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Autore: Melanyholland    10/09/2007    5 recensioni
Una raccolta di momenti dedicati alla settima stagione.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Snowflake#14:

Title: Goodbye to the Hellmouth

Timeline: durante e dopo “Chosen” (La Prescelta).

Pairing: Buffy/Spike... per quanto mi è concesso, dato l’assassinio immondo compiuto da Joss!

Note: con questa storia concludo la serie di Snowflakes dedicati alla settima stagione; spero davvero di aver fatto un buon lavoro con il finale (anche se non ne sono poi così sicura^^”). Non era facile: le scene di morte sono tra le più difficili nei racconti, perché rischiano di scadere nel banale o nello sciropposo (o in entrambi). Ringrazio in anticipo tutti coloro che leggeranno.

Feedback: sempre auspicabili… e ben accetti! ^__^


Questa storia la dedico a tutti coloro che hanno seguito questa ff, e che mi hanno aiutato passo dopo passo con i loro commenti; non potrò mai spiegarvi quanto essi sono stati importanti, per me.

Grazie quindi a Shavanna, Chloe88, Clara, Isabel, Boopsie, Mokuren078, Cleo, Pikky91, Lalla86, Lisachan, Bitchyheartkiller, Elwen, Sery Black, Xhio, Topy, Ardespuffy, ReaderNotViewer, Gill MP, Ony, Buffy91.

Questa storia è per voi.

Goodbye to the Hellmouth

Era finita.

Fu quella la prima cosa di cui Buffy prese atto quando la frenesia della fuga si fu calmata. L’Apocalisse si era fermata, la Bocca dell’Inferno era stata chiusa e con le sue inquietanti apparizioni il Primo avrebbe potuto spaventare solo qualche topo rimasto imprigionato sotto le macerie, da allora in poi. Era finita.

E stavolta per davvero.

Niente più apocalissi per lei. Niente più preoccupazioni sul destino dell’umanità, niente più vestiti sporchi di terra e sangue, niente più lividi e ferite ovunque sul suo corpo. Finalmente era tornata padrona della sua vita, non più schiavizzata da quel destino ingiusto e tirannico. Il suo scettro, il suo fardello, la sua croce, passava alle migliaia di cacciatrici sparse in tutto il mondo.

Per la prima volta da otto anni, Buffy Summers si sentì libera.

-Cosa facciamo ora?-

Qualsiasi cosa, le venne da rispondere, e sorrise all’orizzonte. Non si era mai sentita tanto bene. Aveva una vita davanti, una vita vera. Demoni e vampiri sarebbero stati solo un ricordo. Si voltò verso sua sorella, mantenendo il sorriso, e poi quasi senza accorgersene cercò con lo sguardo Spike, per condividere con lui quella felicità. Aveva bisogno di dirgli una cosa importante. Per un attimo fu disorientata quando non riuscì a vederlo sullo spiazzale, né attraverso i vetri del pulmino. Fu tentata di chiamarlo, quando all’improvviso, tutto in una volta, ricordò.

E fu orribile.

-Ti amo.-

-Non è vero…ma grazie per averlo detto.

-Adesso vai!-

Aveva dimenticato che Spike fosse morto. Lo aveva dimenticato. Come aveva potuto?

Come?

-Spike…- Sussurrò, mentre il sorriso le moriva sulle labbra. Era morto. Si era sacrificato per lei, per l’umanità. Ironico: per diventare l’uomo che desiderava essere per lei, aveva dovuto morire. Le era stato accanto per anni, e proprio quando lei aveva capito cosa veramente provava per lui, il mondo gliel’aveva strappato via.

Si era liberata del Primo e del suo tirannico destino di unica prescelta…ma a caro prezzo. Come se, prima di lasciarla, la sua Missione le avesse voluto fare un ultimo, spietato, crudele regalo.

-Buffy, tutto okay?- Chiese Dawn preoccupata, al suo fianco. Lei annuì, assente. Le ultime parole che si erano scambiati le bruciavano dentro come tizzoni, le consumavano l’anima. Sapere che lui non c’era più, che era morto non credendole, le spezzava il cuore.

Sì, spezzare. Quante volte aveva sentito quella frase, in mille soap? Non ci aveva mai creduto. Ora capì che non era solo un modo di dire: i cuori si spezzano veramente. Poteva sentire nel petto i lembi dell’organo che si laceravano e piangevano sangue. Poteva sentire il rumore dei brani che si strappavano.

E faceva male.

-Devo andare da una parte.- Disse, con un fil di voce. Si accorse che tutti la guardavano preoccupati, e riuscì a fatica ad elaborare una frase convincente, detta col solito tono sicuro, di comando:

-Voi occupatevi dei feriti. Tornerò fra poco.-

-Sicura? Anche tu sei ferita, dovresti medicarti…- Bisbigliò Willow, con voce dolce e apprensiva. Buffy annuì, riuscendo perfino a lanciarle un breve sorriso.

- Tranquilla, il taglio non mi fa male.- Non è lì che fa male.

-Okay.- Si arrese la sua migliore amica.

Buffy si diresse verso Sunnydale, su macerie ancora incerte e scricchiolanti, attraversando polveri che non si erano ancora depositate, e che filtravano i raggi del sole, cosicché intorno a lei tutto era come immerso in una nebbiolina, tutto era opaco, spento, morto.

Superando il cartello di benvenuto crollato, fugace le passò nella mente il ricordo di quando, per la prima volta, aveva sorpassato quel segnale, più giovane, Dio, infinitamente più giovane, teenager piena di aspettative e sogni.

Sunnydale l’aveva logorata. Per anni. Le aveva rubato l’innocenza, la fiducia nel mondo, la capacità di amare… la vita stessa; l’aveva fatta invecchiare precocemente, e non le aveva dato niente in cambio. Aveva creduto con paura che sarebbe rimasta incatenata a quella città orribile per il resto dei suoi giorni, ma si era sbagliata. Perciò riuscì perfino a mandare un breve sorriso di trionfo al cartello caduto. Sembra che alla fine abbia vinto io, pensò. Poi il sorriso morì sulle sue labbra.

Ma a che prezzo?

Sorpassò gran parte delle macerie, lentamente. Non c’era fretta, non più. Non aveva bisogno di cartelli e strade per arrivare dove voleva, conosceva bene quel luogo. Rischiò di perdere l’equilibrio un paio di volte, mettendo il piede in fallo o su un cumulo di detriti instabili, ma era poca cosa.

Arrivò dove voleva; non riusciva a distinguere fra le macerie l’edificio che era stato, ridotto praticamente in polvere. A quanto pareva, era destino che i licei di Sunnydale fossero distrutti, in un modo o nell’altro. Sorrise, di nuovo brevemente, al pensiero.

-Spike?- Chiamò, ad alta voce.

Nessuna risposta.

Fu questo, più di tutto, a farle capire che lui non c’era più, che era morto davvero.

Spike rispondeva sempre, ai suoi richiami.

Non importava se avevano litigato, se l’aveva appena picchiato o se era stata orribile con lui in qualche altro modo (perché cavoli, conosceva mille modi per farlo star male, mille). Se lei chiamava, lui era sempre lì, pronto a consolarla, a prendersi il suo odio, la sua violenza e a restituirle solo amore. Sempre lì, al suo fianco, ad ascoltarla, a capirla, a guardarla con quegli occhi carichi di tenerezza e comprensione, a parlarle premuroso e dolce.

Sentì le lacrime spargersi sulle ciglia, scivolare sulle guance. Spike sarebbe stato lì con lei, se non gli avesse dato il medaglione, se non l’avesse abbandonato al suo destino. Erano passati pochi minuti da quando era morto e già aveva un bisogno schiacciante di vederlo, di parlargli. C’era una cosa che doveva dirgli assolutamente.

Così, al diavolo tutto, lo fece: gli parlò.

-Ce l’ho fatta, Spike. Ho vinto.- Bisbigliò, prima con voce insicura, pian piano sempre più forte.

-Non solo contro il Primo…io, ho riconquistato la mia vita…e…e non ho più paura. La vita non mi spaventa più. Sarò tutto ciò che ho sempre voluto essere, e so che ce la farò, dovessi morire per riuscirci! Ah, no, quello l’ho già fatto…- Si lasciò andare ad una risatina.

-Grazie, Spike. Per quello che hai fatto, per quello che sei stato per me. E non mentivo, prima: ti amo. Ti amo. E sei stato un vero stronzo a dirmi che non è vero!- Rise di nuovo, e una lacrima scivolò sulle sue labbra, salata, amara, bollente.

“Ti amo.” Ripeté, parole che innumerevoli volte avrebbe potuto dirgli, e che mai aveva pronunciato. E perché poi? Non sembrava più così difficile dirlo, adesso.

Non più.

“Ti amo, Spike”.

Fece per andarsene. Voltandosi, le sue scarpe calpestarono qualcosa di voluminoso, e incuriosita si inginocchiò a raccoglierlo. Non fu sorpresa di vederlo, dopotutto. Se lo lasciò scivolare in tasca, prima di riprendere il cammino verso lo scuolabus.

Non gli aveva detto addio. Sapeva che non ce n’era bisogno. Spike non la lasciava…se ne andava per qualche tempo, questo sì, magari per una capatina in Africa in un villaggio con la peggior animazione del mondo, ma non la lasciava. Mai. Dentro di sé, nonostante le lacrime che ancora scivolavano lente sulle sue guance, nonostante il groppo bruciante nello stomaco e il cuore in pezzi, Buffy sapeva che questo non era un addio.

Solo un arrivederci.

Le persone come Spike trovano sempre il modo di tornare, prima o poi.

Probabilmente un giorno si sarebbe presentato alla sua porta, con il suo viso da perenne ragazzo ribelle e il suo sorriso strafottente, con il suo solito cappotto di pelle, con un irridente e a modo suo dolce: Hello, Cutie. Allora lei avrebbe potuto picchiarlo per non aver creduto alla sua dichiarazione, e poi amarlo per tutto il resto.

Fino ad allora, avrebbe vissuto la sua vita, proprio come lui voleva che facesse, senza paure, senza chiusure. Perché era questo, più di ogni altra cosa, che le aveva insegnato Spike:

La forza di amare mettendo in gioco se stessi. Senza remore, senza limitazioni.

Asciugò le lacrime; basta piangere, non serviva a niente. Sorrise a Dawn, che ora la stava guardando da lontano, vicino al pulmino giallo. Era un sorriso sincero, solare, come non ne faceva da anni. Quando la raggiunse, la abbracciò.

Buffy Summers era rinata. In un certo senso, era ritornata la teenager che aveva sorpassato il cartello Welcome to Sunnydale al fianco di sua madre, solo più adulta, più saggia.

Di poco, però, sentì la voce di Spike prenderla in giro nella sua testa. Sorrise anche a Xander e a Willow, i suoi migliori amici, e a Giles, suo padre.

Da allora in poi, tutto sarebbe andato per il meglio, ne era certa. Prese posto sul pulmino, accarezzando con le dita l’accendino bruciacchiato di Spike che aveva trovato fra le macerie, un caso troppo fortuito perché fosse proprio un caso.

Eh, sì. Le persone come Spike trovano sempre il modo di tornare.

L’importante è crederci.

E soprattutto continuare a vivere.


Sunnydale, 25th May 2003


The End


Note dell’Autrice:
…... okay, ora l’avete letto. Il finale di Snowflakes, 3 pagine, 1481 parole (tanto per tirare le somme). Capisco che dopo la lunghissima attesa (e mi scuso mille volte per non aver aggiornato prima!! Sorry! Perdonez-moi! Lo siento! Okay, scusate, ho sentito da poco la canzone di Madonna.^^;) vi aspettavate qualcosa di meglio forse, ma io ho fatto del mio meglio, e spero basti.

Allora, che ne pensate? Come vi è sembrato? Troppo dolciastro, tipo zucchero filato? O noioso come un elenco telefonico? O magari ( e qui magari è la parola giusta) vi è piaciuto? Fatemi sapere!^^ Ogni recensione sarà accolta come un tesoro, che sia positiva o meno.

Ora, come da routine (perché le tradizioni vanno rispettate fino alla fine):

Chloe88: ciao carissima! Come sempre i tuoi commenti sono adorabili.#^^# Oh, anche la mia voce diventa sognante in quei casi, quindi siamo già in tre: Andrew, tu e io.^_^ Comunque sono contenta che anche quel capitolo ti abbia emozionato! Io ho cercato di rendere al meglio i sentimenti di Buffy e Spike, e trasmettere tristezza e angoscia per ciò che tutti noi sappiamo sarebbe avvenuto, e sono contenta che ti siano arrivati! Grazie infinite dei sempre dolcissimi e lusinghieri complimenti.

Sery Black: ciao! Me felicissima che tu abbia apprezzato anche il tredicesimo snowflake.^^ Grazie di cuore dei complimenti, sei fin troppo buona, Sery!#^^# Davvero ti è piaciuta la mia versione dell’ultima notte prima della battaglia? Non posso che esserne lusingata, così come di tutta la tua recensione. Mi auguro davvero che il finale ti appassioni come gli altri capitoli e spero di risentirti!

Lisachan: ciao! Purtroppo non ho avuto modo di infilare il nostro eroe in questo finale. È dispiaciuto a me per prima, ma non è detto che non compaia nelle mie prossime fanfic. Ora che ho scoperto quanto sia divertente “usarlo”, non mi lascerò scappare future occasioni!:P Sono contenta comunque che tu abbia trovato il mio Andrew dello scorso chap “Uno degli Andrew più perfetti” di cui tu abbia letto in una fic! Questa frase mi ha fatto gasare per almeno dieci minuti. XD. Mi fa piacere anche che tu non abbia trovato la storia eccessivamente melensa, e ti ringrazio degli apprezzamenti. Spero tanto di non deluderti proprio con l’ultimo aggiornamento! Ma, come ho detto all’inizio, le scene di morte dei personaggi sono difficilissime da descrivere. Terrò ben conto della tua osservazione sui pensieri messi tra parentesi e in corsivo. A essere onesti, non è una mia invenzione (ho visto usarli in quel modo nel mio libro preferito, Il Talismano, e mi ha così colpito che ho voluto provare anch’io); peculiare di Melany Holland è invece il voler spiegare tutto a tutti i costi. Lo so, è un grave difetto, perché molto spesso è meglio lasciar intuire al lettore certe cose. Dà maggior impatto ai messaggi che si vogliono mandare. Cercherò di superarlo! Grazie dell’osservazione.

Approfitto di questo spazio per ringraziarti anche della recensione a The Chance of a Lifetime, la mia fanfic su Kodocha. Grazie dei complimenti sullo stile narrativo, e concordo sul fatto che non sia una delle fanfic più originali che abbia mai scritto.^^” È una storiella a lieto fine, senza pretese, che si può leggere per mettersi il cuore in pace, niente di più. Ti dirò che sono stata indecisa fino all’ultimo se far partire Sana o no. Alla fine ho scelto l’happy ending, forse anche perché l’ho scritta in un momento della mia vita in cui non lo vedevo da nessuna parte. Grazie anche delle osservazioni su Sana; non posso dire di aver studiato a fondo la psicologia del personaggio, dato che non vedo Kodocha da quando avevo tredici anni. Terrò presente ciò che mi hai detto per la prossima fanfic che mi verrà in mente su quel fandom.

Detto ciò, ti saluto, aspettando con ansia il tuo commento su quest’ultimo Snowflake!

ReadernotViewer: ciao! Sono sempre felice di trovare tue recensioni.^^ Sono contentissima che le mie drabbles ti siano piaciute: anch’io adoravo quella con Rona e Andrew, e quanto a Xander e Anya, avrei ucciso Joss il giorno che ha deciso di far abbandonare la poveretta sull’altare. È stata una crudeltà infame. Passi (a malincuore, visto che sono una fan Spuffy) la vicenda tormentata di Buffy e Spike, dato che ha incollato tutti allo schermo, ma il gesto di Xander è stato orribile e pure inutile. Non credo che la storia sarebbe peggiorata o divenuta meno interessante se questi due fossero diventati marito e moglie. Mah. Quanto alle tue considerazioni sul tredicesimo snowflake, mi fa piacere che tu abbia trovato ben resi i presagi di morte dei personaggi e plausibile la gita al cimitero. Sono felice anche che tu abbia notato il parallelismo che ho voluto instaurare fra Buffy e Spike (spia ne era stata la stessa frase di inizio paragrafo). Devo darti ragione sui capelli di Dawn: anche se, nella quinta stagione, sono castano scuro, nella settima sono decisamente schiariti ( mi sembra di aver notato perfino delle meches bionde, ma potrei sbagliarmi). Grazie ancora della recensione, a risentirci!

Topy: ciao! Eh sì, Spike ha tutto: è bello, è dolce, è sexy e sa pure cucinare. Ma perché io non li incontro tipi così?? Grazie mille della recensione, un bacio e a presto.

Buffy91: ciao! È sempre bello avere nuovi lettori (o lettrici, come in questo caso). Sono davvero contenta che la mia ff ti sia piaciuta, ti ringrazio infinitamente dei complimenti, sei stata gentilissima.^//^ Spero che anche questo aggiornamento ti entusiasmi come gli scorsi. Riguardo alla tua domanda: “Snowflakes” è nato per integrare con parti di fantasia la settima stagione, non per modificarla. Anche se, da fan Spuffy, avrei voluto, non ho potuto cancellare la morte di Spike. Comunque, spero che il finale non ti deluda. Fammi sapere!

**ArdeSpuffy**: ciao sis! Il tuo entusiasmo per i miei aggiornamenti mi fa sempre tanto piacere. Grazie mille dei complimenti, sono contenta di essere riuscita a colpirti con lo scorso snowflake. Che ne pensi di questo aggiornamento? Non vedo l’ora di saperlo! Baci.

Ecco fatto. Risponderò alle eventuali recensioni a questo capitolo nelle note della mia altra ff, “Between You and Me”o, chissà, in una nuova ff su Buffy.^^ Ora non mi resta che salutarvi, ringraziandovi di nuovo se mi avete seguito fin qui, anche solo leggendo.

A presto,

Melany

  
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