nessuna delle tre proferì parola. Conoscendo Inaba, poi, decisero di stare zitte per farla calmare, anche perché solamente poche ore prima c'era stato l'episodio di Lea e Lukas che l'aveva turbata. Purtroppo, nonostante fosse una ragazza intelligente e ragionevole era asociale, ma non per timidezza, ma perché la sua vita, il suo passato pian piano avevano creato in lei un muro quasi impossibile da distruggere, che l’aveva fatta chiudere in se stessa. Si teneva tutto dentro e pur di non rovinare la giornata alle sue più fidate e uniche amiche, preferiva sfogarsi interiormente, magari la notte mentre era sola in stanza: più pensava a suo padre e più la rabbia cresceva, si coltivava dentro di lei così tanto che rischiava di scoppiare da un momento all'altro.
Arrivarono a casa di Henrietta dopo una lunghissima camminata, e quando entrarono vennero travolte dai fratelli della ragazza che l'abbracciarono e poi fecero la stessa cosa con le sue amiche. Inaba e Lea rimasero quasi paralizzate mentre la loro amica le guardava divertita;
- Dai forza adesso staccatevi e ritornate a giocare -
- OK Etta! - dissero entrambi e tornarono in salotto a giocare con la console
- Che carini - esclamò Lea, che dopo il piccolo imbarazzo si sentiva coccolata, seppur da due bambini.
- Fanno sempre così? - chiese Inaba
- Più o meno... -
- Siete arrivate finalmente! Forza aiuta le tue amiche a sistemarsi che la cena è quasi pronta! - disse la madre che sbucò dalla cucina
- Ok mamma, venite forza! Vi faccio vedere la mia casa! -

Salirono le scale seguendo Henrietta che le indirizzava e indicava le varie stanze come se fosse una guida turistica. A sentir parlare la ragazza cominciarono a ridere perché era troppo buffa, ed infatti anche lei rise. Dopo avere fatto far loro il giro della casa, entrarono nella stanza di Henrietta. Ovviamente non era grande come quella di Inaba ma era altrettanto graziosa, con tre letti singoli, la televisione, due armadi pieni di vestiti della giovane e la scrivania per studiare; qualche poster dei vari cantanti e attori e la Wii " personale. Non era immensa e " lussuosa " come casa di Inaba, ma era comunque il suo regno, che per la prima volta avrebbe diviso con le sue amiche. Posarono i loro zaini sul pavimento e andarono a cena. Mangiarono carne, delle verdure, qualche frutto, e come dessert del gelato al cioccolato. Passarono il tempo a rispondere alle domande dei genitori di Henrietta e ascoltando i loro racconti ironici e gli aneddoti sulla loro figlia. Alcune le trovarono davvero divertenti e cominciarono a prenderla in giro scherzosamente, mentre lei si imbarazzava e cercava di smentire in qualsiasi maniera. Appena finito di mangiare si misero a giocare alla console insieme ai due fratellini e successivamente andarono a farsi un bagno tutte e tre insieme. Fare il bagno dopo mangiato era un classico di Henrietta, meno per Lea e Inaba, però anche loro due lo trovarono rilassante. Cercarono di entrare tutte nella vasca e ci riuscirono a fatica, quasi con le ginocchia in gola, ma non importava. Stare dentro a quell'acqua calda fumante era quello che ci voleva. Si lavarono a vicenda e, dopo essersi asciugate, indossarono il pigiama e andarono a dormire. Nella stanza di Henrietta giocarono alla Wii e aspettarono che i genitori andassero a dormire. Ci volle una mezzoretta, e come furono sicure che si fossero addormentati, di soppiatto aprirono la porta della cameretta e Henrietta, muovendosi delicatamente, in punta di piedi si recò nella stanza dei suoi e, aprendo pian piano la porta, appurò che fosse realmente così. Ritornò dalle amiche, e insieme a Lea aspettò Inaba davanti alla porta di casa. Lei si cambiò completamente, mettendosi alcuni vestiti di Henrietta. Poteva portarsi altri vestiti ma nello zaino non entravano perciò decise di usufruire di quelli della compagna. Per fortuna le andavano bene, forse leggermente stretti in petto per via delle misure, ma non poteva lamentarsi. Scese delicatamente le scale con lo zaino in spalla.
- Mi raccomando Inaba, stai attenta! - disse Henrietta
- Tranquille non è tanto distante...-
- Lo sappiamo, però stai attenta anche per tu sai cosa... - guardando Lea
- Tranquille, non faccio nulla e comunque dormirà nella stanza dei ragazzi, non ci tengo proprio a dormire con un ragazzo! -
- Bene, fatti rispettare comunque...-
- Come sempre ahah - risero insieme

Uscì e cominciò a camminare. Il cantiere non era lontano da casa di Henrietta perciò tra 20-30 sarebbe arrivata. Il cantiere si trovava quasi vicino al centro della città e la zona dove viveva Henrietta era in quei paraggi. Da casa sua invece ci voleva almeno un'ora. Il vento quella sera era abbastanza forte e freddo ed infatti cercò di coprirsi il più possibile con la felpa e con il cappuccio. Inviò un messaggio a Lukas
<< Sto per arrivare, come va con Haru? Scusa se non mi sono fatta sentire oggi ma ci sono stati tantissimi problemi che neanche ti immagini >>
La risposta del ragazzo arrivò dopo qualche minuto
<< Tranquilla, Haru è qui che dorme e oggi è andata bene, sono uscito una volta sola per comprare da mangiare e i pannolini al piccolo. A tra poco allora Ina :) >>

Decise di accelerare il passo e dopo una ventina di minuti arrivò. In quel lasso di tempo ripensò a Lea e Lukas, a come doveva comportarsi e a cosa avrebbero fatto da soli se nel caso si fossero ritrovati nello stesso letto: in poche parole, cercò di mettersi nei panni di Lea la scorsa notte, e capì che non trovarsi nella sua situazione non sarebbe stato facile. Pensò anche ad Haru...aveva una voglia matta di rivederlo, di coccolarlo e di abbracciarlo, così tanta voglia che ogni volta che rimembrava il suo visino sorrideva da sola...
Appena arrivata davanti al cantiere si assicurò che non ci fosse nessuno. Notò soltanto le travi lasciate lì insieme ai sacchi di cemento e alla capanna con i vari attrezzi. Con il vento che soffiava di meno, diede un'ultima occhiata a 360° gradi ed entrò nell'edificio. Fece di corsa gli 8 piani per paura che ci fosse qualcuno che la potesse prendere all'improvviso e quando arrivò nella stanza all'ultimo piano bussò e Lukas aprì. Notò che la luce era accesa e che il piccolo Haru non c'era: probabilmente era nel letto. Sul tavolo c'erano le carte da gioco e una birra mentre dal bagno uno strano calore arrivava. Evidentemente si era lavato da poco. Pensò subito a qualcosa di losco, però quella marea di pensieri venne interrotta dal ragazzo che la prese per mano e la trascinò nella camera matrimoniale; la luce era accesa e il piccolo dormiva beatamente. Aveva addirittura un pigiamino blu come il mare e quella visione le fece tenerezza. Si girò a guardare Lukas che le sorrise.
- Vedi? Ci ho pensato io...te l'avevo detto! -
- Vedo...vedo...grazie... -
- Non c'è di che, anzi l'ho fatto molto volentieri, specialmente perché sapevo che ci tenevi tanto -

Arrossì leggermente

- Non ci provare con me...hai già avuto Lea e ti stava andando bene... -
- Non ci sto provando con te, se avessi voluto provarci con te ti avrei presa... - e la prese di forza - e ti avrei sbattuta al muro guardandoti negli occhi - e fece quello che aveva detto. Si fissarono per diversi secondi, con ma ragazza che si fece leggermente male - infatti le fuoriuscì un verso di dolore, però non oppose resistenza, sentendosi ormai domata - però stai tranquilla che non faccio nulla del genere - aggiunse e lasciò la presa andandosene in cucina

Inaba rimase ferma per qualche secondo, sogghignando e facendo un grosso respiro. Per un attimo credette a un suo bacio, magari con lo stesso modo con la quale aveva " conquistato " Lea, ma non fu cosi. Per lei Lukas non rappresentava ne una valvola di sfogo, ne un pensiero sconcio, ne perlomeno un innamoramento. Era semplicemente un suo amico, quello che aveva controllato il piccolo tutta la giornata e che aveva comprato un pigiama e dei pannolini. Erano gesti semplici però apprezzò molto l'aiuto di Lukas, tant’è che lo ringraziò più di una volta.
Si sedette di fronte a lui senza proferire parola, soltanto guardandosi rare volte negli occhi. Erano entrambi intimiditi dall'altro, ognuno per le proprie ragioni, seppur una in comune : Lea. Inaba non poteva più ignorare quel gesto e anche se aveva perdonato entrambi aveva paura a lasciarli soli, però adesso che era lei sola ne era tremendamente impaurita, pietrificata, eppure era un suo amico, l'unico che l'aveva aiutata e che non aveva problemi con la famiglia che potessero interferire con la cura di Haru. Lukas, vedendo la ragazza impaurita o comunque dubbiosa nei suoi confronti, prese le carte e le raggruppò, iniziando successivamente a mischiare e tagliare il mazzo. Fece un ventaglio con la mano destra
- Avanti, scegli una carta -
- Cosa? - incuriosita
- Scegli una carta - Lei obbedì e tra quelle scelse l'asso di fiori
- Bene. Adesso rimettila nel mazzo, in qualunque punto tu voglia -

Fece come aveva detto Lukas e decise di mettere la carta quasi alla metà del mazzo. Lukas chiuse il ventaglio e iniziò a mischiare le carte all'americana e all'indiana mentre guardava la ragazza divertita. Lei non capiva niente, era solo incuriosita dal gioco del ragazzo e osservava i movimenti delle carte, delle mani e ogni tanto gli occhi quasi neri del suo amico. Dopo aver eseguito vari miscugli e tagli, il ragazzo diede il mazzetto alla ragazza
- Adesso dividi il mazzo in altri tre mazzi e sistemali come vuoi - e lei tagliò in tre il mazzo e mise il terzo sopra il primo e il secondo sopra tutto. Il ragazzo fece cenno di voler il mazzo e lei glielo diede : con estrema facilità il ragazzo lancio metà mazzetto sul tavolo, e alzando la prima carta scoprì l' asso di fiori. La ragazza rimase sbalordita da quel trucco. Quel piccolo giochetto l'aveva affascinata e la fece sorridere. Forse sono proprio scema - pensò, però era stato divertente e anche strano.
- Finalmente! -
- Finalmente cosa? -
- Finalmente stai sorridendo...è da quando sei entrata che sei giù di morale...e pensavo, anzi penso, che molto probabilmente una parte della tua tristezza è causa mia...indovinato? -
- Indovinato...diciamo che la scena di ieri è stata alquanto assurda... -
- Lo so, però so di aver sbagliato, e di non aver resistito alla tentazione -
- Ti capisco...e capisco Lea...non è una vita facile la sua... -
- Se è per questo nemmeno la tua... - i due si guardarono, ed Inaba si intristì di nuovo
- Lo so...tutta colpa di mio padre... - sbattendo i pugni sul tavolo
- Su, su, calmati...tutti sbagliano e di certo un giorno tuo padre lo capirà...credo... -
- Beato te che non hai questi problemi -
- Non dire così perché potrei smentirti e raccontarti la storia della mia vita, dopo di che ti renderesti conto di quanto simili siamo o di quanto abbia dovuto sopportare io in confronto a te...e fidati, non è una bella cosa... -

Lei lo guardò con aria di sfida, ma al sentir quelle parole provò pena per il suo amico : è vero, non sapeva niente di lui, però se aveva detto quelle parole un motivo ci stava.
- Scusa... - disse lei chinando la testa
- Non ti scusare...piuttosto che ne dici di uno spuntino ? Ho preso della cioccolata... fondente... -
- Come fai a sapere delle cioccolata fondente?! - esclamò la ragazza spalancando gli occhi e desiderosa di averla
- Eeeee se-gre-to ! - cacciandola dal frigorifero e sventolandola come un foglietto di carta
- Dimmi chi è stato maledetto! - e cominciarono a rincorrersi per l'appartamento ridendo
- Non te lo dico nemmeno se tu mi torturi ! E se non riesci a prendermi ti avverto che me la mangerò tutta io, a costo di andare al bagno per una nottata intera! -
- Scordatelo! Sarà mia! Vieni qui! -

Si rincorsero per diversi minuti finché, togliendosi una scarpa e lanciandola, Inaba prese Lukas in testa facendolo cadere a terra. Si inginocchiò davanti a lui e raccolse le tre tavolette di cioccolata
- Bene bene...guarda qui cosa abbiamo! Della cioccolata e un ragazzo in ginocchio...sei fortunato che non mi piaci altrimenti avrei fatto molti giochetti con te! - ridendo come una scema

Lui la guardò dal basso verso l'alto, fissando il suo sorriso e la sua espressione che in poco tempo era completamente cambiata. Fu soddisfatto, anche se probabilmente avrebbe voluto evitare quella botta in testa, ma in fin dei conti era andata bene ugualmente e alla fine aveva fatto tornare il sorriso alla sua amica, proprio come Lea e Henrietta gli avevano chiesto per messaggio poco prima che lei arrivasse. Inoltre, mentre erano a scuola, gli avevano riferito che adorava la cioccolata fondente e che probabilmente sarebbe servita. Cominciò a ridere anche lui e si alzò andando insieme a lei sul divano
- Tieni, questa è la tua - disse Inaba mentre spezzava metà della prima tavoletta e gliela offrì
- Grazie ma se vuoi puoi mangiarla tutta -
- Tranquillo, diciamo che è un piccolo pagamento per il lavoro svolto -
- Capisco, però non è un vero e proprio pagamento visto che l'ho comprata per te... -
- Cosa vuoi che ti dica...va bene un altro grazie? -
- Meglio la cioccolata .... - sorrisero e addentarono la barretta e spezzarono la prima striscia. Arrivò ad entrambi un messaggio, e in pochi secondi presero i cellulari dalle loro tasche e li lessero con la mente

<< Allora Ina come va? Ci ha provato con te? Piaciuta la sorpresa della cioccolata? Ci manchi molto e ci fidiamo di te! Fallo nero... >>
<< Hey Lukas come è la situazione? Non dirmi che sei a letto con lei e sto disturbando...se così fosse ti dico che sei un cretino ma anche un mito! A domani...a meno che tu non risponda >>

Scossero la testa entrambi e risposero

<< Tutto bene ragazze, abbiamo riso e scherzato e per prendere la cioccolata gli ho tirato una scarpa in testa...adesso la stiamo mangiando..comunque siete delle grandissime z..... >>
<< Non sono a letto con lei, però stiamo mangiando la cioccolata assieme. Tutto bene anche se passare tutta la giornata senza fare niente è davvero noioso...tu ti stai divertendo? E a quel gioco come va? >>

<< Ahah ha detto Lea che forse lei lo è per davvero xD però stai in guardia...adesso ti auguriamo la buonanotte altrimenti domani non ci svegliamo neanche con le cannonate! Notte Ina! >>
<< Bene bene, l'ho quasi finito perciò non preoccuparti non mi serve il tuo aiuto :P comunque vedi di non fare casini stavolta ok? A proposito...se vedi Inaba mentre si spoglia per mettersi il pigiama, dimmi come è! A domani socio! Vado a dormire...domani mattina se mi sveglio presto faccio un salto da voi prima di andare a scuola! >>

<< Notte e comunque anche tu lo sei Henrietta U_U io invece sono l'unica sana e brava U_U a domani e comunque lo so che parlerete tutta la notte -.- beate voi! Io devo stare qui con un ragazzo e un bambino è_é il mio bambino é_é >>
<< A domani e stai tranquillo pervertito...ti racconto tutto ;) se ovviamente si spoglia... >>

Smisero di messaggiare e finirono di mangiare lo spuntino.
- Allora buonanotte Inaba... - mentre percorrevano il piccolo corridoio che portava alle camere da letto
- Già...buonanotte Lukas...e...grazie per la cioccolata... - abbassando la voce
- Di nulla...anzi grazie per la scarpata, mi ci voleva una botta del genere... -
- Ahah scemo, se vuoi te ne do un' altra così ti addormenti subito -
- No grazie, sono a posto così..a domani Ina ..’notte -
- A domani - sorridendo al giovane

Prima di entrare nella stanza andò a prendere lo zaino lasciato vicino alla porta d'ingresso e una volta entrata nella stanza da letto si spogliò. Si tolse la maglia fissando Haru. Per sicurezza mise la maglia davanti alla fessura della porta e si tolse anche i pantaloni. L'avesse vista Lukas in quel momento probabilmente si sarebbe vergognata da morire, però si sarebbe anche eccitata nel ricevere attenzioni da un ragazzo: questi furono i suoi pensieri mentre si guardava allo specchio e osservava le sue curve che con quel reggiseno e quelle mutandine sembrava darle meno risalto rispetto a quel completino intimo rubato. Ripensò anche a quel gesto, perché se non avesse rubato quell'indumento non avrebbe mai trovato Haru e soprattutto non si sarebbe trovata in quella situazione. Ringraziò quel completino e la sua stupidaggine che le aveva fatto compiere quel gesto. Si toccò per un attimo la parte superiore per sistemarlo meglio e mettersi il pigiama. Notò che quel rosso scuro le donava quasi quanto il nero, e ne fu non poco entusiasta. Si mise il pigiama e spense la luce. Si allungò di fianco ad Haru, circondandolo con il braccio. La schiena era rivolta verso la direzione della porta e non riusciva a dormire. Fissava Haru e ripensava a tutto : ai suoi, al passato, al giorno prima, ad Haru, a Lea, e cercò di immaginare il passato di Lukas. Quelle parole la fecero riflettere più del solito, il che era strano per una come lei che era asociale e si fidava solamente delle sue amiche. Erano passate ormai due ore da quando era lì, e tra il provare una posizione comoda per dormire e i pensieri che le ingombravano la mente, iniziò a sussurrare a bassa voce il nome di Haru, di Lukas, di Rey, di Lea e di Henrietta: si sentiva a disagio con un bambino e un ragazzo, voleva una compagnia che la rassicurasse. Cercava di dormire e all'improvviso sentì una mano accarezzarle la spalla. Rimase con il cuore in gola per qualche secondo ma poi, appena la mano iniziò a scivolare lungo tutto il braccio ripetutamente, capì che era Lukas che era entrato in camera sua. In un attimo si sentì più sicura, più protetta e sorrise tra se e se. Intanto Lukas si era allungato poggiando il petto alla sua schiena. Lei si sentì ancora più felice e sicura, come una bambina che dorme affianco al proprio genitore. Prese il braccio del ragazzo e lo portò intorno alla sua vita, bloccandolo con il proprio braccio: voleva dormire in quel modo. Lukas, capendo cosa desiderasse la sua amica, non fece altro se non un ultimo gesto : le diede un leggero bacio sulla guancia e poggiò la testa sul cuscino. Inaba si sentiva sicura e serena in quel momento, anzi, quel gesto la fece tranquillizzare così tanto che i pensieri sparirono. Ringraziò a voce bassissima Lukas e cercò di dormire. Adesso sì che poteva, ed infatti dopo qualche minuto chiuse gli occhi e si assopì tra le braccia del ragazzo.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Valar